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Il più grosso vantaggio della destra italiana, se si esclude l’aver avuto come avversari quelli del PD

Melita ci ha scassato la guallera

Ora, sapendo che normalmente bisogna ciucciare il sarchiapone ad un segretario di Fini per fare un minuscolo spot in tv viene naturale chiedersi: ma Melita avrà fatto una cosa a tre con Ruini e Berlusconi insieme?

No perché è una specie di cancro pettoruto che infesta tutte le reti 24 ore su 24, eh, una peste balbettante che appena si accende una luce rossa si denuda e si gira di culo.

Non se ne può più. Quel triste pastone per ragazzotti afasici che è Lucignolo ormai vive solo delle scenette cucite addosso alla nudità della nostra, mandandola a fare domande inutili in contesti privi di interesse, sempre e soltanto con un unico fine: farla spogliare.

E lei se ne vanta pure. Vorrei vedere altre ragazze ad andare a spogliarsi in pieno giorno al centro di Sciacca, dice.
Ma io vorrei vedere te in miniera, coraggiosa del cazzo, a spogliarsi sono capaci tutti, via, non ci vuole né una particolare intelligenza né superne doti interiori, ci vogliono soltanto due minne e due chiappe tonde e tu, per tua fortuna, le hai avute. Sfruttale senza ritegno ma almeno non far finta di essere un’eroina, non lo sei.

E che qualcuno chiuda Studio Aperto, ormai è diventato soltanto uno spot perenne per le tette di Melita.

Possibile che in questo paese di merda una roba che non è più un telegiornale possa andare impunemente in onda spacciandosi per tale?

Che palle!

Il moige (movimento italiano genitori) si scaglia contro la scelta di mediaset di trasmettere in prima serata Eyes Wide Shut in quanto il film di Kubrick sarebbe “pieno di immagini inquietanti, orgiastiche, nudi e abuso di sostanze stupefacenti non è certo adatto ad un pubblico di minori”.
Quanti sorveglianti della morale esistono in Italia? Perche’ non prevedono un qualche rito di massa che vada a danno loro, stile setta americana?
E, soprattutto, si scateneranno anche contro le vanzinate che sono ripiene “ma vaffanculo, anvedi che poppe”, gare di rutti e compagnia bella che occhieggiano indisturbate dalle emittenti ogni giorno in prima serata? No perche’ tra Panarea e Eyes Wide Shut non so cosa potrebbe turbare maggiormente i poveri bambini abbandonati davanti alla TV…
Ma quelli del moige magari ridono alle battute del cavalier zampetti, ammesso che quelli del moige ridano mai.

Fascismo in brodo

Quand’è che il clima butta bene per un uomo forte, fortissimo, per uno che prenda a calci in culo gli stranieri delinquenti e ripulisca le strade per noi brava gente italica?
Ad occhio è croce direi che ci siamo quasi. E qualcuno non vede l’ora che accada.
Che una giovane prostituta rumena abbia ucciso una giovane italiana è ovviamente una tragedia.
Che il giornalismo televisivo nostrano non abbia perso occasione per sguazzare nella tragedia è altresì ovvio ed evidente.

Quello che forse salta meno all’occhio, il dato per cogliere il quale bisogna essere un filo allenati, è l’incredibile carico d’odio potenziale che questa vicenda innesca e che i nostri tg si sono preoccupati soltanto di incrementare.
Ad ogni servizio di Studio Aperto qualche giornalista Mediaset (mi scuso con la categoria per aver avvicinato la loro professione all’azienda che l’ha rovinata per sempre) da giorni si premura di pungolare ogni più recondito istinto barbarico e violento del pubblico televisivo.

Risultato?
Quella PUTTANA (fosse stata una badante rumena, o una ragioniera rumena, o una fisica nucleare rumena avrebbero ripetuto la professione ad ogni edizione?) ha ucciso una NOSTRA ragazza (ma come, gli italiani sono un popolo soltanto quando c’è da odiare qualcuno? Un romano, o un calabrese, o un napoletano, diventano uguali ai veneti o ai lombardi soltanto quando vengono colpiti da questi delinquenti immigrati?) e ci vorrebbe LA PENA DI MORTE (certo, perché il messaggio che Studio Aperto, o il TG5 o il TG4 e, purtroppo, talvolta anche i tg RAI tendono a far passare è proprio questo. L’ergastolo è poco per questa lurida assassina, no?).
E tutti vestiti al funerale come ad un comizio di Forza Nuova, tutti a fischiare il povero Marrazzo che mai in vita sua ha fatto un solo atto che potesse istigare alla violenza, tutti ad urlare in faccia al prete, durante l’omelia, che no, non si può perdonare quella puttana assassina, che certo, il cattolicesimo insegna proprio quello, a perdonare, e se siamo in una chiesa ad un funerale è perché dovremmo essere cattolici, ma no, non si può perdonare quella lurida puttana extracomunitaria (poco importa se i rumeni sono europei quanto noi da quest’anno).
Insomma, tutti là, pronti al linciaggio, pronti alla vendetta, carichi di rabbia, di livore, e di odio, pronti alla barbarie, pronti al medioevo.

