Se fossi il leader di un partito che ha fatto del Valore della Famiglia il proprio stendardo. Se fossi anche solo parte di un partito che fa la morale a tutte e a tutti, che dice che l’Italia e’ fondata su alcuni Valori imprescindibili ed e’ cattolica perche’ li’ ha le sue radici e li’ trova i gia’ pluricitati Valori. Se fossi parte di questo stesso partito che predica contro la droga in continuazione e che, tra una predica e l’altra, di nuovo parla del grande Valore della Famiglia. Be’, se fossi di AN insomma, anch’io mi scoccerei a vedere su tutti i giornali che il portavoce di Fini e’ accusato di aver commesso una serie di reati che sulla Famiglia e sul Valore di Famiglia ci pisciano. Ma non sono di An e dico cheAlberto Iannuzzi merita rispetto e merita di poter procedere con il proprio lavoro senza gli schiamazzi di tutto un partito che difende la Famiglia, ma non si sa quale.
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E smettiamola col pensare che la politica sia una cosa sporca
Lavoro di bocca
Simpatico corollario all’arresto del sedicente re dei miei stivali è lo scandalo politico/televisivo che emerge dalle intercettazioni effettuate nelle indagini.
Questi i fatti:
Elisabetta Gregoraci, una di queste fanciulle calendario che girano per la nostra tv sorridendo e facendo vedere un po’ di carnazza, non contenta e desiderosa di maggior successo cerca di guadagnarsi qualche santo in paradiso. La destra fascio-ipocrito-cristiana al governo in quei tempi oscuri fa al caso suo. Il politicchio mezzo potente di turno, pur di farsela, le promette mari e monti. Lei ci sta, fa comparsate in qualche trasmissione, tutto fila liscio. Leggiamo come Repubblica.it racconta la storia:
MESSINA – Una storia che si ripete. Ragazze che sognano di sfondare nel mondo del cinema e della televisione, costrette a concedersi ai potenti, dirigenti televisivi o personaggi della politica, in cambio della possibilità di diventare star. Dall’inchiesta del pm di Potenza, Henry John Woodcock, emergono sconcertanti episodi che avrebbero coinvolto anche una nota show girl, Elisabetta Gregoraci, attuale fidanzata di Flavio Briatore, protagonista di alcune trasmissioni di successo della Rai, da “Il malloppo” a “Diglielo in faccia”.
Nell’ordinanza viene sottolineato il ruolo di Giuseppe Sangiovanni, vice direttore delle risorse tv della Rai e di Salvo Sottile (agli arresti domiciliari), portavoce dell’ex vicepresidente del consiglio, Gianfranco Fini. Entrambi sono accusati di concussione sessuale. Secondo gli atti dell’ordinanza di custodia cautelare, la soubrette sarebbe stata in pratica costretta ad avere ripetuti rapporti sessuali con il portavoce di Gianfranco Fini. Rapporti consumati, in alcuni casi, perfino alla Farnesina, sede del ministero degli Esteri.
Fin qui dunque la giovinotta, ingenua e probabilmente disinteressata, sembra essere stata vittima degli eventi. Non concorda però Vittorio Sgarbi, noto saltimbanco della cui reale professione ormai si è persa la memoria. Sentiamo la sua deposizione da persona apparentemente informata sui fatti:
Roma, 18 giu. (Apcom) – “Dove sta il reato di una ‘fellatio consensuale’? Woodcock ha scoperto l’acqua calda o è vittima di puro voyeurismo da prima pagina perché la sua inchiesta riguarda nomi famosi? Mi candido a testimoniare”. Vittorio Sgarbi interviene così nel dibattito sulle intercettazioni effettuate nell’ambito dell’inchiesta su Vittorio Emanuele, e che hanno portato a galla le presunte frequentazioni “piccanti” del portavoce di Gianfranco Fini, Salvatore Sottile.
