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Turpiloquio vs vaniloquio
di Sara Troilo
La seguente recensione contiene un linguaggio scurrile e per il suo contenuto non dovrebbe essere letta da nessuno. (South Park rulez, anche censurato)
A meno che qualcuno non abbia tempo e soldi da buttare non dovrebbe andare al cinema a vedere Resident Evil: Extinction. E nemmeno dovrebbe noleggiarne o, peggio ancora, comparne il DVD quando verrà distribuito. Il tempo libero è prezioso, va tutelato e non buttato in pasto ai famelici distributori di inutili minchiate. Di norma la cloaca è il posto in cui i film brutti chiedono scusa, ma Resident Evil: Extinction non può farlo, è troppo rimminchionito!
Dopo i due episodi precedenti la nostra eroina Alice (Milla Jovovich che da Eliss è diventata Aliss nel doppiaggio italiano) si è superpotenziata e se ne va in giro per gli Stati Uniti ormai desertificati con un lungo soprabito, un paio di pantaloncini inguinali che fanno anche da reggicalze e stivaloni. D'altro canto a sua insaputa è stata anche clonata e continua a morire vestita di rosso più o meno al centro della terra dove la Umbrella fa esperimenti su esperimenti. Ormai il virus ha infestato tutto il mondo e i pochi sopravvissuti si sono organizzati in convogli (eh, sono americani) che consistono in: autobus rinforzati e blindati che trasportano bassa manovalanza detta anche carne da macello, tir guidati da quelli più fichi (almeno come animo perchè "avere la faccia da pirla" dev'essere stata una precisa richiesta da parte di chi si è occupato del casting) e un furgone inespugnabile su cui viaggia la grande capa del convoglio ovvero una bellona di quelle che costano poco e che si vedono in filmetti minori per adolescenti. La tizia in questione sfoggia pantaloni che arivano sotto al ginocchio e bretelle. D'ora in avanti mi riferirò a lei come Sbirulina.
Alice è malinconica quanto mai, una vera cowgirl triste e sconsolata che cavalca verso il tramonto a bordo di una moto BMW super accessioriata con un satellitare tanto e poteri psichici da panico. Un personaggio svuotato di ogni significato e quindi ridicolo che potenzia questa sua caratteristica non appena si imbatte nella falange di coglioni che stanno scappando dai non morti. Tra corvi zombie, solite macchiette che vengono morse ma non lo dicono a nessuno e banalità che fioccano come la neve, l'unico vero protagonista di questa merda di film è il marchio, il brand, valorizzato da una sceneggiatura piatta come la Pianura Padana.
Sbirulina fa la dura, ma ad ogni crocicchio piange perchè quei figli di sultana degli zombie le decimano i fessi che si porta dietro; i personaggi caratterizzati del convoglio ovvero il cowboy, Michael di Lost e il cavaliere nero con tanto di impermeabile in pelle alla Matrix (che nel deserto è perfetto) sono impresentabili, rimminchioniti alla grande per dirla meglio. Il cowboy si fa comandare a bacchetta da Sbirulina e fino a qui non c'è nulla di male, ma quando si trasforma nel grande martire o si ride o si impreca contro la stupidità e la pessima idea di andare a vedere questa merda di film. Stesso dicasi per il cavaliere nero, già segnato alla nascita da quel labbro inferiore sporgente e dall'espressione vacua degli occhi, non serve avere letto Lombroso per inquadrarlo, ma ogni volta che appare sullo schermo non si può fare a meno di immaginarlo doppiato dal Lorenzo di Guzzanti.
Non esiste una coordinazione interna alla storia, ci sono brevi episodi a cui ne seguono altri con momenti di intervallo farciti di pianti e rimpianti. Il minimo storico si raggiunge quando Alice sta su un camion di fianco al cavaliere nero e tiene in mano il diario che ha trovato ai piedi di un morto putrefatto che ai suoi tempi doveva essere stato un gran sentimentale svitato perchè vaneggia dell'Alaska come terra senza virus e conclude con un'immagine arcadica di gente che vive sana e ama. Al che Alice volge lo sguardo verso il cavaliere che ha il labbro in fuori e la lingua anche un po' penzolante e si fa un minipiantino silenzioso: imbarazzante. Il film procede lentamente, gli spezzoni di vita in diretta dal virus sono interminabili e non creano un minimo di tensione. Anche la scena dei corvi assatanati che sulla carta dovrebbe essere inquietante per la sua stessa natura riesce a generare soltanto sconforto e poi risate per la martire di turno. Un vero sbomballamento di marroni.
Alla fine la scena si sposta nei meandri dell'Umbrella e lì, sarà per la scenografia scarna, sarà perchè il luogo suona familiare, le battute assumono una certa importanza, hanno campo libero e si rivelano per quello che sono: una stronzata di dimensioni ingenti. Il peggio dei film d'azione di tutti i tempi, che nel resto del film tentava di mimetizzarsi tra scene concitate, nel finale deflagra lasciandoci attoniti. Superpoteri contro superpoteri, morti, non morti e risorti che non si vedono nemmeno a Pasqua si dimenano in questo inutile balletto che li trascina sempre più sul fondo tanto che, quando si intravede la possibilità di un Resident Evill IV non si può che esclamare: porco zio!
I lettori hanno scritto 5 commenti
- indirizzo IP 88.45.225.213
- data e ora Lunedì 12 Novembre 2007 [13:49]
- commento Ah, Milla Milla. Mi sono sciroppato il primo solo per il tuo bel faccino, mi sono beccato il secondo per sbaglio a casa dei Pattani. Direi che a sto giro passo deciamente.
- indirizzo IP 151.65.229.196
- data e ora Martedì 13 Novembre 2007 [20:29]
- commento Umh, non so. A suo modo il secondo aveva qualcosa tra il surreale e l'ironico, qualcosa che mi ha ricordato Fuga da New York. Magari questo lo guarderò in dvd.
- indirizzo IP 81.208.74.177
- data e ora Martedì 13 Novembre 2007 [23:05]
- commento oh mamma... mi viene quasi voglia di vederlo... per farmi 2 risate ricordandone la recensione :-P
- indirizzo IP 62.13.172.78
- data e ora Lunedì 21 Gennaio 2008 [10:34]
- commento o mio dio...e questa sarebbe una critica?il semplice fatto che un film faccia schifo nn giustifica l'uso della volgarità...la critica starà pure morendo, ma perchè torturarla? non ne vedo il motivo!
- indirizzo IP 151.5.148.94
- data e ora Lunedì 21 Gennaio 2008 [16:36]
- commento Questa sarebbe una "cloaca". E' una specifica tipologia di articolo sul nostro magazine. :) Da queste parti la critica sta benissimo.
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