Tutti gli articoli di Luigi

Kiss kiss bang bang

Nello stesso giorno la Casa delle Libertà approva una nuova legge sulla legittima difesa e boccia di nuovo le quote rosa. Il primo fatto sembra essere un merito ed un vanto della Lega, il secondo di Forza Italia.
Adesso, quindi posso finalmente sparare a chi mi pare nel mio negozio o in casa mia.
Allo stesso tempo le donne saranno praticamente escluse dal prossimo parlamento.
Per risparmiare tempo non potevano semplicemente approvare un decreto che permettesse di sparare tranquillamente alle donne?
Adoro questa classe dirigente.

Luttazzi è lento

Daniele Luttazzi torna slow. Il suo blog, pur se baciato da un successo clamoroso, cambia natura e torna ad una comunicazione meno interattiva.
A Luttazzi non piace la dinamica che si è venuta a creare, ovvero la classica massa+leader.
Ho letto il blog di Luttazzi. Ho lasciato anche qualche commento. Ho ritrovato fra gli iscritti anche un provocatore di professione che non vedevo dai tempi in cui frequentavo usenet assiduamente. Mi spiace che il blog, per così dire, chiuda, ma devo dire che Daniele, ancora una volta, ha visto giusto.
In un blog molto seguito è abbastanza difficile evitare il formarsi di un nucleo di adoratori attorno al carismatico conduttore delle danze: è il pifferaio magico che si ripete nel mondo telematico.
Fortunatamente, avendo un po’ di fiuto e conoscendo il mondo di internet per pluriennale frequenza, quando decisi di mettere su questo blog pensai di non permettere commenti a persone non facenti parte della redazione.
Facendo questo ho escluso sia la possibilità della nascita di un leader, sia quella della nascita di una massa adorante.

Inoltre è rimasta ben chiara la natura del blog, come costola, come emanazione di Cineboom e della sua redazione.

Ogni tanto mi arrivano delle mail di lettori che mi chiedono perché non si possono lasciare commenti. Alcuni sono incazzati e dicono di avere “il diritto” di replica alle opinione espresse da me o dagli altri redattori. Curioso, si fanno derubare quotidianamente dei propri diritti e poi vengono a chiederne conto a me, mah.
Altri, invece, solidali e propositivi mi chiedono come fare per “avere un ruolo”, “partecipare”.

Io resto sempre più convinto che questo blog vada benissimo così com’è.

Silenzio, parla il nano

Dopo la pazzesca ed insensata campagna di criminalizzazione operata dal signor Silvio Berlusconi nei confronti di un quotidiano appartenente all’opposta area politica, non possiamo che solidarizzare con la redazione tutta de L’Unità ed in particolare con la giornalista Marcella Ciarnelli.
A tutti loro personalmente mi sento di dire: Tenete duro, questa stagione ripugnante della storia patria finirà, si sperà al più presto possibile.
Tenete duro.

Di seguito la lettera inviata dall’Unità ai colleghi giornalisti, purtroppo silenti.

Cari colleghi, l’ inquietante episodio di Firenze, con il presidente del Consiglio a brandire davanti ad una folla plaudente il giornale l’ Unità indicandolo come un nemico da combattere e da perseguire, è soltanto l’ultimo sconcertante attacco a questo giornale e alla professionalità di chi vi lavora. Sempre sabato a Firenze una persona che aveva accesso alla sala stampa identificata la collega Marcella Ciarnelli come inviata dell’ Unità l’ ha così apostrofata: «Non mi siedo accanto ad una persona che lavora all’ Unità…». Frase che ha stupito enormemente una giornalista austriaca presente.

La colpa dell’ Unità e dei giornalisti che vi lavorano è di aver fatto in questi anni fino in fondo il proprio mestiere esercitando il diritto di critica e di cronaca, così come previsto dall’ articolo 21 della Costituzione. Ma contro questo collettivo sono state mosse ripetutamente delle accuse dal presidente del Consiglio solo per il fatto di esserci occupati di lui.

A fronte di ciò riteniamo non ci sia stata tutela adeguata da parte degli organismi della categoria. Così come non c’è stato nulla quando in una trasmissione televisiva Giuliano Ferrara ha definito l’Unità un giornale tecnicamente omicida; così come non c’è stata un’azione a tutela degli organismi di categoria quando l’inviata Marcella Ciarnelli ha dovuto fronteggiare accuse durissime del presidente del consiglio, in diretta tv, nella conferenza stampa a fine 2005.

Ma l’Ordine dei giornalisti ha, al contrario, deciso di convocare rapidamente Natalia Lombardo e Furio Colombo “rei” di aver fatto cronaca e critica nei confronti di Clemente Mimun e Bruno Vespa. Con una sproporzione inaudita tra l’inerzia mostrata negli episodi in cui giornalisti dell’Unità sono stati vittime di attacchi e la solerzia mostrata quando sono altri a lamentarsi.

