Oriana vola da Allah

“Piango la morte di un simbolo della cultura, dell’onestà intellettuale e della libertà. Piango chi, nonostante la propria malattia, ha previsto e denunciato i rischi del diffondersi del fondamentalismo islamico in mezzo a un mare di omertà e silenzio vigliacco”. Lo afferma in una nota il coordinatore delle segreterie della Lega Nord, Roberto Calderoli.

Se qualcuno, nel morire, guadagna un siffatto elogio funebre da cotanto ingegno, evidentemente in vita qualche indigeribile cavolata l’avrà pur detta.

Oggi schiavi

Qual è quel paese dove, quando arrivi, vieni obbligato a lavorare, vivi in tuguri senza acqua in preda alle malattie, il padrone esige una ragazza da violentare per permetterti di lavorare, non ti viene consetito nemmeno di mangiare e i pochi soldi che ti danno ti vengono sottratti?

Qual è quel paese dove, se provi a ribellarti anche solo per poter sopravvivere, puoi venire ucciso e il tuo cadavere non verrà mai più trovato o identificato?

Qual è quel paese dove non puoi rivolgerti né ai medici né alle autorità, perché sono tutte colluse con il padrone che ti schiavizza?

1) Cina

2) Italia

3) Russia

Per vergognarsi di vivere in questo paese, cliccare sulla risposta giusta.

L’omertà è un omicidio.

Il Cielo di Beslan

Fa sempre bene vedere quello che normalmente nessuno ci fa vedere.
Abbiamo ricevuto in redazione la segnalazione di un’installazione fotografica che volentieri giriamo a tutti i nostri lettori:

NICOLAJ PENNESTRI

“Il Cielo di Beslan”

PASTIFICIO CECERE

Via degli Ausoni, 7 – 00185 Roma

Inaugurazione martedì 5 settembre ore 19.30

5 settembre – 20 settembre 2006

A due anni di distanza dalla tragedia avvenuta nella scuola n°1 di Beslan, in Ossetia, nel sud della Russia, la Fondazione Pastificio Cerere presenta oggi un progetto di Nicolaj Pennestri dal titolo Il cielo di Beslan.

Nel luglio 2005 Nicolaj, insieme ad altri due artisti, a seguito di un’iniziativa della Protezione Civile Italiana e con il sostegno della Fondazione Pastificio Cerere stessa, è stato inviato in Ossezia del Nord, per realizzare delle opere per l’ospedale Pediatrico di Vladikavkaz, (Beslan) ospedale ristrutturato in aiuto ai bambini superstiti.

Nicolaj Pennestri presenta una installazione fotografica dal significato forte per rivelare e raccontare le sue emozioni.

Il lavoro si divide in due parti concettuali.

Nel cortile della Fondazione viene presentata una installazione con dei fili elettrici sospesi in aria che alimentano delle lampadine che rappresentano le vittime della tragedia. Soltanto alcune sono illuminate. Come le anime dei bambini volate in cielo. Altre lampadine sono legate a dei sacchi di plastica colmi d’acqua. Colmi di quella sostanza che ha fatto disidratare il futuro di un paese del bene più prolifico: i propri figli.

All’interno della Fondazione viene ricreato un percorso immaginario, una sorta di sentiero geoemotivo, costruito da foto del cielo che veste le montagne di Beslan, isolandola tra i boschi fino ad arrivare alla scuola N°1. E’ come se le mura della scuola fossero ancora in piedi a testimonianza del fatto, che una semplice foto, può essere più forte di tante parole effimere soffiate sul cielo di ogni paese del mondo.

All’inaugurazione parteciperanno tra gli altri Carlotta Miti, Paolo Romano, Ivan Bacchi,Tania Zamparo, Giorgio Borghetti, Alessia Tomba, Enrico Loverso, Cristina Moglia, Luca Calvani, Livia Vitale

Nel corso dell’iniziativa verrano raccolti fondi a favore del Centro Provinciale G. Fregosi – Tetto Azzurro di Roma, Centro Polifunzionale per la Diagnosi, il Trattamento e l’Accoglienza dei bambini in situazioni di maltrattamento e abuso, affidato dalla Provincia di Roma in gestione a S.O.S. Il Telefono Azzurro ONLUS.

special fund REVIVAL OF BESLAN

Amarena company

Telefono Azzurro

ASL de L’Aquila: cazzo, complimenti!

http://www.infolav.org/home/5079.htm

Randagio catturato e poi morto (L’Aquila)
31/08/2006-
Resi noti i risultati del rapporto di prova parziale, relativo all’esame
anatomo-patologico di Sebastiano, il cane randagio morto in circostanze
misteriose durante la cattura da parte di veterinari e tecnici del Servizio
Veterinario ASL di L’Aquila.
Le Associazioni animaliste, in attesa di sporgere formale denuncia,
pretendono da parte degli organi amministrativi competenti che sia fatta
chiarezza al più presto.

