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E smettiamola col pensare che la politica sia una cosa sporca

Ah, ecco. Capisco.

L’ultimo sondaggio Ipr Marketing sulle intenzioni di voto, apparso su Repubblica.it di oggi dà L’Unione ad un miserabile 52% rispetto alla cdl che è al 46% ed ha recuperato due punti percentuali confluiti su fi rispetto al penultimo sondaggio. Come mai ancora ben 46 elettori su cento accordano la propria preferenza di voto alla compagine fascio-piduista-mafiosa che ha portato il Paese allo sbando in soli cinque anni di regime?
La risposta ce la dà, in modo del tutto involontario, francesco storace, un tizio che si occuperebbe di sanità pubblica.
Andiamo sulla versione pdf del quotidiano Metro (www.metronews.it). A pagina 3 c’è un trafiletto sulla sinistra che ci informa di una cosa inquietante: circa il 20 – 25% degli italiani con più di 18 anni soffre di disturbi mentali, ha rivelato storace in Commissione Sanità del senato, e solo il 3% viene preso in carico dai servizi psichiatrici.
Tutto chiaro?

Anch’io Spera

Incredibile a dirsi forse, per una volta, i DS non si sono affidati a degli incompetenti per la campagna elettorale.

“La Famiglia Spera” è insieme il nuovo claim ed il nuovo gruppo di testimonial per la campagna.
Cinque corti, con protagonista la particolare (quanto normale) famiglia, da mandare nelle sale cinematografiche ed un sito web per distribuirli online, www.famigliaspera.it.
Il tutto è ancora molto embrionale tuttavia il primo dei corti, realizzato da Gianni Troilo e Graziano Conversano, è davvero geniale ed efficace.

Potete vederlo cliccando qui.

Ovviamente si spera che una versione ridotta per la tv venga mandata dai DS solo sulle reti Rai.

Il t(r)uffatore

Fassino sprizza gioia da tutti i pori, è felice per la cazzata fatta dal premier, probabilmente la campagna avversa montata sul caso Unipol sarebbe continuata ancora per giorni senza la stupidaggine dell’andare a raccontar balle ai magistrati.

“Il premier ha fatto un tuffo dal quinto piano in una piscina senz’acqua”.

E meno male, fosse stato per le capacità espressive e l’autorevolezza dei leader della sinistra avremmo perso le elezioni per una telefonata in cui Fassino chiede a Consorte se questa cazzo di opa l’hanno fatta o no, dimostrando quindi di non saperne un bel niente, altro che coinvolgimento.

Non bastasse questo a rallegrare l’anemico segretario finalmente cominciano a saltar fuori un po’ di dichiarazioni di Fiorani. Sì perché, anche se i nostri comunistissimi telegiornali italiani hanno cercato di distruggere i DS per una telefonata, non bisogna dimenticare che, mentre Fassino non è indagato per un bel niente, esiste il ramo originario dell’inchiesta, quello di Fiorani e Ricucci, per capirci, in cui sono ben coinvolti politici del centrodestra, con tanto di reati, procedimenti in corso e capi d’accusa.
Innanzitutto abbiamo un bel sottosegretario di AN responsabile, secondo Fiorani, di aver informato Ricucci delle intercettazioni telefoniche disposte nei loro confronti. La dichiarazione suona abbastanza credibile considerando che questo sottosegretario è stato, per sua stessa ammissione, anche avvocato di Ricucci.
Ma non finisce mica qui:

“Ho incontrato Berlusconi in diverse occasioni. Almeno due. Una in pubblico. Un’altra in Sardegna”

Già già. Allora, secondo il teorema di Berlusconi secondo cui chi tifa soltanto non invita a pranzo e quindi invitare a pranzo vuol dire essere coinvolti, invitare in villa in Sardegna cosa vuol dire? Essere innamorati di Fiorani?

O magari di Gnutti, rinnegato dal Cavaliere, il quale, mentendo, ha dichiarato più e più volte di non essere socio, pur essendolo.

Alle 0,20 Fiorani chiama Emilio Gnutti, che è a cena proprio con il Cavaliere, e si raccomanda: “Riferisci al Presidente di chiamare il Number One”, ovvero Fazio. Infine Gnutti chiama la moglie Ornella e racconta anche a lei: “Il Governatore ha firmato proprio un minuto fa… Berlusconi è qui con me e ha parlato in diretta con Fiorani, gliel’ho passato io al telefono”. E Gnutti aggiunge a Fiorani di aver parlato a Berlusconi anche della scalata al Corriere della Sera: “Gli ho detto che andremo avanti con Rcs e che ci deve dare una mano”.

