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TIPI Festival

Non è cinema ma è comunque un bel festival:

Il Servizio Giovani della Ripartizione Cultura Italiana della Provincia Autonoma di Bolzano presenta TIPI, il Festival dei Talenti, degli Incontri, dei Progetti e delle Idee, a Bolzano il 21 e il 22 Novembre.

L’idea è promuovere le idee

Un festival nuovo, alla sua prima edizione, dove scambio, confronto, crescita e realizzazione sono le parole chiave. TIPI si propone di promuovere e sostenere la progettazione e la partecipazione dei giovani nel territorio dell’Alto Adige, incoraggiando i ragazzi a scommettere sulle proprie idee, a pensare al proprio futuro, anche in relazione alla propria città, a intraprendere e portare avanti un percorso professionale, che riguardi tanto le arti quanto i mestieri, perché una delle risorse del territorio dell’Alto Adige è proprio la libertà d’immaginazione dei giovani e la volontà di fare. Un festival di due giorni, preceduto da settimane di incontri e lavori preparatori, che si rivolge a tutti i giovani di età compresa fra i 16 e i 30 anni che hanno un progetto, che vogliono avviare un’attività professionale, realizzare un’ambizione artistica, incontrare qualcuno con cui condividere la propria passione o con cui scambiare le proprie idee, perché è nella condivisione che un’idea può diventare progetto.

Un laboratorio creativo per i giovani

TIPI si presenta come un vero e proprio laboratorio a supporto dei giovani, strutturato secondo due momenti principali: il primo, che comprende le settimane precedenti al festival, si articola in una serie di incontri, laboratori e attività, a Bolzano e in giro per l’Italia; il secondo, la due giorni di evento a Bolzano a fine novembre, prevede la presentazione e condivisione delle esperienze delle settimane precedenti, esperienze che possono essere ricondotte a cinque grandi sezioni: discepoli e maestri, talent scout, cacciatori di storie, reunion, archivio delle idee.

Gli incontri e le attività preliminari

Discepoli e maestri è l’opportunità di avventurarsi, tenuti per mano da maestri appartenenti a diversi settori artistici e produttivi, alla scoperta di un mondo, di una professione, di un’arte. Dalla moda al design, dalla cucina ai motori, i ragazzi vengono accolti per un giorno nell’atelier di Kean Etro, nello studio di Aldo Cibic, nella fabbrica di Ducati e nella cucina di Carlo Cracco, per osservare e sperimentare, per affiancare ed essere affiancati. Ai maestri il compito di svelare trucchi e dare suggerimenti, ai ragazzi quello di farne tesoro per le loro future professioni.
Talent scout è l’incursione nel mondo del fumetto, della fotografia, della televisione, del calcio e del cabaret. Talent scout come Igort, creatore, fra gli altri, di Linus, Robert Koch, fondatore della prestigiosa agenzia fotografica Contrasto, Maria Mussi Bollini, programmista e regista di Rai Tre, Attilio Maldera, ex calciatore di successo e Carlo Giuseppe Gabardini, autore e attore italiano, tra gli altri anche del programma televisivo Camera Cafè, si renderanno disponibili per cinque incontri al di fuori dell’ordinario. Sulla base di alcune informazioni iniziali, e anche qualche piccolo segreto del mestiere, i ragazzi saranno i veri protagonisti: avranno infatti il compito di dimostrare loro tutto il proprio talento.
Cacciatori di storie è un laboratorio di inchiesta giornalistica che porta un gruppo di ragazzi a cercare storie di vita esemplare, di traguardi raggiunti e progetti realizzati, a incontrarne i protagonisti, noti o illustri sconosciuti, e ad intervistarli, per riportare poi all’interno del festival le diverse esperienze, così che possano servire da esempio e rappresentare uno stimolo.
Reunion è l’incontro con chi, dall’Alto Adige, per un incarico importante, per inseguire un sogno, per realizzare un progetto, si è trasferito all’estero. L’obiettivo è quello di fornire ai giovani una panoramica sui possibili sbocchi lavorativi anche al di fuori della propria regione, nonché permettere la creazione di una propria rete di contatti, agganci, che possano rivelarsi utili in futuro, e mostrare loro quanto in fondo sia facile spostarsi, cambiare.
Archivio delle Idee è un luogo cui affidare il proprio progetto per provare a realizzarlo, condividendo la propria idea, mettendosi in gioco. Su www.tipifestival.it è già possibile rendere pubblica la propria idea, e quelle che risulteranno fra le più sostenibili, quelle che punteranno al coinvolgimento dell’altro, alla dimensione sociale, quelle che avranno le maggiori ricadute sul proprio territorio, verranno “adottate”, portate avanti e presentate a Bolzano. Una su tutte verrà poi realizzata.

