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A volte lo spettacolo sono solo persone che parlano

Piccoli Omicidi in scena al Teatro dell’Orologio di Roma

Appuntamento con la commedia nera a Roma.

“Piccoli omicidi” in scena al Teatro dell’Orologio

Due, quattro, sei, otto, ammazziamo chi sta sotto!

Dal 31 Gennaio al 5 Febbraio, nella sala Orfeo del Teatro dell’Orologio a Roma, la Compagnia Gioco Teatro, sotto la direzione artistica di Isabella Del Bianco e Cristiano Censi e con la regia di Kira Ialongo, porterà in scena il mondo grottesco e fumettistico del premio Pulitzer Jules Feiffer, con la pièce Piccoli Omicidi, la commedia nera e surreale, che rappresenta le manie, i difetti e le contraddizioni della media borghesia di tutti i tempi.

In una tranquilla cittadina degli spari fuori dalla finestra aprono la scena, lasciando presagire… nulla di buono! Protagonista la famiglia Newquist, una (apparentemente) tranquilla e anonima famiglia borghese americana.

Qualcosa sta per accadere nel giorno in cui Patsy, la figlia maggiore, sta tornando a casa per far conoscere ai genitori il suo nuovo fidanzato, Alfred, un fotografo nichilista e, per sua stessa definizione, apatista.

Ad attenderla ci sono un padre affettuoso che ripone in lei grandi aspettative, una madre profondamente attaccata alle apparenze e alle convenzioni sociali e un fratello più piccolo, tutto da capire.

A fare da contorno una città sotto assedio, spari, ambulanze, un’ondata di omicidi misteriosi e irrisolti e un maniaco telefonico.

Quando la realtà esterna entrerà prepotentemente in casa Newquist, gli equilibri cambieranno e ogni membro della famiglia si sentirà libero di esprimere il suo vero Io, integrandosi di buon grado con il mondo fuori dalla finestra.

“È pericoloso sfidare un sistema se non sei sicuro che quando sarà crollato non ti mancherà”.

Piccoli Omicidi

Teatro dell’Orologio

Via dei Filippini 17/A

Dal 31 gennaio al 5 febbraio 2012

Orario : dal martedì al sabato alle 21:00, domenica alle 18:00.

Pomeridiana extra del Sabato 17:30

Telefono per prenotazioni: 06. 68308330

E-mail: piccoliomicidi@gmail.com

UNA NOTTE A FALLUJA RACCONTATA DA ROBERTA BIAGIARELLI

I nostri amici del Candini mettono in piedi sempre cose notevoli.

Falluja

Di grande interesse è la proposta de La Scena mobile di marzo al centro Culturale Candiani. Sabato 19 alle ore 21.30, Roberta Biagiarelli presenterà Falluja di Francesco Niccolini con la collaborazione di Simona Torretta, riscrittura in forma di monologo di Canto per Falluja prodotto nel 2008 da Associazione Un ponte per… e da CSS – Udine.

Prima Srebrenica, poi Chernobyl e ora Falluja, da oltre dieci anni l’attrice dà voce alle persone di quei luoghi tormentati raccogliendo le testimonianze dalla loro viva voce, è un teatro che racconta di storie e geografie e dove i luoghi non si possono attraversare fisicamente si attraversano con l’immaginazione.
Tra i profughi iracheni anche fallujani, arrivati in Giordania, una donna racconta di una sera imprecisata di alcuni anni fa. Una sera qualunque di quelle che si vivono a Falluja, Iraq, cinquanta chilometri da Baghdad. Un blindato con cinque marines a bordo in una normale azione di pattugliamento, normale, se non accadesse l’imprevisto che scatena l’incubo, sangue, morte e una notte tragica. Lo spettacolo è la cronaca tutt’altro che eroica di quella lunga notte cui sono stati destinati una donna irachena, cieca, e un soldato americano, costretti ad attraversarla insieme.
E’ una notte scabrosa, livida, ma ormai inarrestabile: un tè d’acqua sporca mentre si susseguono parole, preghiere, desideri, passioni, ricordi, rimpianti e una quantità di violenza smisurata, a portata di mano di un uomo e di una donna che, in condizioni di vita meno surreali, mai potrebbero compiere le azioni che si troveranno a compiere in questa notte, fino a un epilogo destinato a lasciare – in tutti – molto amaro in bocca.
Rivivere gli avvenimenti di quelle terribili ore, raccontare e denunciare la storia incredibile di Falluja è, per Roberta Biagiarelli, un modo per non dimenticare, per capire e cercare di trovare, a teatro, uno spiraglio di luce oltre la disinformazione, la sopraffazione e l’indifferenza.

