Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Inferiore al predecessore Get Shorty ma godibile e con un cast fuori dal comune
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 5 lettori
- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Be Cool
di F. Gary Gray
- Dati
- Titolo originale: Be Cool
- Soggetto: Tratto dal romanzo "Chili con Linda" di Elmore Leonard
- Sceneggiatura: Peter Steinfeld
- Genere: Commedia - Gangsters
- Durata: 118 min.
- Nazionalità: U.S.A.
- Anno: 2005
- Produzione: MGM, Jersey Films, Double Feature Films
- Distribuzione: 20Th Century Fox Italia
- Data di uscita: 00 00 0000
Cosa si dice ad un uomo con due occhi neri?
di Luigi Faragalli
Ho sempre trovato estremamente interessante ascoltare sui film pareri diversi dal mio. Discutere di un film, leggere altre recensioni, entrare comunque in rapporto con una differente visione permette una compenetrazione di esperienze e di competenze di notevole utilità. L'onniscienza è, ahimé, prerogativa immaginaria di immaginarie divinità, a noi meschini umani aventi intelletto e memoria limitati può dunque capitare di non sapere qualcosa, di non aver visto un film, di non comprendere un contesto.
Può capitare, a tutti, davvero a tutti, di tirare via qualche giudizio azzardato, di sbagliare una recensione. Succede.
Raramente però mi è capitato di leggere una sequela di stupidaggini paragonabile a quella comparsa qualche giorno addietro su un noto quotidiano della destra italiana. Raramente, dicevo, delle opinioni su di un film mi sono parse tanto ridicolmente e semplicemente errate, vuoi per approssimazione, vuoi per ignoranza, vuoi per pregiudizio.
Il quotidiano di cui parlo, oltre ad avere il nome meno fantasioso possibile per un giornale, si è guadagnato più volte la mia attenzione in edicola per la dose di livore fuori scala di cui è puntualmente intriso ogni santo giorno portato in terra da rotazioni e rivoluzioni siderali. Un quotidiano carico di odio e di rabbia, la peggior cosa da leggere in assoluto nelle edicole italiane, uno dei rari casi in cui la lettura può far male. In questo contesto ben si inserisce una recensione di Be Cool che trova il coraggio di offendere Uma Thurman dicendole che è soltanto una bella donna, messa lì per far la bella donna e, cito a memoria, non per essere brava attrice perché lei, brava, non lo è stata mai.
Bene, non so lì da voi ma nel mio mondo è impossibile dire una cosa del genere senza essersi prima scolati una bottiglia e mezza di Glenfiddich.
Uma Thurman non è una bella donna, santiddio, non è banalmente bella, non è la solita incapace quanto incolpevole modella dal viso perfettissimo ed anonimo, Uma ha il mento un po' storto, il labbro superiore piccolo ed il naso troppo dritto, Uma non è bella, no, Uma abbaglia.
E' la femminilità fatta attrice, Uma seduce ad ogni sguardo e conquista ad ogni passo, è di una sensualità prepotente e feconda, ad ogni espressione, ad ogni gesto, la bravura di Uma fa sempre letteralmente sbocciare il fotogramma che la contiene a fatica.
Ho parlato però di sequela di stupidaggini, e non ho esagerato, accanto a questo delirio attorno alla Thurman, su cui mi sono dilungato per fornire una misura, ritroviamo nelle stesse righe anche parole di fuoco un po' per tutto il cast e per tutto il film, tutte largamente immeritate.
A volte astenersi è cosa saggia. Scrivere di Be Cool senza l'opportuna stratificazione di conoscenze acquisite porta inevitabilmente a seminare cavolate. Si tratta di tenere un po' gli occhi aperti sul mondo in generale, nulla di più, è meno impegnativo di quello che sembra.