E pronti, soprattutto, a mandarlo in diretta tv.

Anche il TG2 qualche volta ne azzecca una

I nostri amici dell’ANMIL, organizzatori del concorso CortoSicuro, ci pregano di diffondere questa notizia e noi prontamente accettiamo:

INCIDENTI LAVORO: MERCANDELLI (ANMIL) “TG2 DOSSIER RESTITUISCE RISPETTO E DIGNITA’ ALLE VITTIME DEL LAVORO”

Domenica 25 marzo, alle ore 18.00, le morti bianche, la sicurezza sul lavoro, gli infortuni drammatici maledetti ed inevitabili come le malattie professionali, saranno protagonisti del Settimanale di approfondimento sulla seconda rete RAI, TG2 Dossier.
Un coraggioso e lucido reportage realizzato dal giornalista Donato Placido per fotografare un fenomeno che non accenna a diminuire.
Attraverso un lavoro meticoloso e di grande umanità che ha dato voce alle vere vittime, la Direzione del TG2 ha voluto approfondire un tema difficile e impopolare cui l’Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi sul Lavoro (ANMIL) che raccoglie 470.000 infortunati sul lavoro ha offerto la propria collaborazione.
“Siamo grati alla Direzione del TG2 per questo Dossier che restituirà almeno un po’ di dignità e rispetto a quanti hanno perso la vita per un incidente sul lavoro – commenta il Presidente nazionale dell’ANMIL Pietro Mercandelli – certi che solo grazie ad un’informazione qualificata e dettagliata, oltre che non sacrificata da tempi ristretti, si potrà dare un significativo contributo alla crescita della cultura della sicurezza sul lavoro e invertire un trend che ci dovrebbe far vergognare se ci consideriamo tra i paesi più industrializzati e civili”.

Paris Hilton è un cesso

Io quelli della 3 proprio non li capisco: ci vuole davvero coraggio a trovare testimonial così irritanti. Dopo un vecchio politico democristiano processato per mafia e una culona bionda somigliante alla custodia di una Marilyn Monroe, eccoli finalmente approdare alla figlia degli alberghi, ovvero la più inutile persona famosa del globo.

Ora dico, tu, Paris, vuoi renderti conto che, oltre ad avere dei genitori così ignoranti da averti dato un nome maschile soltanto perché pensavano fosse quello di una città, sei pure un cesso?
Paris, ascolta, tu sei abbastanza ricca da poterti comprare la notorietà, va bene, non è un crimine.
Per giustificare la tua notorietà fai anche un po’ di mossettine da mignotta, anche questo ci può stare, a me piacciono pure le ragazze disinibite, figurati.
Rompi anche le scatole a mezzo mondo col tuo filmettino porno amatoriale in rete, va bene anche questo, se non giri un hard casalingo oggi non sei nessuno, ok, ma cavolo, almeno impara a fare sesso orale come si deve, su, raramente ho visto una persona meno capace.

Paris, in definitiva, già è dura sopportarti con tutti i media del pianeta che ti scattano centinaia di foto ogni volta che ti schiacci un brufolo, cacchio, è troppo chiederti di stare almeno fuori dagli spot del mio derelitto paese?
Lo so che la 3 ti paga, lo so, ma tu sei così ricca da poterti permettere di fare un disco senza saper cantare, dai, puoi sopravvivere anche senza ammorbarmi la tv, no?

Dai nano, svieni ancora!

Molto interessante questo articolo .

Ecco cosa sta succedendo in America: l’FBI sta indagando su un produttore di Hollywood, Frank Agrama su richiesta delle autorità (sicuramente rosse eh) italiane. Che ha fatto il produttore? Niente di che, ha solo comprato i diritti di alcuni film (soprattutto Paramount) per 130 milioni di dollari per poi rivenderli a Mediaset per 315 milioni di dollari attraverso la società Olympus Trading. Pare però che questi diritti siano fittizi e che i prezzi siano stati gonfiati con società off-shore proprio da Mediaset per costituire fondi neri all’estero e ridurre i ricavi in Italia in modo da pagare meno tasse.
Silvio Ber******i dovrà comparire, salvo malesseri improvvisi, in tribunale a Milano il prossimo 1 dicembre per rispondere ai magistrati che lo accusano di frode fiscale e falso in bilancio in relazione all’acquisto dei diritti cinematografici negli U.S.A.