Ingresso: intero 7 euro – ridotto 5 euro (Candiani Card, CinemaPiù, studenti)
Biglietti già in vendita

APPLAUSI, COMMOZIONE E LACRIME PER L’ANTEPRIMA DE “LA CIOCIARA”

Qui di seguito un comunicato stampa su “La Ciociara”, In tournée in tutta Italia fino ad Aprile:

Applausi a scena aperta e commozione per l’anteprima de LA CIOCIARA di Roberta Torre che ha debuttato ieri sera al Teatro Manzoni di Cassino, esaurito in ogni ordine di posto per l’occasione.
Lacrime dell’ex sindaco della città Antonio Grazio Ferraro, che, invitato all’anteprima, ha dichiarato di aver vissuto la violenza di quei giorni e di avere ritrovato nello spettacolo la tragedia in tutta la sua potenza evocativa. Lo spettacolo, tratto dal testo di Annibale Ruccello, è prodotto dal Teatro Bellini di Napoli e interpretato tra gli altri da Donatella Finocchiaro, Daniele Russo e Martina Galletta.

“È passata la guerra e anche la violenza che le ha trafitte: una madre e una figlia oggi stanno litigando per l’acquisto di un automobile. Così ha inizio la nostra storia. Come se nulla fosse successo, nella Ciociara di Ruccello a farla da padrone sono i Fantasmi. Fantasmi della brama di avere, possedere oggetti di consumo semplici come può essere un televisore o una macchina nuova. Qui Cesira non è più quella madre sconvolta sul ciglio della strada polverosa a chiedere pietà per la sua povera figlia violata, Rosetta non è quella che non sarà mai più come prima dopo le mani estranee sul suo corpo di bambina: il fantasma di quella violenza si è tramutato in quotidiana banalità come se nulla fosse, l’ha cambiata per sempre in modo subdolo e silenzioso. È questa la vera violenza che nella scrittura di Ruccello ci proietta in un universo dell’orrore dove tutto viene dimenticato in cambio di una normalità apparente e inquietante. È straordinariamente attuale questa Ciociara, ci parla dei nostri giorni e di mutamenti apparentemente impercettibili ma definitivi. Ci parla anche della nostra Italia e dell’oggi, come in ogni testo straordinario è anche stato profetico Annibale Ruccello. E dunque se di fantasmi si tratta ho immaginato una messa in scena che possa materializzare i ricordi e il passato, che li traduca in immagini proiettate, che li chiuda in una scatola magica che molto ricorda una vera e propria proiezione da cinema. Ed ecco quindi che il cinema e il teatro interagiscono strettamente in questa Ciociara, oggi e ieri si mescolano continuamente lasciando ai protagonisti della scena una doppia anima che li rende corpi capaci di interagire con i fantasmi. Pochi oggetti sulla scena e un mondo di proiezioni interiori e non solo: un viaggio dove ieri e oggi prendono forma e ci trascinano avanti e indietro nel tempo”.

Le prossime tappe della tournée:

Debutto Brindisi Teatro Verdi 15 -16 Gennaio

Potenza Teatro Stabile 17 gennaio

Messina Teatro Vittorio Emanuela 19 – 23 Gennaio

Catanzaro Teatro Politeama 24 – 25 Gennaio

Bari Teatro Team 29 – 30 Gennaio

Venezia Teatro Goldoni 2 – 6 Febbraio

Milano Teatro Manzoni 8 – 27 Febbraio

Siena Teatro De I Rinnovati 1 – 3 Marzo

San Casciano Teatro Nicolini 4 Marzo

Padova Teatro Verdi 8 – 13 Marzo

Pavia Teatro Fraschini 15 – 17 Marzo

Grosseto Teatro Moderno 19 marzo

Lugano Teatro La Cittadella 23 – 25 Marzo

Sassari Teatro Verdi 28 -29 Marzo

Cagliari Teatro Massimo 30 Marzo – 3 Aprile

Incontro con Flavio Insinna

Riceviamo e pubblichiamo:

