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E’ dura là fuori

Alta complicità

La mia cara amica Marbillay mi gira questa mail. Dovrebbe essere stata originata dall’Associazione Antichi Passi di Avigliana. Non ho difficoltà a credere al coinvolgimento del ministro Lunardi, del resto già invischiato in conflitti di interessi palesi in un mare di opere pubbliche, una in più, una in meno, non penso che faccia una gran differenza. Fatico invece a credere all’intento censorio di Report, per quanto mi riguarda l’ho sempre considerata una trasmissione ottima e che ha dato in passato più volte prova di non guardare in faccia niente e nessuno.
Ad ogni modo leggete, cercate informazioni per conto vostro e fatevi la vostra opinione in merito.

Testo del messaggio

IMPORTANTE !

Per favore, leggete questo documento fino in fondo. Non vi chiedo che pochi minuti del vostro tempo.
Scrivo queste poche (spero) righe con l’unica intenzione di portare a conoscenza una situazione che la maggior parte dei media cerca di tener nascosta.
Da diversi anni è in corso in ValSusa una manovra di resistenza organizzata contro la linea ad alta velocità ferroviaria Torino-Lione (TAV).
Quello che fanno credere i media è che gli oppositori siano pochi e comunque motivati solamente dal fatto che “gli passa il treno sotto casa”.
Nella manifestazione di giugno c’erano 30.000 persone (in tutta la Val Susa ci sono 50.000 abitanti).
Non posso di certo smentire questa motivazione, ma in realtà i motivi veri (che vengono metodicamente nascosti dai media) sono ben altri:

1.. La tratta Torino-Lione è completamente inutile: nella Val Susa esiste già una linea ferroviaria sottoutilizzata, in grado di reggere il traffico richiesto (considerando i tassi di crescita) almeno fino al 2050.

2.. La linea in costruzione è esclusivamente merci, non si avrebbe alcun vantaggio in termini di tempo per la percorrenza da Torino a Lione. I treni passeggeri comunque continuerebbero a transitare nella linea storica con i tempi di percorrenza attuali.

3.. Nel tratto montano (e quindi da Torino alla Francia), comunque non sarebbe una tratta ad alta velocità perchè la conformazione del terreno montano non la rende possibile.

4.. L’amianto sotto al Musinè c’e’ veramente (è già ampiamente dimostrato), e nei progetti non c’è il minimo accenno ad un piano di messa in sicurezza dell’amianto estratto (è previsto semplicemente uno stoccaggio in valle a cielo libero), che con i frequenti venti della ValSusa verrebbe distribuito e respirato in tutta la cintura ovest di Torino ed in Torino stessa. Le malattie causate dalla respirazione di anche solo 1 fibra di amianto vengono diagnosticate 15 anni dopo l’inalazione. Dal momento della diagnosi la mortalità è del 100%, ed il tempo di vita medio è di 9 mesi.

5.. Il corridoio 5 (tratta Lisbona-Kiev) di cui questa tratta sarebbe parte fondamentale non esiste: da Trieste verso est l’opera è bloccata in tutti i suoi aspetti.

6.. Finanziariamente è un disastro annunciato: perchè vada in attivo, nella tratta dovrebbe passare un treno merci ogni 3 minuti, 24 ore al giorno. Per questo motivo, al momento nessun privato si è impegnato finanziariamente, banche e fondazioni comprese. La tratta è costosissima, ed i soldi non ci sono: è notizia recente che nella finanziaria di questi giorni sono stati tagliati quasi tutti i fondi per le grandi opere. Gli unici soldi su cui si regge l’opera sono i finanziamenti europei.

7.. Se dovessi elencare tutte le implicazioni legali del ministro Lunardi (! mi spiace, ma non riesco proprio a dare dell’onorevole ad una persona del genere) questo documento diverrebbe troppo lungo. Dico solo che l’appalto per la costruzione del tunnel di 52Km (7,5 miliardi di euro) è stato vinto da una ditta francese che l’ha subbappaltato alla francese RockSoil, di proprietà della moglie.

