Forse stanno ancora scioperando…

Mi risulta che lo sciopero dei giornalisti italiani si sia concluso.
Strano.
A quanto mi pare di aver capito si è scioperato contro la precarizzazione del lavoro che gli editori vorrebbero introdurre ancora più pesantemente nella categoria. Si è scioperato quindi per non essere ostaggio del lavoro a termine e del licenziamento spicciolo, si è scioperato per non dover riportare sempre fedelmente la volontà dell’editore, si è scioperato, in definitiva, per la libertà nella professione.
Sciopero nobile, non c’è che dire.

Bene, finisce lo sciopero e che succede?
Il TG1 riparte più asservito che mai.
Edizione delle 13:30, nemmeno una parola sul ballottaggio in corso a Messina, nemmeno una.
Un malpensante potrebbe erroneamente credere che, visto l’essere Messina roccaforte del centrodestra, visto che il premier faticosamente tenta di accreditare presso l’opinione pubblica un inesistente recupero da parte della sua coalizione, visto che a Messina tira invece una brutta aria per la CDL, soprattutto considerando i dati che arrivano dallo spoglio, meglio fare finta di niente, meglio parlare della salma di Luigi Tenco, buonanima.

Una domanda agli amici giornalisti del TG1: ehi, branco di pirla, ma che avete scioperato a fare?

Desperate GardenDwarfs (seconda puntata)

“Forse li abbiamo fatti con un po’ di fretta…”

Avete presente i maximanifesti con il faccione del nano, ormai tanto ritoccato da sembrare disegnato con i pastelli, e la scritta “Stiamo mantenendo tutti gli impegni… e andiamo avanti”?
Ecco, secondo le ricerche di mercato fatte fare da un Berlusconi evidentemente dubbioso, non piacciono alla gente.
Sarà perché la presa in giro stavolta è evidente anche agli italiani più decerebrati?
Beh, comunque si cambia, via quei cartelloni, se ne faranno di nuovi, bianchi e gialli, sembra. Meglio far finta che Forza Italia, il partito azzurro, sia in realtà un altro partito, chissà qualcuno ci caschi, non si sa mai.

Continuano poi a uscire sondaggi veri, non come quelli della Ghisleri, nota geologa prestata alla falsificazione di opinioni: E’ di oggi il dato IPR, centrosinistra 52,8 contro centrodestra al 44,9, un divario estremamente difficile da colmare, pur spendendo in manifesti e campagna elettorale fino all’ultimo euro del Cavaliere.

Le cose si mettono male, Silviuccio.

Coglione più, coglione meno.


L’articolo 5 della Legge 20 giugno 1952 n. 645 recita esattamente così: “Chiunque, partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da 400.000 fino a un milione di lire”.
Questa legge rappresenta la naturale estensione della XII disposizione transitoria finale della Costituzione che vieta espressamente la ricostituzione del partito fascista. Allora, iniziamo ad applicare la legge? Iniziamo ad incarcerare i coglioncelli che ballano “Tengo la camisa negra” col braccino alzato, fraintendendo anche il significato della canzone? Iniziamo a sbattere dentro Di Canio, idiota tonante, tonitruante, anzi, che innalza il suo neanderthaliano arto in uno stadio? Mi rendo conto che questo ridicolo paese è pieno di fascistelli a tutti i livelli di potere (e di impotenza); le carceri non basterebbero? D’accordo: ripristiniamo i lavori forzati, facciamo costruire le strade a mano e a regola d’arte a questa feccia. E che schiattino come mosche sotto un sole rovente.

