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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Locandina
 
 
 
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Trama

E' filato tutto davvero così liscio nella ricostruzione dopo il terremoto? Ovviamente no. Talmente no che finanche i critici de 'Il Giornale' sono stati costretti a riconoscere il valore di questo documentario.

 
 
 
 
 
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Voti

Il voto del redattore

  • voto
  • 4.5/5
  • valutazione
  • Buona dittatura della merda a tutt*
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 4/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 1 lettore
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Info

DRAQUILA - L'Italia che trema

di Sabina Guzzanti

 
    Dati
  • Titolo originale: DRAQUILA - L'Italia che trema
  • Soggetto: Il film è un documentario sul recente sisma avvenuto a L'Aquila
  • Sceneggiatura: Sabina Guzzanti
  • Genere: Drammatico - Documentario
  • Durata: 93 min.
     
  • Nazionalità: Italia
  • Anno: 2010
  • Produzione: Secol Superbo e Sciocco Produzioni, Gruppo Ambra, Alba Produzioni, BIM
  • Distribuzione: BIN
  • Data di uscita: 07 05 2010
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

La terra trema, ma l'Italia continua a dormire

di Sara Troilo

 

Sabina Guzzanti ha realizzato un documentario sul terremoto avvenuto a L'Aquila il 6 aprile 2009, ore 3.32 e su quello che è scaturito da questa catastrofe. L'idea è nata dal suggerimento di un'amica che la informa sul fatto che ha conosciuto una persona che dice "cose strane" sulla gestione dei campi e del post terremoto. Sabina dopo il superblindato G8 va a L'Aquila a parlare con questa persona che vive in un campo autogestito, ma non parla solo con lui e scopre che se i vigili del fuoco e altri volontari sono coloro ai quali i cittadini de L'Aquila devono moltissimo, nei confronti della protezione civile l'atteggiamento è molto diverso: sospetto e un po' di inquietudine, atteggiamento che si ritrova anche in alcuni volontari della protezione civile stessa per altro. Ricordo che ciò è avvenuto ben prima che si scoprissero (anche grazie alle intercettazioni telefoniche che il governo vuole imbavagliare ad ogni costo) i rapporti di Bertolaso con Anemone e Balducci e prima del famoso massaggio con benefit al costosissimo e inutile Salaria Sport Village.


Il documentario Draquila. L'Italia che trema diretto da Sabina Guzzanti si concentra sui postumi di quella terribile notte portando avanti una tesi forte: in Italia la democrazia è stata messa sotto scacco dagli uomini del fare che, effettivamente, fanno anche troppo e da un'opposizione inesistente. La parola giusta è eversione.


Contrariamente a ciò che possono far pensare le poche immagini intraviste su quella che era la televisione pubblica, la RAI, Draquila non è un film con Sabina Guzzanti che interpreta per lo più Silvio Berlusconi, ma un film di Sabina Guzzanti con alle spalle un pensiero forte, una grande e sana rabbia e la voglia di informare. La regista procede alla ricostruzione di un terremoto aquilano molto differente da quello che è stato trasmesso sulle televisioni italiane in chiaro, partendo dai sospetti fortissimi che il governo e la protezione civile sarebbero non solo dovuti, ma potuti intervenire prima del terremoto per scongiurare la tragedia che invece è avvenuta, arrivando alla gestione mediatica, ma non solo, della sciagura.


"Vediamo come è intervenuta la protezione civile": una lecita curiosità che avevano tentato di sollevare anche Santoro e gli altri giornalisti di Annozero o qualcosa di indicibile? Nel momento stesso in cui pronunci quelle semplici parole sei un detrattore, un anti-italiano, uno sciacallo. Non occorre essere cintura nera di sillogismo per capire che se alcune domande non vanno poste significa che c'è un problema di fondo, un problema appunto di democrazia, un tragico problema di libertà di stampa e di espressione, un'informazione scorretta sciorinata a reti unificate da quel 6 aprile ad oggi.