Ma mica è tutto, eh. Perché mentre il cazzaro va dai magistrati per non dirgli nulla di penalmente rilevante fortunatamente altri magistrati lavorano alacremente.

Legami del gruppo e della famiglia di Berlusconi con la banca di Fiorani emergono intanto dal monitoraggio dei conti correnti presso la Banca Popolare Italiana. Sarebbe emerso così un affidamento consistente (4,55 milioni di euro) della Bpi in favore dell’editore del giornale Il Foglio la cui legale rappresentante è Miriam Bartolini, in arte Veronica Lario, moglie del Premier. Niente di illecito, va precisato: come anche nel fido da 30 milioni di euro che la Popolare di Lodi nel 2002 offre a Paolo Berlusconi, fratello del Premier, per pagare una maxi-multa da oltre 50 milioni patteggiata nel processo per la discarica di Cerro. Nell’ottobre dello stesso anno il fratello del Cavaliere chiede un altro fido: 10 milioni di euro. E all’attenzione della Finanza è finito un altro movimento Lodi-Arcore di valore decisamente rilevante: 15 milioni di euro. Destinataria del prestito è Forza Italia. Nel 2002 il Presidente del Consiglio firma una fideiussione personale per far ottenere al movimento azzurro il prestito. Infine nel 1999 la società di produzione e distribuzione cinematografica Medusa, anch’essa della galassia Mediaset, ottiene un fido da 10 miliardi di lire.

E lui va dai magistrati, lui.

Ma che ci va a fare? Che aspetti un po’, no?
Saranno loro a chiamarlo.

Baffino, fagli la faccia tanta!

D’Alema è antipatico come una suora che prega seduta di fianco a te in un aereo che sta decollando.
Detto questo ha un sacco di altri pregi. D’Alema, ad esempio, non perde le staffe. Come ogni bravo cane da caccia rimane concentrato sulla preda ed ha il naso sempre bello freddo. D’Alema non si incazza, D’Alema colpisce.

“Sono atti di un uomo disperato. Un capo del Governo, che ha governato bene il Paese, presenta il bilancio delle cose fatte, non va ad accusare l’opposizione alla Procura della Repubblica. Dal punto di vista elettorale, questo aggravera’ la sconfitta di Berlusconi”

Ora, mi si dice che nella prossima puntata del programma di quella bidella che è Anna La Rosa, Baffino si troverà di fronte il Cavaliere cazzaro. Bene, il mio consiglio a D’Alema è: prendilo a schiaffi.

Sì, esattamente, un cambiamento di strategia comunicativa radicale. Visto che il bugiardo ha perso ogni freno ed è diventato molesto ed insopportabile oltre ogni ragionevole soglia, tanto da imbarazzare ormai anche gli alleati che non si sono mai imbarazzati per nulla, una bella schiaffeggiata e passa tutto.

Due ceffoni in piena faccia, accompagnati magari da un limpido: – E mo’ basta, cazzo!

Il cazzaro

Prendiamo in prestito un pezzo di un interessante articolo di Elena Cristofori e Barbara Rossi sulla cura del bugiardo patologico:

- Alle volte nascondere la verità a noi stessi può aiutarci ad affrontare meglio le situazioni problematiche. Chiameremmo “autoinganno terapeutico” quella abilità di un soggetto a costruirsi visioni della realtà che lo conducano a cambiare le sue disposizioni e reazioni disfunzionali. Una strategia che illusoriamente crediamo ci aiuta a vivere meglio si basa sul fatto che se ad un individuo per esempio piace pensare che un evento è vero può ripeterselo nella mente, scriverlo e citarlo ripetutamente con formulazioni diverse, sino a persuadere altri di ciò di cui vuole persuadere sé stesso. Se riuscirà ad ottenere tale scopo, quello della persuasione altrui, avrà costruito una credenza stabile nella sua mente, ma dovrà poi affrontare lo sforzo continuo di tenere in piedi un castello che può crollare da un momento all’altro. Nulla paga di più della chiarezza, senza per questo dover rivelare i propri più profondi e intimi pensieri.

