Tutti gli articoli di Luigi

“Proscenio Aggettante” VIII Edizione

Se siete appassionati di teatro cercate di farci un salto:

FITEL & Associazione Culturale Sevencults

presentano

“Proscenio Aggettante” VIII Edizione
Festival del Teatro Sociale
Castrocaro Terme, 15 – 22 ottobre 2006

Si svolgerà dal 15 al 22 ottobre 2006 nella suggestiva cornice del Padiglione delle Feste di Castrocaro Terme l’ottava edizione di “Proscenio Aggettante”, manifestazione teatrale caratterizzata dall’originale formula lavoro e arte.

Il gran finale di sabato 21, presentato da Cristina Carbotti, vedrà come protagonista Flavio Bucci ne “Il malato immaginario” di Molière.
Ospiti della serata Adalberto Maria Merli e Paola Pitagora.
Presiede Gianna Paola Scaffidi.

Promosso da FITEL e dall’Associazione Culturale Sevencults, responsabile della rassegna dal punto di vista artistico e tecnico, il Festival fa salire sul palco non solo le compagnie dei Cral, dopolavori e circoli, ma si fa promotore di un progetto di ampio respiro sociale.

La Fitel nazionale come sempre si avvale del sostegno della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Forlì e del Comune di Castrocaro Terme, unita al riconoscimento delle confederazioni nazionali di CGIL, CISL e UIL

Presentazione completa del progetto

Promosso da FITEL e dall’Associazione Culturale Sevencults, responsabile della rassegna dal punto di vista artistico e tecnico, “Proscenio Aggettante” non sarebbe diventato un appuntamento costante nel tempo e con consensi crescenti se non ci fosse stata la convinta attenzione, la passione e l’impegno dei tanti lavoratori/artisti degli 800 Circoli aziendali e delle Associazioni di base della FITEL che hanno voluto regalare alla rassegna quel qualcosa in più che la caratterizza.
Questi otto anni sono stati un viaggio alla scoperta delle diverse vocazioni che di volta in volta hanno animato la rassegna. Per questo possiamo dire che “Proscenio” non è stata, nelle sue edizioni, mai uguale a sé stessa dando vita a pulsioni, sensibilità, spinte ed interessi diversi.
Sono tanti gli artisti che hanno voluto accompagnare la manifestazione in questi 8 anni: Aldo Giuffrè, Nino Castelnuovo, Mario Scaccia, Paola Pitagora, Valeria Valeri, Isa Barzizza, Alessandro Benvenuti, Anna Mazzamauro, Nando Gazzolo, Pietro Longhi, Lorenza Guerrieri, Pamela Villoresi, Milena Vukotic.
Ecco perché per questa edizione “Proscenio Aggettante” non si limiterà a sostenere e valorizzare le attività culturali e teatrali presenti nel mondo del lavoro ma si apre a tutto il Teatro Sociale. Una novità che non va vista come un cambiamento ma come presa di visione di una realtà che naturalmente, per vocazione, sentiva l’urgenza di aprire nuovi spazi di dialogo, sentiva il desiderio di stringere nuove alleanze ideali ponendo l’accento su un fare teatro di stampo sociale, dotato quindi di una ben precisa identità.
Proscenio Aggettante dà visibilità e spazio a quanti abbiano denunce da fare e storie da raccontare nel segno dell’ integrazione e del rispetto professonale per tutti.
Il teatro e il suo ‘darsi’ sul palcoscenico del mondo rappresentano un’occasione unica ed irripetibile di reinserimento sociale attraverso l’espressione corporea e il suo delinearsi nel tempo e nello spazio scenico. Senza ‘tradire’ le linee generali e gli orientamenti del teatro contemporaneo – che non tralascia l’adattamento dei grandi classici – ugualmente il teatro sociale dovrebbe avere maggiore disponibilità di spazi e motivi d’espressione, possibilità d’incontro e di formazione per attori ed addetti ai lavori, oltre ad un vero e proprio circuito di diffusione.
La Fitel nazionale, con il sostegno della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Forlì e del Comune di Castrocaro Terme, unita al riconoscimento delle confederazioni nazionali di CGIL, CISL e UIL sta lavorando da tempo in questa direzione.

Perché adoro vivere a Pisa

Prima mattina, stazione centrale, edicola.