In seguito al drammatico episodio, avvenuto il 31 luglio 2006 nei pressi
dell’ufficio dell’INPS di L’Aquila, che ha portato alla terribile fine di
Sebastiano, incrocio di pastore abruzzese catturato dal personale del
Servizio Veterinario ASL solo per aver “infastidito” una cagnetta padronale
in calore, sono pervenuti i primi risultati dell’esame necroscopico eseguito
dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo.

Dalla visione del referto si evince la presenza di ferite
contusive-compressive all’asse del collo, lesioni multiple di presumibile
natura traumatica e una grave emorragia interna, che palesano un ragionevole
dubbio sul trattamento al quale sia stato sottoposto il cane nelle varie
fasi della cattura, al punto da provocarne la morte.

Il dato ormai certo comunque è che il cane è transitato dal marciapiede
(dove dormiva inerme) al furgone della ASL Veterinaria per ritrovarsi,
infine, all’interno di un secchio della cella frigorifera della medesima
struttura, annegato in una pozza di sangue, scavalcando suo malgrado tutte
le tappe sancite dalla Legge.

Pertanto, le associazioni LAV, Animalisti Italiani, LEAL, Lega Nazionale per
la Difesa del Cane, chiedono al Sindaco della Città, al Prefetto, alla
Presidente della Provincia di L’Aquila, al Presidente della regione Abruzzo
e all’Ordine dei Medici Veterinari di L’Aquila:

- che sia avviata in tempi brevi un’inchiesta ufficiale che chiarisca la
dinamica dei fatti;
- che, una volta identificati i veterinari ed i tecnici del Servizio
Veterinario ASL responsabili dell’accaduto, siano presi immediatamente tutti
i provvedimenti previsti dalla legge ed eventualmente, anche il sollevamento
dall’incarico ricoperto;
- che siano chiarite eventuali responsabilità della dirigenza del Servizio
Veterinario di Sanità Animale della ASL n.4 dell’Aquila – Dipartimento di
Prevenzione, il cui operato è già oggetto di un procedimento penale in corso
per episodi analoghi;
- che sia predisposto un nuovo piano di controllo dell’emergenza randagismo
che preveda una rinnovata e proficua collaborazione fra Associazioni
Animaliste e Enti all’uopo preposti dalle normative vigenti, attraverso l’istituzione
di un tavolo di lavoro permanente sul randagismo, nonché l’assunzione di
nuovo personale in grado di svolgere le proprie funzioni istituzionali e
collaborare fattivamente con gli altri enti interessati.

E’ fondamentale che chi gestisce un servizio veterinario pubblico, allo
scopo di tutelare insieme valori fondamentali quali la salute dei cittadini
ed il benessere degli animali, agisca sempre rispettando i criteri della
massima legalità e trasparenza come sancisce l’art. 96 della Costituzione.
Si chiede, inoltre, che il Sindaco di L’Aquila vigili sulla popolazione
canina residente nel territorio comunale, affinché sia ristabilito al più
presto in città un più corretto e sereno rapporto fra uomo e animale e
perché simili azioni non abbiano a ripetersi in futuro.

Caprioli ancora

AGGIORNAMENTI SULLA QUESTIONE “CAPRIOLI”

Da Agire Ora:

Aggiornamento sulla questione “protesta per i caprioli”, che poi in realta’ e’ una protesta contro il concetto stesso degli “abbattimenti selettivi”, di qualsiasi specie si tratti.

Continuiamo coi presidi, almeno ancora per il prossimo giovedi’ e sabato, e poi aspettiamo l’esito del TAR del 6 settembre e vediamo.

I prossimi presidi sono:
giovedi’ 31 agosto
ore 9.30-12.30 – per le uccisioni dell’alba
ore 19.30-22.30 – per le uccisioni del tramonto
posti:
Ovada, via Piave 4 (centro del paese)
Acqui Terme, Zona piscina Strada Passeggiata dei Colli n. 17
(un po’ fuori del centro)

sabato 2 settembre
stessi orari, stessi posti

Ci si divide un due gruppi piu’ o meno della stessa numerosita’, non ci sara’ un “presidio principale”.