Forse ora è più chiaro e motivato perchè nelle proteste dei ValSusini sono presenti sempre, in prima fila, tutti i sindaci e le istituzioni di tutti i paesi della Valle, indipendentemente dal partito politico di appartenenza.

Il CIPE, incaricato di distribuire i fondi italiani, ha già eliminato la tratta Torino-Lione dalle opere da finanziare dallo stato italiano (nonostante quanto riferito dai media). L’unico obiettivo di chi il TAV lo vuole fare è quello di agganciare la pioggia di finanziamenti europei per le grandi opere; per far questo, devono entro fine anno poter dire che i lavori sono iniziati.

Lunedì 1 novembre ho partecipato al blocco dei lavori a Mompantero: in 500 persone (saremmo stati molti di più, ma alla maggior parte delle persone è stato impedito di raggiungere i luoghi della protesta, militarizzando Susa) abbiamo bloccato senza alcuna violenza per un giorno intero 1.200 demotivati esponenti delle forze dell’ordine. La notizia che i siti siano poi stati presi in possesso dalle forze dell’ordine in nottata (quando non c’era più nessuno ad opporsi e verificare) sembrerebbe falsa, alcune persone hanno verificato il giorno successivo che i siti erano ancora sgombri.
La questione NoTAV non è una questione di sinistra o destra: l’opposizione è trasversale, ed ogni persona di buon senso che sia informata sul problema non ha difficoltà a capire le nostre ragioni. Il problema è che la voce dei NoTav viene puntualmente soffocata dai media, per la grande quantità dei finanziamenti europei in gioco. Personalmente penso che anche i più accesi interessati questo lo sappiano benissimo, e dell’opera non gli importi proprio nulla. L’unica loro preoccupazione è farsi rigirare nelle loro casse i soldoni europei.

Non chiedo a chi legge questo messaggio di crederci ciecamente, ovviamente può essere inteso come propaganda di parte, ma di informarsi anche da altre fonti indipendenti. Purtroppo il quotidiano La Stampa ed il telegiornale regionale di Rai 3 sono le fonti di informazione che si sono rivelate più corrotte e di parte, non solo nei commenti alle notizie ma anche nel continuo riportare notizie false.
Qualche anno fa è venuta una troupe di Report diversi giorni in valle a fare un servizio sul problema. Risultato: il servizio non è mai andato in onda ed il giornalista è stato quasi licenziato.

Il mio intento non è solo di convincervi sulle nostre ragioni, ma prevalentemente di informarvi. Se credete che le informazioni di questo messaggio siano false, vi invito a verificarle. Penso che poi la convinzione venga da sola.

Vi prego di inoltrare questo documento al maggior numero di persone possibile.

Ogni scusa è buona per sparlare del Cicciopanzo nazionale.

È chiaro che se in Italia a insegnare giornalismo e comunicazione ci si mette gente come il Cicciopanzo i risultati siano questi, inutile lamentarsi.

Un crollo improvviso blocca sottoterra sei ragazze impegnate in un’avventurosa spedizione speleologica. L’unica speranza è trovare un’altra uscita che le riporti verso la libertà. Cieche nel labirinto delle grotte sotterranee, le ragazze si rendono conto che oscure presenze le seguono nell’ombra…

Cioè, più che il comunicato stampa di presentazione di un nuovo film (The Descent) sembra una metafora a sfondo sessuale per descrivere un lesboporno d’autore con protagoniste 6 pornostar (il numero 6 – non dimentichiamocelo – nella smorfia napoletana sta a indicare “la cosa che guarda a terra”, a buon intenditor…) che, impossibilitate a sfogare “naturalmente” i propri bassi – ma giustissimi – istinti (l’avventurosa spedizione speleologica) causa ciclo mestruale (il crollo improvviso: tutte e sei insieme, eh sì), si dovranno arrangiare liberamente con ben altro orifizio (l’altra uscita/grotta sotterranea), ove – essendo assai inesperte (cieche) – dovranno purtroppo affrontare ben più consistenti problemi (le oscure presenze)… soprattutto se avranno mangiato fagioli, aggiungerei io.

Però quasi quasi per l’anteprima ci faccio un pensierino… ma solo se ci saranno le sei pornostar in sala ovviamente!