Tutti gli articoli di Tetsuo

Quante belle notizie

Le parole del premier. “Ho letto i resoconti sulla trasmissione Annozero mi sembra che non vi si possa riscontrare nulla della serietà, della professionalità e dell’appropriatezza che dovrebbe avere una trasmissione che riguarda la giustizia”. Poi, poco più tardi, arriva la precisazione: “Mai pensato di restringere la libertà di Annozero”.

e poi

Marini: “Serve un patto tra Unione e Cdl” [per le riforme]

Ma bravi, ma bene.
E noi che abbiamo votato. Che speravamo qualcosa cambiasse.
Costretti a sperare in Grillo, in un comico, che non mi è nemmeno mai piaciuto.
Va beh, Santoro almeno lavora, è già qualcosa. Per quanto?
La Guzzanti sa già qualcosa della collusione della sinistra con la “nuova censura”.

Non so nemmeno più cosa dire.
Vi rimando alla lettera immaginaria di Licio Gelli scritta da Marco Travaglio e letta alla trasmissione di ieri di Annozero.

Ringraziamenti

Salva a tutti, vorrei esercitare il mio diritto di cittadino italiano e sfruttare uno dei pochi privilegi che mi sono concessi per fare un ringraziamento.

Vorrei ringraziare tutti gli spokesman della chiesa, CEI, Bertone, Bagnasco e qualsiasi vescovo per la loro quotidiana direzione dell’opinione pubblica. E’ una gioia vedere che la non-interferenza tra stato e chiesa venga ignorata. Sappiamo che in Italia esistono leggi assurde e per questo le ignoriamo. E’ ora che i preti escano dai confessionali e si piazzino davanti alle urne. Sempre, però, non solo quando si tratta di referendum per la procreazione assistita!
La prima pagina di ogni giornale dovrebbe essere dedicata all’opinione della chiesa, quindi di Dio (i.e. quello cattolico) per dare finalmente una direzione al paese. Anzi, vedo in questi cenni di evoluzione politica un’ottima opportunità che la chiesa non dovrebbe farsi sfuggire. Mi chiedo solo come mai abbiano permesso una sigla così pericolosa: PD. Capisco che PM fosse ambiguo, ma almeno non sarebbe stato reato, PD!

Infine un ringraziamento a tutti i vari fattorini (al secolo giornalisti) che danno sempre il giusto risalto alle buone notizie.

Grazie! Non vedo l’ora di poter votare per Dio! Anzi, per PD!

Quando politica, marketing e pettegolezzi si uniscono

Quando si uniscono marketing, pettegolezzi e politica si uniscono, il prodotto è un fenomeno riprovevole che riempie giornali, telegiornali e chiacchiere da bar di tutta Italia.
Ecco quale solo i valori della “nuova politica”, che tanto si vantava di aver superato le ideologie.

Io mi sento continuamente preso per i fondelli e accerchiato, perché nessuno può fare a meno di parlarne. Io tento di non farlo, a costo di non far capire precisamente quello a cui sto riferendomi.
Chi ne parla per dirne bene, chi ne parla per dirne male. Anche io ne sto parlando proprio qui, anche se spero che non conti una pubblicità in cui il prodotto non viene né mostrato né nominato.
Giornalisti: voi siete i peggiori colpevoli. Prima di mettere una notizia in prima pagina dovreste chiedevi se state veramente informando, ovvero il vostro lavoro, o siete un po’ come dei cartelloni pubblicitari vuoti, sui quali chi passa può affiggere quello che più gli fa comodo.
Chiunque parli o abbia parlato, ieri, oggi, sempre, non solo di quest’ultima riprovevole trovata, ma di tutti le trovate di marketing politico e commerciale si interroghi, prima di parlare: voglio essere un cartellone pubblicitario anch’io, oppure voglio vivere la mia vita con dignità e libero arbitrio?