*Scrivete al piu’ presto* a piemonte@agireora.org per comunicare quali turni potete coprire (piu’ d’uno, possibilmente) e se preferite Ovada, Acqui o vi fa lo stesso e decidiamo noi in base alle necessita’.
Specificate anche il vostro numero di cellulare e da dove arrivate, grazie!

Poi: se c’e’ qualcuno della zona che conosce i posti in cui si caccia, si faccia vivo e si offra di guidare un gruppetto di persone in giro per i boschi!

Infine: scriviamo alla Bresso per dirle che non la voteremo piu’! Se l’avete votate, scrivetele per dirle che siete pentiti!
Oggi c’era un cartello che diceva “Forse Ghigo (l’altro candidato) avrebbe fatto lo stesso, ma sono stato piciu e ho votato la Bresso” (piciu vuol dire stupido in piemontese).

Ebbene: ditele che la voterete piu’:
presidente@regione.piemonte.it
fax 011.4323650

Sollecito nuovamente tutti a partecipare ai prossimi presidi ad Acqui Terme e a Ovada per protestare contro l’abbattimento dei caprioli.

Vi prego di prendervi una mezza giornata per questa protesta, perche’ non e’ “solo” la questione dei caprioli di quella provincia, ma e’ l’occasione per una protesta “globale” contro questa prassi dell’abbattimento degli animali, che si fa ogni anno e dappertutto, ed e’ particolarmente importante farsi sentire, quest’anno che la protesta ha molta risonanza, al contrario di tutti gli altri anni.

Per cui, fate uno sforzino, e venite!

Appuntamenti:
giovedi’ 31 agosto e sabato 2 settembre, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 19.30 alle 22.30, ad Ovada e ad Acqui Terme.

Per favore, date la vostra disponibilita’ (giorni, orario, luogo) scrivendo a piemonte@agireora.org

Grazie a tutti, ciao.
Marina Berati

Quando Dio non guarda

Non parliamo di Padre Fedele, quella storia è stata trasformata, forse volutamente, in una farsa grottesca e pecoreccia degna di uno speciale di Studio Aperto.
No, parliamo di quanto non viene mai detto, mai mostrato, parliamo della sporcizia celata dai paladini della morale.
Il 18 febbraio 1995, il Cardinale Martinez Somalo, prefetto della Congregazione vaticana per la vita consacrata, posa per la prima volta gli occhi su un rapporto agghiacciante. Quelle pagine sono piene di accuse precise e circostanziate, tutta firmate con nome e cognome e già presentate, alcune più di una volta, ad altre autorità ecclesiastiche. Nel rapporto vengono portati alla luce numerosissimi casi di violenza sessuale perpetrata da preti e missionari su delle suore. In altre denunce addirittura si parla di religiosi che hanno forzato delle suore ad abortire per porre fine alle gravidanze frutto delle violenze subite.
Il rapporto era stato redatto e compilato da suor Maria O’ Donohue, all’epoca impegnata attivamente nella lotta alla diffusione dell’AIDS. Gli abusi e le violenze nel rapporto venivano descritti come “diffusi”.
Molti casi erano segnalati in Africa, per ragioni culturali correttamente individuate dalla suora. Suor Maria aveva infatti ben chiaro come in talune culture fosse “impossibile per una donna o un’adolescente dire no ad un uomo, specie ad un anziano e particolarmente ad un sacerdote”.
Ancora più raccapriccianti nel rapporto sono le motivazioni che spingono preti e missionari a cercare le suore per sfogare la propria libidine e la propria indole violenta, maschilista e prevaricatrice: nei paesi dove è particolarmente facile contrarre malattie veneree le suore sono viste dai religiosi come un insieme sicuro.
Possono quindi violentarle senza correre i rischi di infezione che correrebbero normalmente andando con delle prostitute.
Inoltre è anche gratis, e si sa quanto i preti amino essere parchi.
In uno dei casi denunciati addirittura si sono ritrovate incinte 29 suore contemporaneamente. Il loro gruppo era stato evidentemente trasformato in un vero e proprio bordello per preti. La Superiora chiese l’intervento del Vescovo, guadagnandosi così la rimozione dall’incarico con conseguente sostituzione. Forse il Vescovo era cliente affezionato, chissà.
Suor Maria non resta però un caso isolato: nel 1998 suor Marie Mc Donald presenta un secondo rapporto in cui denuncia “molestie sessuali e stupri perpetrati da preti e vescovi”.
Questi rapporti raggiungono poi l’opinione pubblica grazie alla pubblicazione dapprima sul National Catholic Reporter negli Stati Uniti e poi su alcuni quotidiani italiani.
La rottura della congiura del silenzio ad opera di queste coraggiose suore ed il successivo interesse della stampa impongono al Vaticano un pronunciamento ufficiale sul problema. Purtroppo il Vaticano minimizza.
Il 20 marzo 2001 Joaquin Navarro Valls, allora portavoce della Santa Sede, dichiara:

