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E’ dura là fuori

Il nuovo video dei Mambassa: Nostalgia del futuro

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente comunicato stampa, ci è piaciuta molto l’idea che, in qualche modo, ai trentenni (quasi quarantenni) di oggi sia stato rubato il futuro da una troppo ingorda e avida generazione precedente:

IL NUOVO VIDEO DEI MAMBASSA

“NOSTALGIA DEL FUTURO”

La generazione dei trentenni ha vissuto l’infanzia nella bambagia foderata di promesse degli anni ‘80, quando tutto sembrava possibile. Poi sono cresciuti e quando è toccato a loro prendere in mano il paese, si sono accorti che quel tutto sembrava possibile era solo uno slogan vuoto: la generazione precedente aveva sperperato il patrimonio culturale, economico, ambientale del paese e non c’era altro ad attenderli che un presente scosceso e compromesso. La nostalgia del futuro è proprio la consapevolezza struggente di tutto ciò che non potrai mai più avere, quando realizzi che ti è stato sottratto con l’inganno. I Mambassa traducono questo sentimento in una ballad incalzante, malinconica e potente, e in liriche visive, cinematografiche. Lorenzo Vignolo, grande firma del clip musicale in Italia, ambienta il video in una festa languida, un po’ sulla falsariga del karaoke party di Lost in translation. Qui, al posto della Johansson c’è una radiosa Ana Caterina Morariu – al primo video musicale della sua carriera -, che porge il microfono a Stefano Sardo, cantante dei Mambassa e sceneggiatore (La doppia ora), per un’esibizione acustica a beneficio di una festa che non si cura di lui (“sai la gente pensa a noi meno di quanto crediamo”). Tra le facce al party quelle di giovani registi e sceneggiatori tra cui Giuseppe Gagliardi (Tatanka), Isabella Aguilar (Dieci Inverni), Ludovica Rampoldi (Il gioiellino), Michele Pellegrini (Non pensarci)…
NOSTALGIA DEL FUTURO
Con ANA CATERINA MORARIU

E con l’amichevole partecipazione di:
(in ordine alfabetico)
Isabella Aguilar, Serena Alfieri, Laura Buffoni, Peppe Cammarata, Elisabetta Curcio, Valentina Gaia, Giuseppe Gagliardi, Massimo Galimberti, Laura Lamanda, Valentina Leotta, Nicola Lusuardi, Davide Minnella, Valeria Morichi, Marilù Paguni, Michele Pellegrini, Filomena Pucci, Ludovica Rampoldi, Francesca Ritrovato, Emanuele Scaringi, Giorgia Sinicorni, Giorgia Villa…

Cast tecnico
Regia: Lorenzo Vignolo
Fotografia: Vladan Radovic
Produzione: Ines Vasiljevic
Montaggio: Larry Wine c/o Fake Factory
Scenografia: Paki Meduri
Coreografia: Miriam Centanin
Sonoro in presa diretta: Andrea Bergesio
Un ringraziamento particolare a D-Vison, e Fake Factory

I Mille per la Cuccagna

Il Consorzio Cantiere Cuccagna ha appena pubblicato sul sito www.cuccagna.org la LISTA DEI 1000 NOMI delle persone a cui ha chiesto pubblicamente aiuto, con la finalità  di diffondere la conoscenza del Progetto Cuccagna e ottenere, da parte dei cittadini, un apprezzamento significativo.
Nel comunicato Consorzio Cantiere Cuccagna chiede gentilmente aiuto anche alla stampa milanese nella comunicazione della campagna e nel coinvolgimento dell’intera città  ad aiutarlo ad integrare la lista dei “mille” con i nomi di persone pubbliche che potrebbero essere interessate al Progetto.

Anche se non siamo propriamente stampa milanese siamo ben lieti di dare come sempre una mano.

