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Sapete cos’è la musica? E’ quando l’aria fa l’amore con le cose e le parole

Antidoti/Antiemetici 6.6

Ultima playlist dell’anno, a meno che non incappi in qualcosa di eclatante da qui a qualche giorno. Quindi facciamola abbondante. L’anno muore così, fra miserie e buffonate ridicole; se tutto va bene fra qualche mese potremo abbattere tutte le statue simboliche del Grande Leader, così come è stato fatto per lo Zar, per Saddam e per Mussolini (potrei dire anche Lenin, ma non lo dico, tiè!) e scatenarci in infiniti e pacibondi rave parties per strada, negli atri delle stazioni, nei mercati generali, nei municipi e nelle fabbriche. Vi sprono, quindi, al glamour a costo zero e alla fisicità della danza e del sesso, da esercitare senza ritegno durante questi giorni, a mo’ di prove generali. Nel frattempo qualcuno mi spieghi cosa significa Intercity Plus. Forse il plus si riferisce all’unto degli appoggiatesta di carta? Cioè, è tutto grasso che cola? Ma allora perché i suddetti appoggiatesta sono presenti sui sedili in modo random? Non sarebbe più corretta la denominazione di Intercity Plus/Minus a seconda del sedile sul quale accomodi le chiappe?
P.S.: Tying Tiffany Ministro Subito!

* Rework: Jogging Beat (Roman Fluegel Tender Feet Mix) [Playhouse]
* LCD Soundsystem: Tribulations (Lindstroem Mix) [DFA/Emi]
* In Flagranti: Just Gazing [Kill the DJ]
* Robag Wruhme & Wighnomy Brothers: Killerteppich [Musik Krause]
* Hell: Tragic Picture Show [International Deejay Gigolos]
* Ascii Disko: Black Metal (Oliver Huntemann’s Black Metal Electro Disko Remix) [Ascii Disko]
* 3 Channels: Koko With Steve [Trapez]
* Zongamin: Bongo Song [Ed Banger]
* Ròisìn Murphy: Ramalama [Echo]
* Scratch Massive: Girls on Top (Break Version) [My Best Friend]
* The Egg: Wall (Mylo Remix) [Ministry of Sound]
* Depeche Mode: A Pain That I’m Used To (Jacques Lu Cont Dub) [Mute]
* Tying Tiffany: Honey Doll [Jato Music/Wide]

Amori musicali

L’ultimo dei La Crus è un viaggio molto cinematografico.
Infinite possibilità: che ci si presentano, che vivono dentro la nostra immaginazione. Infinite possibilità anche di incrociare musica, immagini e letteratura, in incontri che nulla tolgono, ma arricchiscono, aggiungono, completano.
Nel concerto-intervista alla Salumeria della Musica di Milano, Joe-Mauro Ermanno Giovanardi e Alessandro Cremonesi spiegano che i La Crus non sono un gruppo vero e proprio, ma un progetto in continua evoluzione. Un progetto che acquista senso anche dalle collaborazioni con altri musicisti, con altre forme d’arte.
L’idea di allegare al cd un dvd con dieci corti scelti dall’archivio del Milano Film Festival è, secondo me, felicissima. Per tanti motivi. Perchè sono piccoli film davvero fulminanti, e perchè l’unione con i pezzi dei La Crus in alcuni casi sembra quasi simbiosi.
Prendete la città che pulsa dietro i vetri e accompagna l’attesa del ragazzo innamorato nel corto rumeno sovrapposto a La prima notte di quiete, con Joe che canta – mi accorgo che ogni cosa anche più lieve ha senso in me.
O la cinepresa che gira in tondo nella stanza, ossessiva e tenace, inquadrando gli oggetti di una quotidianità che era amore ed è diventata lontananza. - lasciamoci senza parlare, non ti accorgi che è tutto perduto?
Il corto argentino, bello e doloroso, non esaurisce le Infinite possibilità della musica, che è anche altro, alberi d’inverno, magia e sangue che gela all’istante.
Ma è il corto svedese ad adattarsi meglio, come un guanto, al pezzo I miei ritratti: in entrambi gli occhi di un bambino insegnano a quelli inariditi e stanchi di un adulto a guardarsi dentro e a trasformare ancora la realtà. Capacità e dono inesauribile dell’infanzia.
La sera del concerto Joe spiega come la musica per i La Crus riesca ad essere un linguaggio per comunicare fuori ed oltre il loro universo, in un incrocio di sintonie, che a volte nascono per caso ma che, sempre, permettono loro di rinnovarsi e spaziare. E di non annoiarsi. I corti del Milano Film Festival sono una piccola selezione del nutrito patrimonio accumulato negli anni da questo meritorio progetto milanese che richiama artisti da molte parti del mondo. I La Crus questa volta hanno voluto coinvolgere anche lo scrittore Leonardo Colombati, che nella sua lunga introduzione al disco ha mescolato le sue sensazioni all’ascolto con suggestioni provenienti dalla letteratura, dalla filosofia, dalla poesia. Proust, Wells, Rimbaud, passando inaspettatamente anche per… Claudio Villa.

