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Occhio al virus dello spettatore!
di Sara Troilo
Troppo impegnati a vaccinarvi per andare al cinema? Troppo spaventati dall'ambiente promiscuo della sala cinematografica? Se ogni persona covasse in sé il virus che si merita sarebbe il caso di scegliere il film con ancora maggiore attenzione, non credete? Se abbinassimo i virus ai film in sala e in uscita di cosa soffrirebbe lo spettatore di Pedro Almodovar? Da Tutto su mia madre a questa parte lo spettatore dei lavori del regista spagnolo è quanto mai stratificato e variegato, ad occupare le poltrone di Gli abbracci spezzati si potrebbero incontrare super sciure piene zeppe di profumo che covano in sè il virus-impellicciata che ti porta a buttarti addosso cadaveri di animali brutalmente uccisi per uscire di casa da ottobre a maggio, soprattutto se la circostanza lo richiede (e di solito la circostanza lo richiede!). Questo brutto virus tuttavia non dovrebbe distogliere nessuno dall'intento di vedere il nuovo film di Pedro Almodovar, è infatti facilmente curabile: basta una goccia di compassione.
Superfluo, anzi tautologico, dire che lo spettatore di New Moon soffre del virus del non morto che lo porta, durante "i giorni di notte", a farsi gran scorpacciate di sangue, ma più spesso trattasi di teen ager assetato di best seller e innocuo. Voglio precisare che se in sala ti becchi il morso di un vampiro poi non devi tornare qua a chiedere l'antidoto, c'è un'ampia letteratura in merito: leggi le FAQ e non aprire nuovi topic per niente (ti sfido a sedurci per ottenere una risposta senza fare fatica, denti aguzzi). Molto pericoloso il virus dell'amante del film apocalittico che va in sala tronfio a vedere 2012 perchè se deve spendere 8 euro allora vale la pena spenderli per una quantità esagerata di effetti speciali e poi esce dalla sala commentando le assurdità appena viste: "Eh, ma se si solleva il mare e tu stai guidando sulla litoranea e sterzi appena nel retrovisore vedi la punta di un'onda anomala, vai fuori strada subito!"; il virus Focus e Focus junior (a volte abbinato al Quattroruote) è dietro l'angolo, ma si elimina con la sospensione dell'incredulità. Meccanismo che invece non si dovrebbe mettere in atto per la mitologia Maya che non è esattamente una teoria di Stephen Hawking.
Per le influenze stagionali travestite da pandemie forse sarebbe il caso di leggersi la Guida galattica per gli autostoppisti che invita di continuo a non farsi prendere dal panico. Piuttosto scendiamo in piazza per la follia natalizia che ci vede ancora una volta agli ultimi posti al mondo, stavolta nelle date di uscita dei film. Il fantasmagorico Avatar di James Cameron uscirà nelle sale di quasi tutto il mondo tra il 17 e il 18 dicembre, ma qui da noi no. Noi siamo stati cattivi e dobbiamo aspettare il 15 gennaio, mentre dal 18 dicembre sarà distribuito ampiamente Natale a Beverly Hills con Christian De Sica. Evidentemente siamo stati cattivissimi. Ehi, vi vedo un tantino attoniti. C'è sempre la strategia dei Goonies, sì quella delle bottigliette di finto vomito. Che la resistenza citazionista abbia inizio.
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