La festa finale

Il risultato dei lavori svolti, il racconto delle esperienze, degli incontri e dei laboratori verranno tutti presentati e condivisi all’interno della due giorni di evento a Bolzano, il 21 e il 22 Novembre. Il quartier generale della manifestazione, la Scuola Einaudi, si trasformerà per due giorni in un’officina creativa, diventando scenario di incontri, scambi, giochi, pensieri, sfide. Una festa lunga due giorni, per celebrare i giovani, le loro idee, i loro successi, presenti e futuri.

I promotori

TIPI è un progetto del Servizio Giovani della Ripartizione Cultura Italiana della Provincia Autonoma di Bolzano, realizzato con la direzione artistica di Stefano Laffi e dell’Agenzia Codici di Milano, con il sostegno del Ministero della Gioventù e della Fondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, in collaborazione con esterni, la Ripartizione Formazione Professionale Italiana della Provincia Autonoma di Bolzano, il Liceo Pedagogico Artistico G. Pascoli, il centro giovani La Vispa Teresa, l’associazione giovanile Acras-I castori ed il circolo culturale Masetti-Ex Novo.

Per informazioni e materiali
Ufficio Stampa TIPI Festival 02 713 613

Incontro con Flavio Insinna

Riceviamo e pubblichiamo:

TEATRO DELLA REGINA, CATTOLICA
STAGIONE TEATRALE 2008-2009

in occasione del debutto dello spettacolo
Senza Swing (23 e 24 ottobre)
FLAVIO INSINNA
incontra i giornalisti
nel foyer del Teatro la Regina di Cattolica
lunedì 20 ottobre alle ore 14.30
Saranno presenti:
Il Sindaco del Comune di Cattolica
Pietro Pazzaglini
l’Assessore alla Cultura del Comune di Cattolica
Alba Di Giovanni
il Direttore del Teatro della Regina
Simonetta Salvetti

Sit-in a Lecce contro sansificio di Veglie

Ora lo so, molti penseranno: ecco, altra gente che sa dire solo dei no, altra gente che dice non nel mio giardino…

Il fatto è che il “non nel mio giardino” è sacrosanto. Se io vivo in un luogo è mio diritto cercare di fare di tutto perché nessuno venga a costruirmi una centrale nucleare di fianco.
O un rigassificatore.
O, per l’appunto, un sansificio.

Ok, l’Italia è densamente popolata, d’accordo, ma le cose si devono fare con criterio, altrimenti la gente ha tutte le ragioni di questo mondo per lamentarsi:

Sit-in a Lecce contro sansificio di Veglie
Giovedì 16 ottobre 2008 alle ore 10.00 presso Palazzo dei Celestini
sede della Provincia a Lecce si terrà la conferenza di servizi, a quanto pare conclusiva,
per l’autorizzazioneall’emissione dei fumi del mega sansificio di Veglie.
Il COMITATO AMBIENTE SANO, pertanto, chiede la Vostra collaborazione per organizzare un
sit-in durante la conferenza stessa, per manifestare, ancora una volta, il nostro
“No” all’attivazione dell’impianto.

Certi della Vostra disponibilità, si porgono cordiali saluti.
COMITATO AMBIENTE SANO

Il piccolo bagnino (lombardo?)

Oggi voglio raccontarvi una storia da libro Cuore.