Signora vomito

Poco tempo fa su una copertina de L’espresso ho visto un po’ di volti legati allo scandalo dei fascisti magnaccia, dei reali morti di fame, delle vallette mignotte e dei videopoker… insomma avete capito quale scandalo, sì?
Eh, lo so, se ne parla già poco ormai, è sempre quello in guaio dell’Italia, tutti si indignano sempre ma solo per pochissimi istanti.
Insomma tra Vittorio Emanuele, il figlio, la Gregoraci ed il braccio destro di Fini chi è che ti vedo? Ma la Cesarona del tg5, ovvero l’anello di congiunzione tra la giornalista e la nasica.
Cercando cercando ecco cosa ti trovo in rete:

Quando Cesara apparecchiava per i Savoia
di Marco Lillo

Davvero una giornata da brivido per Cesara Buonamici quell’8 aprile del 2005. Il vicedirettore del Tg5 aveva organizzato una cena indimenticabile nella sua splendida casa romana. Tra gli invitati c’erano il prefetto Achille Serra, il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Leonardo Tricarico e sua maestà il principe Vittorio Emanuele. Il cielo era azzurro e la serata si annunciava piena di stelle, ma tutto il resto congiurava contro. Tre giorni prima era morto il papa, le esequie erano fissate proprio quella mattina e, con 200 capi di Stato in giro per Roma, ci si era messo pure l’allarme aereo. Due caccia F16 si erano levati in volo e avevano scortato un aereo a destinazione. Il generale Tricarico aveva gestito l’emergenza mentre Serra coordinava 10 mila uomini sul terreno. In una giornata così dura Cesara Buonamici era riuscita a ‘metterli seduti’ entrambi alla sua tavola. Alle 19 e 40 però accade l’imprevisto: Vittorio Emanuele minaccia di dare forfait. A chiamare la giornalista è Achille De Luca, il collaboratore del principe che è stato arrestato su richiesta del pm di Potenza Henry Woodcock. Nell’ipotesi accusatoria De Luca pagava le mazzette ai Monopoli di Stato per fare ottenere i nulla osta alle slot machine dell’imprenditore siciliano Rocco Migliardi.
Cesara lo conosce come accompagnatore del principe e lo chiama un’ora prima della cena: “Ciao Achille, ti aspetto, eh”. Ma lui cerca di svicolare: i reali sono stanchi. La giornalista si inquieta: “Ho già organizzato tutto e soprattutto vengono il capo di Stato maggiore, il prefetto. Non mi fare spaventare, Achille. Vengono tutti per loro (i reali, ndr). E ho messo tutti a tavola”. De Luca la tiene un po’ in sospeso, ma poi la rassicura: “Ma adesso, se tu mi dici così…, io subito, sempre vicino a Cesara e risolvere il problema. A che ora li vuoi? Alle 9. Tanto Achille ci pensa. Baci”. Questo signore che fa da trait d’union tra l’erede Savoia e la conduttrice, secondo il pm Henry Woodcock, riveste “un ruolo di primo piano” nell’associazione a delinquere capeggiata dal principe. Gli inquirenti lo hanno fotografato mentre prendeva le bustarelle piene di euro in Sicilia e poi entrava con le 24 ore (piene di doni, secondo il pm) nella sede dei Monopoli. Per Woodcock, De Luca “è un personaggio inquietante e dal passato pieno di misteri: pluripregiudicato e già imputato per associazione a delinquere, truffa e bancarotta fraudolenta”. Cesara Buonamici invece è stata sentita a Potenza per questa vicenda solo come persona informata dei fatti. Ed è stata intercettata senza mai essere indagata, solo per acquisire notizie sui suoi amici poco attenti al codice penale. Nel verbale del vicedirettore del Tg5 (del quale ‘L’espresso’ ha dato notizia due settimane fa) la giornalista ammette di conoscere De Luca, ma riduce la sua figura a un mero autista: “Accompagnava in giro i Savoia. Ma non sapevo che è stato arrestato”. La giornalista sapeva però altre cose. Per esempio che i suoi amici avevano incassato 40 mila euro per sbloccare una pratica delle slot ai Monopoli. Non solo. Cesara li aveva sostituiti e pretendeva di applicare le stesse tariffe (ovviamente non con gli stessi sistemi ma contando sulle sue entrature politiche). Achille De Luca, dopo il colpo da 40 mila euro (divisi col principe) era sparito dalla circolazione. Rocco Migliardi però aveva bisogno di altri nulla osta che per le vie ordinarie non arrivavano. È a quel punto che Ugo Bonazza, altro collaboratore di Vittorio Emanuele, pensa alla giornalista.