Ma il cd dei La Crus non è permeato solo di malinconia; in alcuni brani sì – c’è quasi il compiacimento del dolore e si canta la bellezza che può contenere un addio: - soffrire di un’idea è controproducente però questa è la poesia.
In altri c’è la voglia di reagire e di cambiare, perchè la fine di una cosa conduce sempre verso un cambiamento.
Poi arrivano i brani come Libera la mente, sottolineato dalle immagini di un corto rumeno, una storia divertente e maliziosa che restituisce il senso del gioco e ci riconcilia col mondo e la sua leggerezza. E la delicata atmosfera di Su in soffitta, unito alle esplorazioni del ragazzo dagli enormi occhiali, che assomiglia a un extraterrestre piombato su un pianeta in cui tutto è nuovo.
Ma i video più sottilmente inquietanti sono quelli inglesi e tedeschi. Nuvole adagiate su un bellissimo cielo osservano l’agonia di un uomo ferito, abbandonato in un prato. Le sue visioni, le sensazioni, lo sdoppiamento, il delirio regalano a Giorni migliori un retrogusto d’angoscia. Come i mostruosi pupazzi abbinati all’ultimo pezzo o i pagliacci di Buongiorno tristezza.
Lo show case dei La Crus presenta il nuovo cd ma non rinuncia a qualcosa di “storico” come Nera Signora, eseguita strepitosamente, e Ad occhi chiusi, suggestiva anche senza Cristina Donà.
Bravi i La Crus a darci sempre stimoli nuovi, che nascono dal confronto intelligente con le più diverse forme d’espressione, e bravi a mantenere al tempo stesso solide basi nella tradizione del gruppo.

Antidoti/Antiemetici 4.9

L’inverno fa brutti scherzi. Molto dolci, a volte.

* Kate Bush: Mrs. Bartolozzi [EMI Records]

Piano & Kate

* Sigur Ròs: Hoppìpolla [EMI Records]

Che significa “saltare nelle pozzanghere”, soprattutto detto di bambini di una certa età (http://sigur-ros.co.uk/news/). Quando il cuore perde un colpo.

* Boards of Canada: Slow This Bird Down [Warp]

Fluttuazioni circolari nel mare amniotico del Firth of Forth, Scotland.

* Modeselektor: Vote or Die [Bpitch Control]

Potrebbe essere un avvertimento per l’aprile 2006. Ma in realtà è una sana nuotata senza sforzo tra prismi di luce intelligenti.

* Jon Brion: Theme From The Eternal Sunshine of the Spotless Mind [Hollywood]

Shhhhhhh

* Aimée Mann: Wise Up [Reprise]

No, it’s not going to stop / So just…give up. Capolavoro.

* controller.controller: Disco Blackout [Paperbag]

Dal loro primo mini. Intensità da Evol / Sister e beat 4/4. Lascia senza fiato.

* M 83: Don’t Save Us From Flames (Superpitcher Remix) [Gooom/Labels]

Qualcuno lo sa già: questa gente passa le vacanze dentro i fari delle Ebridi, probabilmente.
Ghiaccio bollente?

* The Free Association: Platform 23 (Code 46 OST) [Koch/Commotion]

Sarebbe una pop song senza parole per il mondo di questo film. Per questo mondo è una specie di nuvola che rotola dentro asettiche stazioni di metropolitana

* Ute Lemper: One Life to Live (Kurt Weill) [Decca]

Kurt è salvo in America e si gershwinizza piacevolmente.