Gli eventi si svolgono qualche tempo fa, in una caldissima ed assolata mattina di fine estate. I nostri eroi, una giovane coppia di dissidenti di sinistra, si trovano su una piccola spiaggetta dell’isola del Giglio, una delle tante perle dell’arcipelago toscano.
Sono sulla spiaggia e prendono il sole, girandosi e rigirandosi, fanno le “cotolette”, come amano dire. La spiaggia è fatta da minuscoli sassolini arancio, non sabbia, piuttosto roccia sbriciolata. E’ strana, e tinge.
Lui fa le parole crociate, con velocità e maestria, lei si cosparge di olio, con velocità e maestria.
Due file di teli da mare più giù, un’ampia famiglia composita. Saranno una quindicina, tra zii, amici, cugini, bambini, mogli, suocere e quant’altro. Bello, è uno spettacolo non comune ormai.
In mare, dal di dietro di un gigantesco yacht ormeggiato non troppo lontano dalla riva, come un piccolo escremento blu elettrico fuoriesce una moto d’acqua.
La cavalca un deficiente.
Ronza, ronza e si avvicina sempre più alla riva, pericolosamente sfiorando l’acqua in cui nuotano incolpevoli bambini e vecchie signore raggrinzite, come zucchine in frigo da un po’.
Il deficiente sembra farlo di proposito.

Sulla spiaggia si fa largo, violenta e rapida, la rivoluzione.

Tutti cominciano a lanciare insulti ed improperi verso il ronzante, ricco, cretino.

Uno dei signori canuti della famiglia allargata, di professione giornalista del Messaggero, chiama la guardia costiera.
Urla: – Vi ho già chiamato stamattina alle undici, quando lo yacht di questi cafoni e arrivato nella cala a tutta birra e si è fermato di colpo virando e sollevando un’onda che ci ha travolti tutti. Vi ho chiesto di intervenire e non avete fatto nulla. Adesso uno di questi imbecilli, su una moto d’acqua, viene vicino a riva di proposito e rischia di prendere i bagnanti. Vi decidete a fare qualcosa o i cafoni arricchiti possono fare quel che gli pare e voi comunque non vi muovete, eh?

Le chiamate alla guardia costiera si moltiplicano, da diversi punti della spiaggia si sentono persone pronunciare frasi come:

- Si chiama “Quattro Sassi”, qua-ttro sa-ssi, ha capito? Ha scritto? Muovete il culo?

- No, no, io mi inalbero e come se mi inalbero! Guardi che io a lei le pago lo stipendio con le mie tasse, eh, quelli sullo yacht votano Berlusconi e le tasse non le pagano, caro mio. Quindi si sbrighi e venga a difendere chi la paga.

Mentre la protesta monta ed i bagnanti onesti e civili sono ormai tutti in piedi ad inveire contro l’imbarcazione distante e tutti i suoi poco eleganti occupanti, da una spiaggia vicina, senza fare rumore, un eroe spinge in mare un pattino.

Rema e rema, il minuscolo bagnino, più piccolo ad ogni bracciata.
Rema e rema, rimpicciolendo ancora, man mano che si fa prossimo alle murate del Quattro Sassi.
Rema e rema e spegne le parole a tutta la spiaggia.

Tutti lo guardano, il piccolo eroe, mentre scivola lento ma inesorabile, onda dopo onda. Tutti guardano questo Davide in costume da bagno e sandali avventurarsi sereno verso un bianco Golia di resina e vetro.

Arriva, sale a bordo, parla, risale sul pattino, si rimette a remare verso la sua spiaggia.

Non sappiamo cos’abbia detto, ma sappiamo che lo ha fatto con fermezza e con gentilezza, sappiamo che lo ha fatto quasi sorridendo. Sappiamo che ha fatto paura.

Il Quattro Sassi accende i motori e va via.
Sulla spiaggia esplodono i festeggiamenti.

Salvati da un co.co.pro degli ombrelloni, mentre i professionisti della Guardia Costiera, stipendiati, pasciuti e panciuti, manco si sono visti.

Qualcuno scuotendo la testa, tra gli applausi e le risate dei bagnanti circostanti, mormora tra sé e sé:

- Chissà perché in questo paese le guardie obbediscono sempre ai ladri.

Ciao bagnino.

Dove siete tutti?

Devo dire la verità: io ce l’ho con gli italiani.