- Salve.
- Buongiorno.
- Mi dà Repubblica?
- Eh, no, guardi, è in sciopero.
- Umh, L’Unità?
- No, niente.
- Ok, il Manifesto?

La ragazza dell’edicola, sveglia come pochi altri data l’ora, ride.
Rido per riflesso condizionato, e perché lei, in effetti, trascina.

- Che ho detto di strano?
- Ma no, niente.
- Ma dai, dimmi -, incalzo sempre sorridente.

- Ma no, è che stamattina fate tutti lo stesso percorso politico fulminante.

Fantastica.

Pedofili ok, stupratori di suore anche… ma sposati proprio no!

Ahinoi, quello che temevamo è successo: Milingo è ufficialmente scomunicato.

MILINGO: VATICANO SCOMUNICA LUI E NUOVI VESCOVI SPOSATI

Il Vaticano condanna nel modo piu’ netto mons. Emanuele Milingo e i quattro sacerdoti sposati da lui consacrati illecitamente vescovi negli Stati Uniti. “Sia l’arcivescovo Milingo che i quattro ordinati sono incorsi nella scomunica latae sententiae, prevista dal canone 1382 del Codice di Diritto Canonico”, afferma oggi una nota della Sala Stampa della Santa Sede.

Quanto zelo, cara Chiesa Cattolica, quanto zelo quando non ce n’è alcun bisogno.

Oriana vola da Allah

“Piango la morte di un simbolo della cultura, dell’onestà intellettuale e della libertà. Piango chi, nonostante la propria malattia, ha previsto e denunciato i rischi del diffondersi del fondamentalismo islamico in mezzo a un mare di omertà e silenzio vigliacco”. Lo afferma in una nota il coordinatore delle segreterie della Lega Nord, Roberto Calderoli.

Se qualcuno, nel morire, guadagna un siffatto elogio funebre da cotanto ingegno, evidentemente in vita qualche indigeribile cavolata l’avrà pur detta.

Il Cielo di Beslan

Fa sempre bene vedere quello che normalmente nessuno ci fa vedere.
Abbiamo ricevuto in redazione la segnalazione di un’installazione fotografica che volentieri giriamo a tutti i nostri lettori:

NICOLAJ PENNESTRI

“Il Cielo di Beslan”

PASTIFICIO CECERE

Via degli Ausoni, 7 – 00185 Roma

Inaugurazione martedì 5 settembre ore 19.30

5 settembre – 20 settembre 2006

A due anni di distanza dalla tragedia avvenuta nella scuola n°1 di Beslan, in Ossetia, nel sud della Russia, la Fondazione Pastificio Cerere presenta oggi un progetto di Nicolaj Pennestri dal titolo Il cielo di Beslan.

Nel luglio 2005 Nicolaj, insieme ad altri due artisti, a seguito di un’iniziativa della Protezione Civile Italiana e con il sostegno della Fondazione Pastificio Cerere stessa, è stato inviato in Ossezia del Nord, per realizzare delle opere per l’ospedale Pediatrico di Vladikavkaz, (Beslan) ospedale ristrutturato in aiuto ai bambini superstiti.

Nicolaj Pennestri presenta una installazione fotografica dal significato forte per rivelare e raccontare le sue emozioni.

Il lavoro si divide in due parti concettuali.

Nel cortile della Fondazione viene presentata una installazione con dei fili elettrici sospesi in aria che alimentano delle lampadine che rappresentano le vittime della tragedia. Soltanto alcune sono illuminate. Come le anime dei bambini volate in cielo. Altre lampadine sono legate a dei sacchi di plastica colmi d’acqua. Colmi di quella sostanza che ha fatto disidratare il futuro di un paese del bene più prolifico: i propri figli.

All’interno della Fondazione viene ricreato un percorso immaginario, una sorta di sentiero geoemotivo, costruito da foto del cielo che veste le montagne di Beslan, isolandola tra i boschi fino ad arrivare alla scuola N°1. E’ come se le mura della scuola fossero ancora in piedi a testimonianza del fatto, che una semplice foto, può essere più forte di tante parole effimere soffiate sul cielo di ogni paese del mondo.