Ci rivolgiamo ai colleghi perché sentiamo intorno a noi un assordante silenzio, tanto più inquietante quando l’ attacco alla libertà d’informazione viene da una delle più alte cariche dello stato.

Anch’io Spera

Incredibile a dirsi forse, per una volta, i DS non si sono affidati a degli incompetenti per la campagna elettorale.

“La Famiglia Spera” è insieme il nuovo claim ed il nuovo gruppo di testimonial per la campagna.
Cinque corti, con protagonista la particolare (quanto normale) famiglia, da mandare nelle sale cinematografiche ed un sito web per distribuirli online, www.famigliaspera.it.
Il tutto è ancora molto embrionale tuttavia il primo dei corti, realizzato da Gianni Troilo e Graziano Conversano, è davvero geniale ed efficace.

Potete vederlo cliccando qui.

Ovviamente si spera che una versione ridotta per la tv venga mandata dai DS solo sulle reti Rai.

Oltre la precarietà

“Vendo il mio rene perche’ non abbiamo piu’ soldi per vivere”, con queste parole disperate una donna di 31 anni, Stefania Grasso, residente nel comune cremonese di Pandino ha denunciato pubblicamente la sua drammatica situazione. Sposata con una figlia di 5 anni, tempo fa aveva dovuto abbandonare il lavoro da consulente aziendale per accudire il marito, Giuseppe Spataro, anche lui 31enne, rimasto gravemente ferito ad una gamba a causa dello scoppio di una bombola di gas mentre lavorava. Per quell’incidente la famiglia Spataro, originaria di Napoli, e’ in attesa di un risarcimento, ma per tutta risposta la ditta dove l’uomo lavorava lo ha licenziato.

Mi aspetto che il Presidente del Consiglio le dia della comunista spargitrice di angoscia e disinformazione.

Il t(r)uffatore

Fassino sprizza gioia da tutti i pori, è felice per la cazzata fatta dal premier, probabilmente la campagna avversa montata sul caso Unipol sarebbe continuata ancora per giorni senza la stupidaggine dell’andare a raccontar balle ai magistrati.

“Il premier ha fatto un tuffo dal quinto piano in una piscina senz’acqua”.

E meno male, fosse stato per le capacità espressive e l’autorevolezza dei leader della sinistra avremmo perso le elezioni per una telefonata in cui Fassino chiede a Consorte se questa cazzo di opa l’hanno fatta o no, dimostrando quindi di non saperne un bel niente, altro che coinvolgimento.

Non bastasse questo a rallegrare l’anemico segretario finalmente cominciano a saltar fuori un po’ di dichiarazioni di Fiorani. Sì perché, anche se i nostri comunistissimi telegiornali italiani hanno cercato di distruggere i DS per una telefonata, non bisogna dimenticare che, mentre Fassino non è indagato per un bel niente, esiste il ramo originario dell’inchiesta, quello di Fiorani e Ricucci, per capirci, in cui sono ben coinvolti politici del centrodestra, con tanto di reati, procedimenti in corso e capi d’accusa.
Innanzitutto abbiamo un bel sottosegretario di AN responsabile, secondo Fiorani, di aver informato Ricucci delle intercettazioni telefoniche disposte nei loro confronti. La dichiarazione suona abbastanza credibile considerando che questo sottosegretario è stato, per sua stessa ammissione, anche avvocato di Ricucci.
Ma non finisce mica qui:

“Ho incontrato Berlusconi in diverse occasioni. Almeno due. Una in pubblico. Un’altra in Sardegna”

Già già. Allora, secondo il teorema di Berlusconi secondo cui chi tifa soltanto non invita a pranzo e quindi invitare a pranzo vuol dire essere coinvolti, invitare in villa in Sardegna cosa vuol dire? Essere innamorati di Fiorani?

O magari di Gnutti, rinnegato dal Cavaliere, il quale, mentendo, ha dichiarato più e più volte di non essere socio, pur essendolo.

Alle 0,20 Fiorani chiama Emilio Gnutti, che è a cena proprio con il Cavaliere, e si raccomanda: “Riferisci al Presidente di chiamare il Number One”, ovvero Fazio. Infine Gnutti chiama la moglie Ornella e racconta anche a lei: “Il Governatore ha firmato proprio un minuto fa… Berlusconi è qui con me e ha parlato in diretta con Fiorani, gliel’ho passato io al telefono”. E Gnutti aggiunge a Fiorani di aver parlato a Berlusconi anche della scalata al Corriere della Sera: “Gli ho detto che andremo avanti con Rcs e che ci deve dare una mano”.

