Il voto del redattore
- voto
- 3/5
- valutazione
- Più un Brachetto che un Sassicaia
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 1 lettore
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02 11 2013
Sideways - In viaggio con Jack
di Alexander Payne
- Dati
- Titolo originale: Sideways
- Soggetto: dal romanzo di Rex Pickett
- Sceneggiatura: Alexander Payne, Jim Taylor
- Genere: Commedia - Psicologico
- Durata: 124'
- Nazionalità: USA
- Anno: 2005
- Produzione: Michael London
- Distribuzione: FOX Searchlight Pictures
- Data di uscita: 16 02 2005
Recensione pubblicata il 09 02 2005
Questa recensione è stata letta 16874 volte
Pinot o Cabernet?
di Eduard Le Fou
Torna in Italia con gli onori del pubblico e della critica statunitensi, dopo essere passato quasi inosservato al Torino Film Festival 2004, Sideways di Alexander Payne. Tratta da un romanzo di Rex Pickett, Sideways è una piacevole commedia che ha come motore un elemento oggi molto accattivante: il vino.
In un periodo in cui l'enologia, insieme alla gastronomia, è di gran moda nel nostro Paese, il film non avrà difficoltà a trovare un pubblico anche da noi. Gli strumenti narrativi per coinvolgere lo spettatore-tipo "ho più di trent'anni e ancora non mi do una sistemata" ci sono poi proprio tutti: l'amicizia, l'amore, il viaggio, il sesso, l'ansia per il futuro.
Due amici inseparabili dai tempi del college, Miles e Jack, completamente diversi tra loro per aspetto e carattere, partono per una settimana di vacanza tra le colline della Contea di Santa Barbara nella California per un giro di degustazione tra le numerose cantine vinicole della zona. Miles, insegnante, esperto di vini e promettente scrittore che non riesce a pubblicare il suo romanzo, attraversa un periodo di difficoltà nel relazionarsi con le donne a causa del divorzio, non ancora superato psicologicamente, con la moglie di cui è ancora innamorato; Jack, attore fallito di serie tv e pubblicità, in procinto di sposarsi di lì a qualche giorno, completamente a secco in quanto a enologia, è però deciso a fare tutto il possibile, per sé e per il suo compagno di viaggio, per trascorrere una travolgente settimana di addio al celibato, non solo all'insegna dei piaceri di Bacco, ma anche, e soprattutto, di quelli di Eros. La convivenza di queste due personalità così eterogenee provoca situazioni molto divertenti, alcune davvero esilaranti, vivacizzate dalla continua presenza del vino, una sorta di co-protagonista che può essere di volta in volta dolce nettare che dà corpo alle relazioni sociali, tema di cui si può discorrere amabilmente, bevanda in cui è possibile affogare temporaneamente i propri dolori, e soprattutto metafora della personalità umana.
Si può essere infatti come un Cabernet, la cui pianta attecchisce e ben si adatta ovunque, o Pinot, vitigno più debole ma che regala un gran vino a chi è disposto a dargli il tempo necessario. Chiaramente Miles si sente come un Pinot ancora incompreso ed inespresso, che nel suo saper tutto sul vino cela il suo saper poco o niente della vita. Il tema di fondo del film è proprio la disillusione, l'incapacità di accettare il passato e di guardare al proprio futuro, accantonando le speranze e le illusioni sulle quali si è vissuto buona parte della propria vita.
E' evidente il richiamo neanche tanto velato ad una commedia italiana che ha fatto scuola, Il Sorpasso di Dino Risi.
Ma nel road-movie Sideways i personaggi restano ben instradati sulla corsia della commedia intelligente, il film e' una gita tra le tortuose colline della mezza età che purtroppo, ci si accorge a metà del film, non imboccherà nessuna sorprendente deviazione di carattere stilistico o contenutistico. Un film di attori che si regge soprattutto sulle notevoli interpretazioni dei due protagonisti che danno vita a personaggi che alla fine del viaggio sembrano sì più consapevoli di se stessi, ma che in fondo non hanno ancora dovuto affrontare il lato oscuro, drammatico e a volte violento della vita. L'incidente che ad esempio si porta via uno dei protagonisti alla fine de Il Sorpasso è esorcizzato dal finto scontro autostradale messo in scena dai due protagonisti nel finale di Sideways per mascherare le loro malefatte al loro ritorno a casa.