TEATRO DELLA REGINA, CATTOLICA
STAGIONE TEATRALE 2008-2009

in occasione del debutto dello spettacolo
Senza Swing (23 e 24 ottobre)
FLAVIO INSINNA
incontra i giornalisti
nel foyer del Teatro la Regina di Cattolica
lunedì 20 ottobre alle ore 14.30
Saranno presenti:
Il Sindaco del Comune di Cattolica
Pietro Pazzaglini
l’Assessore alla Cultura del Comune di Cattolica
Alba Di Giovanni
il Direttore del Teatro della Regina
Simonetta Salvetti

Last Mìnut

LAST MÍNUT
IL NUOVO DIVERTENTE SPETTACOLO DEI PERLAMAMMADIADO
AL CENTRO CULTURALE CANDIANI

Sono già in vendita al Centro Culturale Candiani i biglietti per Last Mìnut, il nuovo spettacolo di visual comedy dei Perlamammadiado, in programma martedì 8 e mercoledì 9 aprile alle ore 21.00, organizzato in collaborazione con Venezia Spettacoli.

Già ospite del Candiani, nella fortunata esperienza televisiva di Candiani Cabaret, il trio comico presenta il racconto di un viaggio sfortunato, low cost, inquietante, ma allo stesso tempo imprevisto e divertente. L’umorismo di situazioni nelle quali il pubblico si vede riflesso costantemente, nasce dal ritmo serrato delle gag costruite tra mimo e tecnica clownesca, tra esilaranti invenzioni e teatro comico tradizionale, il tutto fuso nel singolare linguaggio teatrale dei Perlamammadiado che accompagnano ogni singolo movimento alla musica senza l`uso di parole.
Questo il loro “nuovo corso”, vale a dire la sperimentazione di nuove tecniche legate allo studio della pantomima classica che abbandona la rigidità e il silenzio assoluto del mimo convenzionale per incorporare nei loro sketch movimento, colore e suoni.

I Perlamammadiado si formano nel teatro di ricerca contemporaneo. Dopo aver studiato con diversi maestri (da Danio Manfredini a Chattie Salaman della R.A.D.A di Londra, da Ambra D’Amico a Lucia Vasini, da Marco Paolini a Giuseppe Cederna, da Marcel Marceau a Eugenio Allegri) l’uso del corpo e della voce, scoprono il loro interesse per la comicità e nel 1995 iniziano un lavoro di improvvisazione verbale e fisica, che cerca di fondere stili diversi, ottenendo come risultato una comicità molto diretta con meccanismi teatrali vicini alla semplicità. Negli ultimi anni “sposano” la filosofia del clown e ne vestono i panni. Seguono corsi di aggiornamento alla scuola di Piccolo Circo con Claudio Madia e studiano l’arte della clownerie con insegnanti qualificati.

Ingresso 10 euro

CARLO GOLDONI AVVOCATO E DRAMMATURGO IN SCENA AL CENTRO CULTURALE CANDIANI

Ancora Carlo Goldoni protagonista al Centro Culturale Candiani, lunedì 4 febbraio alle ore 17.30, con Processo a Carlo Goldoni, “udienza scenica” di Enrico Ricciardi in collaborazione con l’Associazione Il Teatro alla Moda.
Lo spettacolo è un vero e proprio processo con Giudice, Pubblico Ministero, Difesa e Imputato, e requisitorie finali di due autentici avvocati del Foro veneziano, Elisabetta Alfonso e Bruno Auricchio, per approfondire un diverso aspetto dell’artista veneziano che, prima di diventare commediografo esercitò la professione di avvocato dopo la laurea conseguita all’università di Padova. Il testo qui proposto, oltre a mettere in evidenza i modi con cui si accedeva alla professione forense e si gestiva la giustizia nel secolo terminale della Repubblica veneziana, ripercorre gli studi per conseguire la laurea e le pratiche espletate in veste di avvocato da parte di Goldoni, portando in primo piano le azioni, gli espedienti e veri e propri intrallazzi – molto spesso censurabili e poco ortodossi – che egli mise in opera per conseguire i suoi obiettivi. Espedienti che spesso, occorre ricordare, traspose poi in alcune delle sue commedie più famose la cui costruzione può intendersi tecnicamente come l’istruzione di un “processo”, dove l’intrigo è risolto, alla fine, con una “renga” magistrale da parte del personaggio più significativo.

