Il voto del redattore
- voto
- 4/5
- valutazione
- La battuta "Chiamami Jena!" è solo un tantino sotto il celeberrimo "Il mio nome è Bond James Bond!". Film cardine nella cinematografia di fantascienza degli anni '80.
Il voto dei lettori
- voto medio
- 4.7/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 5 lettori
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02 11 2013
1997: Fuga da New York
di John Carpenter
- Dati
- Titolo originale: Escape from New York
- Soggetto: John Carpenter, Nick Castle
- Sceneggiatura: John Carpenter, Nick Castle
- Genere: Azione - Sci-fi
- Durata: 99 min.
- Visto in: DVD
- Regione: 2 - [Europa, Egitto, Giappone, Medio Oriente, Sud Africa]
- Formato video: 16:9
- Nazionalità: USA, UK
- Anno: 1981
- Produzione: Universal
- Distribuzione: Universal Pictures Video
- Anno di uscita in homevideo:
- Sottotitoli: Italiano, Inglese, Spagolo, Portoghese, Finlandese
- Contenuti speciali: Trailer, Teaser Trailer, Scene Selezionate, Documentario: Jena Plissken - Un Uomo d'Onore.
- Standard:
Recensione pubblicata il 30 05 2007
Questa recensione è stata letta 9032 volte
Tempus fugit
di Gianfabio Pellino
Nell'America del 1997 la distinzione fra il bene e il male è chiara e
ben delineata da un invalicabile muro di cinta alto venti metri e
sorvegliato da guardie armate; di qui c'è la cosiddetta "società
civile", di là dei bastioni feccia variopinta che ha come mura
perimetrali della gattabuia un'intera città: New York.
A questo quadretto ben poco edificante va aggiunto che il mondo è sull'orlo della Terza Guerra Mondiale e che il conflitto può essere scongiurato soltanto da un'audio cassetta gelosamente custodita dal Presidente degli Stati Uniti, in viaggio sull'Airforce One alla volta di Hartford, dove si sarebbe tenuto il decisivo summit tra America, Cina e Unione Sovietica.
Sfortuna vuole però che un manipolo di disperati, nominatisi "Fronte di liberazione nazionale d'America", dirotti il presidenziale aeroplano su New York con l'intenzione di sacrificare la vita del capo di stato alla causa della liberazione degli oppressi e dei diritti dei lavoratori.
Gli avvenimenti impongono decisioni estreme: il Presidente si risolve ad abbandonare l'aereo a bordo della capsula di salvataggio; in mano, assicurata con una catenella, la valigetta contenente il prezioso nastro, ancora di salvezza per i destini del mondo.
L'Airforce One, infine, va a schiantarsi sulla città; muoiono tutti, il Presidente sembra scomparso nel nulla. A confermare la sua presenza in vita, un localizzatore che gli cinge un polso.
1997: Fuga da New York è un grandissimo film, fiore all'occhiello nella pregevole carriera del regista John Carpenter. Occhio bendato, canotta che ben evidenzia fisico e muscoli torniti, Kurt Russell, attore feticcio di Carpenter, incarna con la convinzione e il rispetto di chi sa di stare consegnando un personaggio di rilievo alla storia del cinema, la figura di Jena Plissken, eroe di guerra e criminale probabilmente per colpa di una Patria troppo debole di memoria. Condannato a passare il resto della sua vita nel "mondo a parte" newyorkese, gli viene offerta la possibilità di un condono da tutti i suoi crimini se accetta di calarsi non visto sulla città a bordo di un aliante (impresa già tentata con successo a Leningrado) per rintracciare e portare in salvo l'eminente uomo politico. Il tempo a disposizione non è molto: meno di ventiquattro ore, scadute le quali la vita del capo di stato non ricopre più la stessa importanza, dal momento che la cassetta deve essere assolutamente ascoltata durante il vertice di Hartford.