Antidoti/Antiemetici 4.0

Ho un desiderio fortissimo di considerarmi enclave extraterritoriale in questo paese che non riconosco più come il mio (e probabilmente non ho mai riconosciuto) e che ogni giorno trova il modo di schifare chiunque sia dotato di un minimo di intelligenza critica. Ad ogni modo, secondo l’ultimo sondaggio commissionato da Repubblica a IPR Marketing L’Unione stacca la Cdl di circa otto punti percentuali e forse ci si può concedere un barlume di tranquillità. Ecco, non volevo parlare di politica, stavo cercando un pretesto per non farlo più, invece ci sono cascato, come al solito.
Il mio appello di oggi vorrebbe spingervi a mostrare il dissenso più granitico, il disgusto più radicale nei confronti del cosiddetto hip hop che di hip hop non ha più assolutamente nulla: è solo una questione di maschilismo, sessismo, omofobia, pistole, gangsta, mc’s obesi e donne nude cellulitiche dai sederi grandi come paioli da polenta. Nonostante queste premesse se provate a fare zapping sui canali musicali, a qualsiasi ora, troverete almeno quattro vomitevoli video di (lol) “hip hop” in contemporanea. E pensare che già dieci anni fa DJ Shadow diceva “Why hip hop sucks in ’96?” E ora playlist!

* Goldfrapp: Number 1 (Alan Brake & Fred Falke Club Remix) [Mute]

La meravigliosa ricciolona bionda va a passeggio nel parco sottobraccio a John Foxx e Gary Numan. I heart Alison.

* DK 7: Where is the Fun [Output]

Siamo nei paraggi del discorso precedente, ma il paesaggio è plumbeo e (post) industriale. Il cantante deve aver mangiato per anni pane e Cabaret Voltaire a colazione.

* Tom Vek: Nothing But Green Light (Digitalism Remix) [Kitsuné]

Psicosi urbane e frustate disco not disco – No New York. Nothing but empty roads e una chitarra che ama Thurston Moore.

* Tiefschwarz: Warning Siren (Buick Project Remix) [Fine]

Non lo sapevamo, ma David Byrne ha un figlio illegittimo nato negli scantinati della DFA. E smitraglia in giro con il suo sequencer.

* Freeland: Heel & Toe [Marine Parade]

L’unica cosa imparentata con l’hip hop che valga la pena ascoltare. Sembra uscito da Psyence Pfiction di U.N.K.L.E. Assolutamente trainante.

* Les Visiteurs feat. Tommy Sunshine: Time Slides By [Systematic]

Chi ha detto che l’electroclash è morto? Vizioso, perverso & acido.

* Sterac Electronics: Destination Reached [Music Man]

Quasi italo disco, appena un po’ più ipnotica e contemporanea e vicina a Mylo e Metro Area.

* Medcab: Dance (Muttonheads Remix) [Hussle]

Se Giorgio Moroder fosse stato un operaio di Sheffield e se Chernobyl fosse accaduto nel 1978, la disco avrebbe avuto questo suono. Forse.

* Vector Lovers: Futures in Plastic (Claro Intellecto Remix) [Soma]

Asettico, minimale, oltre le nuvole.

* Housemeister: Do You Wanna Funk [Bpitch Control]

Una delle cose più strampalate che ho sentito recentemente: un basso che ripete tre note, un’accozzaglia di legnetti percuotono altri legnetti, una voce malata che passa di lì per caso.

* The Rakes: Terror (Extended Mix) [V2]

Be’, sono i Rakes! Tratto da Capture/Release.

* Benjamin Biolay: Les Cerfs Volants [Virgin France]

Solo due parole: malinconico e romantico (come ha detto Ali).

Dirotta verso il mare

dirottacover

Dirotta Su Cuba – Jaz
Jazzet/Edel
[ITA 2005]