Sì, me la sono presa, di brutto, e non credo che li perdonerò a breve. Anzi, guardando ancora più in profondità nel mio intimo, spero proprio che l’Italia vada a rotoli come sempre quando governa Berlusconi.
Anzi, no, spero che vada un po’ peggio del solito. Quanto basta per permettermi di poter dire a tutti: io lo sapevo.

E sapete una cosa? sono così arrabbiato e deluso, da mesi, che forse non direi niente comunque.





Un grazie di cuore, come ogni volta, a Stefano Disegni, ed alle perle che regala di tanto in tanto a noi fortunati minuscoli indirizzi.

Organi sessuali recisi

Berlusconi è un poveraccio ed un mediocre, io lo so e lo sa anche lui.

giovedì 27 marzo 2008
L’Utopia di Berlusconi
di Marco Travaglio da La Repubblica cartacea

Il Cavaliere e il libro copiato allo storico: *Così mio marito Firpo lo smascherò – Una frase aggiunta a biro: *Per carità  non mi rovini!!!*…. -

TORINO – Un giorno d’estate di metà  anni 80 Luigi Firpo se ne stava in poltrona nella sua villa sulla collina torinese con la moglie Laura. Faceva zapping in tv. Su Canale 5 una graziosa signorina intervistava il padrone, Silvio Berlusconi. E ne magnificava l’enorme bagaglio culturale: – Lei è anche un grande studioso dei classici! -. Il Cavaliere si schermiva: – Ma no, non dica così!-. E lei: – Sì, invece, non faccia il modesto. Lei, dottore, ha appena pubblicato un’edizione pregiata dell’Utopia di Tommaso Moro, con una bellissima prefazione e una perfetta traduzione dal latino!-. E lui: – Beh, in effetti il latino non lo conosciamo tutti, bisogna tradurlo – .

Firpo, grande intellettuale torinese, polemista della Stampa con i suoi “Cattivi pensieri”, ma soprattutto docente universitario di Storia delle dottrine politiche e fra i massimi esperti di cultura rinascimentale, drizzò le antenne. Anche perchè aveva da poco tradotto e commentato un’edizione dell’”Utopia” per l’editore Guida di Napoli.

L’intervistatrice attaccò a leggere la prefazione del Cavaliere. Dopo le prime due frasi, l’anziano studioso fece un salto sul divano: – Ma quella prefazione è la mia! E’ tutta copiata! Ma chi è questo signore? Ma come si permette? – .

L’episodio è tornato in mente a Laura Salvetti, la vedova di Firpo, qualche giorno fa, quando Silvio Berlusconi in una delle sue tele-esternazioni elettorali si è così descritto in terza persona: – Il presidente del Consiglio si è nutrito di ottime letture e ha un curriculum di studi rilevantissimo…-. E’ corsa in archivio, ha estratto una cartella intitolata “Berlusconi”, ne ha cavato uno strano bigliettino autografo del Cavaliere e ha deciso di raccontarne il retroscena. – Era subito dopo le vacanze estive, credo in settembre. Firpo (lei lo chiama rispettosamente così, ndr), quando scoprì in tv che Berlusconi aveva copiato la sua versione dell’Utopia, si attaccò subito al telefono per avere quel libro. Gli risposero che era un’edizione privata, in pochi esemplari, riservata all’entourage del Cavaliere. Ma lui, tramite l’associazione milanese degli Amici di Thomas More, riuscì a procurarsi una copia in visione. La sfogliò e sbottò: “Non è un plagio, è peggio! Quello ha copiato interi brani della mia prefazione e la mia traduzione integrale dal latino, mettendoci la sua firma. Non ha cambiato nemmeno le virgole!”. Prese carta e penna e scrisse a Berlusconi, intimando di ritirare subito tutte le copie e annunciando che avrebbe sporto denuncia. Qualche giorno dopo squillò il telefono di casa: era Berlusconi -.