Dopo aver letto queste parole tutto l’operato recente del nostro Presidente del Consiglio ha assunto per me un nuovo significato. Finalmente ho ben chiaro che abbiamo a che fare con un uomo malato, un adulto mai uscito dall’adolescenza, un bugiardo disperato.
Non si spiegherebbe altrimenti la pantomima di questi giorni riassumibile in questi passaggi:
- Berlusconi è da Vespa, sa di avere un largo pubblico, non vuole che il caso Unipol, non avendo basi, si sgonfi ed allora rilancia dicendo di avere delle rivelazioni importantissime da fare. Rivelazioni che dimostrano il coinvolgimento dei DS nel passaggio di azioni. Per essere sicuro Vespa glielo chiede due volte, lui due volte conferma.
- Bertinotti, che è più moderato di mia zia Franca ma non è un fesso, gli dice che se è così deve, chiaramente, andare dai magistrati. Lui, bugiardo ormai in piena, non può tirarsi indietro, quindi dice che sì, lo farà.
- Il giorno dopo Berlusconi va dai magistrati e, in una mezzoretta, gli racconta come ha arredato la villa in Sardegna, parla un po’ del Milan, distribuisce foto di Aida Yespica autografate e cose così, fatti senza rilevanza penale, insomma. Tra una cazzata e l’altra dice pure che D’Alema avrebbe fatto pressioni sul direttore delle Generali
- Il giorno dopo il direttore delle Generali dice che Berlusconi è un cazzaro
- Berlusconi ammette di aver riportato fatti riferitigli da altri e comunque senza rilevanza penale, ammette in sostanza di essere un cazzaro. Non potendo però dire a se stesso di essere un cazzaro ribadisce che i DS comunque sono coinvolti, a questo punto non si sa più su quali basi lo affermi però. Il fatto che odi i DS non apparirebbe un buon motivo alla magistratura.

Ok, tutto chiaro, solo una cosa si dimenticano di sottolineare i valenti commentatori dei nostri tg nazionali: se uno non ha niente di penalmente rilevante da dichiarare… che ci va a fare dai magistrati? Non può andare dal pizzicagnolo a fare due chiacchiere?

Ovviamente la figura da cazzaro è così innegabile che, grazie al proporzionale, anche gli alleati non vedono l’ora di affermare la propria lontananza da quel pazzo bugiardo:

Dice Casini: – Io sono un garantista e quando difendevo Berlusconi non lo facevo per convenienza ma per convinzione. Non mi piace la politica costruita nelle aule giudiziarie. Il mio, pero’, non e’ un garantismo ad intermittenza.

Rincara Maroni: – Berlusconi in procura? Una nota stonata, poteva evitarlo.

L’unico che gli vuole ancora bene è quel pirla di Fini, caparbiamente impegnato nel perseguire la disfatta di AN alle prossime politiche, se continua ad appiattirsi così su Forza Italia probabilmente riuscirà finalmente a portare il suo partito sotto le due cifre.

I soliti giornalisti comunisti

Una delle tante balle che va raccontando il Presidente del Consiglio in questa campagna elettorale è quella della stampa politicizzata e tutta contraria al suo straordinario governo.
Ad ogni persona sana di mente questa posizione appare all’istante come la farneticazione di un bugiardo patologico teso a negare sempre e comunque l’evidenza ma, visto che in Italia sembra esistere ancora un 40% di elettori completamente scemi, è utile fare un esempio.
Prendiamo un giorno qualunque, ovvero il 12 gennaio. In quel giorno sono usciti due sondaggi scientifici, e solo due. Ricordiamo che la statistica è una scienza che ha delle regole precise, che esiste in Italia un corso di laurea in Scienze Statistiche, che esistono dei metodi, delle prassi, delle tecniche da rispettare. Se non lo si fa i sondaggi valgono meno della carta su cui sono scritti. Bene, tutti i sondaggi che rispettano questi criteri vengono pubblicati su un apposito sito, questo.
Il 12 gennaio ne vengono dati alle stampe due, come dicevamo.
Il primo, dell’IPR marketing, dà l’Unione al 52% e la CdL al 46%, distanza 6 punti percentuali, incolmabile in una campagna elettorale normale di un paio di mesi in un paese civile.
Il secondo, dell’Abacus, dà L’Unione al 51% e la CdL sempre al 46%, distanza di 5 punti percentuali, minore ma sempre incolmabile in una campagna elettorale normale di un paio di mesi in un paese civile.
La notizia da dare in un giorno così sarebbe: – Nonostante la bufera scoppiata attorno al caso Unipol il centrosinistra, dai sondaggi di opinione effettuati in questi giorni, risulta ancora ampiamente e saldamente in vantaggio.