Aspiranti terroristi, se vi serve qualche arma biologica, sapete dove andare

Grazie ancora a Fabrizio Gatti, giornalista dell’Espresso, anzi, Giornalista. E’ opportuno distinguiere tipograficamente chi si fregia semplicemente del titolo e chi esercita realmente la propria professione.
Questo articolo sulla ignobile condizione dell’ospedale Umberto I di Roma, è un archetipo della condizione di molte strutture in Italia: infestate dall’incompetenza di piccole persone menefreghiste che non si pongono il problema di fare il proprio lavoro neanche a costo di mettere a rischio la vita di altri.
Aspettiamo una tragedia clamorosa che faccia notizia, magari qualcuno, a partire da quegli incompetenti dottori e infermieri, si renderanno conto di non essere furbi, ma criminali.

Oggi schiavi

Qual è quel paese dove, quando arrivi, vieni obbligato a lavorare, vivi in tuguri senza acqua in preda alle malattie, il padrone esige una ragazza da violentare per permetterti di lavorare, non ti viene consetito nemmeno di mangiare e i pochi soldi che ti danno ti vengono sottratti?

Qual è quel paese dove, se provi a ribellarti anche solo per poter sopravvivere, puoi venire ucciso e il tuo cadavere non verrà mai più trovato o identificato?

Qual è quel paese dove non puoi rivolgerti né ai medici né alle autorità, perché sono tutte colluse con il padrone che ti schiavizza?

1) Cina

2) Italia

3) Russia

Per vergognarsi di vivere in questo paese, cliccare sulla risposta giusta.

L’omertà è un omicidio.

Cause collettive: uno strumento di difesa

Vengo solo ora a conoscenza di questa petizione per ottenere una legge sulle cause collettive in italia. Sistema usato da tempo negli Stati Uniti, che permette di tutelare gli interessi dei consumatori da (almeno una parte) dei raggiri delle grosse compagnie che puntano sull’impossibilità del singolo di difendersi legalmente per l’esorbitanza dei costi processuali e sulla difficoltà di consonsiarzi in cause multiple in Italia.

Credo che l’introduzione di una simile legge anche in Italia potrebbe essere uno dei pochi modi per invertire la tendenza, sempre più marcata negli ultimi anni, a lasciare il consumatore, il cliente ma in generale il singolo cittadino, in balia di oligopoli che perpetrano soprusi anche illegali forti delle inefficienze della giustizia e della legge italiana.

L’iniziativa è sostenuta da un senatore del governo e da altri “gruppi” come il blog di Beppe Grillo. Non sono un particolare fan delle petizioni on-line, ma credo che questa sia davvero una “causa” che chiunque può sostenere, al di là di ogni credo politico:

Firma la petizione

Silenzio di tensione e imbarazzo

Tensione

Il 9 e 10 Aprile si decide il nostro futuro.

Imbarazzo

Per le reazioni di chi ci ha governato per ben 5 anni. Rabbia, livore, scorrettezze. Mai migliore sintesi di 5 anni di governo.

Paura

Per come potrebbe ridurre l’italia, dove già oggi aizza fazioni opposte l’una contro l’altra, “coglioni” contro brave persone. Industriali “che hanno qualcosa da nascondere” e industriali che votano per lui.
Anche i suoi alleati più pacati, Fini e Casini, si gettano in comizi populisti, in arroganti strategie che fino a una settimana fa criticavano. Oggi anche per loro l’Italia va bene. Va tutto bene. Zitti a sinistra, zitta Finch, zitti tutti gli analisti all’estero. Zitto Newsweek, zitta Nature, zitto Economist. Zitti tutti i giornali che parlano male di 5 anni di governo disastrosi.

Ma voi, italiani, parlate. Non ci hanno permesso nemmeno di scrivere un nome di fianco al simbolo, ma in quell’istante usato per tracciare una croce c’è il futuro di tutti. Per favore, cercate di votare per l’Italia, non per gli interessi, per il populismo e per il continuare su questa strada di tensione e di rovina.
E ora in ritiro, fino all’11 Aprile.