“Alcune situazioni negative non possono far dimenticare la fedeltà spesso eroica della stragrande maggioranza di religiosi, religiose e sacerdoti. [...] Il problema è conosciuto ed è ristretto ad un’area geografica delimitata. La Santa Sede sta trattando la questione in collaborazione con i vescovi, con l’Unione Superiori Generali e con l’Unione Internazionale Superiore Generali. Si lavora sul doppio versante della formazione delle persone e della soluzione dei casi singoli”.

Queste parole sono sembrate probabilmente troppo blande all’Unione Europea la quale, con solerzia ragguardevole, il 5 aprile 2001 fa pubblicare sulla propria Gazzetta Ufficiale il seguente testo:

19. Diritti umani: Atti di violenza contro religiose cattoliche

Risoluzione del Parlamento europeo sulle violenze sessuali ai danni delle donne e in particolare di
religiose cattoliche

Il Parlamento europeo,

visti la Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo e la Convenzione europea sui Diritti dell’Uomo,

vista la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea,

vista la sua risoluzione del 16 settembre 1997 sulla necessità di organizzare una campagna a livello dell’Unione europea per la totale intransigenza nei confronti della violenza contro le donne,

vista la sua risoluzione del 10 marzo 1999 sulla violenza contro le donne e il programma Daphne,

vista la Convenzione delle Nazioni unite sull’eliminazione di qualsiasi forma di discriminazione contro le donne,

A. ribadendo la ferma condanna sua e delle altre istituzioni comunitarie di qualsiasi forma di violenza ai danni delle donne e in particolare degli abusi sessuali,

B. vivamente preoccupato per il contenuto di un rapporto comparso nella rivista americana «National Catholic Reporter», in cui si segnalano numerosi casi di stupro, in almeno 23 paesi, commessi da preti nei confronti di religiose cattoliche,

C. considerando che la Santa Sede ha confermato di essere a conoscenza di casi di stupro e di abusi sessuali ai danni di donne, e anche di suore, da parte di preti cattolici, stante il fatto che dopo il 1994 sono stati trasmessi al Vaticano almeno cinque rapporti su questo tema,

D. considerando che malgrado i responsabili ufficiali fossero stati correttamente informati circa queste violazioni dei diritti umani, gli stessi non hanno reagito come avrebbero dovuto,

E. sottolineando che, secondo questi rapporti, numerose religiose stuprate sono state anche costrette ad abortire, a dimettersi e, in taluni casi, sono state infettate dall’HIV/AIDS,

F. prendendo atto delle dichiarazioni del portavoce del Vaticano, Joaquin Navarro Valls, il quale ha affermato che «il problema è noto ma è geograficamente limitato», ma sottolineando che, al contrario, questo fenomeno si estende ben al di là dell’Africa,

G. rammentando che l’abuso sessuale costituisce un reato contro la persona umana e che gli autori di questi reati devono essere consegnati alla giustizia,

1. condanna ogni violazione dei diritti della donna nonché gli atti di violenza sessuale, in particolare nei confronti di religiose cattoliche ed esprime la sua solidarietà alle vittime;

2. chiede che gli autori di questi reati vengano arrestati e giudicati in tribunale; chiede alle autorità giudiziarie dei 23 paesi citati nei rapporti di garantire che sia fatta piena luce in termini giudiziari su questi casi di violenza nei confronti delle donne;

3. chiede alla Santa Sede di considerare seriamente tutte le accuse di abusi sessuali commessi all’interno delle proprie organizzazioni, di cooperare con le autorità giudiziarie e di rimuovere i responsabili daqualsiasi incarico ufficiale;

4. chiede alla Santa Sede di reintegrare le religiose che sono state destituite dai loro incarichi per aver richiamato l’attenzione delle loro autorità su questi abusi e di fornire alle vittime la necessaria protezione e compensazione per le discriminazioni di cui potrebbero essere successivamente oggetto;

5. chiede che sia reso pubblico il contenuto integrale dei cinque rapporti citati dal «National Catholic Reporter»;

6. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alle autorità della Santa Sede, al Consiglio d’Europa, alla Commissione per i diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, ai governi del Botswana, del Burundi, del Brasile, della Colombia, del Ghana, dell’India, dell’Irlanda, dell’Italia, del Kenya, del Lesotho, del Malawi, della Nigeria, della Papua Nuova Guinea, delle Filippine, del Sudafrica, della Sierra Leone, dell’Uganda, della Tanzania, di Tonga, degli Stati Uniti d’America, dello Zambia, della Repubblica democratica del Congo e dello Zimbabwe.