Ma mica è tutto, eh. Perché mentre il cazzaro va dai magistrati per non dirgli nulla di penalmente rilevante fortunatamente altri magistrati lavorano alacremente.

Legami del gruppo e della famiglia di Berlusconi con la banca di Fiorani emergono intanto dal monitoraggio dei conti correnti presso la Banca Popolare Italiana. Sarebbe emerso così un affidamento consistente (4,55 milioni di euro) della Bpi in favore dell’editore del giornale Il Foglio la cui legale rappresentante è Miriam Bartolini, in arte Veronica Lario, moglie del Premier. Niente di illecito, va precisato: come anche nel fido da 30 milioni di euro che la Popolare di Lodi nel 2002 offre a Paolo Berlusconi, fratello del Premier, per pagare una maxi-multa da oltre 50 milioni patteggiata nel processo per la discarica di Cerro. Nell’ottobre dello stesso anno il fratello del Cavaliere chiede un altro fido: 10 milioni di euro. E all’attenzione della Finanza è finito un altro movimento Lodi-Arcore di valore decisamente rilevante: 15 milioni di euro. Destinataria del prestito è Forza Italia. Nel 2002 il Presidente del Consiglio firma una fideiussione personale per far ottenere al movimento azzurro il prestito. Infine nel 1999 la società di produzione e distribuzione cinematografica Medusa, anch’essa della galassia Mediaset, ottiene un fido da 10 miliardi di lire.

E lui va dai magistrati, lui.

Ma che ci va a fare? Che aspetti un po’, no?
Saranno loro a chiamarlo.

Baffino, fagli la faccia tanta!

D’Alema è antipatico come una suora che prega seduta di fianco a te in un aereo che sta decollando.
Detto questo ha un sacco di altri pregi. D’Alema, ad esempio, non perde le staffe. Come ogni bravo cane da caccia rimane concentrato sulla preda ed ha il naso sempre bello freddo. D’Alema non si incazza, D’Alema colpisce.

“Sono atti di un uomo disperato. Un capo del Governo, che ha governato bene il Paese, presenta il bilancio delle cose fatte, non va ad accusare l’opposizione alla Procura della Repubblica. Dal punto di vista elettorale, questo aggravera’ la sconfitta di Berlusconi”

Ora, mi si dice che nella prossima puntata del programma di quella bidella che è Anna La Rosa, Baffino si troverà di fronte il Cavaliere cazzaro. Bene, il mio consiglio a D’Alema è: prendilo a schiaffi.

Sì, esattamente, un cambiamento di strategia comunicativa radicale. Visto che il bugiardo ha perso ogni freno ed è diventato molesto ed insopportabile oltre ogni ragionevole soglia, tanto da imbarazzare ormai anche gli alleati che non si sono mai imbarazzati per nulla, una bella schiaffeggiata e passa tutto.

Due ceffoni in piena faccia, accompagnati magari da un limpido: – E mo’ basta, cazzo!

Il cazzaro

Prendiamo in prestito un pezzo di un interessante articolo di Elena Cristofori e Barbara Rossi sulla cura del bugiardo patologico:

- Alle volte nascondere la verità a noi stessi può aiutarci ad affrontare meglio le situazioni problematiche. Chiameremmo “autoinganno terapeutico” quella abilità di un soggetto a costruirsi visioni della realtà che lo conducano a cambiare le sue disposizioni e reazioni disfunzionali. Una strategia che illusoriamente crediamo ci aiuta a vivere meglio si basa sul fatto che se ad un individuo per esempio piace pensare che un evento è vero può ripeterselo nella mente, scriverlo e citarlo ripetutamente con formulazioni diverse, sino a persuadere altri di ciò di cui vuole persuadere sé stesso. Se riuscirà ad ottenere tale scopo, quello della persuasione altrui, avrà costruito una credenza stabile nella sua mente, ma dovrà poi affrontare lo sforzo continuo di tenere in piedi un castello che può crollare da un momento all’altro. Nulla paga di più della chiarezza, senza per questo dover rivelare i propri più profondi e intimi pensieri.