Poco o nulla convinto, Plissken accetta comunque di farsi paladino del bene; gli viene illustrato il quadro della situazione a New York (fra tante: i ponti sono minati e le gallerie allagate), fornito di armi e protetto da un vaccino iniettatogli nel collo. Soltanto in un secondo momento saprà che in realtà gli sono state inoculate due micro-bombe che si sarebbero sciolte del tutto allo scadere del tempo concesso per la salvezza dell'inquilino della Casa Bianca: niente Presidente, niente Jena Plissken.
Carpenter gira per gran parte in notturna su set post-apocalittici fin troppo ben realizzati, dal momento che la produzione ha potuto usufruire del quartiere portuale di St. Louis, nel Missouri, semidistrutto da un incendio prima dell'inizio delle riprese. La regia non lascia spazi di manovra alla noia, il conto alla rovescia procede implacabile e gli ostacoli sembrano non dover finire mai. Copiosi i momenti di indelebile cinema: la prima comparsa del Duca ( il potente boss di New York, che tiene in ostaggio il Presidente con l'intenzione di barattare la sua libertà con quella di tutti i detenuti della città), l'incontro di lotta a mazze ferrate tra Jena e un corpulento ammazzacristiani, la corsa a tutto acceleratore su uno scalcinato taxi lungo il ponte minato lungo lA 69esima strada, l'angosciosa scalata della muraglia. E il finale, tra i più estrosi di sempre.
Un plauso particolare a chi si e' occupato del casting che riesce ad inanellare una nutrita galleria di splendide facce da cinema: Donald Pleasence ( un Presidente volutamente da operetta), Ernest Borgnine (Cabbie, il tassista), Isaac Hayes ( il Duca). E poi, c'è Bob Hauk, il commissario di polizia che propone l'indulto a Plissken; i faccia a faccia tra i due sono momenti di puro, autentico western.
Ah!, dimenticavo, Hauk è impersonato da un certo Lee Van Cleef. Il nomignolo "Sentenza" vi scuote forse con brividi di cinefilo piacere?
Il Dvd della Universal propone una parte video che regge molto bene la non facile fotografia del film e una sezione audio che mette bene in risalto il parlato e la tesa ed evocativa colonna sonora composta, come d'abitudine, dallo stesso Carpenter. Interessante, fra gli extra, il dietro le quinte, ricco di curiosità.
A questo quadretto ben poco edificante va aggiunto che il mondo è sull'orlo della Terza Guerra Mondiale e che il conflitto può essere scongiurato soltanto da un'audio cassetta gelosamente custodita dal Presidente degli Stati Uniti, in viaggio sull'Airforce One alla volta di Hartford, dove si sarebbe tenuto il decisivo summit tra America, Cina e Unione Sovietica.
Sfortuna vuole però che un manipolo di disperati, nominatisi "Fronte di liberazione nazionale d'America", dirotti il presidenziale aeroplano su New York con l'intenzione di sacrificare la vita del capo di stato alla causa della liberazione degli oppressi e dei diritti dei lavoratori.
Gli avvenimenti impongono decisioni estreme: il Presidente si risolve ad abbandonare l'aereo a bordo della capsula di salvataggio; in mano, assicurata con una catenella, la valigetta contenente il prezioso nastro, ancora di salvezza per i destini del mondo.
L'Airforce One, infine, va a schiantarsi sulla città; muoiono tutti, il Presidente sembra scomparso nel nulla. A confermare la sua presenza in vita, un localizzatore che gli cinge un polso.
1997: Fuga da New York è un grandissimo film, fiore all'occhiello nella pregevole carriera del regista John Carpenter. Occhio bendato, canotta che ben evidenzia fisico e muscoli torniti, Kurt Russell, attore feticcio di Carpenter, incarna con la convinzione e il rispetto di chi sa di stare consegnando un personaggio di rilievo alla storia del cinema, la figura di Jena Plissken, eroe di guerra e criminale probabilmente per colpa di una Patria troppo debole di memoria. Condannato a passare il resto della sua vita nel "mondo a parte" newyorkese, gli viene offerta la possibilità di un condono da tutti i suoi crimini se accetta di calarsi non visto sulla città a bordo di un aliante (impresa già tentata con successo a Leningrado) per rintracciare e portare in salvo l'eminente uomo politico. Il tempo a disposizione non è molto: meno di ventiquattro ore, scadute le quali la vita del capo di stato non ricopre più la stessa importanza, dal momento che la cassetta deve essere assolutamente ascoltata durante il vertice di Hartford.