Amori musicali

L’ultimo dei La Crus è un viaggio molto cinematografico.
Infinite possibilità: che ci si presentano, che vivono dentro la nostra immaginazione. Infinite possibilità anche di incrociare musica, immagini e letteratura, in incontri che nulla tolgono, ma arricchiscono, aggiungono, completano.
Nel concerto-intervista alla Salumeria della Musica di Milano, Joe-Mauro Ermanno Giovanardi e Alessandro Cremonesi spiegano che i La Crus non sono un gruppo vero e proprio, ma un progetto in continua evoluzione. Un progetto che acquista senso anche dalle collaborazioni con altri musicisti, con altre forme d’arte.
L’idea di allegare al cd un dvd con dieci corti scelti dall’archivio del Milano Film Festival è, secondo me, felicissima. Per tanti motivi. Perchè sono piccoli film davvero fulminanti, e perchè l’unione con i pezzi dei La Crus in alcuni casi sembra quasi simbiosi.
Prendete la città che pulsa dietro i vetri e accompagna l’attesa del ragazzo innamorato nel corto rumeno sovrapposto a La prima notte di quiete, con Joe che canta – mi accorgo che ogni cosa anche più lieve ha senso in me.
O la cinepresa che gira in tondo nella stanza, ossessiva e tenace, inquadrando gli oggetti di una quotidianità che era amore ed è diventata lontananza. - lasciamoci senza parlare, non ti accorgi che è tutto perduto?
Il corto argentino, bello e doloroso, non esaurisce le Infinite possibilità della musica, che è anche altro, alberi d’inverno, magia e sangue che gela all’istante.
Ma è il corto svedese ad adattarsi meglio, come un guanto, al pezzo I miei ritratti: in entrambi gli occhi di un bambino insegnano a quelli inariditi e stanchi di un adulto a guardarsi dentro e a trasformare ancora la realtà. Capacità e dono inesauribile dell’infanzia.
La sera del concerto Joe spiega come la musica per i La Crus riesca ad essere un linguaggio per comunicare fuori ed oltre il loro universo, in un incrocio di sintonie, che a volte nascono per caso ma che, sempre, permettono loro di rinnovarsi e spaziare. E di non annoiarsi. I corti del Milano Film Festival sono una piccola selezione del nutrito patrimonio accumulato negli anni da questo meritorio progetto milanese che richiama artisti da molte parti del mondo. I La Crus questa volta hanno voluto coinvolgere anche lo scrittore Leonardo Colombati, che nella sua lunga introduzione al disco ha mescolato le sue sensazioni all’ascolto con suggestioni provenienti dalla letteratura, dalla filosofia, dalla poesia. Proust, Wells, Rimbaud, passando inaspettatamente anche per… Claudio Villa.

Ma il cd dei La Crus non è permeato solo di malinconia; in alcuni brani sì – c’è quasi il compiacimento del dolore e si canta la bellezza che può contenere un addio: - soffrire di un’idea è controproducente però questa è la poesia.
In altri c’è la voglia di reagire e di cambiare, perchè la fine di una cosa conduce sempre verso un cambiamento.
Poi arrivano i brani come Libera la mente, sottolineato dalle immagini di un corto rumeno, una storia divertente e maliziosa che restituisce il senso del gioco e ci riconcilia col mondo e la sua leggerezza. E la delicata atmosfera di Su in soffitta, unito alle esplorazioni del ragazzo dagli enormi occhiali, che assomiglia a un extraterrestre piombato su un pianeta in cui tutto è nuovo.
Ma i video più sottilmente inquietanti sono quelli inglesi e tedeschi. Nuvole adagiate su un bellissimo cielo osservano l’agonia di un uomo ferito, abbandonato in un prato. Le sue visioni, le sensazioni, lo sdoppiamento, il delirio regalano a Giorni migliori un retrogusto d’angoscia. Come i mostruosi pupazzi abbinati all’ultimo pezzo o i pagliacci di Buongiorno tristezza.
Lo show case dei La Crus presenta il nuovo cd ma non rinuncia a qualcosa di “storico” come Nera Signora, eseguita strepitosamente, e Ad occhi chiusi, suggestiva anche senza Cristina Donà.
Bravi i La Crus a darci sempre stimoli nuovi, che nascono dal confronto intelligente con le più diverse forme d’espressione, e bravi a mantenere al tempo stesso solide basi nella tradizione del gruppo.

Stronza inquisizione

Ieri, mentre mi masturbavo, suona Ruini al mio citofono.

Ruini: – Guardi che non si fa, eh!
Io: – Cardinale, stia tranquillo, io sono ateo.
Ruini: – Ma così andrà all’inferno!
Io: – E mi tenga il posto, così ad occhio lei dovrebbe precedermi.
Ruini: – Ma questo è inaudito.
Io: – Senta, mi sta rovinando la fantasia, ha qualche altra stupidaggine da dire o vuole cortesemente lasciarmi in pace?

Ecco, se televisione e quotidiani fossero media bidirezionali come un citifono uno potrebbe tranquillamente dire a Ruini di stare zitto cinque minuti perché si dà il caso che a me, come a milioni di italiani non credenti, della sua veneranda opinione non importi un bel fico secco.
Ora, è assolutamente prioritario che gli integralisti cattolici capiscano che il fascismo è, ahiloro, finito, e che qui siamo in Italia, repubblica laica, paese dove NON POSSONO dettar legge. Perché, lo dico subito, se provano a toccare anche solo di striscio la legge sull’aborto IO MI SENTIRO’ AUTORIZZATO A LANCIARE UNA BELLA CAMPAGNA LAICA MIRATA A RACCOGLIERE GRUPPI DI LIBERI CITTADINI INTENZIONATI A DISTRIBUIRE PRESERVATIVI DAVANTI E DENTRO ALLE CHIESE.
Così, in culo al concordato, si ricomincia a farci la guerra tra laici ed imbecilli come ai bei tempi, ok?

