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libera critica cinematografica

 
 
 
 
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Il voto del redattore

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  • 4/5
  • valutazione
  • Finalmente un horror che fa paura.
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Il voto dei lettori

  • voto medio
  • 3.4/5
  • numero votanti
  • Questo film è stato votato da 5 lettori
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Info

Shutter

di Banjong Pisonthanakun, Parkpoom Wongpoom

 
    Dati
  • Titolo originale: Shutter
  • Soggetto: Parkpoom Wongpoom, Sopon Sukdapisit, Banjong Pisonthanakun
  • Sceneggiatura: Parkpoom Wongpoom, Sopon Sukdapisit, Banjong Pisonthanakun
  • Genere: Fantastico - Horror
  • Durata: 97 min.
  • Visto in: DVD
  • Regione: 2 - [Europa, Egitto, Giappone, Medio Oriente, Sud Africa]
  • Formato video: 16:9
     
  • Nazionalità: Thailandia
  • Anno: 2004
  • Produzione: Lucky Red
  • Distribuzione: Medusa Film
  • Anno di uscita in homevideo: 2006
  • Sottotitoli: Italiano, Italiano per non udenti
  • Contenuti speciali: Trailer cinematografico italiano; Teaser trailer; Trailer cinematografico originale; Finzione o realtà?; L'incidente: dietro le quinte; Interviste al cast tecnico e artistico; Il suicidio: dietro le quinte; La scala: dietro le quinte; Misteriose immagini dal set;
  • Standard: PAL
 
 
 
 
 
 
 
 
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Recensione

Il futuro del genere è Thai

di Mattia Signorini

Jane (Natthaweeranuch Thongmee) e Tun (Ananda Everingham) stanno tornando a casa da una festa di nozze. Lui è un po' alticcio, lei è alla guida; stanno chiacchierando e sono distratti. Una ragazza attraversa improvvisamente la strada, ma Jane se ne accorge quando è ormai troppo tardi e la investe. La macchina sbanda e finisce contro un palo mentre il corpo investito giace a terra, immobile. Jane vorrebbe sincerarsi delle condizioni della vittima, verificare se sia ancora viva. Tun, invece, non ha dubbi, l'incidente è stato fatale, e convince Jane a fuggire. Passano i giorni e Jane termina gli studi. Tun, di professione fotografo, sta realizzando le consuete foto per la consegna dl diploma e mentre mette a fuoco per il classico scatto di gruppo scorge un orribile volto femminile tra i laureandi; a occhio nudo, tuttavia, la scena si presenta normale. Una volta sviluppate le fotografie, uno strano alone appare in quelle che hanno Jane per protagonista: un riflesso sembra affiancarla o sovrapporsi a lei, un riflesso dalle vaghe sembianze femminili. Secondo il negoziante si tratta di un difetto della pellicola; Tun, però, non ne è convinto e decide di sviluppare nuovamente le foto da solo. Mentre osserva nuovamente la macchia, questa prende vita e un agghiacciante volto di donna lo fissa di colpo dalla fotografia. Inizia così per Tun una serie di manifestazioni di questa terribile presenza, che sembra perseguitarlo. Il giovane si sottopone, nel frattempo, a tutta una serie di analisi mediche per trovare le cause del dolore cervicale che lo affligge dal fantomatico incidente, anche se la diagnosi sembra escludere qualsiasi tipo di problema. Una sera Tonn, l'amico di Tun sposatosi all'inizio del film, irrompe nella casa del giovane fotografo in cerca di alcune foto non meglio identificate. Lo sposo sembra fuori si sé, in preda all'agitazione e al panico, dicendo che se non troverà le foto "lei" lo ucciderà…