A questo punto inizia un irresistibile balletto telefonico, con il Cavaliere che cerca scuse puerili per placare l’ira dell’austero cattedratico, e questi che, sbollita la furia, si diverte a giocare al gatto col topo. Firpo minaccia di mettere in piazza tutto e trascinarlo in tribunale. – Berlusconi -, ricorda la moglie – incolpò subito una collaboratrice, che a suo dire avrebbe copiato prefazione e traduzione a sua insaputa. E implorò Firpo di soprassedere, pur precisando di non poter ritirare le mille copie già  stampate e regalate ad amici e collaboratori. Firpo, capito il personaggio, cominciò a divertirsi alle sue spalle. Lo teneva sulla corda con la causa giudiziaria. E Berlusconi continuava a telefonare un giorno sì e un giorno no, con una fifa nera. Pregava di risparmiarlo, piagnucolava che uno scandalo l’avrebbe rovinato -.

Pure Franzo Grande Stevens, famoso avvocato e consigliere di casa Agnelli, che di Firpo era amico anche per via della comune candidatura nel Pri, seguì la faccenda da vicino: – Firpo mi raccontò di quel plagio. Era esterrefatto. Anche perchè Berlusconi, anzichè scusarsi, dava la colpa a una segretaria. Poi cercò di rabbonirlo con regali costosi, che il professore rispedì sdegnosamente al mittente -.

- Passava -, ricorda la moglie Laura – intere mezz’ore al telefono col Cavaliere. E alla fine correva a raccontarmele, fra l’indignato e il divertito: sapessi quante barzellette conosce quel Berlusconi. E’ un mercante di tappeti, una faccia di bronzo da non credere, sembra di essere in una televendita -. Il tira e molla si trascinò per mesi. Anche con uno scambio di lettere, ancora riservate (saranno pubbliche solo nel 2009, vent’anni dopo la morte dello studioso). Per ora c’è solo quel bigliettino rimasto nei cassetti della signora Laura, visto che era indirizzato anche a lei: – Accompagnava un doppio regalo per Natale, credo del 1986. Nel frattempo Berlusconi aveva pubblicato un’edizione riveduta e corretta dell’Utopia, senza più la prefazione copiata e con la traduzione di Firpo regolarmente citata. Ma Firpo seguitava a fare l’offeso, ripeteva che la cosa era grave e la stava ancora valutando con gli avvocati. Un giorno lo invitarono a Canale 5 per parlare del Papa e si ritrovò Berlusconi dietro le quinte che gli porgeva una busta con del denaro, “per il suo disturbo e l’onore che ci fa”. Naturalmente la rifiutò. Poi a Natale arrivò un corriere da Segrate con un bouquet di orchidee che non entrava neppure dalla porta e un pacco: dentro c’era una valigetta ventiquattr’ore in coccodrillo con le cifre LF in oro -. Il biglietto d’accompagnamento è intestato Silvio Berlusconi, datato “Natale 1986″ (ma l’ultima cifra è uno scarabocchio) e scritto a penna: “Molti cordiali auguri ed a presto! Spero! Silvio Berlusconi”. Poi una frase aggiunta a biro: “Per carità  non mi rovini!!!”.

Ma Firpo continuò il suo gioco: – Rispedì la borsa a Berlusconi, con un biglietto beffardo: “Gentile dottore, la ringrazio della sua generosità, ma gli oggetti di lusso non mi si confanno: sono un vecchio professore abituato a girare con una borsa sdrucita a cui sono molto affezionato. Quanto ai fiori, la prego anche a nome di mia moglie Laura di non inviarcene più: per noi, i fiori tagliati sono organi sessuali recisi”, Non lo sentimmo mai più.

Questa è sicurezza?

Non so cosa stia diventando il nostro paese, so solo che non mi piace per niente.

CHE NON PASSI SOTTO SILENZIO L’ENNESIMO ATTO DI AGGRESSIONE INCIVILE

Milano, Stelian Covaciu, Rom e missionario cristiano evangelico, subisce un violentissimo pestaggio, con insulti razzisti e minacce, da parte di due poliziotti in divisa. E’ ricoverato in ospedale, in prognosi riservata. Gruppo EveryOne: “L’odio razziale ha ormai contagiato Istituzioni e autorità. E’ necessario che le componenti antirazziste e antifasciste italiane e dell’Unione europea si impegnino insieme per fermare l’imbarbarimento della nostra società”.