La vita a volte è veramente strana. Dopo aver assistito all’ingresso in redazione di Pipolo, c’è chi ci spinge a far concorrenza ai nostri cugini di Musicboom . Noi riconosciamo a loro il primato in fatto di musica, ma ci prendiamo la libertà di ricevere un disco, accettarlo e addirittura recensirlo.
L’anomalia giunge dai Dirotta Su Cuba, storico gruppo italiano che si è sempre aggirato tra i meandri della black music, del funk e dell’acid jazz, i quali fanno pervenire in redazione un delizioso kit che comprende, oltre al cd racchiuso in un interessante packaging, un nécessaire monodose per farsi un cuba libre, subito fatto sparire dal webmaster, oltretutto prima di mezzogiorno.
Ci fu un’epoca a cavallo tra ’900 e 2000 in cui si poté assistere all’esplosione della cosiddetta lounge music: ogni giorno uscivano decine di ristampe di music libraries risalenti agli anni ’60 e ’70, ossia raccolte di temi usati in televisione o nel cinema per stacchetti, per la connotazione di momenti standard festaioli o erotici, accanto a raccolte di canzoni vere e proprie e temi tratti da commedie all’italiana, poliziotteschi, soft porno ed altro. Tutto questo era imparentato con il concomitante recupero dell’exotica e della bachelor pad music che andava da Esquivel a Les Baxter fino alla bossa nova più dozzinale, ma divertente. Gruppi contemporanei iniziarono ad ispirarsi a quelle atmosfere: saltarono fuori dei personaggi tipo i Pizzicato Five, i Fantastic Plastic Machine, i Combustible Edison e un’etichetta come la tedesca Bungalow la faceva da padrona. Quelle cose mi piacevano molto, ma in capo a un paio d’anni tutto diventò una fotocopia di una fotocopia di una fotocopia.
Qualche anno prima era esploso l’acid jazz (il jazz da ballare per la generazione acid house): sarebbero troppi i nomi da citare, ma ricordiamoci di etichette come la Talking Loud oppure l’eponima Acid Jazz. Anche in questo frangente tutto diventò sciacquatura di piatti in breve tempo.
Detto ciò, non riesco a capire l’operazione dei Dirotta su Cuba; Jaz non è un disco di Donald Byrd tipo Street Lady che rimane al di fuori delle mode e del tempo, così come non è un Timmy Thomas o un Quincy Jones d’annata, nonostante il fatto che in Fantom Beat (il titolo d’apertura e probabilmente il pezzo migliore) riecheggi tutto questo, quasi un Soul Bossa Nova accelerato.
Il resto del disco paga un tributo importante all’acid jazz più vocale e soulful alla Brand New Heavies, alla lounge music e alla bossa nova, con un uso più che discreto dell’elettronica e dei campionamenti, in brevi e improvvise accelerazioni drum ‘n’ bass “light”, con un emergere più deciso dei fiati altrove, in sonorità quasi big band (L’Iguana. No, Iggy non penso che c’entri qualcosa), e della chitarra acustica in pezzi decisamente bossa come Italy. Il piatto forte è rappresentato dalla nuova cantante Marquica (unica partner in crime del fondatore Rossano Gentili), che dice di ispirarsi a Ella Fitzgerald, a Billie Holiday e a Mina, compie agili equilibrismi vocali ma manca di dinamica, di maturità tecnica e stilistica pur risultando sexy e accattivante, così come sembra acerbo tutto il lavoro (nonostante la lunga carriera), penalizzato da una produzione troppo lineare e compressa.
Se Jaz fosse uscito esattamente dieci anni fa, probabilmente avrei gridato al “miracolo italiano” perché avrebbe rappresentato un prodotto di punta, piuttosto in linea con quello che accadeva nel mondo all’epoca, mentre trovo che oggi sia un’esperienza fine a se stessa e un po’ lontana dal tastare il polso pulsante di questi anni; ciò non toglie il fatto che sia un disco piacevole se ci si limita a cinque ascolti (tralasciando alcuni testi al limite dell’imbarazzante: son malato immaginario/mangio pizza fuori orario/son nato in Italy) e se si ripone il cd in un cassetto per tirarlo fuori con i primi caldi che inducono una maggiore tolleranza, e trasferirlo direttamente nel lettore cd dell’auto, pronti a far rotta verso il mare.

3/5

Antidoti/Antiemetici 3.0

Questa volta ho voglia di pescare nei recessi contaminati e contaminanti di qualche tempo fa. I disordini di Brixton, Margaret Thatcher, quadretti bianchi e neri, gente molto nerovestita, 100 Club e Batcave. Un sacco di contrasti e integrazione degli opposti. Forse gli anni più fecondi e prolifici del ’900.

* The Specials: Ghost Town (12″ version)
* The Clash: Guns of Brixton
* Gang of Four: To Hell With Poverty
* PIL: Death Disco
* 23 Skidoo: Vegas El Bandito
* Pigbag: Papa’s Got a Brand New Pigbag
* Bauhaus: Kick in the Eye
* A Certain Ratio: Shack up
* The Selecters: On My Radio
* Alien Sex Fiend: Ignore The Machine

Buone ricerche o buon ascolto.

