cosi’ recita la piu’ bella battuta del secolo di uno dei migliori film del mondo e cioe’ Porco rosso di Miyazaki. Ieri, invece, la pacata, raffinata, intellettuale e charmant Alessandra Mussolini ha proferito le seguenti parole dal salotto impregnato di bava di Vespa: “Meglio fascista che frocio”. L’affermazione merita un’analisi. Dico io, impossibile che una donna politica del suo spessore si abbassi a dire frasi da osteria di forza nuova, una donna come lei, con quei capelli biondo naturale, quelle labbra sempre prive di trucco e cosi’ semplici, quegli occhi da maschera egizia di carnevale e quel fare da camallo ubriaco e molesto. Dev’esserci stato un errore. Che abbia gia’ ritrattato la piccola principessa della politica italiana? Come i calciatori quando vengono inquadrati mentre scodellano bestemmie tra un segno della croce e un ringriaziamento al cielo dopo il gol, anche Alessandra – principessa Sissy – Mussolini avra’ gia’ precisato che no, lei non ha mai pronunciato quella frase, e’ stata fraintesa. Ha detto “Meglio scafista che mocio” per dire che piuttosto che pulire i pavimenti una donna dovrebbe condurre immigrati clandestini alla morte, del resto Alessandra – Donna Letizia – Mussolini e’ sempre stata in prima fila per i diritti femminili, no? Oppure ha detto: “Meglio basista che incrocio”, in una tipica esternazione surrealista, movimento artistico che la politica e fine intellettuale conosce bene e apprezza. No, perche’ se avesse davvero detto ” Meglio fascista che frocio” sai come si stara’ mordendo le mani il capobranco Fini che li stava addestrando tutti/e alla parvenza di democrazia?