“Con tutto questo che si può facilmente immaginare – dichiara Sgarbi in un comunicato – il dottor Sottile rappresenta certamente un centesimo rispetto a ministri, sottosegretari ed ex direttori Rai, vogliamo arrestarli tutti? Perché Woodcook non allarga la sua inchiesta a loro?, Il tutto è abnorme e disgustoso” .
Dio mi fulmini se mi scandalizzo per un pompino, se Sgarbi mi dice che la Gregoraci non è stata forzata e che anzi un pompino le è parso un prezzo accettabile da pagare per due trasmissioni, beh, posso anche credergli. Del resto la Gregoraci è maggiorenne e vaccinata, se non vuole fare pompini per vivere può tranquillamente andare a lavorare davvero, al mercato, in un bar, in una biblioteca, in un laboratorio di ricerca, come fanno tantissime donne in Italia, otto ore al giorno, ogni santo giorno.
Curiosa però mi pare la giustificazione di Sgarbi. Guardate che Sottile in fondo non contava niente. In Rai tutti si trombano tutte, funziona così.
E quindi?
Lasciamo che continui a funzionare così oppure lasciamo che i giudici comincino a tirare qualche bel calcio in culo a questo branco di politici e direttori Rai maschilisti e prevaricatori che concepiscono il proprio lavoro come un modo originale per andare a puttane rimanendo rispettabili?
L’Italia riesce a sorprendermi sempre: questo è l’unico paese al mondo in cui le dicerie di popolo (Moggi si compra gli arbitri, in tv per sfondare devi darla a qualcuno) non sono beceri luoghi comuni ma anzi gentili sottostime del vero.
Povera Elisabetta, e dire che a darla meglio a quest’ora magari era anche lei un deputato di Forza Italia.
Per chi continua…
A ripetere che tanto, destra o sinistra, non cambia nulla…
Bruxelles, 30 mag. (Apcom) – I parlamentari europei del centro sinistra Giovanni Berlinguer (Ds), Marco Cappato (Rnp), Pia Locatelli (Rnp), Roberto Musacchio (Prc), Pasqualina Napoletano (Ds) si “rallegrano” della posizione assunta dal ministro per l’Università e la Ricerca Scientifica, Fabio Mussi, che ha annunciato oggi a Bruxelles di aver ritirato la firma dell’Italia alla ‘dichiarazione etica’ di alcuni paesi membri contro la ricerca Ue sulle cellule staminali embrionali.
“Ci auguriamo che la nuova posizione italiana possa aiutare il prossimo passaggio parlamentare del VII Programma quadro comunitario di ricerca, e che questo possa preludere al finanziamento europeo della ricerca sulle cellule staminali embrionali”, affermano gli europarlamentari in una nota diramata a Bruxelles.
Cambia, cambia… ed in meglio, per fortuna.
Finalmente siamo usciti da sotto il tallone del Vaticano e siamo tornati nel novero dei paesi civili.
Avanti così.
Mussi, mi raccomando, non un passo indietro, da bravo.
Sopperiamo…
Visto che i tg nazionali, per qualche strana ragione, si vergognano nel dare le notizie, anche quando queste sono semplicissime da dare, com’è nostra abitudine corriamo in loro soccorso.
Un po’ di evidenze:
- Ci sono state le elezioni amministrative
- Ha vinto il centrosinistra
- Berlusconi suca una volta di più.
Perché diciamo questo? Perché gli altri non lo dicono con questa chiarezza? Oh, beh, ce lo chiediamo anche noi, tuttavia i dati sono abbastanza incontrovertibili. Osserviamoli insieme:
Il centrosinistra raccoglie più di 4.200.000 voti, crescendo in tutta Italia di circa 10 punti in percentuale e di più di 400.000 voti in termini assoluti rispetto alle scorse amministrative.
