Ore 22.15. Non ce la faccio più a seguire Ballarò. Se l’amico dell’amico Mantovano è irritante il picciotto La Loggia è a dir poco repellente. E’ untuoso, materialmente untuoso, afflitto da pallore cadaverico, arrogante, con una smorfia che gli si disegna intorno ad a feritoia purulenta che si atteggia a sorrisetto sarcastico ed un fare pretesco, da prete picciotto. E’ il tipico esemplare di essere che usciva fatto con lo stampo molti decenni fa: non stupirebbe vederlo ritratto in una foto in bianconero in compagnia di grassi signori con le mani piene di anelli ed un cappello a falde larghe. O mantelline purpuree.
Sono sempre gli stessi e hanno le stesse facce, cambiano nome magari, provano a cambiare aspetto ma sono sempre gli stessi. E ora probabilmente riusciranno ad avere il loro golpe-giocattolo, proposito che hanno perseguito in modo infantilmente irresponsabile e delinquenziale.
Non riesco più ad essere dissacrante ed ironico. Sappiano, questi signori, che più di sessant’anni fa i nostri nonni sono saliti in montagna e furono chiamati banditi, ma nessuno di loro combatteva se non per la libertà del proprio paese. Si arriva ad un punto in cui certe cose non solo sono legittime, ma doverose: se un paio di spostati considerano legittima una guerra contro un popolo inerme, essi non avranno difficoltà a capire che in fondo, una cosa simile doveva pur succedere. E dovranno stare al gioco: non potranno dire che si tratta di terroristi, non potranno invocare una cosa così ridicola come il pericolo rosso.
Me ne assumo le piene responsabilità penali: l’ultimo modo per cambiare questo paese del cazzo è guardare ai nostri nonni.
Tutti gli articoli di Fabrizio
La Donazione di Costantino
Sto per commettere un atto memorabile, inconsulto, andrò in galera, mi bruceranno sul rogo, mi tortureranno ma io lo dico: vomito. Ogni giorno leggo i giornali online e vomito.
Il conato più violento, profondo e sordido nasce dalla notizia che il senato ha approvato quatto quatto una norma retroattiva che esenta la chiesa cattolica (niente maiuscole, non è un refuso) dal pagamento dell’Ici causando una perdita per gli enti locali di circa 200 milioni di euro. Tutto ciò mentre la finanziaria creativa griffata tvemonti sottrae ulteriori trasferimenti dal bilancio dei comuni.
Non capisco più che sta succedendo, aiutatemi: sono smarrito. In che secolo siamo?
b16 cambierà il suo nick in pio nove, non riconoscerà più la legittimità dello stato italiano invasore e farà dichiarare autentico il documento noto come Donazione di Costantino (in odore di falso fin dal trecento e smascherato da Lorenzo Valla nel quindicesimo secolo).
Mai come ora sto sperando nell’esistenza di Dio: questi delinquenti pedofili e criptogay, quindi omofobi sfuggiranno certamente alla giustizia terrena, ma non a quella celeste. Suona savonaroliano, vero?
Storace l’Inquisitore
Il Sig. Francesco Storace (continuerò imperterrito a rifiutarmi di usare il disgustoso appellativo di onorevole, per tutti) dopo aver provocato scempi durante la sua presidenza alla Regione Lazio, (quali disavanzo pauroso della sanità , aumento ingiustificato e folle dei dirigenti regionali, occhio di riguardo per le case di cura private) è stato giustamente trombato alle regionali dell’aprile scorso. Ma invece di essere relegato in un cantuccio a meditare ed eventualmente pentirsi, è stato nominato ministro della salute. Ora, compulsate pure Google ma non troverete che uno scarnissimo curriculum vitae del nostro sferico ministro. Non stiamo parlando del ministero per l’esportazione delle banane, la sanità è una cosa importante, a volte è una questione di vita o di morte, c’è di mezzo il diritto ad essere tutti curati nel migliore dei modi e c’è di mezzo la scienza. E il neo ministro inaugura il suo nuovo incarico cercando di riportare in auge la famigerata “cura Di Bella” grazie alla quale alcuni pazienti oncologici ci hanno rimesso le piume, mentre tutti i massimi oncologi italiani sconfessavano dati alla mano quei due farabutti di Di Bella & Son. Storace – scienza non suona bene. Anche Storace da solo non suona molto bene, non è così offensivo quanto dire Calderoli in pubblico, ma siamo in quell’ordine di contumelie.
La mia convinzione è che Storace sia nemico della scienza; vediamo perché. Da qualche tempo Silvio Viale, un ginecologo dell’Ospedale S.Anna di Torino, sta sperimentando su un ristretto numero di volontarie la somministrazione di mefiprestone (seguita dopo qualche giorno da una prostaglandina), noto anche come RU 486 oppure pillola abortiva. Le fiamme dell’inferno si agitano nella mente di alcuni di voi? Ok, me ne frego. La Ru 486 è disponibile in Francia dal 1988 ed ormai in quasi tutta Europa, tranne Irlanda ed Italia (chissà come mai). E’ commercializzata persino negli Stati Uniti.
La pillola a Storace non piace, invia gli ispettori dell’Agenzia del Farmaco a Torino e pretende di sospendere la sperimentazione d’autorità . Ovvio, no? Sostiene che i protocolli non sono corretti quando in realtà tutto è stato condotto con il massimo scrupolo e la massima attenzione per la salute delle donne coinvolte. In pratica pone un diktat, come questo governo è abituato a fare da quasi cinque anni, senza tenere conto che negli altri paesi circa il 50% degli aborti sono indotti farmacologicamente. Ma lui senz’altro è un profondo conoscitore delle donne, soprattutto quelle che remunera. Per fortuna Silvio Viale e Mercedes Bresso, presidente della Regione Piemonte, sono persone progressiste e combattive, non si incurvano come un Vespa qualsiasi e annunciano che la sperimentazione continuerà . Che a Storace piaccia o no.
Partiamo dal dato di fatto che la legge 194 è ancora legge, quindi è consentito abortire nei termini previsti; perché continuare ad infliggere una inquisitoria sofferenza ad una donna che ha deciso di abortire? Perché non rendere le cose più umane e civili, come nei paesi civili avviene? No. La donna che abortisce deve essere punita. Questa è l’idea che circola nella testa di Storace appena sotto il livello della coscienza. Intanto continueranno i viaggi carbonari in Svizzera e in Francia di donne che come spacciatrici di ecstasy cercano di procurarsi il Mifegyne (questo il nome commerciale dell’ RU 486 che comunque va usato sotto stretto controllo medico), e chi non può permettersi di viaggiare continua con il vecchio, traumatico metodo degno di un paese che ha in odio il progresso e la civiltà .