Ora io sorvolo sullo squallore della cosa ma una domanda me la pongo: Perché di questa storia non si è saputo niente in tv?

Perché non ne ha parlato nessun tg? Nessuna Italia sul due, nessun Verissimo, nessun Lucignolo, nessun Del Debbio, niente.
Strano, no?

Ma allora non è solo una che sa lucidarsi le chiappe

Forse abbiamo giudicato Mara Carfagna troppo in fretta, forse non è solo una protovelina ficcata di forza nei primi posti delle liste di Forza Italia perché amica molto raccomandata di qualche potente del partito, no, forse lei è di più.

Roma, 3 lug. (Apcom) – Il decreto sulle liberalizzazioni “colpisce blocchi sociali di riferimento del centrodestra”. Lo dichiara Mara Carfagna, deputata di Forza Italia, segretario della Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati.

Segretario della Commissione Affari Costituzionali, wow!
Deve aver imparato un sacco sulla Costituzione quando faceva la comparsa da tavolino nella Piazza Grande di Magalli.

“Il decreto del Governo sulla concorrenza potrebbe rappresentare un’interessante tessera di un mosaico che al momento non esiste. Le vere liberalizzazioni – aggiunge Carfagna – si avviano a partire dai settori dove il monopolio è maggiore. Prodi e Bersani, pertanto, dovevano prima aprire i mercati di energia, poste, trasporti e servizi pubblici locali e poi passare ad altre categorie”.

Già, i settori dove il monopolio è maggiore, ma non parliamo della raccolta pubblicitaria e dell’emittenza radiotelevisiva o dell’editoria, tutti settori dove il partito che le ha regalato il posto in parlamento potrebbe rivelarsi particolarmente sensibile. Del resto, da valletta de La domenica del villaggio, di Mengacci, di certo avrà imparato tutto sulle liberalizzazioni.

“Così com’è – sottolinea la deputata di FI – questo decreto somiglia ad una vendetta elettorale che colpisce blocchi sociali di riferimento del centrodestra e lascia intatti i privilegi delle grandi lobbies e dei sindacati vicini al centrosinistra”.

“In questo contesto – conclude Carfagna – sono incomprensibili le aperture di esponenti della Cdl, che o non hanno compreso la portata punitiva e politica di questo decreto o si preparano a diventare quinte colonne del centrosinistra”.

Ma certo, Mara, del resto chi ha vinto le fasce di Miss Sorrisi e Canzoni e di Miss Cinema ha tutte le ragioni di questo mondo nel redarguire Tommaso Padoa Schioppa, uno dei più grandi esperti di economia del pianeta. Tommasino ha solo voluto fare un dispetto agli elettori di centrodestra, è chiaro, mica sta tentando di mordenizzare il paese favorendo concorrenza e consumatori, no.

Senti Mara, forse io continuo a giudicarti nel modo sbagliato, però, quando un ghost writer di Forza Italia ti passa una dichiarazione da leggere per motivare la tua esistenza in Parlamento… non prenderti così sul serio, ok?

Se fossi

Se fossi il leader di un partito che ha fatto del Valore della Famiglia il proprio stendardo. Se fossi anche solo parte di un partito che fa la morale a tutte e a tutti, che dice che l’Italia e’ fondata su alcuni Valori imprescindibili ed e’ cattolica perche’ li’ ha le sue radici e li’ trova i gia’ pluricitati Valori. Se fossi parte di questo stesso partito che predica contro la droga in continuazione e che, tra una predica e l’altra, di nuovo parla del grande Valore della Famiglia. Be’, se fossi di AN insomma, anch’io mi scoccerei a vedere su tutti i giornali che il portavoce di Fini e’ accusato di aver commesso una serie di reati che sulla Famiglia e sul Valore di Famiglia ci pisciano. Ma non sono di An e dico cheAlberto Iannuzzi merita rispetto e merita di poter procedere con il proprio lavoro senza gli schiamazzi di tutto un partito che difende la Famiglia, ma non si sa quale.