La regista procede alla costruzione del proprio film utilizzando un collage di media e di fonti di informazione: riprese amatoriali girate durante il terremoto, spezzoni di telegiornali, interviste ai cittadini de L'Aquila che ormai non lo sono più poiché vivono in campi in cui i militari stanno di guardia, efficaci visualizzazioni di dati, cifre e concetti, fino al tocco magistrale dell'iter della legge che ha permesso alla protezione civile di acquisire un potere infinito. Le interviste sono molto belle dal momento che le domande della regista sono ridotte al minimo e le intervistate e gli intervistati si sentono liberi di parlare davanti ad una persona che li ascolta. Si configura una netta scissione tra chi è contento dell'intervento delle forze dell'ordine e del governo, premier in testa e mai si sognerebbe di mettere qualcosa in discussione poiché equivarrebbe a sollevare una critica (tenendo conto anche che in una situazione come quella è facile sentirsi in qualche modo ricattato), e chi si pone non poche domande per esempio sul motivo per cui nessuna delle case de L'Aquila è stata sistemata in modo da permettere ad alcune famiglie di rientrare a casa propria. Altri inquietanti interrogativi li solleva una persona dicendo che quella è una prova per la sospensione dei diritti civili, nelle tendopoli sono infatti vietate le riunioni e la diffusione di volantini, così come sono proibiti caffè e alcool.


Sorprendentemente c'è anche chi in situazioni di shock molto forte non perde la lucidità e decide cosa fare della propria vita e della propria casa, è il caso di un professore che vive ancora a casa propria essendosi categoricamente rifiutato di lasciarla, ma avendo provveduto a commissionare alcuni semplici interventi che la mettessero in sicurezza - spendendo poco -, "io resto con i miei gatti e con i miei libri", dice il professore con fierezza, dietro le sue spalle una città fantasma, desolata e deserta. La polizia bussa alla porta di un'altra donna che non ha lasciato il proprio appartamento, lei risponde ma non apre, terrorizzata dall'essere deportata.


Fanno da contraltare le voci dei telegiornali patri che iniziano ogni servizio su L'Aquila enumerando le visite di Silvio Berlusconi: "terza volta che il premier visita L'Aquila, quindicesima visita del premier" etc. etc. E poi le immagini: lui con l'elmetto giallo, lui che abbraccia commosso Guido Bertolaso e gli predice che diventerà ministro, lui che sposta il G8 spendendo altri soldi, lui che regala case (che non ha pagato). Al di là delle immagini, i fatti di questi uomini del fare: il perfezionamento continuo di una legge che avrebbe voluto addirittura trasformare la protezione civile in S.P.A. e che è arrivata a far ricadere sotto la sua giurisdizione anche i grandi eventi oltre alle emergenze e senza obbligo di procedere secondo quanto previsto dal Codice dei contratti pubblici con le conseguenze che ora sappiamo anche noi e cioè appalti regalati agli amici e ai cognati. Scavando si cade sempre più in basso, portando alla luce per esempio cosa il governo intenda per grandi eventi ovvero una miriade di celebrazioni pianificate da anni (a meno che i festeggiamenti per il 150° della Repubblica italiana siano capitati all'improvviso) o sorprendenti come il congresso delle famiglie numerose.


I terremotati beneficiari di casa come reagiscono? C'è chi si commuove per la bottiglia di spumante con i migliori auguri del premier e dice di volerla conservare per la prossima visita di Berlusconi che tanto è di casa, c'è chi piange per la nostalgia della bellissima città in cui viveva e per il fatto di essere confinato in un posto desolato senza alcun servizio. I soliti incontentabili, quelli che alle manifestazioni mediatiche che il premier ha sfruttato senza ritegno (anzi, senza conoscere il significato del termine "ritegno") vengono tenuti lontani dalle telecamere di regime, nascosti, quegli stessi a cui vengono confiscati gli striscioni. Perchè l'unica reazione tollerata è il sorriso e un ringraziamento senza riserve, come si confà ad un suddito. Un suggerimento quindi per gli eventuali aspiranti sudditi in lettura: non guardate Draquila o guardatelo, ma uscite prima della fine perchè l'ultima intervista fa molto male, fa piangere, ma con il desiderio di asciugarsi le lacrime per voler sapere e vedere tutto e fa crescere dentro una consapevolezza che probabilmente stava già germogliando. Buona dittatura della merda a tutt*.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 1 commento

 
 
Luigi Faragalli
Luigi Faragalli
  • indirizzo IP 151.65.219.193
  • data e ora Domenica 13 Giugno 2010 [17:15]
  • commento Soldi e controllo, ormai è evidente, a Berlusconi ed ai suoi soci interessa solo questo.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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