Milano, 20 giugno 2008. La città di Milano è ancora teatro di una vile, brutale spedizione punitiva nei confronti di un cittadino romeno di etnia Rom, effettuata questa volta da agenti di polizia in divisa. Dopo l’aggressione avvenuta la mattina del 17 giugno nei confronti di Rebecca Covaciu – la bambina che si è aggiudicata il Premio Unicef 2008 per le sue doti artistiche – e dei suoi familiari, ieri sera, 19 giugno 2008, un altro pestaggio, ancora più violento e inquietante, ha colpito il papà di lei, Stelian Covaciu, missionario della Chiesa Cristiana Evangelica Pentecostale. In seguito al primo, drammatico episodio di matrice razzista il Gruppo EveryOne aveva lanciato un allarme internazionale, coinvolgendo i media nonché numerose personalità della cultura e della politica.
Contemporaneamente i deputati radicali – Pd depositavano un’interrogazione urgente al Ministro degli Interni. Immediatamente dopo la nuova aggressione, Gina Covaciu, moglie di Stelian, chiamava ancora Roberto Malini del Gruppo EveryOne che, insieme a una responsabile dell’associazione milanese Naga, allertava un’ambulanza e le forze della polizia di stato, che accorrevano sul luogo dell’agguato e conducevano l’uomo, pieno di contusioni e traumi interni, sofferente e in stato confusionale, presso l’ospedale San Paolo, dove veniva sottoposto ad esami e ricoverato. E’ tuttora in prognosi riservata. Dopo aver allertato il Partito Radicale, che raccoglieva i particolari dell’avvenimento per agire a tutela delle vittime sul piano politico, il Gruppo EveryOne contattava la questura centrale per assicurarsi che le autorità formalizzassero la denuncia di aggressione ed effettuassero indagini scrupolose. “Quando Gina ci ha chiamato,” riferiscono i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, “era talmente agitata e disperata che faticava ad articolare discorsi comprensibili. Vicino a lei, Stelian si lamentava, pronunciando parole sconnesse. Quando la donna si è calmata, ci ha raccontato i particolari dell’agguato. Gli stessi energumeni che avevano picchiato, insultato e minacciato i Covaciu si trovavano ancora davanti a loro. Stavolta però erano scesi da un’auto della polizia, in divisa e armati di manganelli. Dopo la prima aggressione, la piccola Rebecca, che è una ragazzina molto intelligente e intuitiva, ci aveva già detto che gli aguzzini della sua famiglia indossavano guanti simili a quelli che indossano i poliziotti. Sospettavamo che avesse ragione, anche perché un numero crescente di Rom ci segnala di questi tempi un comportamento violento o intimidatorio da parte delle forze dell’ordine, ma speravamo di sbagliarci. L’ipotesi più grave, invece, è stata confermata dai fatti e gli agenti razzisti hanno colpito ancora”. Questa volta, però, la violenza degli uomini in divisa si è concentrata su Stelian. La loro azione brutale si svolgeva in piazza Tirana, nei pressi della Stazione San Cristoforo, dove la famiglia vive all’interno di un riparo di emergenza, fatto di teli e cartone. “Gli agenti si sono avvicinati all’uomo,” proseguono i leader EveryOne, “e l’hanno apostrofato con un tono minaccioso: ‘Ci riconosci? Hai fatto un errore a parlare con i giornalisti, un errore che non devi ripetere’.
Quindi hanno cominciato a picchiarlo con cieca violenza, sia con i pugni che con i manganelli, riducendolo in condizioni penose. Quindi, mentre Stelian era a terra, l’hanno insultato e minacciato: ‘Non raccontarlo a nessuno o per te saranno guai ancora maggiori’. Quando i due picchiatori si sono allontanati, Gina, i figli e alcuni concittadini di Stelian l’hanno soccorso. Lui si lamentava ed era in evidente stato di shock”. Intanto un’attivista sopraggiungeva sul posto e raccoglieva numerose testimonianze da parte dei Rom che vivono nei dintorni della stazione di San Cristoforo, che confermavano le parole di Gina Covaciu ovvero che due poliziotti in divisa, scesi da un’auto della polizia, erano gli autori del violento pestaggio. “E’ necessario che si ponga fine a questa persecuzione,”
concludono gli attivisti, “perché il diffondersi dell’odio razziale, di cui sono latori politici e numerosi media, ha scatenato una sequenza impressionante di atti di violenza nei confronti dei cittadini Rom. Sappiamo che le forze dell’ordine sono formate per la maggior parte da agenti che operano seguendo il codice etico europeo.
Ci appelliamo anche a loro affinché i razzisti e i violenti siano isolati e perseguiti, mentre le famiglie Rom, che rappresentano la parte più vulnerabile della società, siano protette. La violenza contro i Rom e le intimidazioni nei confronti degli attivisti che si battono per i diritti dei ‘nomadi’ crescono, in Italia, ogni giorno che passa. Famiglie intere vengono braccate fin sotto i ponti, nelle case abbandonate, nei parchi. Forze dell’ordine, sindaci e assessori- sceriffi, squadristi e giustizieri hanno scatenato una caccia all’uomo tanto feroce quanto irrazionale. I Rom vengono costretti a fuggire da un luogo all’altro, privati di qualsiasi forma di sostentamento – dall’elemosina ai servizi di strada – ridotti a fuggiaschi disperati, affamati, malati, senza alcun diritto. Nedo Fiano, Piero Terracina, Goffredo Bezzechi, Tamara Deuel, Mirjam Pinkhof, tutti sopravissuti all’Olocausto, avvertono con preoccupazione i cittadini europei affinché non cedano alle seduzioni del razzismo e paragonano la persecuzione dei Rom agli anni della Shoah, gli sgomberi e le spedizioni punitive ai pogrom. Rebecca, la figlia 12enne, di Stelian, è un grande talento, che l’Unicef ha premiato proprio nel 2008, ma che l’Italia punisce ogni giorno con il veleno dell’emarginazione, della povertà, dell’odio e della violenza.
Un Paese che si rende colpevole di una simile ingiustizia, un paese che accetta tanta violenza, tanta crudeltà verso un intero popolo è un paese imbarbarito, è un Paese che ha perso la strada dei Diritti Umani ed è vicino a una crisi dei valori tanto grave da essere paragonata all’Italia delle leggi razziali, dei manganelli, delle camicie nere e dei treni per Auschwitz”.

