Signora vomito

Poco tempo fa su una copertina de L’espresso ho visto un po’ di volti legati allo scandalo dei fascisti magnaccia, dei reali morti di fame, delle vallette mignotte e dei videopoker… insomma avete capito quale scandalo, sì?
Eh, lo so, se ne parla già poco ormai, è sempre quello in guaio dell’Italia, tutti si indignano sempre ma solo per pochissimi istanti.
Insomma tra Vittorio Emanuele, il figlio, la Gregoraci ed il braccio destro di Fini chi è che ti vedo? Ma la Cesarona del tg5, ovvero l’anello di congiunzione tra la giornalista e la nasica.
Cercando cercando ecco cosa ti trovo in rete:

Quando Cesara apparecchiava per i Savoia
di Marco Lillo

Davvero una giornata da brivido per Cesara Buonamici quell’8 aprile del 2005. Il vicedirettore del Tg5 aveva organizzato una cena indimenticabile nella sua splendida casa romana. Tra gli invitati c’erano il prefetto Achille Serra, il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Leonardo Tricarico e sua maestà il principe Vittorio Emanuele. Il cielo era azzurro e la serata si annunciava piena di stelle, ma tutto il resto congiurava contro. Tre giorni prima era morto il papa, le esequie erano fissate proprio quella mattina e, con 200 capi di Stato in giro per Roma, ci si era messo pure l’allarme aereo. Due caccia F16 si erano levati in volo e avevano scortato un aereo a destinazione. Il generale Tricarico aveva gestito l’emergenza mentre Serra coordinava 10 mila uomini sul terreno. In una giornata così dura Cesara Buonamici era riuscita a ‘metterli seduti’ entrambi alla sua tavola. Alle 19 e 40 però accade l’imprevisto: Vittorio Emanuele minaccia di dare forfait. A chiamare la giornalista è Achille De Luca, il collaboratore del principe che è stato arrestato su richiesta del pm di Potenza Henry Woodcock. Nell’ipotesi accusatoria De Luca pagava le mazzette ai Monopoli di Stato per fare ottenere i nulla osta alle slot machine dell’imprenditore siciliano Rocco Migliardi.
Cesara lo conosce come accompagnatore del principe e lo chiama un’ora prima della cena: “Ciao Achille, ti aspetto, eh”. Ma lui cerca di svicolare: i reali sono stanchi. La giornalista si inquieta: “Ho già organizzato tutto e soprattutto vengono il capo di Stato maggiore, il prefetto. Non mi fare spaventare, Achille. Vengono tutti per loro (i reali, ndr). E ho messo tutti a tavola”. De Luca la tiene un po’ in sospeso, ma poi la rassicura: “Ma adesso, se tu mi dici così…, io subito, sempre vicino a Cesara e risolvere il problema. A che ora li vuoi? Alle 9. Tanto Achille ci pensa. Baci”. Questo signore che fa da trait d’union tra l’erede Savoia e la conduttrice, secondo il pm Henry Woodcock, riveste “un ruolo di primo piano” nell’associazione a delinquere capeggiata dal principe. Gli inquirenti lo hanno fotografato mentre prendeva le bustarelle piene di euro in Sicilia e poi entrava con le 24 ore (piene di doni, secondo il pm) nella sede dei Monopoli. Per Woodcock, De Luca “è un personaggio inquietante e dal passato pieno di misteri: pluripregiudicato e già imputato per associazione a delinquere, truffa e bancarotta fraudolenta”. Cesara Buonamici invece è stata sentita a Potenza per questa vicenda solo come persona informata dei fatti. Ed è stata intercettata senza mai essere indagata, solo per acquisire notizie sui suoi amici poco attenti al codice penale. Nel verbale del vicedirettore del Tg5 (del quale ‘L’espresso’ ha dato notizia due settimane fa) la giornalista ammette di conoscere De Luca, ma riduce la sua figura a un mero autista: “Accompagnava in giro i Savoia. Ma non sapevo che è stato arrestato”. La giornalista sapeva però altre cose. Per esempio che i suoi amici avevano incassato 40 mila euro per sbloccare una pratica delle slot ai Monopoli. Non solo. Cesara li aveva sostituiti e pretendeva di applicare le stesse tariffe (ovviamente non con gli stessi sistemi ma contando sulle sue entrature politiche). Achille De Luca, dopo il colpo da 40 mila euro (divisi col principe) era sparito dalla circolazione. Rocco Migliardi però aveva bisogno di altri nulla osta che per le vie ordinarie non arrivavano. È a quel punto che Ugo Bonazza, altro collaboratore di Vittorio Emanuele, pensa alla giornalista.

Ora io sorvolo sullo squallore della cosa ma una domanda me la pongo: Perché di questa storia non si è saputo niente in tv?

Perché non ne ha parlato nessun tg? Nessuna Italia sul due, nessun Verissimo, nessun Lucignolo, nessun Del Debbio, niente.
Strano, no?