Il voto del redattore
- voto
- 3.5/5
- valutazione
- Una delizia certificata
Il voto dei lettori
- voto medio
- 3.6/5
- numero votanti
- Questo film è stato votato da 8 lettori
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02 11 2013
The Iron Ladies
di Yongyooth Thongkonthun
- Dati
- Titolo originale: Satree lek
- Soggetto: Ispirato ad un evento di cronaca
- Sceneggiatura: Yongyooth Thongkonthun
- Genere: Commedia - Sportivo
- Durata: 104'
- Visto in: DVD
- Regione: 2 - [Europa, Egitto, Giappone, Medio Oriente, Sud Africa]
- Formato video: 16:9
- Nazionalità: Tailandia
- Anno: 2000
- Produzione: Visut Poolvoralaks per Tai Entertainment Co.Ltd
- Distribuzione: Sharada
- Anno di uscita in homevideo: 2005
- Sottotitoli: Italiano per non udenti, Inglese
- Contenuti speciali:
- Standard: PAL
- Cast
- Jessadaporn Pholder
- Chaicharn Nimpoonsawas
- Giorgio Maiocchi
- Gokgorn Benjaathikul
- Sahapap Virakamin
Recensione pubblicata il 09 06 2005
Questa recensione è stata letta 7812 volte
Shiro & Shiro, due cuori nella pallavolo
di Sara Troilo
The Iron Ladies e' il film che in assoluto ha avuto piu' successo al botteghino in Tailandia, la sua distribuzione nel resto del mondo, che in Italia riguarda soltanto il supporto digitale e ci viene concesso con cinque anni di ritardo, nasce proprio da quel successo in patria.
La storia prende lo spunto da un fatto di cronaca e racconta di una squadra di pallavolo composta per lo piu' da omosessuali e transessuali e allenata da una donna lesbica, che ha vinto i campionati maschili di quello sport nel 1996. Lo svolgimento del soggetto e' molto classico, si passa dalle difficolta' iniziali alle incomprensioni, fino alle prime vittorie per arrivare alla prova finale con tanto di suspance.
Altrettanto lineare la scelta di affermare con stereotipi l'orientamento sessuale dei personaggi, tutti o molto vezzosi oppure molto machi. Gli inserti piu' riflessivi virano verso il malinconico e anche in questo caso siamo nel gia' visto, tanto che e' facile equivocare e mettersi a discutere se definire quello di Yongyooth Thongkonthun un film di denuncia sociale contro l'omofobia oppure uno strumento che non fa altro che confermare l'esistenza di ferrei codici che vogliono i gay tutti fiocchetti e rossetto.
Il fatto e' che la denuncia e' nella storia stessa, il regista ha poi scelto di darle un taglio da pura commedia arrivando a estremizzare i personaggi. Ho letto molte recensioni scritte all'epoca in cui il film e' stato presentato nei Festival (ha vinto il Premio del Pubblico a Toronto e una menzione speciale a Berlino) e molte pagavano lo scotto di uno sguardo deviato che portava alcuni giornalisti italiani a descrivere molto piu' le movenze degli attori che il contesto filmico in cui sono inseriti.
Come se The Iron Ladies dovesse dimostrare qualcosa a priori per il tema che ha scelto di trattare, come se a questo film fosse richiesta una maggiore cautela. E perche' mai? Sdrammatizzare un argomento forte e doloroso come quello della discriminazione sulla base degli orientamenti sessuali individuali e' semmai un pregio.
The Iron Ladies racconta una storia che e' un evento e nel suo essere evento smaschera tutto un retaggio intollerante e machista che abbraccia non solo lo sport, ma gran parte delle manifestazioni umane. A cosa serve appesantire un tema del genere? Ci sono lacune nella sceneggiatura e alcune scene risolte con troppa fretta che rivelano un andamento fin troppo ingenuo nella costruzione filmica (alcune scene sono drammaticamente inferiori rispetto al livello generale del film), ma non coinvolgono il tono generale del racconto che si mantiene medio-alto a patto di essere considerato con criteri che gli appartengono ed evitando di sconfinare nella sociologia, dimostrando soltanto un problema personale con l'argomento.
Gli attori, tra cui un italiano, sono tutti in parte e mai eccessivi, la regia, con uno spunto tanto stimolante, avrebbe potuto dotare il girato di una fisionomia molto piu' marcata avvalendosi di un montaggio oculato, meno d'effetto e piu' di sostanza, pur insistendo sulle caratterizzazioni comiche. Quello che penalizza sul serio la visione di The Iron Ladies e' il doppiaggio italiano che appiattisce ogni dialogo e rende del tutto monocromo il tono del film. Doppiare gay e travestiti come fosse una recita dell'oratorio (all'oratorio sono previste rappresentazioni di gay e travestiti?) non aiuta di certo e l'unica possibilita' di vedere The Iron Ladies, anche se non siamo ai livelli da circo orfei di Shaolin Soccer o Kung Fusion, e' la lingua originale, i sottotitoli sono consigliati a chi non mastichi la lingua tai.