Il centrodestra raccoglie più o meno di 3.600.000 di voti, perdendo in tutta Italia quasi 8 punti in percentuale e sperperando quasi 1.200.000 voti rispetto alle precedenti amministrative.
Ma non finisce qui. Anche nell’incorreggibile Sicilia le cose non vano bene per l’eversore di Arcore. Con invidiabile capacità di sintesi gli inglesi hanno riassunto così gli eventi:
Roma, 30 mag. (Apcom) – Al voto amministrativo in Italia, e in particolare a quelo siciliano, dedica un articolo molto duro il quotidiano britannico The Independent. “La Sicilia elegge un governatore con legami con la Mafia” titola il giornale.
“la Sicilia ha confermato la sua dubbia reputazione – scrive il giornale – consentendo a Salvatore Cuffaro, un democristiano sotto processo per complicità con la mafia, di sconfiggere la sorella di un giudice antimafia assassinato e di diventare per la seconda volta governatore dell’Isola”.
Quello che gli inglesi non possono sapere però è che anche Cuffaro ha sudato, e non poco. Rispetto alle scorse regionali ha perso circa 6 punti percentuale ed almeno 200.000 voti.
Ma vediamo un po’ anche il riepilogo sulle province e sui comuni maggiori:
RIASSUNTIVO PROVINCIALI
Attuale
Centrosinistra: 5
Centrodestra: 3
Precedente
Centrosinistra: 4
Centrodestra: 4
Quindi il centrosinistra strappa una provincia (Reggio Calabria, tra l’altro, quindi anche una realtà locale storicamente di destra).
RIASSUNTIVO COMUNI CAPOLUOGO
Attuale
Centrosinistra: 14
Centrodestra: 4
Ballottaggio: 5
Rinviati: 3
Precedente
Centrosinistra: 13
Centrodestra: 13
Quindi già adesso, senza contare i ballottaggi, il centrodestra perde anche in questo conteggio.
Per chi parlava di “spallata”, di “sfratto”, di “cittadini in piazza” e di “rivincite” è una gran bella doccia fredda.
Peccato che i telegiornali non lo dicano, peccato davvero.
Peccato anche per Milano. Una volta era la città più avanzata d’Italia, adesso, dopo troppi anni di amministrazioni inutili, è ridotta ad una città qualunque, e di certo quella cima della Moratti non potrà far nulla per risollevarla.
Milano era a portata di mano. Per andare al ballottaggio sarebbe bastato al centrosinistra non candidare Spok di Star Trek.
Vabbé.
Auguri Presidente
Che dire? Non mi aspettavo davvero di vivere un giorno come questo.
Finalmente l’Italia è un paese democraticamente maturo, un paese in cui un rappresentante di un pensiero politico che ha raccolto, e raccoglie ancora, i favori di un italiano su tre può, senza traumi per la nazione, ricoprire la massima carica dello Stato.
Auguri Presidente.
Ma in generale…
Insomma, agli italiani non dispiacerebbe affatto avere una Presidente. Certo, c’è sempre un 30% di lobotomizzati ed un 10% di imbecilli ma insomma, son cose fisiologiche, in fondo per metà questo paese vota Silvio, eh, non possiamo nemmeno aspettarci troppo.
Il fornaio del Presidente…
Montalto Uffugo (Cosenza), 19:55
SENATO: MARINI IN CALABRIA IN VISITA PRIVATA
Il giorno dopo la sua elezione a Presidente del Senato, Franco Marini e’ stato in Calabria, a Montalto Uffugo, nel Cosentino, per un impegno privato. Marini ha infatti partecipato alla cerimonia di un battesimo, pranzando poi con degli amici in un ristorante della zona. In serata il rientro a Roma. Intervistato dal Tg3 Calabria Marini ha sottolineato il fatto di essere in visita strettamente privata, rimarcando comunque il suo invito all’unita’ ed al dialogo tra le forze politiche, lanciato ieri nel suo discorso di insediamento a Palazzo Madama.