Noi di Cineboom probabilmente non siamo autorevoli come il Parlamento Europeo tuttavia un appello ci sentiamo in dovere di farlo al nuovo Papa:

- Ehi, Ratzinger, per favore, non è che ti andrebbe di smetterla di coprire pedofili, aguzzini e stupratori?

Grazie.

Che soddisfazioni votare a sinistra!

La presidente diessina della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, vuole ammazzare 600 caprioli.

puah

capriolini

Perche’? Perche’ sono troppi e distruggono la flora.
Ah, be’. Non ci sono altre soluzioni, no? Lo sterminio e’ l’unica che hanno preso in considerazione nella Provincia di Alessandria e nella Regione Piemonte. Il presidente della Regione Calabria si e’ offerto di ospitarli tutti e 600 i poveri caprioli. Ma in Piemonte preferiscono dargliene solo 100 e fare sparare dai cacciatori ai restanti 500.
Ha anche risposto infastidta la signora Bresso alle proteste contro lo sterminio.
Ha detto una cosa originale, ha detto che non ci si preoccupa dei bambini che muoiono in Libano, ma dei caprioli. Una bella risposta da bar circolo di caccia. Complimenti alla diessina piemontese!

Perche’ se io mi indigno per la sorte di 600 (600!) caprioli significa AUTOMATICAMENTE che me ne fotto dei bambini in Libano.
Signora Bresso, usi argomentazioni migliori e tenga le sue sporche mani giu’ dai caprioli.

Sul sito della LAV:

TESTO E-MAIL:

Gentile Presidente della Regione Piemonte
gentile assessore all’agricoltura
gentile Presidente della Provincia

Le alternative all’abbattimento dei 600 caprioli esistono, non date soddisfazione a chi è solo alla ricerca di trofei di caccia a buon mercato con la scusa di presunti danni all’agricoltura, per i quali comunque esiste un fondo apposito delle amministrazioni provinciali proprio per evitare conflitti o ritorsioni nei confronti della fauna selvatica. Salvate i caprioli.

INDIRIZZI A CUI INVIARE:

presidente@regione.piemonte.it
assessore.agricoltura@regione.piemonte.it
presidenza@provincia.alessandria.it
renzo.penna@provincia.alessandria.it

La chiesa cattolica non puo’ permettersi di insegnare niente a nessuno

Due notizie di oggi:

Madonna

i parroci italiani sono contrariati dallo show di Madonna che per il suo Confessions World Tour a un certo punto entrera’ in scena su una croce e con una corona di spine in testa. E via a parlare di mancanza di rispetto, addirittura di insulti alla religione. Be’, da un certo punto di vista li capisco, sti parroci con Ersilio Tonini (ma quanti cazzi di anni tiene?) in testa. La chiesa ha passato millenni a negare l’esistenza della donna che e’ brava solo quando fa le magie, tipo partorire da vergine, e adesso una donna si mette li’ al posto di Gesu’. Non si fa. Non sta bene, e’ irriguardoso.
Meno irriguardoso e’ molestare i seminaristi, invece.
Seconda notizia di oggi:
Joseph Henn, 57 anni, alto prelato statunitense accusato di pedofilia, è sparito nel nulla a Roma. Questo sant’uomo pare abbia abusato di due giovani tra il 1979 e il 1981, ma il tutto e’ uscito solo nel 2003. Ora che e’ stato condannato e che stava per finire in galera, e’ sfuggito e ha fatto perdere le proprie tracce proprio a Roma. Quella citta’ piena di parroci che si indignano per Madonna sta nascondendo il (presunto) pedofilo.

Signori preti. Tonini, highlander del cazzo. Provate prima a darvi ripetizioni di morale tra di voi e poi, prima di aprire la bocca, contate fino a mille (e non piu’ mille), perche’ davvero lezioni da voi ne ne accettiamo.