Per ulteriori informazioni:

il Gruppo EveryOne e l’ Associazione Nazionale Thèm Romano ONLUS, sede nazionale di Lanciano (CH) per il COORDINAMENTO NAZIONALE ANTIDISCRIMINAZIONE SA PHRALA – OGNI PERSONA è TUO FRATELLO
Tel: (+ 39) 334-8429527 – (+ 39) 331-3585406 www.everyonegroup.com

La mafia è roba per professionisti.

Il professionista:

Il Quirinale è preoccupato. Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino altrettanto. Berlusconi lo sa, ma va avanti lo stesso.L’obiettivo è bloccare la sentenza del processo Mills dov’è imputato di corruzione in atti giudiziari. La strategia prevede due tempi: subito (oggi) un emendamento al decreto sicurezza, l’unico contenitore disponibile che gli può garantire la rapidità necessaria, per bloccare tutti i processi che “non destino grave allarme sociale” per i reati commessi fino al 2001 (come il suo). A seguire un disegno di legge per riproporre, con legge ordinaria, il lodo Schifani, inchieste congelate per le più alte cariche dello Stato.

I dilettanti:

Otto persone sono state arrestate in diverse città sulla base di provvedimenti emessi dal tribunale di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari, peculato, accesso abusivo in sistemi informatici giudiziari e rivelazione di segreti d’ufficio.Otto persone sono state arrestate in diverse città sulla base di provvedimenti emessi dal tribunale di Palermo per concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione in atti giudiziari, peculato, accesso abusivo in sistemi informatici giudiziari e rivelazione di segreti d’ufficio. [...] Per l’accusa gli indagati, alcuni dei quali legati dall’appartenenza a logge massoniche, avrebbero formato una rete attraverso la quale affiliati a Cosa nostra avrebbero ottenuto di ritardare i processi in Cassazione, in modo da poter avere la prescrizione dei reati.