All’inaugurazione parteciperanno tra gli altri Carlotta Miti, Paolo Romano, Ivan Bacchi,Tania Zamparo, Giorgio Borghetti, Alessia Tomba, Enrico Loverso, Cristina Moglia, Luca Calvani, Livia Vitale

Nel corso dell’iniziativa verrano raccolti fondi a favore del Centro Provinciale G. Fregosi – Tetto Azzurro di Roma, Centro Polifunzionale per la Diagnosi, il Trattamento e l’Accoglienza dei bambini in situazioni di maltrattamento e abuso, affidato dalla Provincia di Roma in gestione a S.O.S. Il Telefono Azzurro ONLUS.

special fund REVIVAL OF BESLAN

Amarena company

Telefono Azzurro

Quando Dio non guarda

Non parliamo di Padre Fedele, quella storia è stata trasformata, forse volutamente, in una farsa grottesca e pecoreccia degna di uno speciale di Studio Aperto.
No, parliamo di quanto non viene mai detto, mai mostrato, parliamo della sporcizia celata dai paladini della morale.
Il 18 febbraio 1995, il Cardinale Martinez Somalo, prefetto della Congregazione vaticana per la vita consacrata, posa per la prima volta gli occhi su un rapporto agghiacciante. Quelle pagine sono piene di accuse precise e circostanziate, tutta firmate con nome e cognome e già presentate, alcune più di una volta, ad altre autorità ecclesiastiche. Nel rapporto vengono portati alla luce numerosissimi casi di violenza sessuale perpetrata da preti e missionari su delle suore. In altre denunce addirittura si parla di religiosi che hanno forzato delle suore ad abortire per porre fine alle gravidanze frutto delle violenze subite.
Il rapporto era stato redatto e compilato da suor Maria O’ Donohue, all’epoca impegnata attivamente nella lotta alla diffusione dell’AIDS. Gli abusi e le violenze nel rapporto venivano descritti come “diffusi”.
Molti casi erano segnalati in Africa, per ragioni culturali correttamente individuate dalla suora. Suor Maria aveva infatti ben chiaro come in talune culture fosse “impossibile per una donna o un’adolescente dire no ad un uomo, specie ad un anziano e particolarmente ad un sacerdote”.
Ancora più raccapriccianti nel rapporto sono le motivazioni che spingono preti e missionari a cercare le suore per sfogare la propria libidine e la propria indole violenta, maschilista e prevaricatrice: nei paesi dove è particolarmente facile contrarre malattie veneree le suore sono viste dai religiosi come un insieme sicuro.
Possono quindi violentarle senza correre i rischi di infezione che correrebbero normalmente andando con delle prostitute.
Inoltre è anche gratis, e si sa quanto i preti amino essere parchi.
In uno dei casi denunciati addirittura si sono ritrovate incinte 29 suore contemporaneamente. Il loro gruppo era stato evidentemente trasformato in un vero e proprio bordello per preti. La Superiora chiese l’intervento del Vescovo, guadagnandosi così la rimozione dall’incarico con conseguente sostituzione. Forse il Vescovo era cliente affezionato, chissà.
Suor Maria non resta però un caso isolato: nel 1998 suor Marie Mc Donald presenta un secondo rapporto in cui denuncia “molestie sessuali e stupri perpetrati da preti e vescovi”.
Questi rapporti raggiungono poi l’opinione pubblica grazie alla pubblicazione dapprima sul National Catholic Reporter negli Stati Uniti e poi su alcuni quotidiani italiani.
La rottura della congiura del silenzio ad opera di queste coraggiose suore ed il successivo interesse della stampa impongono al Vaticano un pronunciamento ufficiale sul problema. Purtroppo il Vaticano minimizza.
Il 20 marzo 2001 Joaquin Navarro Valls, allora portavoce della Santa Sede, dichiara:

“Alcune situazioni negative non possono far dimenticare la fedeltà spesso eroica della stragrande maggioranza di religiosi, religiose e sacerdoti. [...] Il problema è conosciuto ed è ristretto ad un’area geografica delimitata. La Santa Sede sta trattando la questione in collaborazione con i vescovi, con l’Unione Superiori Generali e con l’Unione Internazionale Superiore Generali. Si lavora sul doppio versante della formazione delle persone e della soluzione dei casi singoli”.