Di seguito la lettera aperta:

I Mille per la Cascina Cuccagna
Lettera pubblica a 1000 milanesi che hanno a cuore il futuro di questa città ,
che qui vivono, qui sono nati, qui lavorano
e che sono diventati parte nota della sua storia recente
Cari concittadini,
vi scrive Consorzio Cantiere Cuccagna, costituito da sette associazioni no profit milanesi*, che sta
recuperando gli spazi preziosi di un’antica cascina agricola del Settecento miracolosamente
sopravvissuta in zona Porta Romana: la Cascina Cuccagna.
L’obiettivo del Progetto Cuccagna (www.cuccagna.org) è quello di restituire la cascina, di
proprietà  del Comune, le sue corti e i suoi giardini alla città  trasformandola in un nuovo
spazio pubblico: 4000 mq a disposizione dei cittadini, della loro creatività , del loro desiderio di
partecipazione e del loro benessere sostenibile.
Fondazione Cariplo e Banca Popolare di Milano hanno permesso l’avvio del cantiere per il recupero
architettonico che ne conserverà  intatto il carattere di cascina agricola utilizzando le tecnologie
sostenibili più avanzate. Alcuni sponsor tecnici hanno permesso di ridurre i costi, un forte
appoggio culturale è giunto da FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, Coldiretti, Slow Food,
Politecnico di Milano e Soprintendenza ai Beni Culturali. Un lavoro costante di ricerca fondi è
rivolto da mesi ad aziende e istituzioni.
Al loro apprezzamento e al loro contributo vogliamo aggiungere ora, significativamente, il vostro.
Vi chiediamo di farvi avanti in prima persona e acquistare un certificato di sottoscrizione pubblica
del valore di 250 euro. Un piccolo gesto che costituisce un esempio importante per tutte le
persone che vi riconoscono e vi stimano per il vostro lavoro e per ciò che rappresentate per
Milano. Un piccolo gesto che moltiplicato per 1000 regala alla città  intera nuova fiducia.
Vi ringraziamo fin da ora per la vostra attenzione.
Naturalmente vi invitiamo qui da noi per una visita all’interno degli spazi della Cascina.
Cordiali saluti.
Consorzio Cantiere Cuccagna

Sit-in a Lecce contro sansificio di Veglie

Ora lo so, molti penseranno: ecco, altra gente che sa dire solo dei no, altra gente che dice non nel mio giardino…

Il fatto è che il “non nel mio giardino” è sacrosanto. Se io vivo in un luogo è mio diritto cercare di fare di tutto perché nessuno venga a costruirmi una centrale nucleare di fianco.
O un rigassificatore.
O, per l’appunto, un sansificio.

Ok, l’Italia è densamente popolata, d’accordo, ma le cose si devono fare con criterio, altrimenti la gente ha tutte le ragioni di questo mondo per lamentarsi:

Sit-in a Lecce contro sansificio di Veglie
Giovedì 16 ottobre 2008 alle ore 10.00 presso Palazzo dei Celestini
sede della Provincia a Lecce si terrà la conferenza di servizi, a quanto pare conclusiva,
per l’autorizzazioneall’emissione dei fumi del mega sansificio di Veglie.
Il COMITATO AMBIENTE SANO, pertanto, chiede la Vostra collaborazione per organizzare un
sit-in durante la conferenza stessa, per manifestare, ancora una volta, il nostro
“No” all’attivazione dell’impianto.

Certi della Vostra disponibilità, si porgono cordiali saluti.
COMITATO AMBIENTE SANO

Il piccolo bagnino (lombardo?)

Oggi voglio raccontarvi una storia da libro Cuore.



Gli eventi si svolgono qualche tempo fa, in una caldissima ed assolata mattina di fine estate. I nostri eroi, una giovane coppia di dissidenti di sinistra, si trovano su una piccola spiaggetta dell’isola del Giglio, una delle tante perle dell’arcipelago toscano.
Sono sulla spiaggia e prendono il sole, girandosi e rigirandosi, fanno le “cotolette”, come amano dire. La spiaggia è fatta da minuscoli sassolini arancio, non sabbia, piuttosto roccia sbriciolata. E’ strana, e tinge.
Lui fa le parole crociate, con velocità e maestria, lei si cosparge di olio, con velocità e maestria.
Due file di teli da mare più giù, un’ampia famiglia composita. Saranno una quindicina, tra zii, amici, cugini, bambini, mogli, suocere e quant’altro. Bello, è uno spettacolo non comune ormai.
In mare, dal di dietro di un gigantesco yacht ormeggiato non troppo lontano dalla riva, come un piccolo escremento blu elettrico fuoriesce una moto d’acqua.
La cavalca un deficiente.
Ronza, ronza e si avvicina sempre più alla riva, pericolosamente sfiorando l’acqua in cui nuotano incolpevoli bambini e vecchie signore raggrinzite, come zucchine in frigo da un po’.
Il deficiente sembra farlo di proposito.

