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Muccino&Verdone Vs Sceneggiatura
di Alice Trippolini
Questo è un luogo dove si dovrebbe chiedere scusa, vero? Allora ecco, io chiedo scusa agli spettatori, specialmente agli amanti di Carlo Verdone. Sono la sceneggiatura del film Il mio miglior nemico, che Verdone e Muccino hanno scritto a 4 mani. Ma non Muccino Gabriele, che per quanto tenda a delineare stereotipi, sa come si scrive un film, cos'è una storia e come svilupparla per immagini in un'ora e mezza. Scrivere una sceneggiatura è un lavoro, pare. Invece no, qui Silvio Muccino e Carlo Verdone mi hanno scritto mentre mangiavano bresaola e discutevano su quali gag inserire nel film e dove metterle. Non basta, purtroppo. Sono una sceneggiatura piena di buchi e di scene inconsistenti, con personaggi stereotipati degni di una fiction tv e con un finale appiccicato a forza.
Ora mi racconto a voi. Il film, attraverso le mie parole di sceneggiatura, dovrebbe trattare di due uomini: Achille (Verdone), uomo pieno di complessi che ha sposato una moglie ricca (un'Agnese Nano a cui fanno fare solo smorfiette e scenate) e lavora nella sua catena di alberghi, ha l'amante ed è un genitore distratto, ma non ha mai fatto male a nessuno. Dall'altra parte c'è Orfeo (Silvio Muccino), un ragazzo che fa il cameriere e vive con la madre depressa che lavora per Achille. Questo sarebbe il preambolo, la scintilla narrativa che mette a confronto due mondi e due realtà. Invece no, gli autori fanno iniziare il film da metà, come quelli di Gabriele Muccino, chissà perché. I due sono insieme in macchina e si intromette nell'immagine la voce narrante, cioè l'Io di Orfeo, che ci dice "Volete sapere cosa ci faccio qui?". Solo allora si può tornare all'inizio: ecco la madre di Orfeo che viene licenziata per un furto di computer nell'albergo e torna a casa piangendo, dicendo al figlio che non è stata lei. Orfeo si indigna e, essendo un cameriere che non ambisce a mantenere il rapporto di lavoro, va a fare una scenata ad Achille davanti a due ricchi cinesi e mettendosi a spaccare bottiglie di champagne. C'è anche spazio per la gag sul mondo del lavoro: dato che i cinesi non capiscono l'italiano, Verdone gli fa tradurre la litigata come una protesta sindacale.
Fin da ora notiamo già due stereotipi, il primo incarnato dal ventenne senza ambizioni che fa il cameriere e cammina dinoccolato (che poi, da quando fare il cameriere in un bar è sinonimo di ragazzo sbandato?). Il secondo è la madre depressa che piange, ha tanti parei indiani sopra le lampade e tante boccette di gocce e a cui trema la voce. Un po' banale, manca l'approfondimento sui personaggi e siamo al mio primo buco, povera me, sceneggiatura bistrattata. Ma andiamo avanti, Orfeo promette di rovinare la vita ad Achille perché ha accusato sua madre di furto. Un pretesto un po' debole per far continuare il film e ci si imbatte nel secondo buco. Per caso, Orfeo scopre che Achille tradisce la moglie e, incredibile!, alcuni guardoni gli prestano la macchina fotografica per immortalarlo. La sera successiva Orfeo conosce Cecilia, una bellissima e profondissima poetessa appena tornata da Londra in macchina, e se ne innamora. Orfeo però non sa che è la figlia di Achille: Romeo e Giulietta. Potrebbe bastare, ma c'è di più. L'amore appena nato (ma si ignora quando) finisce non appena Orfeo fa cacciare di casa Achille mostrando le foto compromettenti che lo ritraggono con la cognata. A questo punto arriva anche il tocco di buonismo perché Orfeo scopre che la madre ha davvero commesso il furto e deve chiedere scusa ad Achille. La madre se ne va e Orfeo si sente solo e disperato.
Per sponsorizzare l'Audi, casa automobilistica che finanzia il film, c'è un lungo e inutile inseguimento all'auto rubata di Achille: un'Audi, appunto. E voglio far notare che io non sono la sceneggiatura di uno spot, o, almeno, non avrei dovuto eserlo. Il film sembra finito, ma gli autori scrivono che bisogna trovare Cecilia, la figlia di Achille scappata via (da dove e perché?). Improvvisamente appare la caricatura di un cantante londinese con un cannone in bocca che poi è l'ex ragazzo di Cecilia. In realtà Cecilia scrive i testi per una delle più famose band underground del mondo. Da quando ha conosciuto Orfeo "non è più la stessa" ed è scappata. Terzo buco: chi è Cecilia? E il suo personaggio che cosa rappresenta? Da qui in poi c'è un grande buco nero infarcito di gag modello PadreVsFiglio e RomaniVsPadani. Per riempire un'ultima mezz'ora di spot pubblicitari alla Vodafone, Verdone e Muccino devono andare al nord, dove ci scappa anche la scena amara con il padre di Orfeo che si è rifatto una vita e non lo riconosce. Poi i due si separeranno, uno andrà a Ginevra e l'altro a Istanbul. Il finale è terribile: altra foto con il videofonino a Istanbul, mentre Muccino dice "Proprio vero che devi perdere tutto per trovare ciò che cerchi".
Sarà anche, ma io cercavo solo una commedia neanche tanto originale, magari dolce e amara, realista e comica. Qualcuno che sapesse scrivere una storia consequenziale, approfondire i personaggi e descrivere meglio l'universo femminile: il mondo non si divide tra poetesse e pazze isteriche. Scusate, a nome di Muccino e Verdone che mi hanno scritto e che sono bravissimi attori e si sono fatti del male da soli.
I lettori hanno scritto 30 commenti
- indirizzo IP 82.55.251.61
- data e ora Giovedì 04 Maggio 2006 [17:54]
- commento ciao
- indirizzo IP 87.16.172.132
- data e ora Sabato 27 Maggio 2006 [15:33]
- commento bellissimo xkè c'era muccino!!!!!!
- indirizzo IP 87.0.86.12
- data e ora Domenica 04 Giugno 2006 [13:23]
- commento Cara Alice,credo tu abbia qualche problemino...che ci siano spot all'interno del film,è dovuto alla necessita' di recepire denaro per poter far terminare la produzione,e non ci vedo nulla di cosi' sc
- indirizzo IP 151.52.75.11
- data e ora Domenica 04 Giugno 2006 [14:25]
- commento Problemino? Ma come ti permetti? Possibile che in questo paese non ci sia più nessuno in grado di discutere CIVILMENTE?
- indirizzo IP 82.53.122.220
- data e ora Domenica 04 Giugno 2006 [16:05]
- commento Non è assolutamente degradante mettere la pubblicità, gli americani lo fanno da anni e lo fanno bene. Solo che lo sponsor non deve essere inserito nella sceneggiatura, ma nella scena..si vede troppo
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