Lavoro di bocca

Simpatico corollario all’arresto del sedicente re dei miei stivali è lo scandalo politico/televisivo che emerge dalle intercettazioni effettuate nelle indagini.
Questi i fatti:
Elisabetta Gregoraci, una di queste fanciulle calendario che girano per la nostra tv sorridendo e facendo vedere un po’ di carnazza, non contenta e desiderosa di maggior successo cerca di guadagnarsi qualche santo in paradiso. La destra fascio-ipocrito-cristiana al governo in quei tempi oscuri fa al caso suo. Il politicchio mezzo potente di turno, pur di farsela, le promette mari e monti. Lei ci sta, fa comparsate in qualche trasmissione, tutto fila liscio. Leggiamo come Repubblica.it racconta la storia:

MESSINA – Una storia che si ripete. Ragazze che sognano di sfondare nel mondo del cinema e della televisione, costrette a concedersi ai potenti, dirigenti televisivi o personaggi della politica, in cambio della possibilità di diventare star. Dall’inchiesta del pm di Potenza, Henry John Woodcock, emergono sconcertanti episodi che avrebbero coinvolto anche una nota show girl, Elisabetta Gregoraci, attuale fidanzata di Flavio Briatore, protagonista di alcune trasmissioni di successo della Rai, da “Il malloppo” a “Diglielo in faccia”.

Nell’ordinanza viene sottolineato il ruolo di Giuseppe Sangiovanni, vice direttore delle risorse tv della Rai e di Salvo Sottile (agli arresti domiciliari), portavoce dell’ex vicepresidente del consiglio, Gianfranco Fini. Entrambi sono accusati di concussione sessuale. Secondo gli atti dell’ordinanza di custodia cautelare, la soubrette sarebbe stata in pratica costretta ad avere ripetuti rapporti sessuali con il portavoce di Gianfranco Fini. Rapporti consumati, in alcuni casi, perfino alla Farnesina, sede del ministero degli Esteri.

Fin qui dunque la giovinotta, ingenua e probabilmente disinteressata, sembra essere stata vittima degli eventi. Non concorda però Vittorio Sgarbi, noto saltimbanco della cui reale professione ormai si è persa la memoria. Sentiamo la sua deposizione da persona apparentemente informata sui fatti:

Roma, 18 giu. (Apcom) – “Dove sta il reato di una ‘fellatio consensuale’? Woodcock ha scoperto l’acqua calda o è vittima di puro voyeurismo da prima pagina perché la sua inchiesta riguarda nomi famosi? Mi candido a testimoniare”. Vittorio Sgarbi interviene così nel dibattito sulle intercettazioni effettuate nell’ambito dell’inchiesta su Vittorio Emanuele, e che hanno portato a galla le presunte frequentazioni “piccanti” del portavoce di Gianfranco Fini, Salvatore Sottile.

“Con tutto questo che si può facilmente immaginare – dichiara Sgarbi in un comunicato – il dottor Sottile rappresenta certamente un centesimo rispetto a ministri, sottosegretari ed ex direttori Rai, vogliamo arrestarli tutti? Perché Woodcook non allarga la sua inchiesta a loro?, Il tutto è abnorme e disgustoso” .

Dio mi fulmini se mi scandalizzo per un pompino, se Sgarbi mi dice che la Gregoraci non è stata forzata e che anzi un pompino le è parso un prezzo accettabile da pagare per due trasmissioni, beh, posso anche credergli. Del resto la Gregoraci è maggiorenne e vaccinata, se non vuole fare pompini per vivere può tranquillamente andare a lavorare davvero, al mercato, in un bar, in una biblioteca, in un laboratorio di ricerca, come fanno tantissime donne in Italia, otto ore al giorno, ogni santo giorno.

Curiosa però mi pare la giustificazione di Sgarbi. Guardate che Sottile in fondo non contava niente. In Rai tutti si trombano tutte, funziona così.
E quindi?
Lasciamo che continui a funzionare così oppure lasciamo che i giudici comincino a tirare qualche bel calcio in culo a questo branco di politici e direttori Rai maschilisti e prevaricatori che concepiscono il proprio lavoro come un modo originale per andare a puttane rimanendo rispettabili?

L’Italia riesce a sorprendermi sempre: questo è l’unico paese al mondo in cui le dicerie di popolo (Moggi si compra gli arbitri, in tv per sfondare devi darla a qualcuno) non sono beceri luoghi comuni ma anzi gentili sottostime del vero.

Povera Elisabetta, e dire che a darla meglio a quest’ora magari era anche lei un deputato di Forza Italia.