Stefano

Copertina dell\'economist

Il malgoverno sulla nostra pelle

Credo che la propaganda, nel senso meno negativo del termine, sia ormai l’arma meno efficace da usare per questa campagna elettorale. In questo breve articolo voglio presentare il mio punto di vista, come ho già fatto in passato, tentando di evitare i temi più abusati.
Non credo ci sia bisogno di informare per fare capire ai cittadini quanto l’Italia è stata mal governata in questi cinque anni. Non a caso, infatti, la scelta dello schieramento di Silvio Berlusconi (il possessivo è d’obbligo) per cercare di vincere le elezioni è stata la cosiddetta “Operazione Verità”. Ovvero: o cittadini, voi che vedete con i vostri occhi che tutto va male, io vi convincerò che sono i vostri occhi a non funzionare, non il paese. Talmente puerile che l’accento è stato subito spostato da questa strategia a quella di una demonizzazione dell’avversario. Ovvero: o cittadini, che per colpa non vostra siete convinti che tutto vada male, perché i vosti occhi e le vostre orecchie sono state manomesse, beh, sappiate che in ogni caso con gli “altri” andrà peggio. Una scelta di politica “contro”, tra l’altro simile alla sciagurata campagna elettorale di Rutelli nel 2001, che non trova controprove nelle dichiarazione di nessun esponente dello schieramento di Berlusconi, le stesse parole di Fini e Casini che proponevano un dibattito sul futuro, sono state insabbiate e poco valorizzate dai quotidiani più vicini alla linea di governo.
Il quadro è chiaro, spero. Berlusconi non ha la minima intenzione di modificare la sua politica. Qualche motivo interno, sia la tutela dei suoi interessi, sia la mai tramontata adesione al piano di rinascita democratica della P2, sia l’ottusa idea che questo possa seriamente fare bene al paese, impediscono all’essere umano Silvio Berlusconi di fare alcuna critica al proprio operato. Eppure, pur ammettendo l’alibi della buona fede, appare evidente che le sue scelte politiche non hanno avuto successo in Italia. Credo che ciascuno di noi abbia almeno un paio di storie da raccontare su come la sua vita sia stata peggiorata dal governo Berlusconi, mi voglio riferire a esperienze dirette, proprio perché è veramente facile stroncare sul nascere la stupida tesi della propaganda di questo centrodestra che sia la fantomatica sinistra a mistificare la realtà. Quindi, glisserò su discorsi macroeconomici che più o meno tutti abbiamo provato negli ultimi anni e mi concentrerò su due fatti quasi irrilevanti, ma che sono rappresentativi dell’impostazione del governo di Silvio Berlusconi.

Annedoto 1: Vado in banca come ogni mese per versare l’affitto. Il locatore ha cambiato banca, perché la precedente aveva alzato le commissioni sui versamenti a una cifra assurda, eravamo arrivati a 6 euro per ogni versamento. Anche questa è una tenedenza comune rilevata dalle associazioni di consumatori che è esplosa in questi anni di governo di centrodestra. Bene, gli sportelli sono tutti paralizzati, parlando con gli impiegati, scopro che una nuova legge ha introdotto una normativa che impone a chiunque faccia un versamento su un qualsiasi conto di fornire le proprie generalità e venire schedato dalla banca. Nota bene, per qualsiasi importo. Posso intravedere l’utilità di questa norma, ma senza nessun tetto minimo, come mi conferma l’impiegato, non ha alcun senso. Senza contare che mi pare davvero irrazionale pensare che i riciclaggi di denaro passino per i microversamenti fatti, peraltro, di persona.