Sulla spiaggia si fa largo, violenta e rapida, la rivoluzione.

Tutti cominciano a lanciare insulti ed improperi verso il ronzante, ricco, cretino.

Uno dei signori canuti della famiglia allargata, di professione giornalista del Messaggero, chiama la guardia costiera.
Urla: – Vi ho già chiamato stamattina alle undici, quando lo yacht di questi cafoni e arrivato nella cala a tutta birra e si è fermato di colpo virando e sollevando un’onda che ci ha travolti tutti. Vi ho chiesto di intervenire e non avete fatto nulla. Adesso uno di questi imbecilli, su una moto d’acqua, viene vicino a riva di proposito e rischia di prendere i bagnanti. Vi decidete a fare qualcosa o i cafoni arricchiti possono fare quel che gli pare e voi comunque non vi muovete, eh?

Le chiamate alla guardia costiera si moltiplicano, da diversi punti della spiaggia si sentono persone pronunciare frasi come:

- Si chiama “Quattro Sassi”, qua-ttro sa-ssi, ha capito? Ha scritto? Muovete il culo?

- No, no, io mi inalbero e come se mi inalbero! Guardi che io a lei le pago lo stipendio con le mie tasse, eh, quelli sullo yacht votano Berlusconi e le tasse non le pagano, caro mio. Quindi si sbrighi e venga a difendere chi la paga.

Mentre la protesta monta ed i bagnanti onesti e civili sono ormai tutti in piedi ad inveire contro l’imbarcazione distante e tutti i suoi poco eleganti occupanti, da una spiaggia vicina, senza fare rumore, un eroe spinge in mare un pattino.

Rema e rema, il minuscolo bagnino, più piccolo ad ogni bracciata.
Rema e rema, rimpicciolendo ancora, man mano che si fa prossimo alle murate del Quattro Sassi.
Rema e rema e spegne le parole a tutta la spiaggia.

Tutti lo guardano, il piccolo eroe, mentre scivola lento ma inesorabile, onda dopo onda. Tutti guardano questo Davide in costume da bagno e sandali avventurarsi sereno verso un bianco Golia di resina e vetro.

Arriva, sale a bordo, parla, risale sul pattino, si rimette a remare verso la sua spiaggia.

Non sappiamo cos’abbia detto, ma sappiamo che lo ha fatto con fermezza e con gentilezza, sappiamo che lo ha fatto quasi sorridendo. Sappiamo che ha fatto paura.

Il Quattro Sassi accende i motori e va via.
Sulla spiaggia esplodono i festeggiamenti.

Salvati da un co.co.pro degli ombrelloni, mentre i professionisti della Guardia Costiera, stipendiati, pasciuti e panciuti, manco si sono visti.

Qualcuno scuotendo la testa, tra gli applausi e le risate dei bagnanti circostanti, mormora tra sé e sé:

- Chissà perché in questo paese le guardie obbediscono sempre ai ladri.

Ciao bagnino.

Questa è sicurezza?

Non so cosa stia diventando il nostro paese, so solo che non mi piace per niente.

CHE NON PASSI SOTTO SILENZIO L’ENNESIMO ATTO DI AGGRESSIONE INCIVILE

Milano, Stelian Covaciu, Rom e missionario cristiano evangelico, subisce un violentissimo pestaggio, con insulti razzisti e minacce, da parte di due poliziotti in divisa. E’ ricoverato in ospedale, in prognosi riservata. Gruppo EveryOne: “L’odio razziale ha ormai contagiato Istituzioni e autorità. E’ necessario che le componenti antirazziste e antifasciste italiane e dell’Unione europea si impegnino insieme per fermare l’imbarbarimento della nostra società”.

