Il voto del redattore
- voto
- 4/5
- valutazione
- Mi ha commossa, la visione dell'orrore del sangue degli indifesi per una madre è intollerabile, la profonda umanità di Maria mi ha consolata e io le sono grata. Perciò perdono il resto e consiglio caldamente la visone di Io sono con te come film natalizio.
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- Contro Il pessimo metodo
- A favore La violenza della psicoanalisi
- Sara Troilo Vs. Keivan Karimi
Io sono con te
di Guido Chiesa
- Dati
- Titolo originale: Io sono con te
- Soggetto: Nicoletta Micheli
- Sceneggiatura: Nicoletta Micheli, Guido Chiesa, Filippo Kalomenidis
- Genere: Drammatico - Sociale
- Durata: 102 min.
- Visto in: Blu-ray
- Regione: 2 - [Europa, Egitto, Giappone, Medio Oriente, Sud Africa]
- Formato video: 16:9
- Nazionalità: Italia
- Anno: 2010
- Produzione:
- Distribuzione:
- Anno di uscita in homevideo: 2011
- Sottotitoli: Italiano, Inglese
- Contenuti speciali:
- Standard: PAL
Dio è madre
di Sara Troilo
Niente è più natalizio del film di Guido Chiesa, Io sono con te che racconta la nascita di Gesù e la sua infanzia, ma attenzione! Se avete aspettative cristiane mettetele da parte e godetevi piuttosto questo racconto di puro attachment parenting applicato dalla Madonna a gravidanza, parto ed “educazione” del piccolo Gesù.
Il film è incentrato completamente sulla figura di questa madre giovanissima che scopre di essere incinta senza però essere sposata e che, lungi dallo scoraggiarsi, vive la propria maternità con un piglio deciso che le viene dall'istinto e dal non temere le ripercussioni della religione patriarcale, misogina, sanguinaria e tutto il seguito di aggettivi che spesso descrivono tanto bene qualsiasi tipo di culto.
Maria è giovanissima, si sposa con Giuseppe, viaggia tra Betlemme e Nazareth; la storia è piuttosto nota, ma Guido Chiesa ce la racconta in modo del tutto diverso da come la conosciamo. Il regista e la sceneggiatrice e autrice del soggetto Nicoletta Micheli operano una cesura netta tra il mondo crudele che circonda i personaggi e la figura di Maria che sa come trattare con la dolcezza che meritano i bambini e che ripudia ogni forma di violenza sancita dal codice religioso ebraico. Il racconto procede mostrandoci questa Madonna sorridente che calpesta i dettami patriarcali e religiosi senza curarsene e che opera il prodigio massimo: si fida del proprio figlio che diverrà oggetto d'attenzione per molti. Da un lato c'è una donna che per partorire sceglie un posto piccolo e isolato, come fanno i mammiferi, allatta sin da subito il neonato dandogli il prezioso, ma avversato all'epoca, colostro, che sa che mai farà patire al proprio figlio il dolore estremo della circoncisione. Dall'altro la società intrisa di religione che versa litri di sangue di bambini e agnelli, che impone leggi sciocche che negano la natura stessa e che prevede per le donne solo l'obbedienza. Più o meno nel mezzo sta Giuseppe che tenta di ribellarsi a Maria e farla rientrare nei ranghi, ma che alla fine difende la diade madre-bambino e lascia spazio a Maria per crescere Gesù come ha deciso di fare.
Non ci sono miracoli, non v'è traccia di soprannaturale, come conferma il regista in un'intervista, il punto focale del film è che una nascita e un'infanzia all'insegna del rispetto del piccolo essere umano, senza punizioni e violenza, contribuiscono a formare un individuo libero. Una rarità. Come è raro pensare a un film sulla nascita di Gesù che non veda come protagonista lo stesso Gesù, ma sua madre che per quanto sia figura centrale del cattolicesimo lo è in quanto vergine e madre dell'incarnazione di Dio e non in quanto donna. I problemi che hanno le religioni con le donne sono noti, la misoginia impera tanto che qualcuno ha affermato che essere donna e praticante di una qualche religione è paradossale come per un'anatra essere iscritta all'arcicaccia e ciò rende la prospettiva del film ancor più affascinante.
“Dio è madre” disse Papa Luciani prima di essere azzittito in modo definitivo. Questo film afferma la medesima cosa. Per chi crede che esista un Dio. Per chi non crede, Io sono con te ribadisce l'importanza dell'amore e della fiducia e quanto siano fondamentali nel difficile compito di crescere un essere umano. Questo essere un film a tesi è anche il limite dell'opera. Se da un certo punto di vista è geniale far assurgere la madre per antonomasia (nella nostra cultura, intrisa, malgrado le scelte dei singoli, di cattolicesimo) ad esempio universale di maternage, dall'altro la struttura risulta un po' semplificata proprio perché sia impossibile per lo spettatore mancare il messaggio. Mi spiego. Il film sembra dire: “Ho una serie di conoscenze su come crescere i cuccioli di uomo e vorrei estenderli al pubblico. Prendo il personaggio di Maria e la rendo incarnazione del maternage. Per sottolineare meglio come l'attitudine affettuosa sia forte la inserisco in un contesto di selvaggia crudeltà su esseri umani e animali non umani. Et voilà.” Non lo so, mi sembra troppo semplice. Utilissimo, ma esteticamente imperfetto.
Resta il messaggio forte veicolato attraverso la triade Maria, Gesù e Giuseppe che pare intoccabile e che qui viene rovesciata, la scelta è coraggiosa, così come la volontà di estendere i concetti di amore e fiducia come basi di puericultura alla faccia di tutte le tate televisive e dei nazisti che si svegliano (a loro sì farebbe bene dormire di più!) e scrivono libri su quanto sia sano lasciare che i neonati piangano. Personalmente il film mi ha commossa, la visione dell'orrore del sangue degli indifesi per una madre è intollerabile, la profonda umanità di Maria mi ha consolata e io le sono grata. Perciò perdono il resto e consiglio caldamente la visone di Io sono con te come film natalizio. Parola di atea.
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