Annedoto 2: Sciopero della mensa universitaria. Il personale delle mensa ha effettuato diversi scioperi negli ultimi tempi, ma sempre di poche ore per non pesare troppo sui già disagiati studenti, perché dopo i tagli e le decisioni dell’azienda del diritto allo studio, l’appalto dei servizi che prima era pubblico, affidato a personali interno, è stato affidato a società private le quali, per risolvere i problemi di mancanza di risorse e personale si sono affidati a personale precario e a momentanee soluzioni tampone. Nel frattempo, i dipendenti “regolari” che, da utente regolare, posso confermare che svolgono il lavoro molto bene da vari anni a differenza dell’idea comune di “dipendente pubblico” non hanno ancora ricevuto 5 anni di arretrati di stipendio. Altro esempio rappresentativo di come i moderni capitalisti non si vergognino mai di tirare la corda fino ad arrivare a un passo dell’azione legale, pur di guadagnare qualche interesse in più. E sulla tutela della legalità, la paralisi della giustizia fa tutto il resto.
Ancora di più, si tratta di un caso comune di devoluzione di un servizio pubblico ad aziende private dirette da un’imprenditoria italiana che non ha mai avuto lo stimolo dal governo alla responsabilizzazione, a offrire un servizio alla società, ma un messaggio ben diverso: lo stato vi sta tassando in modo eccessivo e sta limitando la vosta libertà, il vostro unico obiettivo è il profitto. Questo è il capitalismo italiano, tutelato dal governo Berlusconi dietro alla populistica parola “libertà”. Forza Italia, forza di libertà (degli sfruttatori, di fare quello che gli pare).
Ci sarebbe anche un annedoto 3 anch’esso di mia esperienza diretta, che riguarda un’altra “riforma” di un’azienda che passa dalla tutela della dignità dei propri dipendenti, della loro professionalità, all’applicare la dottrina dello sfruttamento utilizzando politiche illegali, sacrificando la fiducia, la serietà, la dignità, la professionalità dei suoi dipendenti in nome di un margine di profitto maggiore. L’illegalità, lo sappiamo tutti, è quasi all’ordine del giorno in Italia, in quasi ogni ambito. Uno stato e un governo responsabile, però, sa che deve fare i conti con questa realtà limitando il più possibile lo sfruttamento dei cittadini da parte dei poteri forti della società. Il messaggio che deve passare è quindi quello della solidarietà, non della “libertà” incondizionata che -se ben ricordate- si chiama anarchia e non è un diritto, ma il caos.
Era prevedibile che ciò accadesse, dopo aver avuto per cinque anni un presidente del consiglio che proprio di questa politica ha fatto la sua bandiera e con essa la sua fortuna.
Certo, direte, ancora non siamo alla fame, in italia. Perché vuoi per il piccolo raggiro che possiamo effettuare a nostra volta, vuoi con l’accortezza che ci permette di evitare un ulteriore fregatura, riusciamo ancora a “sopravvivere”. Ma cosa abbiamo veramente guadagnato in 5 anni? Io ho guadagnato: stress, mancanza di fiducia, difficoltà economiche.

Come ho già detto, non c’è nessuna speranza che il presidente del consiglio, che continua a militarizzare la propria coalizione, decida di cambiare politica. Cinque anni fa alcune persone che conoscevo e che non ritenevo affatto stupide hanno votato Silvio Berlusconi “per provare”. Bene, avete provato.
Questo governo ha fatto acqua da tutte le parti, ha confezionato leggi dannose in fretta e furia, ha fatto favori a lobby distruggendo l’industra italiana. Come il caso della tassa della SIAE su CD e DVD. Di recente, proprio un’industria italiana che produceva supporti vergini ha chiuso i battenti. La grande clientela si è spostata all’estero dove poteva acquisate prodotti migliori a un prezzo inferiore del 50% o più, in modo completamente legale.
Ogni liberista, ogni seria persona di destra deve riconoscere che questa politica NON FUNZIONA.
Il voto del 9 Aprile può essere visto con una dichiarazione di fiducia alla sinistra, ma anche -ed è questo che io mi auguro- come una dichiarazione di sfiducia alla politica di questi anni. Le mie speranza nella produttività e nell’efficacia della coalizione di centrosinistra non sono altissime ma quello che spero emerga da questo voto è che l’assetto dato alla politica da quel fenomeno politico / commerciale chiamato Forza Italia deve cambiare. Poi, diciamolo, il pericolo più grande del concedere una vittoria alla coalizione di centrosinistra, magari con l’astensione, è che non riescano a concludere molto o a riformare alcunché. Ma la vera riforma in cui sperare è quella del centrodestra, che le persone serie rimaste decidano di abbandonare l’egocentrica politica di Silvio Berlusconi e del suo Forza Italia. Perché ha peggiorato il paese, perché ha pesato sulle nostre vite, perché in nome della “libertà” di pochi, ha rubato la felicità a molti.