Ma tu pensa, tanti anni passati in un paesino di poche migliaia di anime e non riesci nemmeno a conoscerle tutte. Chi sono mo’ questi che battezzano il pupo ed invitano il Presidente del Senato? Il macellaio di mia mamma? Il gioielliere della piazza? Il sindaco Ugo? Mah…
A futura memoria…
Per il momento il signor Silvio Berlusconi parrebbe essere rientrato nel solco delle istituzioni. Brindando con Prodi e riconoscendolo nel suo discorso alla comunità ebraica come nuovo Presidente del Consiglio è passato da eversore conclamato e semplice cafone.
Noi però, non essendo italiani comuni, non dimenticheremo. Anzi, lasciamo qui, a futura memoria, il link al nostro “instant blog” Schiodamolo, in modo da poter ricordare a tutti come si è comportato questo tizio nel momento della sconfitta.
Ma sei scemo?
Marco Rizzo difende Mediaset e polemizza con Bertinotti.
Ma bravo!
Ma proprio bravo!
Ma che diavolo ti passa in quella testa pelata?
E dico vai a rilasciare un’intervista proprio a Studio Aperto?
Ad un programma (non lo chiamo telegiornale perché io amo le parole) tutto promo, tette, e veleno contro la sinistra?
Rizzo, seriamente, ma sei completamente scemo?
I guastafeste
Resto sempre affascinato dal disprezzo palese che i rappresentanti di Forza Italia dimostrano per tutto ciò che abbia anche soltanto un vago afrore di legalità . Storcono il naso, lo arricciano ed eccoli che tosto, disgustati, vomitano.
Ordunque si dà il caso che la Corte di Cassazione abbia proclamato ufficialmente i vincitori delle elezioni politiche. Si dà il caso che i vincitori siano, ovviamente, i partiti componenti la coalizione di centrosinistra guidata da Romano Prodi.
Ribadisco, questo pronunciamento è ufficiale, ovvero, checché ne dicano luminari del calibro di Tremonti o Schifani, nessun ricorso è possibile. Solo il nuovo Parlamento, espressione diretta com’è noto della sovranità popolare, potrà giudicare se stesso, a questo punto.
Ma cos’è questa Cassazione? Di cosa si impiccia? Perché mette il naso negli affari della Casa delle Libertà permettendosi addirittura di ufficializzarne la sconfitta? Perché si permette di ignorare gli interventi a gamba tesa che da più e più giorni giungono dalla ormai ex maggioranza di governo? Interventi in cui (colmo dei colmi) una coalizione guidata da un tizio inquisito più e più volte per svariati reati, condannato, amnistiato, fuori dalla galera per il rotto della cuffia e non senza l’aiuto di qualche piccola legge fatta a proprio uso e consumo, una coalizione siffatta, dicevamo, si prende il lusso (superando ogni ridicolo) di “ricordare” alla Cassazione di svolgere tutti i controlli con il massimo rigore, con la massima attenzione e nel pieno rispetto della legge, come se la Cassazione potesse fare qualcosa di minimamente diverso.
Bene, diciamolo agli ignoranti che affollano il nostro ripugnante centrodestra: la Suprema Corte di Cassazione è il massimo organismo giurisdizionale della Repubblica.
Non riconoscere la proclamazione fatta dalla Cassazione, come l’ex presidente del Consiglio sembra voler fare, vuol dire di fatto porsi al di fuori dell’ordinamento giuridico dello Stato Italiano, ovvero vuol dire porsi in quella zona morta al di fuori delle istituzioni tanto cara ai dittatori intenzionati a travolgere tutto e tutti e prendere (o in questo caso mantenere) il potere ad ogni costo.
Ma dunque quel piccolo uomo preoccupato soltanto dei propri guadagni è davvero e definitivamente impazzito? Vuole davvero trascinare il paese in una guerra civile?
