Il voto del redattore
- voto
- 4/5
- valutazione
- Animazione poetica
Il voto dei lettori
- voto medio
- 0.7/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 126 lettori
- di Mike Johnson,Tim Burton
- dal 28 10 2005
- genere Fantastico
- tipo Animazione
- Sara Troilo
- di Jacques-Rémy Girerd
- dal
- genere Fantastico
- tipo Animazione
- Luigi Faragalli
- di Goro Miyazaki
- dal 06 11 2012
- genere Fantastico
- tipo Animazione
- Ernesto Fanfani
- di Richard Linklater
- dal
- genere Fantastico
- tipo Animazione
- Nicola Bassano
- di Carlos Saldanha
- dal
- genere Fantastico
- tipo Animazione
- Luigi Faragalli
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Il castello errante di Howl
di Hayao Miyazaki
- Dati
- Titolo originale: Hauru no ugoku shiro
- Soggetto: Diana Wynne Jones
- Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
- Genere: Fantastico - Animazione
- Durata: 119 min.
- Nazionalità: Giappone
- Anno: 2005
- Produzione: Entsu Inc., NTV, Studio Ghibli, Walt Disney Pictures, altri
- Distribuzione: Lucky Red
- Data di uscita: 09 09 2005
- Link
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La forza dei castelli in aria
di Paola Galgani
Dopo l'irraggiungibile capolavoro rappresentato da La Città Incantata, esce finalmente in Italia il lungometraggio di Miyazaki premiato allo scorso Festival di Venezia per il miglior contributo tecnico, mentre il Maestro riceve trionfalmente, al Festival tuttora in corso, il Leone d'oro alla carriera.
Se qualcuno non conoscesse ancora il regista d'animazione cui perfino la Disney si ispira, ad introdurlo bastino le parole del leggendario regista Akira Kurosawa: "Credo che apparteniamo alla stessa scuola(
). Tuttavia provo un certo fastidio quando i critici accomunano i nostri lavori: non si può sminuire l'importanza dell'opera di Miyazaki paragonandola alla mia."
Chi al contrario ha già amato il mondo fantastico del maestro non rimarrà certamente deluso: ritornano i temi -la lotta del bene contro il male, la forza testarda della propria volontà-, le atmosfere magiche di una realtà mobile in cui aleggiano gli spiriti, i personaggi a due facce e a due nomi. E soprattutto quella magia visiva inarrivabile e inafferrabile, data dalla commistione degli stupendi disegni iniziali eseguiti rigorosamente a mano con un uso moderato del computer soltanto per i ritocchi finali.
La storia è tratta da un romanzo per bambini di Diana Wynne Jones, 'Archer's goon', che già nel '92 venne adattato in serie televisiva dalla BBC. Curiosamente il romanzo, pur se precedente alle opere del regista, contiene già parecchi temi e spunti tipici del mondo di Miyazaki, fino a scendere -in modo quasi inquietante- ai particolari.
Dunque anche stavolta la protagonista è una ragazza dai grandi occhi che trasudano purezza e coraggio. Sophie, che da sola gestisce l'attività lasciatale dal padre, un modesto negozio di cappelli, un giorno conosce per caso un bellissimo ragazzo di nome Howl, che sembra nascondere oscuri segreti. Entra allora in scena la perfida Strega delle Lande, che per vendicarsi di Howl a causa di alcuni torti subiti trasforma la ragazza in una fragile (ma non troppo) novantenne.
Anche nel suo nuovo stato Sophie non si lascia abbattere, ma riesce a procurarsi un posto come donna delle pulizie in uno strano e decadente castello che cammina, indicatole dal suo nuovo amico Rapa, uno spaventapasseri animato.
Qui l'inarrestabile donna troverà nuovi amici, Markl e Calcifer, e soprattutto ritroverà l'amato Howl, venendo definitivamente coinvolta nel suo mondo, mentre intorno a loro una feroce guerra è alle porte. La fanciulla, oltre che con i prevedibili reumatismi dell'età, se la dovrà vedere con Suliman, la maga addetta alla Casa Reale, e con stregonerie e incantesimi vari, ma la sua inossidabile forza non cederà tanto facilmente
.
Non c'è posto per il rancore nel mondo di Sophie (e nemmeno in quello di Miyazaki); il male bisogna combatterlo, ma, come dice il detto, se i nemici non puoi combatterli fatteli amici. E' così che la temibile Strega viene nutrita ed accolta al caldo quando non ha più i suoi poteri, e perde così tutta la sua carica negativa, come a suo tempo ne La Città Incantata Yubaba mutò il suo ruolo da arcigna vegliarda a disponibile alleata. E ancora, per tornare ai parallelismi: come non rivedere negli occhi della protagonista quelli di Chihiro? E i personaggi 'secondari' non ricordano innegabilmente quelli che circondavano Chihiro, come Calcifer, innegabilmente cugino di Kamaji, il vecchio a sei braccia che faceva funzionare la caldaia?
Ma soprattutto tornano la profonda eticità dei temi scelti dal regista insieme al forte antimilitarismo da sempre rintracciabile nelle sue opere a partire perfino dalle lontanissime serie tv come 'Conan, il ragazzo del futuro', e ancora il suo amore per le storie umane su grande scala, intessute di tenerezza, di sentimenti come il perdono, la tolleranza, la solidarietà, la purezza dell'animo, e insieme la necessità della forza, della tenacia per combattere le ingiustizie.
Lo spirito orientale è rispecchiato in pieno nello senso di abnegazione e nella convinzione dell'esistenza di numerosi esseri animati che ci circondano e danzano imperterriti intorno a noi, più o meno amici.
Una meravigliosa resa visiva, arricchita egregiamente dai coloristi che hanno saputo trovare tonalità uniformi, malinconiche nella loro apparente serenità, contribuisce a fare del film un'opera unica, coinvolgente, forse meno struggente della precedente ma egualmente carica di poesia.
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