Antidoti/Antiemetici 2.0

Mi sento così magnanimo e così poco desideroso di abbandonarmi ai soliti conati che Vi scodello un’altra playlist. Questa roba mi tiene vivo. Da iniziare ad ascoltare da metà, o dal fondo, o dall’inizio.

* White Rose Movement: Love Is a Number
* Gwen Stefani: Cool (Photek Remix)
* Tiga: You Gonna Want Me (Isolée In-My-Bee Remix)
* Sono: A New Cage (Extended)
* Agoria: Les Beaux Jours
* Abe Duque: Ban
* Coburn pres. Dumb Blonde: We Have the Technology
* Death From Above 1979: Black History Month (Alan Brake and Fred Falke Remix)
* Vetosilver: When You’re With That Girl
* The Organ: Brother

Buone Cose

Antidoti/Antiemetici

Così, una playlist per questi giorni. Oplà. In ordine sparso.

- Adult: Gimmie Trouble
- Ladytron: Destroy Everything You Touch
- Jenny Goes Dirty: Amoureux Solitaires
- Human Body: Slave of the Machines (Gino & Snake Plissken remix)
- X Lover: So Blue
- Annie: Happy Without You (Riton Vocal mix)
- The Juan Maclean: Give Me Every Little Thing (Muzik X Press Vocal mix)
- The Magicake: I Was Dancing With Boy George (Adriano Canzian mix)
- Depeche Mode: Precious (Misc Full Vocal mix)
- Soulwax: NY Lipps (Kawasaki Dub)
- Kate Wax: Killing Your Ghost
- Audion: Just Fucking (Roman Fluegel’s 23 Positions in a One Night Stand Remix)

Enjoy.

Da vaffanculo ai cartoni animati

Qualche giorno fa accendo la tv premendo, come al solito, un tasto a caso sul telecomando. Mi lascio le immagini alle spalle e mi metto al pc, in sottofondo una canzone:

Si accenderà nel cielo come una promessa vedrai
la stella del destino, stella degli eroi,
con il tuo cuore puro e l’aiuto di Anna e di Yomei
oltre te stesso riuscirai a diventare…

Eppure questa voce la conosco.

Shaman King, Shaman King, il nuovo re degli sciamani,
Shaman King, il grande sogno che hai dentro di te,

Ma cos’è questa roba? Dev’essere uno di quei nuovi orribili cartoni senza storia, uno di quelli fatti soltanto per vendere pupazzetti ai bambini.

sarà l’amore a dirti quando sbaglierai,
con il potere del tuo spirito a difenderti cosi,
Shaman King, oh oh…

Ai miei tempi il merchandising seguiva l’opera d’ingegno, e lo faceva soltanto in caso di enorme successo. Oggi l’opera, perlopiù di pochissimo ingegno, è una specia di lungo spot del merchandising e serve solo a questo.
Tutta colpa dei Pokemon, e delle leggi di mercato, certo.

Ma in questa lotta dura guarda quanti amici che hai,
e tu sei rosa pura non scordarlo mai,
e se la vita è un’orchidea, e può scaldarti il cuore,
lascia che sia tua, per diventare…

Eppure io questa voce l’ho già sentita. E se la vita è un’orchidea… sembra un testo sanremese.

Shaman King, Shaman King, il grande Re degli sciamani Shaman King, è questo il sogno che hai dentro di te,
sarà l’istinto e la follia di un Samurai,
o l’innocenza che hai nell’Anima
a difenderti cosi…

Shaman King…uh uh..

Uh uh… questa è tutta classe.

…è un’occasione da non perdere,
non c’è più tempo devi crescere,
dimostrare anche a Lei, il vero coraggio che hai!!

Fermi tutti! Io lo conosco questo. Ma sì, quello che dice sempre agli altri di fare le cose, vestiti, esci, vai con lui, stai con me, perché lo fai, brutta stronza…

per non tradire a metà
la vostra felicità!!

Il tuo destino….!

Oh, almeno non è morto nessuno nella canzone, dai.

Sarà la forza che hanno i deboli vedrai,
a risvegliarti a farti vincere,
basta crederci cosi!
Shaman King
Shaman King

Masini! Marco, sei tornato alla grande! HAI SOFFIATO IL POSTO A CRISTINA D’AVENA!