All'uscita dalla sala assieme ai commenti soddisfatti, in verità largamente maggioritari, non mancavano i consueti e provinciali grugniti di disapprovazione partoriti dalla parte meno informata della sala che, ben lungi dal preoccuparsi di allargare appena i propri orizzonti, non ha potuto esimersi da un giudizio superficiale.
Visto che provo una leggera pena per chi gonfia il petto e sputa veleno a destra e a manca, spesso per partito preso e con parole tanto arroganti quanto gratuite, e visto che sono una persona di una bontà innaturale procederò dunque in una concisa ma dettagliata spiegazione di cosa serve sapere per scrivere di Be Cool o semplicemente per gustarselo meglio in sala.
Per prima cosa occorre sapere chi è Chili Palmer, ovvero il personaggio interpretato da John Travolta. Chili Palmer è un criminale sfacciato e freddo, Chili è cool nel senso più autentico del termine, è un personaggio letterario creato da Elmore Leonard e che arriva in questo film già costruito, con un passato già narrato e già visto in un altro film. Dieci anni fa in Get Shorty Chili passò dal crimine ad Hollywood con superba maestria districandosi in una trama ingarbugliatissima con classe e savoir-faire. Get Shorty era un film costruito sulla trama ricorsiva di un criminale che vuole farsi produttore mettendo in scena la storia che sta vivendo, ossia quella di un criminale che vuole farsi produttore mettendo in scena la storia che sta vivendo, un film come Get Shorty insomma.
Be Cool è un film costruito sulla storia di una cantante che viene lanciata grazie all'aiuto di una grande star, e la storia appare a Chili tanto interessante che ci si potrebbe fare quasi un film, un film come Be Cool appunto.
Questo basti per far comprendere come entrambi i soggetti tratti dal lavoro di Elmore Leonard siano tutt'altro che deboli e scontati, sono anzi storie argute che hanno un fine dichiarato: mettere in luce aspetti solitamente ignoti del mondo dello spettacolo, angoli così nascosti da rendere virtualmente indistinguibili strozzini e produttori, lasciando allo spettatore una suggestione: finanche lo stesso film che si sta proiettando in sala in definitiva potrebbe essere nato con qualche sparatoria dietro, perché no?
In Be Cool abbiamo quindi Chili che molla Hollywood e si fa strada nel mondo della musica.
Per scrivere di Be Cool è chiaramente utile conoscere il panorama musicale americano odierno, è utile riconoscere i Black Eyed Peas, gli Aerosmith, André 3000 degli Outkast e la stessa Christina Milian. Se non si sa chi siano è difficile trovarli divertenti nelle situazioni in cui metteno in ridicolo tutto il mondo che li circonda.
Per scrivere e per guardare Be Cool è utile sapere cos'è un Sidekick, cosa una Insight Hybrid e cosa una Maybach, è l'unico modo per capire alcuni aspetti sottilmente umoristici del film, l'unico per apprezzare come vengano messe alla berlina sia l'ossessione per l'apparenza che la conseguente valutazione dell'individuo attraverso il possesso di determinati oggetti.
E' vero, Get Shorty era un poliziesco più ritmato e coinvolgente, con una sceneggiatura di certo migliore, qui siamo di fronte invece ad un lavoro molto autoreferenziale, un cinema particolare che parla di sé stesso, fondandosi principalmente sull'apparenza. In quest'ottica va letto l'adagiarsi così sfrontato della pellicola su di un cast fatto tutto di ottimi e stranoti professionisti, un cast di stelle, di immagini forti e note.
Alla luce di tutto questo non si capisce come si possa, avendo le dovute basilari conoscenze contestuali, stroncare un film dignitoso come Be Cool, non impegnato certo ma nemmeno leggero, con un cast di tutto rispetto e spesso anche molto divertente.
Questo non è né un film dei Vanzina né un American Pie, via.
Certo può capitare davvero a tutti di tirare via qualche giudizio azzardato, di sbagliare una recensione, può capitare a Maurizio Cabona, ancora più facilmente a me, può capitare a tutti. Succede.
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