Ma no, lui vuole solo conservare il potere, restare quantomeno vicino al governo, sentirne ancora l’odore di cucinato, l’unto, poter qualche volta allungare una mano, mentre gli altri son distratti, e fottere una coscia di cappone. Obiettivo piccolo e meschino, si capisce, nemmeno preoccupante, se solo l’abissale mancanza di senso delle istituzioni del nostro furfante no lo conducesse dritto dritto a negare il responso delle urne pur di restare in gioco, ad irridere la volontà popolare, a dipingere, all’interno e (fatto ancor più grave) all’estero, l’Italia come una surreale repubblica delle banane, due volte più banana del normale perché qui, contrariamente a quanto accade in tutto il mondo poco avvezzo ai riti della democrazia, i brogli non sarebbero organizzati da un governo piratesco preoccupato di mantenere il suo tornaconto bensì da una diabolica opposizione dotata, per logica deduzione, di irresistibili poteri magici.
Non si capisce altrimenti, se non facendo ricorso al soprannaturale, come elezioni organizzate e controllate dal Ministero dell’Interno, e quindi dal governo, possano essere stravolte da un’opposizione che non ha alcuna leva in mano.
L’ex presidente del Consiglio, quindi, ancora una volta, mente. Ed il guaio è che, come l’esito elettorale ha chiaramente dimostrato, troppi in Italia non hanno i mezzi per distinguere le menzogne dalla verità .
Io, non per vantarmi, sapevo che sarebbe andata così. Lo sapevo dal lunedì delle elezioni, e adesso vi racconto perché.
Domenica – seggio
Tutto comincia la domenica mattina, mi alzo presto, mi faccio un caffé disgustoso come soltanto io so fare, mi aggiusto la barba, faccio una doccia, mi vesto, prendo la mia nuova tessera elettorale toscana, me la rigiro tra le dita, tiro un grosso sospiro e via, vado a votare.
Il mio seggio è bello, è una scuola vicino casa, arrivano coppie con bambini, son tutti sorridenti, ci sono un sacco di rametti di ulivo benedetti in giro, sembra buona anche la polizia. C’è un silenzio impossibile, sento i miei tacchi colpire l’asfalto ed ho la sensazione che facciano un frastuono infernale, mi vien voglia di avvicinarmi scalzo. Fuori ci sono alberi in fiore, non so che alberi siano, non ho mai imparato i nomi delle piante, la mia amica Filomena sa che questo è uno dei miei punti deboli. Un altro è l’allergia a qualunque forma di vita vegetale non sufficientemente discreta: appena ho il sospetto della presenza di pollini nell’aere comincio a piangere, starnutire e dire parolacce.
Questo non mi impedisce di entrare e piazzare due belle croci, due croci sentite, due croci meditate, due croci convinte. Ci guardiamo un po’ tutti negli occhi, là nel seggio, un po’ tutti in silenzio, un po’ tutti sorridendo. Ci riconosciamo, in molti abbiamo scritto sulla fronte di essere “coglioni”, nell’accezione voluta dal Cavaliere, quella cioé di elettori attenti, informati, preoccupati più della collettività che dei propri interessi.
Esco sereno, soddisfatto, scambio qualche messaggio con la capa della redazione del webmag di cinema più bello del mondo, anche lei riconosce coglioni. Fila tutto liscio, penso, mentre mando a cagare gli alberi una volta di più.