Qualcuno uccida i creativi

Tutti, anche i miei amici che fanno questo sciagurato lavoro.
Ora, dico, come vi salta in mente di fare il Dixan al profumo di Vernel?!?
Ma cosa vuol dire? O Dixan o Vernel!
Son cose diverse.
Ma perché dovete farmi un detersivo che profuma di ammorbidente? Ma quale ricerca di mercato avete fatto per proporre un prodotto così idiota?

Allora fatemi la Punto che romba come una Twingo.
Fatemi il Buondì al sapore di tegolino.
Fatemi lo sfogliavelo di Giovanni Rana ripieno di tortellini Fini.
Fatemi il maxicono Motta al sapore di cornetto Algida.

Ma cosa avete in testa?
E cos’hanno in testa i dirigenti che approvano le vostre cavolate?

D’estate poi è l’apoteosi dell’idiozia.
Già il fatto che la Tim si fosse affidata a Cristian De Sica e la Vodafone a Massimo Boldi era massimamente discutibile, l’intreccio però continua, come una mostruosa metastasi amalgamante che ricopre tutto il mondo della pubblicità telefonica con un unico indistinto velo di sudaticcio. Adesso pure la Tre tira dentro il vigile. Tutti incrociano con tutto, rubicchiandosi le idee vicendevolmente, giocando di rimandi, inseguendosi in un girogirotondo di scontata stupidità, tanto questi gonzi comprano comunque, penseranno.
Prendete la nuova papera che scappa col Muccino.
Avete presente?
Quella che molla il marito sull’altare e salta in moto.
Forse voi non ve lo ricorderete ma cominciava esattamente nello stesso modo una saga di spot di qualche anno fa, realizzata però – indovinate un po’ – dalla Tim. Sempre tipa papera che molla marito sull’altare, incredibile, vero?
Ma io non ho solo memoria, ho anche le prove.
Ecco cosa scrivevamo in quei giorni io (L per Luigi) e la caporedattrice (S per Sara) in merito alla saga Tim di allora:

13 febbraio 2003

S: – Ehi, ma questa qua di stare in groppa al prete bavoso e’ gia’ un balzo enorme di qualita’ per la mentecatta, pensa a quando si beava tra i mascalzoni latini.
(Mascalzone latino. Io voglio andare a vivere in Francia.)

L: – La peggiore è in assoluto la prima, diario di una smidollata che non ha mai avuto un pensiero proprio nella vita. Che ragazze hanno avuto i creativi della Tim?

S: – Potrebbero essere ragazze, no?
O sono troppo cretine le pubblicita’ e tu sei un sessista che imputa le schifezze del mondo ai soli uomini? ;)

L: – No, io sono una persona equilibrata (rotfl) che di solito divide equamente la cretinaggine fra entrambi i sessi però, come ho più volte esposto in passato, ho motivo di ritenere che il mondo dei creativi delle pubblicità sia composto da gente che ha un po’ di punti fermi forse appartenenti più all’immaginario collettivo degli uomini deficienti che non a quello delle donne deficienti:
1) I consumatori sono coglioncelli da raggirare.

S: – E fin qui appare chiaro a tutti.

L: – 2) Le donne, fra tutti i consumatori, sono quelle più sceme e si possono indurre a comprare di tutto soltanto dando ai prodotti nomi o colori carini da diario di quarta ginnasio.

S: – Oh, ieri nella mia edicola c’era una specie di fiera dell’abbigliamento allestita con i regali di gioia.
C’erano svariate sciure che sceglievano il colore giusto per la mantella-poncho e poi arrivo io e zac, l’edicolante, con colpo da vera
maestra mi dice “te, chesta chi la va bene dume’ per ti” (tieni, questa qua va bene solo a te) ed estrae una sottoveste nera… io ho preso gioia solo per l’inserto, c’era gioia-sposa :)

L: – 3) Gli uomini non ridano, magari si credono furbi ma con un paio di tette messe dove c’è bisogno gli vendi pure quello che è già loro. Ecco, la campagna telecom, dal primo spot fino ad oggi, segue perfettamente
il dogma.

Complimenti quindi alla Vodafone per la sua nuova campagna 00 summer: un’idea vecchia di tre anni, rubata alla concorrenza e già assolutamente irritante allora.
La sposina di allora dopo la fuga andava a rapire la nonna e a farsi guardare le mutande da un prete, quella di adesso promette bene, è già a mollo al terzo spot e fa già vedere il reggiseno candido da sposa.

Perché ogni tanto le maschere ci buttano fuori dalle sale