Ingresso libero previo ritiro del biglietto omaggio alla biglietteria del Centro

PROTOCOLE DE RÊVES

TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI

LUNEDI 28 GENNAIO

HANNA SCHYGULLA
PROTOCOLE DE RÊVES (prima milanese)

Lunedì 28 gennaio al Teatro degli Arcimboldi (viale dell’Innovazione, 20 – Milano) sarà di scena per la prima volta a Milano lo spettacolo di Hanna Schygulla “Protocole de Rêves” che vedrà testi, canzoni e video di Hanna Schygulla, su testi di R. W. Fassbinder, Jorge Luis Borges, Calderon de la Barca, Arthur Rimbaud, Heiner Müller, Bertolt Brecht, Jean-Claude Carriére. Al piano Jean-Marie Senia.

Lo spettacolo avrà inizio alle ore 21.00, il prezzo del biglietto varia da 30,00 a 15,00 euro (sono previste riduzioni per giovani, gruppi ed anziani). Per informazioni al pubblico tel. 02.641142212/214.

Lo spettacolo è composto da continui ingressi e uscite della Schygulla su video proiettati su di un tulle: la sua presenza in scena diventa un prolungamento dei temi di ciascun sogno. Le proiezioni sono accompagnate da testi recitati dall’attrice tedesca e da canzoni composte e interpretate da Jean-Marie Senia. Il pianoforte accompagna le immagini, talora fondendosi al sonoro originale.
Lo spettacolo è nato grazie ad un’iniziativa del MOMA di New York per i 60 anni di Hanna Schygulla ed è stato presentato negli Stati Uniti nel Gennaio 2004 nell’ambito di una retrospettiva sull’autrice e Fassbinder.
Hanna Schygulla, dopo venticinque anni, ritrova in un baule nella sua casa paterna i filmati, le note e gli appunti di un film che doveva fare con Fassbinder.

Con questo lavoro, “Protocole de rêves (sogni)”, Hanna Schygulla rivela un progetto cinematografico irrealizzato, ma fa conoscere anche immagini, parole e suoni di una dimensione sia onirica sia intima di se stessa.

LA VEDOVA SCALTRA

Con questo post apriamo la nuova sezione dedicata ai consigli teatrali per i nostri lettori (sì, lo so, il teatro non è il cinema, ci arrivavano un sacco di segnalazioni in redazione e non sapevamo cosa farci, ok?).

STAGIONE TEATRALE 2007-2008
CATTOLICA
TEATRO DELLA REGINA
COMUNICATO STAMPA
Lunedì 28 e martedì 29 gennaio 2008
Associazione Teatrale Pistoiese, Tauma, La Biennale di Venezia
Raffaella Azim in

LA VEDOVA SCALTRA

adattamento dal testo di Carlo Goldoni a cura di Lina Wertmüller
in collaborazione con Tiziana Masucci
regia Lina Wertmüller
scene e costumi Enrico Job
musiche originali Italo Greco, Lucio Gregoretti e Gabriele Miracle
con Giovanni Costantino, Elena D’Anna, Francesco Feletti, Massimo Grigò, Roberto Valerio
e con Gianni Cannavacciuolo nel ruolo di Arlecchino

Dopo la realizzazione de Il Processo di Kafka, prosegue il progetto di rivisitazione di grandi testi del passato, realizzato dall’Associazione Teatrale Pistoiese insieme all’attrice Raffaella Azim e all’Associazione Tauma.
In occasione del 300° anniversario della nascita di Carlo Goldoni, la scelta è caduta su La Vedova Scaltra.
Lo spettacolo, che ha inaugurato nel luglio scorso il 39° Festival Internazionale di Teatro della Biennale di Venezia 2007, vede il ritorno di Lina Wertmüller al teatro.
Per la nota regista cinematografica, conosciuta e apprezzata anche all’estero, è questo il primo incontro con un testo della tradizione teatrale italiana classica.