Poco o nulla convinto, Plissken accetta comunque di farsi paladino del bene; gli viene illustrato il quadro della situazione a New York (fra tante: i ponti sono minati e le gallerie allagate), fornito di armi e protetto da un vaccino iniettatogli nel collo. Soltanto in un secondo momento saprà che in realtà gli sono state inoculate due micro-bombe che si sarebbero sciolte del tutto allo scadere del tempo concesso per la salvezza dell'inquilino della Casa Bianca: niente Presidente, niente Jena Plissken.
Carpenter gira per gran parte in notturna su set post-apocalittici fin troppo ben realizzati, dal momento che la produzione ha potuto usufruire del quartiere portuale di St. Louis, nel Missouri, semidistrutto da un incendio prima dell'inizio delle riprese. La regia non lascia spazi di manovra alla noia, il conto alla rovescia procede implacabile e gli ostacoli sembrano non dover finire mai. Copiosi i momenti di indelebile cinema: la prima comparsa del Duca ( il potente boss di New York, che tiene in ostaggio il Presidente con l'intenzione di barattare la sua libertà con quella di tutti i detenuti della città), l'incontro di lotta a mazze ferrate tra Jena e un corpulento ammazzacristiani, la corsa a tutto acceleratore su uno scalcinato taxi lungo il ponte minato lungo lA 69esima strada, l'angosciosa scalata della muraglia. E il finale, tra i più estrosi di sempre.
Un plauso particolare a chi si e' occupato del casting che riesce ad inanellare una nutrita galleria di splendide facce da cinema: Donald Pleasence ( un Presidente volutamente da operetta), Ernest Borgnine (Cabbie, il tassista), Isaac Hayes ( il Duca). E poi, c'è Bob Hauk, il commissario di polizia che propone l'indulto a Plissken; i faccia a faccia tra i due sono momenti di puro, autentico western.
Ah!, dimenticavo, Hauk è impersonato da un certo Lee Van Cleef. Il nomignolo "Sentenza" vi scuote forse con brividi di cinefilo piacere?
Il Dvd della Universal propone una parte video che regge molto bene la non facile fotografia del film e una sezione audio che mette bene in risalto il parlato e la tesa ed evocativa colonna sonora composta, come d'abitudine, dallo stesso Carpenter. Interessante, fra gli extra, il dietro le quinte, ricco di curiosità.
I lettori hanno scritto 5 commenti
- indirizzo IP 151.38.135.241
- data e ora Mercoledì 30 Maggio 2007 [17:18]
- commento "Chiamami Jena" "Il mio nome e' bond etc." lo surclassa proprio!!! Un film GRANDIOSO!
- indirizzo IP 83.103.92.98
- data e ora Mercoledì 30 Maggio 2007 [18:33]
- commento Plissken è l'anti-eroe post moderno per eccellenza ed il film è grandioso! Se non diamo 5 a questo...
net flier
- indirizzo IP 83.190.76.67
- data e ora Giovedì 24 Gennaio 2008 [22:28]
- commento la foto di snake in motocicletta è di "fuga da los angeles" ;)
Luigi Faragalli
- indirizzo IP 151.5.148.94
- data e ora Venerdì 25 Gennaio 2008 [11:09]
- commento Beccati. Complimenti per la vista aguzza. :)
Luigi Faragalli
- indirizzo IP 151.65.217.168
- data e ora Giovedì 16 Dicembre 2010 [20:47]
- commento Fuga da los angeles che, sia chiaro, non può neanche allacciare le scarpe a Fuga da New York :)
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