Perché non è mica detto che il successo mediatico della morte di un Papa autorizzi all’istituzione di un nuovo medioevo. Creazionismo? Leggi confessionali? Autorità morale del clero? Ma stiamo scherzando?
Volete davvero la guerra?

Visto che io non la voglio commenterò le dichiarazioni dell’Osservatore Romano rivolgendomi all’autore dell’articolo come fosse un cretino, nel modo più chiaro possibile, chissà capisca.

L’Osservatore è preoccupato che si arrivi “al riconoscimento da parte dello Stato di differenti forme di convivenza“.
Bene, alla Chiesa Cattolica non deve importare assolutamente nulla delle forme di convivenza riconosciute dallo Stato italiano. Non mi risulta che la Gazzetta Ufficiale si pronunci mai a favore del sacerdozio femminile, eppure è fin troppo chiaro che la Chiesa Cattolica sia un’istituzione gerarchica maschilista, quindi contraria ai principi della Costituzione Italiana, tuttavia, loro non devono rispettare la nostra Costituzione e noi non dobbiamo rispettare la loro morale, per fortuna tutta nostra.

Si sente a questo punto il dovere, oltre che l’esigenza di ribadire l’assoluta contrarietà a false concezioni del matrimonio e della famiglia, che non rispettino il progetto originario di Dio“. Ma caro Osservatore, il tuo Dio per me non esiste nemmeno, figurati se mi importa qualcosa del suo progetto originario. Per me queste sono fandonie, il fatto di non avere alcuni diritti garantiti per me e la mia compagna è invece una mia proccupazione civile. Quindi lo Stato deve garantire a me, cittadino, i miei diritti e non discriminarmi, non deve invece nulla al tuo Dio ed al suo progetto originario.

Si chiamino coppie di fatto, Pacs, unioni civili e via così in un vuoto esercizio di fantasia, la realtà è una sola: si cammina ostinatamente verso lo scardinamento della famiglia, deformandone l’autentica concezione e la sola ragione d’essere“. Vedi, caro Osservatore, capisco che i matrimoni siano in costante calo e che questo riduca le entrate della Chiesa, visto che, come tutti sanno, siete così pii da farvi pagare profumatamente quello che dovrebbe essere un sacramento, tuttavia impedendo altre unioni non recupererete moneta né aiuterete in alcun modo la famiglia, è di tutta evidenza.

Qualcuno, cattolico secondo i suoi personali parametri ha ritenuto nei giorni scorsi di sorvolare sui precedenti interventi dell’Osservatore Romano, liquidandoli come obsoleti“. Ma bene, Osservatore, allora diciamo chiaramente che i cattolici integralisti si schierano con Silvio Berlusconi, ovvero con un uomo dai principi morali inesistenti quando non ripugnanti. Se tornasse in vita Gesù ed avesse la sfortuna di incontrare il premier, minimo minimo lo trasformerebbe in Elton John.
Gesù, si sa, non era privo di ironia.

Ma lasciamo l’Osservatore ed ascoltiamo il rettore della Lateranense, monsignor Rino Fisichella: “Una società che volesse escludere o solo emarginare il cristianesimo sarebbe per ciò stesso destinata ad un’inevitabile distruzione“.
Sa, monsignore, io non la metterei su questo piano di minaccia, l’ho già detto e lo ripeto, un alto ascolto per i funerali di un Papa in tv non implica un’Italia senza più laici. Ed i laici, quando si affaccia la teocrazia, tirano fuori le unghie.

Val di Susa

Manganellate su persone inermi, per difendere interessi privati.
Sapete cosa significa?

FASCISMO

Se non avete idea di cosa è successo informatevi, è importante.
Qualche punto di partenza degno di nota:

Servizio radio di Repubblica sulla tragedia della Val di Susa, con molte testimonianze dirette:

http://repubblicaradio.repubblica.it/player.php? mode=prog&ref=2451&art=1988

Un post di un testimone diretto.

http://groups.google.it/group/it.sport.montagna/browse_thread/ thread/f6546b30f5665ea6/166c8293d8065160?hl=it#166c8293d8065160

I commenti di Pisanu:

[ANSA]
Pisanu sullo sgombro Tav: «Nessun blitz» Il ministro dell’Interno: ha dimostrato grande professionalità nel ripristinare le condizioni indispensabili di legalità nel cantiere Tav
ROMA – Una dichiarazione che farà discutere. «Vivo apprezzamento» è stato espresso dal ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu alle forze di polizia dopo quanto avvenuto questa notte in Val di Susa. Un apprezzamento, è detto in una nota del Viminale, «per la grande professionalità e lo spirito di sacrificio che stanno dimostrando sia nel ripristinare le condizioni indispensabili di legalità nel cantiere Tav sia nel garantire l’ordine pubblico».