Che notizia riferiscono invece tutti i nostri tg nazionali?
Riferiscono queste parole del Cavaliere: – Sono sicuro che vinceremo alle prossime elezioni con un largo margine che ci consentira’ di governare e di ammodernare questo Paese. Secondo i sondaggi piu’ vicini alla realta’ c’e’ un distacco dell’1,2%, il che e’ ottimo.

Ricordiamo che i sondaggi “più vicini alla realtà”, sono quelli forniti al cavaliere da una geologa arrivista e modaiola cresciuta alla scuola di Luigi Crespi, noto falsificatore di sondaggi scaricato da Berlusconi e quindi travolto prima dalla bancarotta e poi dall’arresto.

Ringraziamo l’informazione italiana per l’ottimo lavoro.

Solito tafazzismo di sinistra

E’ difficile perdere le elezioni avendo un vantaggio dai quattro agli otto punti a poco più di tre mesi dal voto, tuttavia la missione non è impossibile per gli straordinari strateghi di cui dispone il centrosinistra.
Riunitisi nei giorni scorsi per decidere come presentarsi alle politiche cosa sono stati capaci di partorire? Nessun richiamo al nome di Prodi nei simboli e liste papocchio con accorpamenti di partiti un po’ sì ed un po’ no, in alcune regioni sì ed in altre no, alla Camera da qualche parte, al Senato in altre. Geniali, assolutamente geniali.

Queste sono decisioni che sembrano prese esattemente per perdere. Il nome di Prodi sui simboli restituirebbe un carattere più maggioritario alla contesa (scontro uno a uno, Prodi contro Berlusconi), appannando la dimensione proporzionale del voto e favorendo il centrosinistra, come ormai è storicamente verificato.
Il numero maggiore di liste invece servirebbe a raccogliere più voti proprio in virtù del proporzionale, dove la frammentazione viene premiata. Insomma, presentando tutte le liste, di tutti i partiti, con il nome di Prodi su tutti i simboli, si vincerebbe a mani basse, travolgendo la Casa delle Libertà.
Ma Prodi dove lo candidiamo? In un po’ di circoscrizioni capolista con i DS e in un po’ di circoscrizioni capolista con la Margherita.
E i piccoli partiti che non superano lo sbarramento del 2% alla camera? Rappresentanza garantita nelle liste dei partiti maggiori più affini.

Casualmente, proprio nei giorni scorsi, prima della riunione nefasta e masochista dell’Unione, pensando a quanto a volte sanno essere stupidi ed autolesionisti i leader del centrosinistra, mi ero preso il disturbo di spedire l’elaborazione grafica che vedete qui di fianco ad un po’ di segreterie di partito. Di fianco vi riporto alcuni estratti della lettera:

Sì, lo so, ogni partito ha i propri grafici e i propri esperti di comunicazione. So anche che con la nuova legge non sarà facile capire come presentarsi, con quali liste, per raccogliere il maggior numero possibile di voti alle prossime politiche. So anche che ci saranno riunioni, accordi, tensioni, e che la questione, probabilmente e purtroppo, si deciderà con qualche pastrocchio per nulla chiaro per l’elettore.
Tuttavia io, se posso permettermi, offro liberamente a tutti voi una piccolissima idea. Perdeteci due minuti, è un gioco, una specie di divertimento, anche se sono convinto che, se effettivamente utilizzata, questa ideuzza potrebbe produrre ottimi risultati.
Starà a voi fare in modo che arrivi alle orecchie e agli occhi dei leader della coalizione, sempre ammesso che la consideriate valida.

Date un’occhiata ai simboli allegati.
L’idea è semplice: sfruttare la dimensione accresciuta dei simboli sulla futura scheda elettorale per aggiungere a tutti i simboli dei partiti una base comune avente un forte richiamo sia a Prodi che all’Unione.
Così facendo si otterranno due risultati notevoli:
1) Graficamente l’unione apparirà come un’alleanza fra pari, solida, compatta, coesa
2) L’elettore capirà istantaneamente che, qualunque partito scelga, voterà per Prodi presidente e per L’Unione maggioranza

A me sembra semplice ed efficace.