Buon voto.

Su la testa!

Quante cose possiamo imparare dal passato?

Su la testa

A sentire quello che dice, sembra fatto ieri questo programma: in più di 10 anni di cose non ne sono cambiate poi molte. Forse la più grande differenza è che questo programma è di 13 anni fa, non è possibile vederne uno simile fatto oggi.
Buona “mamma” Rai, che rende disponibili (gratuitamente, ma ancora per poco, io temo) pezzi di storia televisiva sorprendentemente selezionati con una certa ragionevolezza. Sarà la fortuna che i moderni capitalisti quando pensano allo streaming ormai hanno in testa solo quel pacco di Rosso Alice, film mediocri in qualità mediocre per uno spettatore mediocre. Cliccando sui programmi comici di raiclick, possiamo trovare quei “comunisti” che oggi lavorano poco e male. Qualcuno ha avuto la “fortuna” di essere esplicitamente cacciato, qualcun altro non lo è stato, come Paolo Rossi, ma le circostanze l’hanno costretto a uscire dalla vetrina della società, che ormai mostra solo pezzi di carne, denaro, confezioni vuote e luccicanti.

Paolo Rossi, aiutato da Gino e Michele, parla, critica, fa ridere. Il riso è sempre amaro, come tutti questi comici “ribelli”, ancora affezionati a un insieme di valori che per alcuni di noi sono importanti, ma chissà se vedremo di nuovo osservati quanto meritano. Chissà, soprattutto, se ne vale ancora la pena! Vale la pena parlare in TV a milioni di persone che si mettono a ridere quando sentono la parola “Berlusconi”, ancora prima di sentire la vera e propria battuta? Qualche differenza c’è, da 10 anni a questa parte, non solo nell’aspetto del comico rosso che ora mostra i segni del tempo e di qualche vizio di troppo. In quelle battute ciniche, amare, c’era ancora qualche speranza nel risollevarsi MORALE di un Italia che non deve la sua gloria passata, grazie alla quale vive ancora di rendita, al capitalismo liberista senz’anima che ha portato l’America alla ribalta e che la destra Berlusconiana ha con tanto insuccesso tentato di imporci, ma a quella cultura, quella creatività che questo governo si è tanto impegnato a distruggere. Produrre, non creare.
Da 10 anni fa è cambiato il modo di reagire a questo tremendo stato di cose che in questi ultimi, oscuri 5 anni ha schiacciato la fiducia e la solarità delle persone che ancora ci credono, ma non possono più dirlo. A volte non possono farlo per legge ma, anche quando non è così, non ne vale molto la pena, perché non hanno quasi più un pubblico capace di capire. Quindi ti riduci a fare programmi veramente ermetici, come il sempre fantastico Corrado Guzzanti, oppure tenti tuo malgrado di infilarti nelle maglie del sistema e ottenerne qualche vantaggio al cinema, come la sorella.
A noi, che amiamo ancora vedere qualcosa di vero in TV, rimane RaiClick, segno che anche la tecnologia che anima il nuovo ordine mondiale può dare qualcosa di buono, mentre nell’etere forzitialiota non troviamo che fotocopie del bagaglino e comici che una volta miravano alla radice dei problemi, ridotti a fare superficiale intrattenimento.

Quello che ci vorrebbe, per noi, per tutti, è una piccola dose di fiducia. Io aspetto il 6 Aprile. Non per sapere chi vince le elezioni, ma per vedere se il vento inizia a cambiare. Perché purtroppo il voto non sarà affatto la risoluzione dei problemi politici del paese, ma potrebbe essere un inizio, una presa di coscienza della popolazione che -fino a prova contraria- è l’unica che abbia il diritto a decidere dove deve andare il paese e che incomincia a dire: un momento, fermiamoci, perchè in questi 5 anni, le cose non sono andate meglio PER NIENTE. Il 6 Aprile, per favore, non votate per Prodi, per Berlusconi, per la destra o la sinistra, votate per VOI STESSI.