Il voto del redattore
- voto
- 3/5
- valutazione
- Per una serata di svago intelligente
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3.3/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 4 lettori
- di Woody Allen
- dal 17 10 2008
- genere Commedia
- tipo Sentimentale
- Chiara Orlandi
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Melinda e Melinda
di Woody Allen
- Dati
- Titolo originale: Melinda and Melinda
- Soggetto: Woody Allen
- Sceneggiatura: Woody Allen
- Genere: Commedia - Sentimentale
- Durata:
- Nazionalità: U.S.A.
- Anno: 2004
- Produzione: Fox Searchlight Pictures, Perdido Productions, Gravier
- Distribuzione: 20Th Century Fox Italia
- Data di uscita: 22 12 2004
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Woody è sempre (e soltanto) Woody
di Eduard Le Fou
E' un maestro o è un autore che non ha più nulla da dire? E' ancora un grande inventore di battute o ormai non fa più ridere come una volta? Il suo tocco è davvero inimitabile oppure è diventato ripetitivo e prevedibile? Woody Allen è tornato con un nuovo film, Melinda e Melinda, e lo spetttore da qualche anno a questa parte non può non porsi qualche dubbio sulla reale qualità dei suoi ultimi lavori. E' fuori discussione che nella sua prolifera produzione (questo è il trentaquattresimo film da lui diretto) Allen abbia firmato piccoli grandi capolavori, commedie e drammi che hanno saputo raccontare, compatendola o deridendola, la upper-class di New York con uno stile davvero unico ed originale. Ma da quella colta e indolente realtà newyorkese sembra oggi essere rimasto ingabbiato artisticamente. Il resto degli Stati Uniti in realtà non lo ama e il suoi film nascono principalmente per il pubblico europeo, sicuramente più sensibile ai temi e alla forma dei suoi films Melinda e Melinda è senz'altro l'esempio della contraddizione in cui vive oggi il cinema di Woody Allen. Il film si snoda tra due storie parallele che hanno la stessa protagonista, Melinda, le cui (dis)avventure sentimentali vengono raccontate sia con i toni del dramma, che in forma di commedia. Il tutto nasce dalla discussione che due drammaturghi stanno comodamente affrontando in un bistro newyorkese, dietro due calici di vino rosso, in merito al seguente tema: la vita è così drammatica da poter essere raccontata solo in forma comica o il dramma è l'unico modo per rappresentare la vera natura dell'esistenza? Un dilemma di certo non nuovo che allo spettatore non risulta poi così importante, e infatti si rivelerà di secondaria rilevanza nella fruizione della pellicola. Mentre alla fine del film un altro dilemma, quello sull'effettiva valenza artistica degli ultimi film di Allen, scinde indissolubilmente in due, proprio come l'identità di Melinda, il giudizio dello spettatore, e questa recensione:
Arrivato ormai alla maturità artistica Woody Allen si può davvero considerare un maestro che, sebbene probabilmente non riuscirà più a raggiungere la bellezza espressiva da alcuni dei suoi film del passato, continua a conservare quella originalità che rende la visione anche delle sue ultime pellicole un' esperienza comunque da non perdere. Non si può non chiedere a Woody Allen di continuare a raccontare il fascino della "sua" New York, come fa un artista innamorato che continua a far rivivere nei suoi occhi la bellezza giovanile della donna amata, nonostante sia in verità ormai vecchia e decrepita. Non si può non pretendere che Woody Allen parli e straparli della sua classe sociale, quell'alta borghesia della east coast statunitense così nevrotica ma passionale, snob ma colta, chiusa in sé stessa ma emancipata. Quindi se i temi sono quelli di sempre, i guizzi e le sorprese vengono dalle solite tre/quattro scoppiettanti battute e dalla forma con cui viene raccontata la storia. Cadenzato in questo nuovo episodio dall'alternanza tra le due Melinda, quella appassionata e quella in crisi depressiva; quella che ha tentato il suicidio e quella che spera in un nuovo amore. Una struttura che potrebbe sembrare fredda e straniante per lo spettatore, al quale invece non sarà difficile immedesimarsi in entrambe le Melinda, un piacevole trucco per riconoscere che la nostra vita è tragica e appassionante allo stesso tempo. Va poi ricordata la bravura di Allen nello scrivere personaggi femminili e nel dirigerli, come nel caso dell'interprete di Melinda, Rhanda Mitchell, attrice di discreto talento, che nelle mani di Allen riesce a tirar fuori un'interpretazione davvero convincente. |
E' innegabile che Woody Allen abbia perso la verve di una volta. Questo Melinda e Melinda sembra infatti essere la brutta copia, una costola rotta, della sceneggiatura di Harry a Pezzi, forse il suo ultimo film davvero convincente. Ma stavolta i personaggi sono tratteggiati in maniera approssimativa, non ci sono quelle memorabili battute cui Allen ci aveva abituato, e il gioco di destrutturare la storia declinandone un parte in tragedia e l'altra in commedia, risulta stavolta alquanto stucchevole. Manca la sorpresa. Durante la visione del film lo spettatore ha la sensazione che tutto andrà a finire come se lo aspetta. E così effettivamente sarà .Tanto che la parte drammatica durante lo svolgimento inizia progressivamente a somigliare a quella comica, e viceversa. Il problema è che Allen, rinchiuso nel suo dorato piccolo mondo newyorkese, cerca di raccontarci che la vita può essere tragica o comica, ma che il suo fascino sta proprio nella sua inscindibile complessità . Pistolotto molto facile da raccontare standosene rinchiuso nella torre d'avorio di raffinati loft o dei lussuosi appartamenti della meglio New York. La realtà là fuori è oggi ben più complicata e tragica di quella che vivono gli alter-ego di Allen nelle sue sceneggiature. Se almeno ci fosse stato lui a interpretare anche un personaggio secondario(quello di Hobie è chiaramente Woody con il volto più giovane interpretato da un poco convincente Will Farrel), il film ne avrebbe sicuramente giovato. Ma neanche questo è concesso allo spettatore che esce dalla visione con la sensazione di aver avuto un'esperienza simile a quella di aver bevuto un bicchier d'acqua: insapore e abitudinaria. |
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