Inizia così Shutter (letteralmente "otturatore"), ultimo horror di matrice orientale a fare capolino in Italia. Questa volta la provenienza è thailandese ed alla regia si cimentano gli esordienti Banjong Pisonthanakun e Parkpoom Wongpoom. Gli ingredienti tipici del genere ci sono tutti e i giovani autori si esibiscono in una serie di citazioni che sembrano spaziare per l'intero panorama del J-Horror: il fantasma femminile in cerca di vendetta, la pellicola (in questo caso fotografica) come strumento di identificazione e visualizzazione dell'al di là, l'ormai canonica iconografia dello spettro (onryō) con lunghi e tentacolari capelli neri emergenti dal buio o dall'acqua ed il corpo avvolto da un bianco sudario. Ben lontani dalla complessità di un Infection o dalla policromia barocca - e tipicamente thailandese - di un The Eye Infinity, gli autori confezionano comunque un film notevole, in grado di suscitare ansia e inquietudine persino nel più accanito dei fan di genere. E ci riescono nella maniera più semplice possibile: ad un intreccio lineare e dal ritmo incalzante, Pisonthanakun e Wongpoom aggiungono i più classici meccanismi dei film dell'orrore, espedienti che tanto fecero la fortuna di alcune interminabili serie negli anni 80 (una su tutte: Venerdì 13) e che il cinema attuale sembra avere dimenticato: repentine apparizioni unite all'alzarsi improvviso della musica, creazione della suspence grazie ad un gioco ammiccante, e a tratti fuorviante, di scene preparatorie e scene di terrore vere e proprie, sapiente utilizzo di luce e buio, spesso in velocissima alternanza tra loro (memorabile la scena che vede Tun nel suo studio fotografico durante un black out). Quel che sembrava apparire come l'ennesimo e insipido clone di Ringu si rivela, invece, un film assai godibile e intrigante, dotato di una trama molto meno prevedibile di quel che ci si possa aspettare (nonostante qualche passaggio un po' oscuro) e di un colpo di scena spiazzante che potrà forse lasciare un po' perplessi ma che assolve in pieno alla sua funzione: essere inaspettato. Ma, più di ogni altra cosa, finalmente un film che fa paura. Veramente!

Accattivanti anche gli extra del dvd: oltre ai consueti trailer e backstage, un'intervista ad alcuni esperti riguardo le autentiche foto raccolte dagli autori per la realizzazione e la promozione della pellicola e, particolare ben più inquietante, il resoconto dell'apparizione di una vera presenza sulla scena: durante le riprese dell'incidente una misteriosa figura è apparsa ai bordi della strada, un attimo soltanto ma lungo a sufficienza da consentire all'operatore di filmarla. Indagini successive hanno rivelato che un pedone ubriaco risulterebbe effettivamente morto in quel luogo, proprio in seguito ad un incidente automobilistico.

Per concludere la solita, triste annotazione: sembra che la Regency Film abbia acquistato a peso d'oro i diritti per la realizzazione del remake. Questa volta, però, la notizia interessa poco. Ci preme molto di più correre ad accendere tutte le luci prima di ricontrollare quella strana ombra sulle ultime foto sviluppate sperando, la prossima volta che volgeremo lo sguardo, di non ritrovarci faccia a faccia con un volto cadaverico che ci fissa negli occhi…


 
 
 
 
 
 
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Commenti
 

I lettori hanno scritto 5 commenti

 
 
utente
Sara
  • indirizzo IP 213.140.11.139
  • data e ora Mercoledì 03 Gennaio 2007 [22:38]
  • commento e dopo averlo visto sfido chiunque ad andarsene in giro a luci spente (non come diceva Battisti però)...
 
 
 
 
 
utente
Sara
  • indirizzo IP 151.38.135.241
  • data e ora Mercoledì 10 Gennaio 2007 [11:38]
  • commento Inoltre chiunque soffra di cervicale dovrebbe vedere questo film!
 
 
 
 
 
utente
Dudoski
  • indirizzo IP 83.103.92.98
  • data e ora Mercoledì 10 Gennaio 2007 [15:33]
  • commento Capito Papu?... :D
 
 
 
 
 
utente
Tetsuo
  • indirizzo IP 84.221.68.26
  • data e ora Venerdì 12 Gennaio 2007 [1:00]
  • commento Sarà... Ma quando un mostro giappo di una ragazza ferita SENZA capelli lunghi e neri che salgono dal letto? Cacchio ora che ci penso... IL TORCICOLLO!!!
 
 
 
 
 
utente
Amy-Lee
  • indirizzo IP 87.11.92.141
  • data e ora Sabato 16 Giugno 2007 [15:03]
  • commento Dudoski è varamente spaventoso,pensa che mi fa male veramente il collo
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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