La storia prende lo spunto da un fatto di cronaca e racconta di una squadra di pallavolo composta per lo piu' da omosessuali e transessuali e allenata da una donna lesbica, che ha vinto i campionati maschili di quello sport nel 1996. Lo svolgimento del soggetto e' molto classico, si passa dalle difficolta' iniziali alle incomprensioni, fino alle prime vittorie per arrivare alla prova finale con tanto di suspance.
Altrettanto lineare la scelta di affermare con stereotipi l'orientamento sessuale dei personaggi, tutti o molto vezzosi oppure molto machi. Gli inserti piu' riflessivi virano verso il malinconico e anche in questo caso siamo nel gia' visto, tanto che e' facile equivocare e mettersi a discutere se definire quello di Yongyooth Thongkonthun un film di denuncia sociale contro l'omofobia oppure uno strumento che non fa altro che confermare l'esistenza di ferrei codici che vogliono i gay tutti fiocchetti e rossetto.
Il fatto e' che la denuncia e' nella storia stessa, il regista ha poi scelto di darle un taglio da pura commedia arrivando a estremizzare i personaggi. Ho letto molte recensioni scritte all'epoca in cui il film e' stato presentato nei Festival (ha vinto il Premio del Pubblico a Toronto e una menzione speciale a Berlino) e molte pagavano lo scotto di uno sguardo deviato che portava alcuni giornalisti italiani a descrivere molto piu' le movenze degli attori che il contesto filmico in cui sono inseriti.
Come se The Iron Ladies dovesse dimostrare qualcosa a priori per il tema che ha scelto di trattare, come se a questo film fosse richiesta una maggiore cautela. E perche' mai? Sdrammatizzare un argomento forte e doloroso come quello della discriminazione sulla base degli orientamenti sessuali individuali e' semmai un pregio.
The Iron Ladies racconta una storia che e' un evento e nel suo essere evento smaschera tutto un retaggio intollerante e machista che abbraccia non solo lo sport, ma gran parte delle manifestazioni umane. A cosa serve appesantire un tema del genere? Ci sono lacune nella sceneggiatura e alcune scene risolte con troppa fretta che rivelano un andamento fin troppo ingenuo nella costruzione filmica (alcune scene sono drammaticamente inferiori rispetto al livello generale del film), ma non coinvolgono il tono generale del racconto che si mantiene medio-alto a patto di essere considerato con criteri che gli appartengono ed evitando di sconfinare nella sociologia, dimostrando soltanto un problema personale con l'argomento.
Gli attori, tra cui un italiano, sono tutti in parte e mai eccessivi, la regia, con uno spunto tanto stimolante, avrebbe potuto dotare il girato di una fisionomia molto piu' marcata avvalendosi di un montaggio oculato, meno d'effetto e piu' di sostanza, pur insistendo sulle caratterizzazioni comiche. Quello che penalizza sul serio la visione di The Iron Ladies e' il doppiaggio italiano che appiattisce ogni dialogo e rende del tutto monocromo il tono del film. Doppiare gay e travestiti come fosse una recita dell'oratorio (all'oratorio sono previste rappresentazioni di gay e travestiti?) non aiuta di certo e l'unica possibilita' di vedere The Iron Ladies, anche se non siamo ai livelli da circo orfei di Shaolin Soccer o Kung Fusion, e' la lingua originale, i sottotitoli sono consigliati a chi non mastichi la lingua tai.
I lettori hanno scritto 10 commenti
- indirizzo IP 151.38.135.241
- data e ora Giovedì 20 Luglio 2006 [18:33]
- commento no, ma infatti pensavo a qualche rassegna illuminata, mica alla tv italiana!
- indirizzo IP 151.52.92.29
- data e ora Giovedì 20 Luglio 2006 [18:44]
- commento Devo dire che Ghezzi su rai tre e la venticinquesima ora su La7 qualcosina di buono ancora lo propongono. Purtroppo ad orari buoni solo per licantropi insonni come me.
- indirizzo IP 217.220.196.33
- data e ora Giovedì 20 Luglio 2006 [20:48]
- commento appunto luigi...vorra' dire che dovremo diventare tutti licantropi!!
- indirizzo IP 151.38.135.241
- data e ora Giovedì 20 Luglio 2006 [20:56]
- commento e anche tutti gay
- indirizzo IP 217.220.196.33
- data e ora Giovedì 20 Luglio 2006 [21:26]
- commento be no dai un po di eterosessualita' fa sempre bene...
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