Domenica – viaggio
Si parte per Roma, quando capita qualcosa è sempre meglio esserci che non sentirsela raccontare da qualcuno. In macchina il caro Stefano mi fa il favore di farmi trovare sul sedile posteriore la “Vera storia italiana”. Che culo, senza il nostro caro ex presidente del Consiglio nessuno verrebbe a dirci qual è la “vera” storia e quale no. Leggo interessato. Ci sono alcune cose davvero notevoli. Ad esempio il pippone infinito sull’11 settembre. Sono passati cinque anni, ormai dell’11 settembre non parlano così tanto nemmeno negli Stati Uniti, nessun governo serio poi si sogna più da tempo di imputare alla tragedia le proprie sciagure. Non finisce qui. Leggo che la Ferrari ha vinto molto per merito di Berlusconi. Leggo che i nostri atleti alle Olimpiadi hanno vinto molto per merito di Berlusconi. Leggo che fra la trentina di “grandi riforme” fatte dal governo ce ne sono alcune davvero epocali, destinate a cambiare per sempre la vita di tutti noi, della nazione intera, autentiche rivoluzioni, ed in campi centrali del nostro vivere, una società finalmente completamente nuova: resto davvero impressionato, ad esempio, dalle “grandi riforme” che riguardano la pesca e la nautica da diporto. Fondamentali, adesso sì che è un’altra Italia.
Ci sono però nel libercolo pezzi di comicità davvero inarrivati ed inarrivabili.
Folgorante la pagina in cui si dice che, tra i tanti meriti del governo, vi è anche quello di aver saputo gestire momenti difficilissimi della vita della nazione, nella stessa pagina, a voler sottolineare quanto affermato, una foto con didascalia ricorda evidentemente uno di questi momenti di rara difficoltà : la morte di Alberto Sordi.
Mi sarebbe bastato questo per ridere dalla Toscana fino al Lazio ma gli autori del libello non si sono fermati qui, no, assolutamente, hanno proprio voluto strafare. Sotto all’Albertone defunto ecco la citazione: – Spaghetto, mi hai provocato ed io… -
Spaghetto?
Avete scritto spaghetto? Ma… ma… oh santa polenta, ma nemmeno una citazione siete in grado di imbroccare? Ma Forza Italia dove li cerca gli autori? Fra gli scarti del Bagaglino? Ma come spaghetto?
Maccarone… m’hai provocato e io te distruggo, maccarone! Io me te magno!
Maccarone, quale spaghetto?
Se soltanto gli italiani nella loro totalità avessero i mezzi culturali sufficienti per apprezzare il baratro di ignoranza che circonda questi cialtroni, il buonumore che ne deriverebbe potrebbe finanche giustificare la loro esistenza in un disegno superiore.
Lunedì – giorno
La sera precedente erano arrivate le prime indiscrezioni dalle sezioni e dalle sedi dei partiti, cose rutilanti o spaventose, comunque incredibili, da far invidia al secondo tragico Fantozzi: – Nel buio della sala correvano voci incontrollate pazzesche. Si diceva che l’Italia stava vincendo per 20 a 0 e che aveva segnato anche Zoff di testa, su calcio d’angolo… -
Mentre sono a piazza Santi Apostoli, a pochi passi dal palco, circondato da gente strana, da quelli che con me hanno cercato in ogni modo di fare la loro parte per mandare a casa il peggior presidente del Consiglio della storia repubblicana, ripenso a tutto quello che è successo nella campagna elettorale. Ripenso alle decine di mail scambiate con Carla Falchieri, ai contatti con Santagata, a tutte le proposte ed a tutto il lavoro. Ripenso alle campagne lanciate dal sito, al “meglio maiali che fascisti”, al “vota come un coglione”. Ripenso a tutto quello che ho scritto e che ho detto… e porca vacca se ci meritiamo di vincere. Ce lo strameritiamo!
Un partigiano di trecento anni, come un palo magro e come un palo in piedi di fianco a me, è esattamente della stessa opinione. Nella piazza, di fronte a me i fotografi ed i cameramen delle tv di mezzo mondo, alle mie spalle varia umanità . Si fanno notare: la troupe de “Le Iene” di Italia Uno, capeggiata da quello con i capelli rossi, Federico Fazzuoli (chiedo in giro se lo abbiamo candidato oppure se Linea Verde fa parte dell’Unione) e, per colmare la misura, Paolini.