Quello di Carlo Goldoni è un secolo agitato e rivoluzionario, sul crinale fra l’ “ancienne regime” e i tempi nuovi. In quella Venezia, pullulante di artisti e avventurieri provenienti da ogni parte d’Europa, dove sotto una facciata austera perfino il libertinaggio entrava e usciva dai conventi, il nostro Carlo Goldoni s’incapriccia di questa “vedova”.
Testo di transizione tra la commedia dell’arte e la commedia nova. E’ un’idea carica di echi sensuali ma anche di segreti e profondi simbolismi. L’idea non è solo quella di una vedovella in cerca di marito, ma vi s’intrecciano due percorsi: quello dei cavalieri vogliosi di conquistare una preda e quello della donna che cerca un uomo, un vero uomo.
L’incrocio tra i desideri dei pretendenti e quelli della vedova è l’avventurosa partita da percorrere.
Maritata giovanissima a un signore anziano e ricco, ha avuto con l’amore un rapporto di sopportata dedizione all’autunno del suo “Sior Consorte”.
Per questo Job ha immaginato al centro dell’azione un letto. Non è solo un rimando al Settecento in cui le “Femme des Lettres” come Madame de La Fayette o Madame de Sevigny ricevevano, ma un letto simbolo di tutte le voluttà che per lei è sempre rimasto vuoto, e la sua vasta dimensione è lì a sottolineare soprattutto quel vuoto. C’è il letto e lei in quel letto, con tutta la cabala del gioco della vita. Lei, nel candore che, malgrado la vedovanza, rende quel letto quasi verginale, denso di sogni, di solitudine che l’amore, quello vero sensuale, non ha mai riempito, che è centro di un gioco che non si può più sbagliare.
Quattro cavalieri europei che la penna goldoniana dipinge nobili e benestanti, desiderosi della dama, navigano con grazia le acque della galanteria e del corteggiamento.
Anche se sotto i loro sofisticati nasi, senza che se ne avvedano, si stanno infatti preparando sconvolgimenti rivoluzionari e ghigliottine che distruggeranno ogni incipriata eleganza.
Qui si sente circolare un’aria segreta che sa di Romanticismo, che ha il profumo di un vero autentico sentimento.
È interessante che nella sua ultima analisi Rosaura enunci soprattutto i difetti del prescelto, di quell’ ”uomo”, di quel conte innamoratissimo e geloso, pronto al duello o alla rinunzia in cui la nostra vedova sente l’eco di un vero autentico sentimento.
Nella rielaborazione sono stati eliminati, oltre alla sorella di Rosaura, alcuni personaggi-maschere come Pantalone e il Dottor Balanzone. Un testo più asciutto, nel quale la polemica tra vecchio e nuovo, si concentra su Arlecchino. E’ lui il testimone della “Commedia dell’Arte”, la maschera su cui si riversano tutti i difetti degli italiani ma che con la simpatia e l’allegria riesce a farsi amare.
Il nostro Arlecchino, anticipando il “Servo di due padroni”, ne serve addirittura quattro ma in realtà serve solo Rosaura.
All’inizio Rosaura è anche Venezia. Come Rosaura si prende gioco dei suoi pretendenti, così Venezia tiene sulle spine i suoi figli adorati, dal carattere litigioso e criticone.
Se si dovesse fare un analisi di questo testo alla maniera degli studi del sistema Stanislawski, il “Seme” illuminante di tutta l’opera secondo me sarebbe la parola : “Amore”.
Sempre sotto l’aria leggera della commedia innovatrice, Goldoni fa circolare intorno alla sua vedova un sostanziale “bisogno d’amore”.
Provate a leggere il testo analizzandolo alla luce di un diverso “ Seme”: con “Mondanità”, oppure “Famiglia”, o anche “ Solitudine”. Si vedrebbe subito a quante differenti letture si presta questa commedia.
Se il seme fosse: “ Mondanità”, ovvero lotta per una mondana posizione sociale, gli intrighi dei nostri personaggi si svolgerebbero pizzicando corde del tutto diverse: ambizione, lotte per salire la scala sociale.
O se il Seme conduttore fosse “ Famiglia”, tutta l’azione si strutturerebbe nel desiderio di costruire un nucleo familiare e Rosaura cercherebbe un padre per i suoi figli.
Nella casa della nostra appassionata ma saggia vedova, i valori sono diversi, freschi, autentici e ritrova l’amore come senso centrale della vita.
Secondo noi la lettura più interessante e forse anche la più appropriata per questa “Vedova” è proprio con il “seme dell’Amore”, soffio purificante che anticipa il grande vento del Romanticismo, anche addensatore di quei nuvoloni “Sturm und drang” che cambieranno per sempre i cieli della cultura europea.
Fuori forse impazza il Carnevale.
Lina Job Wertmüller

