“Io non sono uomo di Berlusconi. Semmai di Marcello Dell’Utri”
Finalmente hanno arrestato Luigi Crespi, ovvero l’inventore del “contratto con gli italiani” e dei manifesti con “meno tasse per tutti”, promessa rimasta come sappiamo sui manifesti soltanto. Personalmente non ho alcun problema a manifestare soddisfazione quando un delinquente pronto a tutto pur di arricchirsi viene giustamente ammanettato. Non ho alcun problema a dire che se mai la giustizia dovesse farcela a superare la tenacia nel delinquere, e nel voler restare impunito, del nostro Presidente del Consiglio io, di certo, mi dimosterei immensamente soddisfatto.
Guarda caso Crespi e Berlusconi hanno, pensa un po’, fortissimi legami.
Ma andiamo per gradi, in Italia non esiste più informazione quindi bisogna essere chiari, chiarissimi, sostituirci ogni volta che possiamo ai media istituzionali ormai ridotti a megafono del Premier e cercare di mantenere lucidità ed amore per la verità . In questo istante ad esempio il TG1 sta dicendo che Luigi Crespi, a lungo dirigente dell’HDC, e’ stato acciuffato dalla Guardia di Finanza con l’accusa di bancarotta fraudolenta. Fin qui tutto bene, la notizia è corretta, peccato che si liquidi così, in pochi istanti, senza spiegare chi diavolo sia davvero questo Crespi e cosa lo leghi a Silvio Gambadilegno.
Strano, molto strano, soprattutto considerando che Crespi, comunista dichiarato fino al 1989, comincia a fare soldi e a perdere dignità proprio come consulente per la comunicazione di Berlusconi, continua poi con Datamedia a fare i sondaggi per il Cavaliere, grazie agli ovvi interventi di quest’ultimo diventa poi con Nexus sondaggista ufficiale di Rai e Presidenza del Consiglio. Sempre forte di così grande appoggio il caro Luigi dimentica di essere un truffatore da quattro soldi e si convince di essere un grande imprenditore, quindi compra Cirm, Directa, World Ricerche, Punto.com, Light planet, Datacontact, Alto Verbano, Dataplanning, Il Nuovo.it, Poster Up, Show Up, Metafora e Mediacomm, cercando di trasformare HDC in una sorta di Mediaset dei sondaggi e della comunicazione, ovvero un monopolista senza praticamente concorrenti completamente asservito a Silvio e di fatto strumento nelle sue mani, utilissimo per falsare le ricerche e manipolare ancora di più l’opinione pubblica.
Bene, facciamo ora la domanda che in Italia nessuno fa mai: dove ha preso Crespi i soldi per mettere insieme tutto questo?
Se qualcuno se lo fosse chiesto per Berlusconi questo oggi sarebbe ancora un paese occidentale, libero e democratico, ma non divaghiamo. Crespi ha preso i soldi dagli amici, come nella migliore tradizione affaristico/mafiosa tanto tipica della Casa delle Libertà . Nel 2001 e nel 2002 fu direttamente Forza Italia a coprire i debiti di Gigetto, in seguito entrò in gioco Gianpiero Fiorani e la sua Bipielle. Come, immagino, a questo punto avrete tutti capito, Fazio non si dimette da Governatore della Banca d’Italia perché non ha alcuna intenzione di passare come l’unico delinquente della comitiva, fatto del resto comprensibile visto il disegno generale. Quale disegno generale? Mio Dio, ma davvero non avete capito nulla? Allora, state attenti:
- Berlusconi vuole il Corriere della Sera
- La Lega vuole tutte le bache del nord nelle mani della Banca Popolare di Lodi di Fiorani, uomo del nord
- Ricucci vuole soldi
- Crespi vuole soldi
- Fazio deve permettere che tutto quanto sembri normale
- Fiorani paga i debiti di Crespi
- Ricucci aiuta Fiorani a comprare banche al Nord
- Ricucci si offre come prestanome di Berlusconi e come per magia tira fuori un sacco di soldi per comprare il Corriere della Sera
- Fazio favorisce Fiorani nelle acquisizioni delle banche
- Silvio è felice
Un piano perfetto, per tutti tranne che per Crespi, unico pesce medio in mezzo a troppi pesci di taglia decisamente superiore.
Silvio decide quindi di sacrificarlo e, sempre sotto l’attenta regia di Fazio, volta le spalle a Crespi e di fatto regala l’HDC alle banche creditrici, quindi a Fiorani.
A marzo l’HDC fallisce, Crespi ingrassa centinai di chili, diventa buddista, rilascia interviste in cui dichiara di avere paura fisica di Previti e, placido, se ne sta buono ad aspettare il destino, ovvero la Guardia di Finanza che bussa alla porta.
E Silvio esce ancora una volta pulito da tutto, alé.
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