Dopo aver letto queste parole tutto l’operato recente del nostro Presidente del Consiglio ha assunto per me un nuovo significato. Finalmente ho ben chiaro che abbiamo a che fare con un uomo malato, un adulto mai uscito dall’adolescenza, un bugiardo disperato.
Non si spiegherebbe altrimenti la pantomima di questi giorni riassumibile in questi passaggi:
- Berlusconi è da Vespa, sa di avere un largo pubblico, non vuole che il caso Unipol, non avendo basi, si sgonfi ed allora rilancia dicendo di avere delle rivelazioni importantissime da fare. Rivelazioni che dimostrano il coinvolgimento dei DS nel passaggio di azioni. Per essere sicuro Vespa glielo chiede due volte, lui due volte conferma.
- Bertinotti, che è più moderato di mia zia Franca ma non è un fesso, gli dice che se è così deve, chiaramente, andare dai magistrati. Lui, bugiardo ormai in piena, non può tirarsi indietro, quindi dice che sì, lo farà.
- Il giorno dopo Berlusconi va dai magistrati e, in una mezzoretta, gli racconta come ha arredato la villa in Sardegna, parla un po’ del Milan, distribuisce foto di Aida Yespica autografate e cose così, fatti senza rilevanza penale, insomma. Tra una cazzata e l’altra dice pure che D’Alema avrebbe fatto pressioni sul direttore delle Generali
- Il giorno dopo il direttore delle Generali dice che Berlusconi è un cazzaro
- Berlusconi ammette di aver riportato fatti riferitigli da altri e comunque senza rilevanza penale, ammette in sostanza di essere un cazzaro. Non potendo però dire a se stesso di essere un cazzaro ribadisce che i DS comunque sono coinvolti, a questo punto non si sa più su quali basi lo affermi però. Il fatto che odi i DS non apparirebbe un buon motivo alla magistratura.

Ok, tutto chiaro, solo una cosa si dimenticano di sottolineare i valenti commentatori dei nostri tg nazionali: se uno non ha niente di penalmente rilevante da dichiarare… che ci va a fare dai magistrati? Non può andare dal pizzicagnolo a fare due chiacchiere?

Ovviamente la figura da cazzaro è così innegabile che, grazie al proporzionale, anche gli alleati non vedono l’ora di affermare la propria lontananza da quel pazzo bugiardo:

Dice Casini: – Io sono un garantista e quando difendevo Berlusconi non lo facevo per convenienza ma per convinzione. Non mi piace la politica costruita nelle aule giudiziarie. Il mio, pero’, non e’ un garantismo ad intermittenza.

Rincara Maroni: – Berlusconi in procura? Una nota stonata, poteva evitarlo.

L’unico che gli vuole ancora bene è quel pirla di Fini, caparbiamente impegnato nel perseguire la disfatta di AN alle prossime politiche, se continua ad appiattirsi così su Forza Italia probabilmente riuscirà finalmente a portare il suo partito sotto le due cifre.

I soliti giornalisti comunisti

Una delle tante balle che va raccontando il Presidente del Consiglio in questa campagna elettorale è quella della stampa politicizzata e tutta contraria al suo straordinario governo.
Ad ogni persona sana di mente questa posizione appare all’istante come la farneticazione di un bugiardo patologico teso a negare sempre e comunque l’evidenza ma, visto che in Italia sembra esistere ancora un 40% di elettori completamente scemi, è utile fare un esempio.
Prendiamo un giorno qualunque, ovvero il 12 gennaio. In quel giorno sono usciti due sondaggi scientifici, e solo due. Ricordiamo che la statistica è una scienza che ha delle regole precise, che esiste in Italia un corso di laurea in Scienze Statistiche, che esistono dei metodi, delle prassi, delle tecniche da rispettare. Se non lo si fa i sondaggi valgono meno della carta su cui sono scritti. Bene, tutti i sondaggi che rispettano questi criteri vengono pubblicati su un apposito sito, questo.
Il 12 gennaio ne vengono dati alle stampe due, come dicevamo.
Il primo, dell’IPR marketing, dà l’Unione al 52% e la CdL al 46%, distanza 6 punti percentuali, incolmabile in una campagna elettorale normale di un paio di mesi in un paese civile.
Il secondo, dell’Abacus, dà L’Unione al 51% e la CdL sempre al 46%, distanza di 5 punti percentuali, minore ma sempre incolmabile in una campagna elettorale normale di un paio di mesi in un paese civile.
La notizia da dare in un giorno così sarebbe: – Nonostante la bufera scoppiata attorno al caso Unipol il centrosinistra, dai sondaggi di opinione effettuati in questi giorni, risulta ancora ampiamente e saldamente in vantaggio.

Che notizia riferiscono invece tutti i nostri tg nazionali?
Riferiscono queste parole del Cavaliere: – Sono sicuro che vinceremo alle prossime elezioni con un largo margine che ci consentira’ di governare e di ammodernare questo Paese. Secondo i sondaggi piu’ vicini alla realta’ c’e’ un distacco dell’1,2%, il che e’ ottimo.

Ricordiamo che i sondaggi “più vicini alla realtà”, sono quelli forniti al cavaliere da una geologa arrivista e modaiola cresciuta alla scuola di Luigi Crespi, noto falsificatore di sondaggi scaricato da Berlusconi e quindi travolto prima dalla bancarotta e poi dall’arresto.

Ringraziamo l’informazione italiana per l’ottimo lavoro.