Pisanu fascista.
Attendo denuncia oppure, ancor più gradito, qualche rappresentante delle forza dell’ordine che viene direttamente a manganellare anche me.

Un Colpo di Pistolahahah

Ti farò male più di un colpo di pistola
È appena quello che ti meriti
Ci provo gusto me ne accorgo ed allora
Non mi vergogno dei miei limiti e lividi
Come ti gira dopo un colpo di pistola
Ti vedo un po’ a corto di numeri
Ci provo gusto me ne accorgo ed allora
Non mi seccare coi tuoi alibi alibi
Come gira dopo un colpo di pistola
Ti vedo un po’ a corto di numeri
Ci provo gusto me ne accorgo ed allora
Non ci provare coi tuoi alibi alibi

(Grazie a Boosta, Samuel, Vicio, Max e Ninja)

Un nano è una carogna di sicuro…

HDC: CRESPI, SONO STATO TRADITO DA SILVIO BERLUSCONI

Milano, 30 nov. (Adnkronos) – ”Tutto quello che ho avuto dal rapporto con Forza Italia e Silvio Berlusconi l’ho restituito. Sono molti quelli traditi da Silvio Berlusconi, molti che si iscriverebbero a questo club”. Tornato in liberta’ dopo circa due mesi passati agli arresti in carcere e domiciliari per la bancarotta di Hdc, Luigi Crespi si sfoga davanti ai giornalisti. E, oltre a parlare delle sue ‘vicessitudini’, racconta di come sono andate le cose tra lui e il premier. Crespi dice di avere ”rotto i rapporti” con il leader di Forza Italia in occasione della guerra in Iraq.

Odio beccarci sempre.

N.B.
Ovviamente Crespi mente, l’Iraq non c’entra nulla, Silvio se l’è venduto al suo amico banchiere del nord perché in quel momento gli conveniva, ma Crespi è indagato ancora per bancarotta e non può sbilanciarsi più di tanto. Intanto si toglie qualche sassolino dalla scarpa, più che dare del traditore al Silvio non possiamo chiedere ad un grasso furfante sudaticcio che è stato compare del Cavaliere fino all’altro giorno.

Antidoti/Antiemetici 4.9

L’inverno fa brutti scherzi. Molto dolci, a volte.

* Kate Bush: Mrs. Bartolozzi [EMI Records]

Piano & Kate

* Sigur Ròs: Hoppìpolla [EMI Records]

Che significa “saltare nelle pozzanghere”, soprattutto detto di bambini di una certa età (http://sigur-ros.co.uk/news/). Quando il cuore perde un colpo.

* Boards of Canada: Slow This Bird Down [Warp]

Fluttuazioni circolari nel mare amniotico del Firth of Forth, Scotland.

* Modeselektor: Vote or Die [Bpitch Control]

Potrebbe essere un avvertimento per l’aprile 2006. Ma in realtà è una sana nuotata senza sforzo tra prismi di luce intelligenti.

* Jon Brion: Theme From The Eternal Sunshine of the Spotless Mind [Hollywood]

Shhhhhhh

* Aimée Mann: Wise Up [Reprise]

No, it’s not going to stop / So just…give up. Capolavoro.

* controller.controller: Disco Blackout [Paperbag]

Dal loro primo mini. Intensità da Evol / Sister e beat 4/4. Lascia senza fiato.

* M 83: Don’t Save Us From Flames (Superpitcher Remix) [Gooom/Labels]

Qualcuno lo sa già: questa gente passa le vacanze dentro i fari delle Ebridi, probabilmente.
Ghiaccio bollente?

* The Free Association: Platform 23 (Code 46 OST) [Koch/Commotion]

Sarebbe una pop song senza parole per il mondo di questo film. Per questo mondo è una specie di nuvola che rotola dentro asettiche stazioni di metropolitana

* Ute Lemper: One Life to Live (Kurt Weill) [Decca]

Kurt è salvo in America e si gershwinizza piacevolmente.

Perché ogni tanto le maschere ci buttano fuori dalle sale