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Manuale di autodifesa del cinefilo. Capitolo 2: fantasie punitive per chi disturba al cinema.
di Sara Troilo
Lo spettatore che corre al cinema a vedere il film premiato con l'Oscar è il peggiore. Di sicuro. In sala, durante la proiezione di Non è un paese per vecchi dei fratelli Coen successiva alla consegna del premio (ore 20.00) la fauna era così (s)composta: uomo di mezza età con barba che a 30 minuti dall'inzio del film estrae dal cestino da picnic il suo panino chiuso nella carta stagnola, la sua gentile accompagnatrice fa lo stesso. Per i 20 minuti successivi la bella coppietta si è nutrita facendo scricchiolare la stagnola. Ora, io mi dico. Non potevano andare allo spettacolo successivo e mangiare a casa? Se proprio non avevano scelta, non potevano mangiare in macchina durante il tragitto verso il cinema? Quando hanno preparati i panini, la mattina prima di andare al lavoro? Non è venuto loro in mente che la stagnola fa rumore? Ma soprattutto, quella maledetta carta stagnola dovevano proprio tenerla sul panino fino alla fine? Mi sono augurata al momento che ne avessero ingerito un quantitativo letale, almeno. Al buio è facile. Dopo lo spuntino l'uomo barbuto, non pago dello show auditivo appena concluso, ha accavallato le gambe e ha cominciato a far ruotare la ghiera dell'orologio. Evidentemente il quantitativo di stagnola non è stato letale, per lo meno non li ha uccisi all'istante, ho pensato molto contrariata e allora, un po' come il protagonista di Brazil di Terry Gilliam, o come Calvin di Watterson, ho cominciato a fantasticare: mi trasformavo in Leonida, il temibile re spartano, mi alzavo dalla mia poltrona e, al grido di "Tu non conosci Sparta!" gli infilavo una spada in gola. Ok, gridando avrei disturbato gli altri spettatori a mia volta, ma avrei agito per il bene comune.
Durante una breve tregua dal giramento di ghiera del superfantagenio con barba e cestino da picnic ecco che un'altra luminare risponde al cellulare in sala. Risponde, sussurra, si alza, fa alzare tutta la fila ed esce a parlare. Ritorna in sala, risponde di nuovo al telefono, esce per la seconda volta. Al suo ritorno credete che abbia pensato: "Sto rovinando la visione a tutti, sono proprio una sciocchina"? No, nel modo più assoluto, no. Risponde di nuovo al cellulare e passa il telefono al suo vicino! Aspettare che le radiazoni del cellulare facciano il loro corso è troppo anche per la maratona de Il signore degli anelli, sarebbe dovuto tornare Leonida per decapitare la telefonista, ma è scocciante fare una strage per riuscire a guardare un film in silenzio. Tra l'altro, al termine del film la tizia che stava con l'Einstein dotato di barba ha commentato: "A me questo film non è piaciuto". Certo! Prepari i panini con la stagnola per andare al cinema! Ti meriti solo e soltanto Muccino! Non occorre essere maestri di induzione per collocare sulla scala dell'evoluzione chi va al cinema col cellulare accesso e la stagnola in borsa, ma di solito ci si trova di fianco i freak del circo Togni durante la visione di film di cassetta, non a vedere i Coen.
Questo schiaffo morale è una prova durissima e l'abitudine alla buona educazione e alla non violenza (immaginazione a parte) fanno il resto, per cui di solito, dopo una paio di "Shhh!" che cadono nel nulla, una si rassegna e cambia di posto, ma con un nervoso insano dentro. Quindi non so, un po' di bassa tensione sulle poltrone, no, gentili gestori di multisala? Niente che faccia male, ma qualcosa atta a produrre riflessi pavloviani che per questi soggetti dovrebbero funzionare. Perchè, diciamocela tutta, noi non invadiamo le loro purulente proiezioni di vanzinate. Che almeno rispettino i nostri spazi!
I lettori hanno scritto 7 commenti
- indirizzo IP 85.45.46.58
- data e ora Mercoledì 30 Luglio 2008 [14:14]
- commento Durante l'infinita visione di Casinò di Scorsese, ricordo che tornai in sala con l'intera rosticceria dietro il cinema. Mi attenevo, del resto, alla battuta sentita poc'anzi:
- indirizzo IP 85.45.46.58
- data e ora Mercoledì 30 Luglio 2008 [14:17]
- commento "Ci sono tre modi di fare le cose. Giuste, sbagliate e come dico io." Gnam!
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