Non Marco, purtroppo, ma Gabriele. Per mia sfortuna conosco Paolini, ho già avuto modo di averci a che fare quando, sul forum di Cineboom, si era messo d’impegno nel diffamare un suo conoscente, rivelandone abitudini sessuali ed altri dettagli privati. Il diffamato, per pura coincidenza anch’egli responsabile di un webmag di cinema seppur meno noto del sito rosa, mi scrisse chiedendomi di rimuovere dal forum le oscenità e di fornirgli i dati dell’autore, cosa che ovviamente feci.
Me lo ritrovo qui, Paolini il provocatore, con una cartata di mortadella in mano, tutto intento a straparlare ad ogni microfono disponibile ed a farsi fotografare mentre manda giù l’affettato. Dice di essere iscritto a Rifondazione da anni, non gli crede nessuno. Lo sopporto per un po’, almeno finché non snerva chi gli sta vicino e non rischia di far scoppiare una rissa. Non essendo geneticamente in grado di farmi mai gli affari miei intervengo e, col tono stentoreo e definitivo di chi ha pochissima voglia di continuare a sorbirsi pagliacciate, faccio presente al Paolini che non può far fare a tutti noi, “popolo della sinistra”, una figura di merda in mondovisione. Paolini viene quindi giustamente ingurgitato dalla folla, di lui non sentiremo più parlare nella giornata. Un cameraman solidarizza con me e mi dice cose sicuramente belle ma che non capisco, mi batte un po’ troppo il cuore. Mi succede sempre quando faccio la voce tonante.
Intanto sui maxischermi partono le dirette, scorrono gli exit poll, abbiamo vinto, pare.
Lunedì – sera
Angela rilascia un’intervista ad una tv forse austriaca, Gianluca fa spudoratamente pubblicità alla nostra cricca di sondaggiari, Lucia registra delle risposte per dei forse danesi, forse svedesi, chi lo sa?
Io sto buono buono con la bandiera come mantello, è fin troppo bello così, sta filando tutto troppo liscio, non può essere così facile. Prodi uscirà alle sei e mezza, aspettiamo le prime proiezioni.
Le prime proiezioni non arriveranno mai, problemi tecnici, dicono, saltate. Quando arrivano, su appena il 15% delle sezioni campione, sono terribili. Ancora peggiori sono quelle successive, e avanti così, proiezione negativa dopo proiezione negativa. Prodi uscirà alle sette e mezza. Ancora proiezioni negative. Prodi non uscirà .
La piazza si raffredda, la paura comincia a serpeggiare, un fotografo di Repubblica mi acciuffa mentre, con una mano in faccia, guardo i dati tra le dita, cacofonicamente. La foto finirà nel diario online dell’Unione, nello speciale sulle elezioni del quotidiano. Mio padre nel frattempo mi sta guardando al Tg2, così il mio amico Sergio. Mi scrive un messaggio anche Filomena, vuol sapere come va, è preoccupata. Le dico che vinciamo lo stesso, le dico che dovremmo farcela.
Comincia a farsi sera, arriva un’altra proiezione, siamo sotto sia al Senato che alla Camera. Faccio in tempo a girarmi con una smorfia di dolore sulla faccia per ritrovarmi subito il microfono di una biondina sotto il mento. Non ricordo molto, se non di averle proprinato delle risposte davvero strappalacrime. L’ultima risposta però me la ricordo, sguardo sognante e disperato, tramonto alle spalle:
- Resterai qui?
- Fino all’ultima scheda.