Milano, 20 giugno 2008. La città di Milano è ancora teatro di una vile, brutale spedizione punitiva nei confronti di un cittadino romeno di etnia Rom, effettuata questa volta da agenti di polizia in divisa. Dopo l’aggressione avvenuta la mattina del 17 giugno nei confronti di Rebecca Covaciu – la bambina che si è aggiudicata il Premio Unicef 2008 per le sue doti artistiche – e dei suoi familiari, ieri sera, 19 giugno 2008, un altro pestaggio, ancora più violento e inquietante, ha colpito il papà di lei, Stelian Covaciu, missionario della Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale. In seguito al primo, drammatico episodio di matrice razzista il Gruppo EveryOne aveva lanciato un allarme internazionale, coinvolgendo i media nonché numerose personalità della cultura e della politica.
Contemporaneamente i deputati radicali – Pd depositavano un’interrogazione urgente al Ministro degli Interni. Immediatamente dopo la nuova aggressione, Gina Covaciu, moglie di Stelian, chiamava ancora Roberto Malini del Gruppo EveryOne che, insieme a una responsabile dell’associazione milanese Naga, allertava un’ambulanza e le forze della polizia di stato, che accorrevano sul luogo dell’agguato e conducevano l’uomo, pieno di contusioni e traumi interni, sofferente e in stato confusionale, presso l’ospedale San Paolo, dove veniva sottoposto ad esami e ricoverato. E’ tuttora in prognosi riservata. Dopo aver allertato il Partito Radicale, che raccoglieva i particolari dell’avvenimento per agire a tutela delle vittime sul piano politico, il Gruppo EveryOne contattava la questura centrale per assicurarsi che le autorità formalizzassero la denuncia di aggressione ed effettuassero indagini scrupolose. “Quando Gina ci ha chiamato,” riferiscono i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, “era talmente agitata e disperata che faticava ad articolare discorsi comprensibili. Vicino a lei, Stelian si lamentava, pronunciando parole sconnesse. Quando la donna si è calmata, ci ha raccontato i particolari dell’agguato. Gli stessi energumeni che avevano picchiato, insultato e minacciato i Covaciu si trovavano ancora davanti a loro. Stavolta però erano scesi da un’auto della polizia, in divisa e armati di manganelli. Dopo la prima aggressione, la piccola Rebecca, che è una ragazzina molto intelligente e intuitiva, ci aveva già detto che gli aguzzini della sua famiglia indossavano guanti simili a quelli che indossano i poliziotti. Sospettavamo che avesse ragione, anche perché un numero crescente di Rom ci segnala di questi tempi un comportamento violento o intimidatorio da parte delle forze dell’ordine, ma speravamo di sbagliarci. L’ipotesi più grave, invece, è stata confermata dai fatti e gli agenti razzisti hanno colpito ancora”. Questa volta, però, la violenza degli uomini in divisa si è concentrata su Stelian. La loro azione brutale si svolgeva in piazza Tirana, nei pressi della Stazione San Cristoforo, dove la famiglia vive all’interno di un riparo di emergenza, fatto di teli e cartone. “Gli agenti si sono avvicinati all’uomo,” proseguono i leader EveryOne, “e l’hanno apostrofato con un tono minaccioso: ‘Ci riconosci? Hai fatto un errore a parlare con i giornalisti, un errore che non devi ripetere’.
Quindi hanno cominciato a picchiarlo con cieca violenza, sia con i pugni che con i manganelli, riducendolo in condizioni penose. Quindi, mentre Stelian era a terra, l’hanno insultato e minacciato: ‘Non raccontarlo a nessuno o per te saranno guai ancora maggiori’. Quando i due picchiatori si sono allontanati, Gina, i figli e alcuni concittadini di Stelian l’hanno soccorso. Lui si lamentava ed era in evidente stato di shock”. Intanto un’attivista sopraggiungeva sul posto e raccoglieva numerose testimonianze da parte dei Rom che vivono nei dintorni della stazione di San Cristoforo, che confermavano le parole di Gina Covaciu ovvero che due poliziotti in divisa, scesi da un’auto della polizia, erano gli autori del violento pestaggio. “E’ necessario che si ponga fine a questa persecuzione,”
concludono gli attivisti, “perché il diffondersi dell’odio razziale, di cui sono latori politici e numerosi media, ha scatenato una sequenza impressionante di atti di violenza nei confronti dei cittadini Rom. Sappiamo che le forze dell’ordine sono formate per la maggior parte da agenti che operano seguendo il codice etico europeo.
Ci appelliamo anche a loro affinché i razzisti e i violenti siano isolati e perseguiti, mentre le famiglie Rom, che rappresentano la parte più vulnerabile della società, siano protette. La violenza contro i Rom e le intimidazioni nei confronti degli attivisti che si battono per i diritti dei ‘nomadi’ crescono, in Italia, ogni giorno che passa. Famiglie intere vengono braccate fin sotto i ponti, nelle case abbandonate, nei parchi. Forze dell’ordine, sindaci e assessori- sceriffi, squadristi e giustizieri hanno scatenato una caccia all’uomo tanto feroce quanto irrazionale. I Rom vengono costretti a fuggire da un luogo all’altro, privati di qualsiasi forma di sostentamento – dall’elemosina ai servizi di strada – ridotti a fuggiaschi disperati, affamati, malati, senza alcun diritto. Nedo Fiano, Piero Terracina, Goffredo Bezzechi, Tamara Deuel, Mirjam Pinkhof, tutti sopravissuti all’Olocausto, avvertono con preoccupazione i cittadini europei affinché non cedano alle seduzioni del razzismo e paragonano la persecuzione dei Rom agli anni della Shoah, gli sgomberi e le spedizioni punitive ai pogrom. Rebecca, la figlia 12enne, di Stelian, è un grande talento, che l’Unicef ha premiato proprio nel 2008, ma che l’Italia punisce ogni giorno con il veleno dell’emarginazione, della povertà, dell’odio e della violenza.
Un Paese che si rende colpevole di una simile ingiustizia, un paese che accetta tanta violenza, tanta crudeltà verso un intero popolo è un paese imbarbarito, è un Paese che ha perso la strada dei Diritti Umani ed è vicino a una crisi dei valori tanto grave da essere paragonata all’Italia delle leggi razziali, dei manganelli, delle camicie nere e dei treni per Auschwitz”.

