Coglione più, coglione meno.


L’articolo 5 della Legge 20 giugno 1952 n. 645 recita esattamente così: “Chiunque, partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da 400.000 fino a un milione di lire”.
Questa legge rappresenta la naturale estensione della XII disposizione transitoria finale della Costituzione che vieta espressamente la ricostituzione del partito fascista. Allora, iniziamo ad applicare la legge? Iniziamo ad incarcerare i coglioncelli che ballano “Tengo la camisa negra” col braccino alzato, fraintendendo anche il significato della canzone? Iniziamo a sbattere dentro Di Canio, idiota tonante, tonitruante, anzi, che innalza il suo neanderthaliano arto in uno stadio? Mi rendo conto che questo ridicolo paese è pieno di fascistelli a tutti i livelli di potere (e di impotenza); le carceri non basterebbero? D’accordo: ripristiniamo i lavori forzati, facciamo costruire le strade a mano e a regola d’arte a questa feccia. E che schiattino come mosche sotto un sole rovente.

10 pensieri su “Coglione più, coglione meno.”

  1. Di Canio è solo un provocatore che non ha neanche il coraggio di sostenere a parole le proprie “idee”: persino la Mussolini in un’occasione analoga aveva dichiarato che era rimasta affascinata dalle sue gesta, ma lui aveva nicchiato (oltre ad aver fatto la figura del minchione) dicendo che non avevano nessun significato politico (!). E comunque oggi la Lazio, la squadra con più svastiche in curva, ha perso contro il Livorno, la squadra più rossa d’Italia che è persino finita sui giornali cubani: Olè!

  2. Che poveraccio, con tutti i casini che già ci sono allo stadio, nel calcio truccato e manovrato, nella politica finta, ci voleva solo il neo fascista. Perché non lo multano? Si vede che è un segno fascista, perché non prende squalifiche? Perché ancora parla? Perché lo intervistano?

  3. La Russa ha appena dichiarato che chiunque è libero di esultare come vuole. Poco importa se il modo scelto per farlo è un reato.
    Adesso divento un calciatore e ad ogni rete sgozzo nell’area piccola un consanguineo di La Russa, magari così cambia idea e capisce quanto è idiota.

  4. Gli esponenti della cdl hanno da tempo perso il senso del confine tra artificio retorico e imbecillità dolosa. Sosterrebbero di poter raggiungere Marte a nuoto pur di non riconoscere una loro minchiata.

  5. Ma la finisca La Russa, che la volta in cui Lucarelli esultò mostrando la maglia del Che sotto quella da gara, lui e i suoi camerati hanno avuto da rompere le balle. Intanto il minchione fascistoide ha dichiarato che continuerà a salutare così perchè lo ritiene “un segno di appartenenza al suo popolo” (quello degli imbecilli probabilmente). Evviva “mister miliardo” Lucarelli! (Rifiutò i miliardi offertigli dal Torino per poter giocare nella squadra della sua città, il Livorno appunto).

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