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Editoriale

 
 
 
 
 
 
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Editoriale

"Mo' bisogna decidese: o Roma, o Orte."

di Sara Troilo

Ovvero un editoriale holliwoodiano con cover ruffiana.

Senza più idee e senza più anima, il cinema di cassetta americano si dibatte alla ricerca di una vena aurifera. Romanzi, videogiochi, fumetti: niente resterà impunito. L'appiattimento globale e totale galoppa a velocità folle. Film giapponesi vengono rimaneggiati a soli due anni dall'uscita in patria. Perché? Perchè lo spettatore occidentale non può vedere Ringu (Hideo Nakata , Giappone 1998), no, deve vedere The Ring (Gore Verbinski, USA 2002). Lo spettatore americano, poi non può nemmeno vedere Apri gli occhi (Alejandro Amenabar, Spagna, Francia, Italia 1997) , no, deve vedere Vanilla Sky (Cameron Crowe, USA 2001). Potrei continuare aggiungendo, ad esempio, Dark Water di Walter Salles, produzione americana che annulla l'horror originale e omonimo giapponese che porta ancora il nome di Hideo Nakata  alla regiaCome potrei citare Insomnia di Christopher Nolan che ripropone un film norvegese (stesso titolo) del 1997.

Nessuno dei film sopra citati è stato stravolto durante il remake, nessuno ne ha guadagnato qualcosa. Tutte le versioni americane hanno ricalcato più o meno l'originale riuscendo però a svuotarlo, privandolo del minimo tratto distintivo. Davvero non si capisce il motivo di questa smania divoratrice, masticatrice e "digeritrice" di Hollywood ultima maniera. Mi viene come unica ipotesi il pensiero di un produttore: "Bello 'sto film, pensare che l'hanno realizzato civiltà arretrate e non statunitensi mi fa inviperire, testè dovrò porvi rimedio, impiegare una quantità smisurata di dollaroni e riproporlo più bello che mai". Il problema è che poi il film tanto amato non solo diventa un prodotto usa e getta, ma gettarlo è la parte migliore.

Ci vorrebbe una schiera di psicoterapeuti desiderosa di dedicarsi ai produttori e registi di Hollywood per far loro passare questa strana sindrome, ma quando servono gli psicoterapeuti non ci sono mai, come gli sbirri. Occorre quindi che ognuno di noi si renda utile. Chiunque incroci, nelle località turistiche, qualcuno che puzzi di Hollywood deve prendere in mano la siatuazione e curare il soggetto. Non so, un approccio morbido potrebbe essere quello di portarli a rendersi conto che se fossero stati in grado di girare un Ringu l'avrebbero fatto e quindi mettersi a copiarlo non li renderà migliori. Un metodo più d'impatto potrebbe consistere nel parlare loro molto chiaramente, proprio come farebbe il personaggio di un film d'azione. "ehi, tesoro, ti ricordi la leggenda di re Mida, quel re in grado di trasformare in oro qualsiasi cosa toccasse? Be', dolcezza, tu hai quasi lo stesso dono, solo che tramuti tutto in merda". Oppure tentare di insinuare il dubbio, frenando gli infausti entusiasmi: "Uhm. Ho visto film migliori. Oh, ma se a te piace tanto… Cioè non mi permetto di dire niente, il produttore sei tu, avrai l'occhio giusto, allenato. Certo, rifarlo mi sembra eccessivo, ma ripeto, il produttore sei tu, saprai bene cosa fare… Be', ci vediamo. Dopo 'sto mattone me ne vado a casa a dormire!". Ognuno si dovrebbe ricordare che anche un solo produttore dissuaso rende il cinema migliore. Ognuno si dovrebbe ricordare le parole di Velvet Goldmine -che sono di Oscar Wilde- : "il mondo è cambiato perchè tu sei fatto di avorio e d'oro. La linea delle tue labbra riscrive la storia"

 

Buone vacanze da tutta la redazione. Contiamo su di voi.

 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 22 commenti

 
 
utente
Luigi
  • indirizzo IP 82.49.59.139
  • data e ora Giovedì 03 Agosto 2006 [18:12]
  • commento Che poi lo sanno tutti che Bobbie di Dallas non era morto ma era diventato l'uomo di Atlantide prima di svegliarsi da un sogno lungo una stagione televisiva.
 
 
 
 
 
utente
Dudoski
  • indirizzo IP 83.103.92.98
  • data e ora Giovedì 03 Agosto 2006 [18:19]
  • commento Minchia e poi io mi meraviglio che mettono la statua di cera di Jenna Jameson nel museo di Madame Tussaud e non quella del Lupoli...
 
 
 
 
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