Per ulteriori informazioni:

il Gruppo EveryOne e l’ Associazione Nazionale Thèm Romano ONLUS, sede nazionale di Lanciano (CH) per il COORDINAMENTO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONE SA PHRALA – OGNI PERSONA è TUO FRATELLO
Tel: (+ 39) 334-8429527 – (+ 39) 331-3585406 www.everyonegroup.com

Volevo dirti che…

Mi scrive un mio fraterno amico:

- … ti ho sgamato sto sito troppo fico, forse l’hai già visto ma sennò devi vederlo subito!! a quanto ho capito ad hollywood c’è una specie di sciopero degli sceneggiatori (penso si dica writers) e gli attori solidarizzano con contributi in forma corto mostrando come sarebbe il cinema senza i writers!! c’è il corto di susan sarandon che parla con uno e dice solo bla bla bla e poi ce n’è uno in cui a un sacco di attori danno un copione bianco e chiedono di recitarlo: fantastico!! il sito è speechlesswithoutwriters.com un pacio in pocca!

Ovviamente solidarizziamo con tutti gli autori del mondo (a cominciare da quelli di Lost e dalla loro tartaruga magica)!

Silenzio assordante

Forse non sapete cos’è il V-day.
Forse non lo sapete perché non ne avete trovato traccia sui grandi quotidiani nazionali. Forse non lo sapete perché non se n’è parlato nei telegiornali. Forse non lo sapete perché nessun politico ha fatto una dichiarazione in merito.

Non deve essere una cosa importante, direte voi.