Un’idea di scenografia per “La vedova scaltra”

Ho sempre preferito lasciarmi suggerire le scenografie da quanto a me pareva l’essenza di un
testo, anziché riferirmi alle indicazioni dell’autore, solitamente poco portato a immaginare un’espressività anche visiva di ciò che ha scritto.
Così ecco per “La vedova scaltra” una mia idea “non verista”.
Le scene tradizionali per le commedie di Goldoni non sono che la semplice descrizione dei veri ambienti necessari all’azione. Spesso tuttavia qualche complicazione c’è: per esempio i frequenti cambi di scena e, senza il sostegno esemplificatore di una qualunque sintesi drammaturgica, da quinte e graticcia, è un continuo andare e venire di oggetti d’arredamento e tele dipinte.
In questa commedia giovanile, Goldoni ha già raggiunto però una sensibilità così acuta, profonda e geniale da anticipare in pieno Settecento femminismo e romanticismo. Il personaggio di Rosaura ha infatti la determinata scaltrezza di scegliere, tra i quattro pretendenti messi alla prova, proprio come avrebbe fatto una fanciulla romantica, quello più squattrinato, l’unico però che le ha dimostrato d’amarla solo per amore.
Ecco dunque un’interessante drammaturgia che ha in sé una possibile sintesi scenografica.
A volte, nel Settecento le dame usavano ricevere la mattina per la Conversazione continuando a starsene pigramente sdraiate a letto. Dato storico che mi ha suggerito il fulcro significativo attorno al quale far ruotare l’intera commedia: il grande letto dell’inappagata sensualità della vedova di un novantaquattrenne, tanto vecchio da far addirittura, e più che ragionevolmente, supporre che abbia lasciato vergine la sua bella sposa, forse ancora adolescente.
La solitudine di Rosaura, il sentimento della sua frustrata bellezza e il desiderio dei pretendenti che aspirano a possederla, hanno smisuratamente ingigantito nella mia immaginazione le proporzioni di questo desolato talamo vedovile, intorno al quale, nel cerchio sopraelevato di una lignea, “lussuosa”, dorata casa-paravento cui si accede salendo alcuni gradini come attorno ad un’ara, convengono le seduttrici speranze e le verbali cortesie dei quattro pretendenti.
A destra e a sinistra del proscenio, due piccoli tavoli di bar suggeriscono la strada sulla quale, oltre alla casa di Rosaura, si affaccia pure la locanda in cui lavora Arlecchino.
Nel realizzare questa idea di scenografia per “La vedova”, con Giorgio Gori e i suoi ottimi collaboratori, ci siamo comportati come artigiani del Settecento, ispirandoci all’Arte Povera di un secolo in cui le materie non sono quasi mai quelle che sembrano; in cui l’oro è doratura, il marmo è stucco trattato a marmoridea, e una tappezzeria non è il tessuto damasco che sembra, ma una pittura che ne finge la preziosità, magari su rozze tavole di legno, e così le architetture di Venezia non sono come sembrano dei grandi disegni dipinti in bianco e nero, ma sagome di piccoli disegni fatti a tavolino ingigantiti con moderne tecniche fotografiche, anziché con un pantografo come sarebbe stato più d’epoca e più corretto.
Nonostante queste ingannevoli eredità, il finto lusso di settecentesche eleganze appartenute al marito e le divertite megaproporzioni immaginate da me per rappresentare la solitudine e le frustrazioni vissute in un triste matrimonio, dall’alto del vasto e sensuale deserto di lenzuola e cuscini del suo letto, con inaspettata, sorprendente intuizione romantica e femminile saggezza, alla fine Rosaura saprà dare concretamente forma al proprio futuro.
Enrico Job

Biglietti: Platea, Palchi 1° e 2° ordine intero € 20,00 ridotto € 18,00 /// Galleria intero € 18,00 ridotto € 16,00 /// Palchi 3° ordine unico € 16,00

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI
TEATRO DELLA REGINA Piazza della Repubblica – 47841 Cattolica (RN) – Tel. 0541/833528 – 968214; PRENOTAZIONI TELEFONICHE dalle 17.30 alle 19.30 dal secondo giorno di prevendita.
Tel. 0541/833528 – 0541/ 968214