Bene, per stasera basta giocare alle elezioni, se qualcuno di voi gentili lettori è arrivato fin qui e vuole farmi sapere cosa ne pensa mi scriva pure.
A presto, un cordiale saluto a tutti voi e grazie per il lavoro che svolgete.

Beh, scommetto che non ci crederete, ma non ha risposto nemmeno una segreteria, su nove o dieci partiti nemmeno uno ha sentito il bisogno di dare un cenno.
Complimenti ragazzi, avanti così e ci terremo Berlusconi fino alla sua morte.
Per poi vederlo sostituito da Casini.

Operazione veritahahahahahahahahahahahahahah

Parte l’operazione verità, ovvero il martellamento mediatico con il quale Silvio vuole sedurre gli italiani raccontando di nuovo un sacco di balle, stavolta però gridando più forte.
Purtroppo per Silvio parte male: le sue graziose cartoline sono realizzate con un software crackato, quindi illegale.
Silvio, porcaccia la miseria, nemmeno una cartolina riesci a farti fare senza infrangere la legge? E che cacchio!

Croce Rotta

Maurizio Scelli, l’uomo che in pochi anni ha definitivamente trasformato la Croce Rossa Italiana in un organismo filogovernativo atto a raccogliere consenso cattolico, bigotto e vagamente fascista, ha deciso di buttare la maschera e, dovendo lasciare la poltrona tanto amata, dedicarsi alla politica… o a qualcosa del genere.

Il programma politico del nuovo movimento “Italia di nuovo”, che Maurizio Scelli si accinge a battezzare – sabato a Roma all’Auditorium di via della Conciliazione la prima uscita pubblica – sara’ riassunto in una canzone. “Ingegnere o spazzino, l’importante e’ la dignita’”, “qui c’e’ gente che muore di fame, e all’isola dei famosi non mangiano per gioco”: questi alcuni passaggi della canzone, scritta da un cantautore che negli anni passati ha partecipato al Festival di Sanremo giovani e ora fa le pulizie in un albergo romano. Scelli, il giorno in cui lascia definitivamente la Croce Rossa, della quale e’ stato per tre anni commissario straordinario, parla di questo movimento giovanile e dice che perfino gli ulema iracheni gli hanno mandato a dire che coinvolgere i giovani nella politica e’ un fatto estremamente positivo.

Beh, dipende, anche Mussolini coinvolgeva un sacco i giovani.
Allora, come ormai saprà chi segue un po’ questo blog, a me piace andare sempre a fondo nelle cose. Chi è Maurizio Scelli? Da dove salta fuori? Facile.
Maurizio Scelli è un trombato alle elezioni politiche del 2001, ovvero quelle in cui il centrodestra è riuscito a far entrare in parlamento cani e porci approfittando della legge elettorale che adesso ha cancellato. Scelli era candidato con Forza Italia, nel collegio 20 del Lazio 1 ( Roma – Gianicolense) e perse contro Walter Tocci.
Dopo la sconfitta Scelli piagnucolò un po’ e, avendo un sacco di amici potenti, riuscì a rimediare il suo bel posticino. La sua nomina a commissario avviene nell’aprile del 2003.
Scelli è amico di Gianni Letta e di Camillo Ruini, non lo si può mica lasciare a casa, bisogna metterlo a capo di un ente umanitario rovinandone per sempre l’imparzialità.

Fortunatamente a Scelli un tentativo di resistere all’oblio è già fallito:

Qualche mese fa, lo stesso Scelli, presento’ a Firenze un movimento giovanile che suscito’ parecchie polemiche perche’ tra gli invitato alla presentazione era stato chiamato l’ex terrorista Fioravanti e questo ha provocato anche la rinuncia del presidente del Consiglio Berlusconi a partecipare all’incontro. “Berlusconi non ha capito – spiega oggi Scelli – si e’ lasciato fuorviare dai suoi collaboratori che parlavano soltanto di scarsa affluenza al convegno”.

Maurizio, una preghiera, iscriviti a Forza Nuova e basta, dai, non avremo già troppe liste di derivazione chiaramente fascista alle prossime elezioni?