Permettetemi di dissentire. Il V-day sarà un giorno speciale. Un giorno in cui molti italiani, si spera moltissimi, si riuniranno spontaneamente in moltissime piazze delle loro città, e diranno chiaro e tondo che non vogliono più “subire” una classe politica criminale.

Già 200.000 persone hanno aderito sul blog di Beppe Grillo, l’iniziativa copre già tutto lo stivale e molti raduni ci saranno anche all’estero, toccando tutti e cinque i continenti.

Tuttavia, ai giornalisti italiani sembra più importante parlare delle tette di Melita, del mistero Ronaldo o della laurea di Mike Bongiorno.

Insieme

Adesso vi racconto una strana storia.
Finanche stupefacente, almeno immagino che lo sia per i miei amici che leggono questi scritti o per i lettori più assidui.

Io sono un ateo, un laico, uno scettico. Non riesco a “credere”, è per me un atto impossibile. Se non capisco qualcosa, se non trovo prove, se non mi convinco, io dubito. E’ la mia natura, qualcosa che travalica studi ed educazione, qualcosa di più intimo.
Per quanto possa apparire incredibile è questa mia caratteristica a donarmi uno degli aspetti che più apprezzo di me stesso, ovvero la non comune apertura ad ogni possibilità. Io non escludo Dio, non ci credo ma non lo escludo.
Non escludo nemmeno la magia, i draghi, Babbo Natale, i fantasmi, i poteri della mente, la pranoterapia, l’omeopatia, i viaggi nel tempo e gli alieni. Non ci credo ma non li escludo, e nella mia vita, ovviamente, non ne tengo conto.
Con Dio, essendo chiaramente concetto di ordine di grandezza superiore, ho qualche problema in più.
Lo ammetto, l’esistenza di Dio mi piacerebbe, e molto, se non altro per potermela prendere con lui in alcuni, rari, momenti di sconforto.
Ma niente, io proprio non riesco a credere.

Qualche tempo fa, in una mail, un lettore di Cineboom ci palesò la sua esistenza ed il suo apprezzamento. Mi sorpresi scoprendo dalla sua firma in calce la strana professione (meglio sarebbe dire forse vocazione) di questo nuovo amico: era un monaco benedettino di Monte Oliveto, dell’Abbazia di San Miniato al Monte.

Per ovvie ragioni di riservatezza non scriverò il nome del nostro monaco, vi basti sapere che da quel giorno ci siamo sentiti via mail più volte e sempre sono rimasto colpito dalla sua cortesia, dalla sua leggerezza e… dalla sua non comune apertura ad ogni possibilità.

Noi siamo ragazzacci. Questo sito è militante, corrosivo (almeno questo scrivono di noi), se la prende spesso col Papa, col Vaticano, con le gerarchie ecclesiastiche, non abbiamo peli sulla lingua e raramente risparmiamo munizioni.
Ciò nonostante il mio amico benedettino ci legge, e spesso ci trova anche interessanti.

Ma non finisce qui.
Eh no. Perché io leggo lui.
Eh, sì, leggo la lectio. Il dibattito su Welby e la morte, le riflessioni sulla pace, le analisi del Vangelo di Luca, l’aiuto offerto al povero bambino sopravvisuto ad una tragedia… tutto.
Leggo in silenzio, con rispetto, e spesso trovo il tutto molto interessante.

E forse è per questo che, così come tempo fa su queste pagine ci siamo trovati ad irridere il negazionismo, oggi ci ritroviamo ad aiutare la redazione della Lectio di San Miniato di Firenze nella sua opera di diffusione di un importante appello, promosso dal prof. Brunello Mantelli contro le tesi negazioniste della Shoa.

Per firmare visitate la pagina dedicata cliccando qui.

Perché si può credere e si può non credere, ma non si può negare l’orrore.

