Nel 2001, qualche secolo dopo il Condor, Robert Redford ha dissotterrato la giacca di tweed per un filmetto davvero niente male: Spy Game del bravo Tony Scott (Nemico pubblico, Man on Fire). E l'italico traduttore, questo va sottolineato, non si è fatto tramortire dalle solite allucinazioni, recapitandoci ancora intatto, assieme al titolo originale, anche lo spirito della storia: il gioco, appunto. Spietato e violento, pericoloso e senza regole (o con parecchie eccezioni), ma pur sempre un gioco.
Così, almeno, lo ha perennemente vissuto Nathan Muir (Redford), anziano agente speciale ormai approdato all'ultimo giorno di servizio: un giocatore d'alta scuola, laconico e infallibile, reduce da centinaia di missioni che hanno seguito le trame della politica estera americana fino al tramonto della guerra fredda... Peccato che il suo ex pupillo, Tom Bishop (Brad Pitt), si sia appena fatto rinchiudere in un carcere cinese e sia stato condannato a morte per spionaggio: il countdown scivola rapido e rimangono soltanto 24 ore per intervenire. Come risolvere la situazione? Ma soprattutto: come raggirare i vertici della Cia che, per soave opportunismo diplomatico, hanno deciso di sacrificare Bishop?
L'ultimo giorno di servizio del geniale Nathan Muir, dunque, coincide con la sua ultima impresa: la più difficile in assoluto. E, al tempo stesso, permette a Tony Scott di ricostruire in flashback la massiccia avventura (professionale e umana) del maestro e dell'allievo: un'avventura cominciata in Vietnam, dove Bishop viene reclutato come cecchino, e poi portata avanti nella Berlino del muro e nella Beirut del terrore... Una donna (la musona Catherine McCormack) ha definitivamente incrinato il sodalizio, li ha allontanati per tutti questi anni, ma non conta: Muir, adesso, vuole soltanto salvare il vecchio amico, mettendo a repentaglio la pensione e, forse, la propria incolumità.
Appesantito dalla parentesi sentimentale e da qualche lungaggine di troppo, Spy Game è sicuramente un buon thriller e mette a segno un duetto generazionale di ottima fattura: nonno Robert e Brad Pitt volano alto, sì, lasciando a terra i troppi belli senz'anima che infestano Hollywood...