Un film divertente ma oltremodo rassicurante, un cinema frizzante che però non sa osare e che lascia allo spettatore una piacevole ma troppo fugace esperienza filmica. Sideways è un film che parla di vino, ma che non sa "farsi" vino: ha poco colore, profumo, gusto, densità, finale. Più un Brachetto che un Sassicaia, insomma.
In un periodo in cui l'enologia, insieme alla gastronomia, è di gran moda nel nostro Paese, il film non avrà difficoltà a trovare un pubblico anche da noi. Gli strumenti narrativi per coinvolgere lo spettatore-tipo "ho più di trent'anni e ancora non mi do una sistemata" ci sono poi proprio tutti: l'amicizia, l'amore, il viaggio, il sesso, l'ansia per il futuro.
Due amici inseparabili dai tempi del college, Miles e Jack, completamente diversi tra loro per aspetto e carattere, partono per una settimana di vacanza tra le colline della Contea di Santa Barbara nella California per un giro di degustazione tra le numerose cantine vinicole della zona. Miles, insegnante, esperto di vini e promettente scrittore che non riesce a pubblicare il suo romanzo, attraversa un periodo di difficoltà nel relazionarsi con le donne a causa del divorzio, non ancora superato psicologicamente, con la moglie di cui è ancora innamorato; Jack, attore fallito di serie tv e pubblicità, in procinto di sposarsi di lì a qualche giorno, completamente a secco in quanto a enologia, è però deciso a fare tutto il possibile, per sé e per il suo compagno di viaggio, per trascorrere una travolgente settimana di addio al celibato, non solo all'insegna dei piaceri di Bacco, ma anche, e soprattutto, di quelli di Eros. La convivenza di queste due personalità così eterogenee provoca situazioni molto divertenti, alcune davvero esilaranti, vivacizzate dalla continua presenza del vino, una sorta di co-protagonista che può essere di volta in volta dolce nettare che dà corpo alle relazioni sociali, tema di cui si può discorrere amabilmente, bevanda in cui è possibile affogare temporaneamente i propri dolori, e soprattutto metafora della personalità umana.
Si può essere infatti come un Cabernet, la cui pianta attecchisce e ben si adatta ovunque, o Pinot, vitigno più debole ma che regala un gran vino a chi è disposto a dargli il tempo necessario. Chiaramente Miles si sente come un Pinot ancora incompreso ed inespresso, che nel suo saper tutto sul vino cela il suo saper poco o niente della vita. Il tema di fondo del film è proprio la disillusione, l'incapacità di accettare il passato e di guardare al proprio futuro, accantonando le speranze e le illusioni sulle quali si è vissuto buona parte della propria vita.
E' evidente il richiamo neanche tanto velato ad una commedia italiana che ha fatto scuola, Il Sorpasso di Dino Risi.
Ma nel road-movie Sideways i personaggi restano ben instradati sulla corsia della commedia intelligente, il film e' una gita tra le tortuose colline della mezza età che purtroppo, ci si accorge a metà del film, non imboccherà nessuna sorprendente deviazione di carattere stilistico o contenutistico. Un film di attori che si regge soprattutto sulle notevoli interpretazioni dei due protagonisti che danno vita a personaggi che alla fine del viaggio sembrano sì più consapevoli di se stessi, ma che in fondo non hanno ancora dovuto affrontare il lato oscuro, drammatico e a volte violento della vita. L'incidente che ad esempio si porta via uno dei protagonisti alla fine de Il Sorpasso è esorcizzato dal finto scontro autostradale messo in scena dai due protagonisti nel finale di Sideways per mascherare le loro malefatte al loro ritorno a casa.
Un film divertente ma oltremodo rassicurante, un cinema frizzante che però non sa osare e che lascia allo spettatore una piacevole ma troppo fugace esperienza filmica. Sideways è un film che parla di vino, ma che non sa "farsi" vino: ha poco colore, profumo, gusto, densità, finale. Più un Brachetto che un Sassicaia, insomma.
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