Fascismo in brodo

Quand’è che il clima butta bene per un uomo forte, fortissimo, per uno che prenda a calci in culo gli stranieri delinquenti e ripulisca le strade per noi brava gente italica?
Ad occhio è croce direi che ci siamo quasi. E qualcuno non vede l’ora che accada.
Che una giovane prostituta rumena abbia ucciso una giovane italiana è ovviamente una tragedia.
Che il giornalismo televisivo nostrano non abbia perso occasione per sguazzare nella tragedia è altresì ovvio ed evidente.

Quello che forse salta meno all’occhio, il dato per cogliere il quale bisogna essere un filo allenati, è l’incredibile carico d’odio potenziale che questa vicenda innesca e che i nostri tg si sono preoccupati soltanto di incrementare.
Ad ogni servizio di Studio Aperto qualche giornalista Mediaset (mi scuso con la categoria per aver avvicinato la loro professione all’azienda che l’ha rovinata per sempre) da giorni si premura di pungolare ogni più recondito istinto barbarico e violento del pubblico televisivo.

Risultato?
Quella PUTTANA (fosse stata una badante rumena, o una ragioniera rumena, o una fisica nucleare rumena avrebbero ripetuto la professione ad ogni edizione?) ha ucciso una NOSTRA ragazza (ma come, gli italiani sono un popolo soltanto quando c’è da odiare qualcuno? Un romano, o un calabrese, o un napoletano, diventano uguali ai veneti o ai lombardi soltanto quando vengono colpiti da questi delinquenti immigrati?) e ci vorrebbe LA PENA DI MORTE (certo, perché il messaggio che Studio Aperto, o il TG5 o il TG4 e, purtroppo, talvolta anche i tg RAI tendono a far passare è proprio questo. L’ergastolo è poco per questa lurida assassina, no?).
E tutti vestiti al funerale come ad un comizio di Forza Nuova, tutti a fischiare il povero Marrazzo che mai in vita sua ha fatto un solo atto che potesse istigare alla violenza, tutti ad urlare in faccia al prete, durante l’omelia, che no, non si può perdonare quella puttana assassina, che certo, il cattolicesimo insegna proprio quello, a perdonare, e se siamo in una chiesa ad un funerale è perché dovremmo essere cattolici, ma no, non si può perdonare quella lurida puttana extracomunitaria (poco importa se i rumeni sono europei quanto noi da quest’anno).
Insomma, tutti là, pronti al linciaggio, pronti alla vendetta, carichi di rabbia, di livore, e di odio, pronti alla barbarie, pronti al medioevo.

E pronti, soprattutto, a mandarlo in diretta tv.

Anche il TG2 qualche volta ne azzecca una

I nostri amici dell’ANMIL, organizzatori del concorso CortoSicuro, ci pregano di diffondere questa notizia e noi prontamente accettiamo:

INCIDENTI LAVORO: MERCANDELLI (ANMIL) “TG2 DOSSIER RESTITUISCE RISPETTO E DIGNITA’ ALLE VITTIME DEL LAVORO”

Domenica 25 marzo, alle ore 18.00, le morti bianche, la sicurezza sul lavoro, gli infortuni drammatici maledetti ed inevitabili come le malattie professionali, saranno protagonisti del Settimanale di approfondimento sulla seconda rete RAI, TG2 Dossier.
Un coraggioso e lucido reportage realizzato dal giornalista Donato Placido per fotografare un fenomeno che non accenna a diminuire.
Attraverso un lavoro meticoloso e di grande umanità che ha dato voce alle vere vittime, la Direzione del TG2 ha voluto approfondire un tema difficile e impopolare cui l’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi sul Lavoro (ANMIL) che raccoglie 470.000 infortunati sul lavoro ha offerto la propria collaborazione.
“Siamo grati alla Direzione del TG2 per questo Dossier che restituirà almeno un po’ di dignità e rispetto a quanti hanno perso la vita per un incidente sul lavoro – commenta il Presidente nazionale dell’ANMIL Pietro Mercandelli – certi che solo grazie ad un’informazione qualificata e dettagliata, oltre che non sacrificata da tempi ristretti, si potrà dare un significativo contributo alla crescita della cultura della sicurezza sul lavoro e invertire un trend che ci dovrebbe far vergognare se ci consideriamo tra i paesi più industrializzati e civili”.