Lunedì – notte
Lasciamo la piazza per andare a mangiare una pizza. Siamo una mezza dozzina di coglioni, quasi tutti disperati. Le notizie che arrivano via cellulare continuano ad essere pessime. Il Lazio non riusciamo a tenerlo, anche la Campania sta andando, Il Piemonte sembrava andasse bene ma adesso invece non c’è verso di riprenderlo, la Puglia è andata inesorabilmente. Brucio il credito su due schede, cercando di capirci qualcosa. Ad un certo punto, mentre affoghiamo i nostri dolori nel limoncello, la prima buona notizia dopo troppe ore: la Campania forse tiene. Decisione presa in un lampo, il limoncello porta culo, è ovvio. Finiremo con lo scolarcene qualche bottiglia, seguendo sezione per sezione lo spoglio della Campania.
Ci chiamano intanto dalla sezione Roma centro dei DS. Decidiamo di farci un salto.
Arrivati là però la brutta sorpresa: i DS stanno gettando la spugna. Il Lazio è perso, per una manciata di voti, non hanno grandi speranze nemmeno sulla tenuta della Campania, ormai siamo sotto al Senato e sembra che anche alla Camera finiranno per batterci. I diessini vanno via e chiudono la sezione.
Ommerda! E che si fa adesso? Cavolo, qua rivince Berlusconi. Se quello rivince è una tragedia di proporzioni inimmaginabili. Tanto vale buttare direttamente una bomba atomica su ogni capoluogo di regione, gli effetti deleteri sarebbero minori di sicuro.
Ed è qui che intuisco. Intuisco che siamo fatti per patire. Intuisco che noi sopravvalutiamo le persone, intuisco che io per primo sopravvaluto le persone. Intuisco che gli italiani gli hanno creduto, alle tasse, all’Ici ed a tutte le sue fandonie. Intuisco che lui mente e quelli si bevono tutto, noi non mentiamo e quindi dobbiamo patire.
Ma intuisco anche che non sono un diessino, e quindi niente spugna a terra. Si torna in piazza, e si gioca la partita fino alla fine.
Lunedì – vittoria
E’ notte seria.
Ad un passo da Piazza Santi Apostoli, tra un bar e Valerio Mastandrea poggiato al muro, c’è una stradina che dà su un ingresso della sede dell’Ulivo. Arrivano delle macchine velocissime. Da una scende Prodi.
E’ arrivato Prodi? E Perché? Un ciccione alto come King Kong e probabilmente emanante il medesimo odore urla:
- A Mortadé, ci hai fatto perde l’elezzzioniiiiiiiii!
Lì per lì mi viene voglia di pestarlo, poi rinsavisco.
Valerio Mastandrea scuote la testa ed ha gli occhi tristi, mi viene voglia di abbracciarlo, poi rinsavisco.
La Campania ha tenuto, siamo sotto di un senatore ma ci sono quelli a vita, quelli all’estero comunque qualcuno dovremmo riuscire a prenderlo. Alla Camera mancano… quanto? Un migliaio di sezioni? E molte della Sicilia?
Ma porca merda!
Passano le ore, scorrono le sezioni, il vantaggio alla Camera si riduce, restiamo davanti, restiamo davanti ancora, per un soffio.
Ne mancano troppo poche, ormai non ci prendono più, non possono prenderci più.
Abbiamo vinto.
Incredibile
E’ questo che penso. Mentre quelli sul palco stappano spumante.
Penso: Incredibile. Penso anche: Che ci fa Rutelli con l’impermeabile?
Ma penso di più: Incredibile.
C’è la festa, ma abbiamo avuto troppa paura per festeggiare davvero. Quei guastafeste ci hanno fatto sudare troppo.
Ed è qui che intuisco di nuovo. Intuisco che non accetteranno mai la sconfitta, che non ci concederanno mai una vera festa.
Ma è tardi, ho sonno, abbiamo vinto e sapete cosa? Ma chi se ne fotte del riconoscimento di Berlusconi?
Passerò poi la notte a seguire sul sito del Ministero lo spoglio degli italiani all’estero.
Attorno alle quattro di mattina maturerò una sufficiente certezza di avere una maggioranza anche al senato.
Più tardi, nel letto, ripenserò ai due giorni appena passati:
- Incredibile