Facciamo un gioco, io vi dico un nome e voi mi dite chi è, ok?
Il nome è: Lorena Bianchetti.
Niente? Non vi viene proprio niente?
Vi aiuto. Questo è il curriculum:
FORMAZIONE:
- 1989-92 lezioni di recitazione, canto e dizione
- 1989 attestato di danza classica e moderna presso la scuola ‘Studio Uno’ di Enzo Paolo Turchi
CINEMA:
- 2003 “LA MIA VITA A STELLE E STRISCE” di Massimo Ceccherini
- 1995 “PREGO” di David Murray
FICTION TV:
- 2004 “CARABINIERI 3″ (Canale 5)
- 1988 “UNA LEPRE CON LA FACCIA DA BAMBINA” (Raiuno)
TELEVISIONE:
- 2005 “FAMILY FEST” (Raiuno) – In Mondovisione
- 1999\2005 “A SUA IMMAGINE” (Raiuno)
- 2002 “ITALIA IN BICICLETTA” (Raitre)
- 1999 “SPECIALE RAI INTERNATIONAL” (Rai) con Renzo Arbore
- 1998 “LA CORRIDA” (Canale 5) con Corrado
- 1992 “PIACERE RAIUNO” – “CANALE VIAGGI”
PUBBLICITA’:
- 1999 “Play-station”
- 1997 “Opel Corsa” regia Spike Lee
- 1993-1994 “Veroni” – “Lines” – “Kinder Bueno”
- 1992 “Rovagnati” – “Champagne PR”
- 1991 “Clear” regia Francesca Archibugi
- 1990 “Mondiali di calcio ‘90″
- 1990 “Jolly Colombani”
Notevole per una che ha solo trent’anni, no?
Ancora niente?
Va bene, cerco di farvelo capire. Lorena è quella tizia che ha condotto per un sacco di anni quel programma per ciellini che spunta ogni tanto in giro per la RAI, quella finestra sul mondo dell’integralismo cattolico sottolineata dal pescetto stilizzato in un angolo dello schermo. Attualmente la conduzione è passata ad un tizio dal volto e dai modi tanto angelici quanto inquietanti, me lo immagino mentre pulisce pesci aprendone il ventre con le forbici da cucina e rimanendo inspiegabilmente lindo e sorridente, forse nemmeno sfiorato dal tanfo. Ma non perdiamoci in chiacchiere e concentriamoci su Lorena.
Lorena mi ha colpito fin dalla prima volta in cui l’ho vista sullo schermo, adesso cercherò di spiegarvi il perché. Prima della guerra fra Comunione e Liberazione e l’Azione Cattolica, guerra che come tutti sanno decretò la scomparsa della seconda organizzazione e l’assurgere della prima a braccio armato della teocrazia all’interno dello stato sedicente laico, esistevano, nel mio come in tantissimi paeselli d’Italia, delle piccole sale, solitamente dotate delle classiche esche per discoli (calcio balilla, ping pong, freccette ed altri svaghi non peccaminosi), utilizzate dal clero locale per cercare di corrompere le ultime irriducibili giovani menti libere ed atee ancora in giro per le strade.
I preti cercavano di attirarci all’interno delle salette dell’Azione Cattolica promettendoci vacanze in montagne d’estate, noi piccoli comunisti, pur con una certa spavalderia e sempre pronti a sottolineare la nostra diversità , accettavamo essenzialmente per un motivo: le ragazze.
Ah, le piccole, tenere, curiose, finte clarisse, costrette fin da bambine a vestirsi in modo noioso, giocare in modo noioso, amare in modo noioso.
Sempre brave, sempre pulite, sempre compite, sempre così lontane da ogni possibile eccesso. Ah, che buon odore avevano.
Fosse stato per noi, in assenza di vigilanza togata, probabilmente le avremmo sbranate.
C’era una strana attrazione, puro magnetismo sociale, fra le signorine bene e noi luridi briganti di strada, fra loro che dicevano di non aver mai baciato e noi che volevamo toccargli le tette, fra loro che non entravano quasi mai al bar e noi che ogni sera eravamo ciucchi persi, fra noi che ridevamo spesso e loro che no.
Quelle ragazze, o almeno quelle interessanti tra loro, quelle per cui ci facevamo acchiappare dai preti, avevano tanta voglia di capire questo nostro mondo barbone, gliel’avevano sempre raccontato come sbagliato eppure, beh, noi non si stava mica tanto male, anzi.
Quelle ragazze volevano sporcarsi un po’ e noi, diciamocelo, noi eravamo decisamente luridi.
Bene, immagino non ci sia bisogno di dirvi che Lorena è chiaramente una di quelle ragazze, una clarissa cresciuta che ha preso il suo posto nel mondo, esattamente là dove babbo e mamma la volevano, luce dei loro occhi, quant’è bella là in televisione, lo so che si commuovono ancora ogni volta che la vedono.
Così come so che Lorena dentro bolle.
Lorena è un vulcano che i suoi telespettatori papaboys non immaginano nemmeno, è una che potrebbe buttarsi col paracadute, pestare una rivale scorretta, Lorena è una che potrebbe scolarsi dieci cuba libre di fila e poi far l’amore una notte intera, una che è troppo educata per tutto questo ma… attenti.
Per l’appunto oggi accendo la tv e la rivedo, e scopro che… Lorena è una che ha accettato di condurre “Al posto tuo”, ovvero la faccia più deteriore della tv odierna.
Un postaccio in cui si parla di sesso, tradimento, gay, lesbiche, lupi mannari e tarantelle varie, un programma così finto da avere attori che fingono di essere persone vere ma lo dichiarano, sperando così di poter far passare per vere almeno le storie, scritte invece palesemente per scandalizzare il popolo benpensante.
E lei, lei là … che finge di essere ancora quella brava, col suo trucco pesante a farle le solite gote rosate, simulazione di perenne turbamento, sempiterno imbarazzo, costretta nelle sue espressioni da severa moralizzatrice, paladina dell’amore vero e virginale, trentenne sì ma già in menopausa, asettica, piena di virtù ma priva di pulsioni.
Lorena, dai, stai facendo “Al posto tuo”, eh, il programma in cui la D’Eusanio diede fama nazionale alla t-shirt con su scritto “Dalla non è un cantante, è un consiglio!”.
Lorena, volevi tanto sporcarti un po’, eh? Lasciati andare, fidati.
(Lo dicevo io).