Queste parole sono sembrate probabilmente troppo blande all’Unione Europea la quale, con solerzia ragguardevole, il 5 aprile 2001 fa pubblicare sulla propria Gazzetta Ufficiale il seguente testo:

19. Diritti umani: Atti di violenza contro religiose cattoliche

Risoluzione del Parlamento europeo sulle violenze sessuali ai danni delle donne e in particolare di
religiose cattoliche

Il Parlamento europeo,

visti la Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo e la Convenzione europea sui Diritti dell’Uomo,

vista la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea,

vista la sua risoluzione del 16 settembre 1997 sulla necessità di organizzare una campagna a livello dell’Unione europea per la totale intransigenza nei confronti della violenza contro le donne,

vista la sua risoluzione del 10 marzo 1999 sulla violenza contro le donne e il programma Daphne,

vista la Convenzione delle Nazioni unite sull’eliminazione di qualsiasi forma di discriminazione contro le donne,

A. ribadendo la ferma condanna sua e delle altre istituzioni comunitarie di qualsiasi forma di violenza ai danni delle donne e in particolare degli abusi sessuali,

B. vivamente preoccupato per il contenuto di un rapporto comparso nella rivista americana «National Catholic Reporter», in cui si segnalano numerosi casi di stupro, in almeno 23 paesi, commessi da preti nei confronti di religiose cattoliche,

C. considerando che la Santa Sede ha confermato di essere a conoscenza di casi di stupro e di abusi sessuali ai danni di donne, e anche di suore, da parte di preti cattolici, stante il fatto che dopo il 1994 sono stati trasmessi al Vaticano almeno cinque rapporti su questo tema,

D. considerando che malgrado i responsabili ufficiali fossero stati correttamente informati circa queste violazioni dei diritti umani, gli stessi non hanno reagito come avrebbero dovuto,

E. sottolineando che, secondo questi rapporti, numerose religiose stuprate sono state anche costrette ad abortire, a dimettersi e, in taluni casi, sono state infettate dall’HIV/AIDS,

F. prendendo atto delle dichiarazioni del portavoce del Vaticano, Joaquin Navarro Valls, il quale ha affermato che «il problema è noto ma è geograficamente limitato», ma sottolineando che, al contrario, questo fenomeno si estende ben al di là dell’Africa,

G. rammentando che l’abuso sessuale costituisce un reato contro la persona umana e che gli autori di questi reati devono essere consegnati alla giustizia,

1. condanna ogni violazione dei diritti della donna nonché gli atti di violenza sessuale, in particolare nei confronti di religiose cattoliche ed esprime la sua solidarietà alle vittime;

2. chiede che gli autori di questi reati vengano arrestati e giudicati in tribunale; chiede alle autorità giudiziarie dei 23 paesi citati nei rapporti di garantire che sia fatta piena luce in termini giudiziari su questi casi di violenza nei confronti delle donne;

3. chiede alla Santa Sede di considerare seriamente tutte le accuse di abusi sessuali commessi all’interno delle proprie organizzazioni, di cooperare con le autorità giudiziarie e di rimuovere i responsabili daqualsiasi incarico ufficiale;

4. chiede alla Santa Sede di reintegrare le religiose che sono state destituite dai loro incarichi per aver richiamato l’attenzione delle loro autorità su questi abusi e di fornire alle vittime la necessaria protezione e compensazione per le discriminazioni di cui potrebbero essere successivamente oggetto;

5. chiede che sia reso pubblico il contenuto integrale dei cinque rapporti citati dal «National Catholic Reporter»;

6. incarica la sua Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, alle autorità della Santa Sede, al Consiglio d’Europa, alla Commissione per i diritti dell’uomo delle Nazioni Unite, ai governi del Botswana, del Burundi, del Brasile, della Colombia, del Ghana, dell’India, dell’Irlanda, dell’Italia, del Kenya, del Lesotho, del Malawi, della Nigeria, della Papua Nuova Guinea, delle Filippine, del Sudafrica, della Sierra Leone, dell’Uganda, della Tanzania, di Tonga, degli Stati Uniti d’America, dello Zambia, della Repubblica democratica del Congo e dello Zimbabwe.

Noi di Cineboom probabilmente non siamo autorevoli come il Parlamento Europeo tuttavia un appello ci sentiamo in dovere di farlo al nuovo Papa:

- Ehi, Ratzinger, per favore, non è che ti andrebbe di smetterla di coprire pedofili, aguzzini e stupratori?

Grazie.

Qualcuno uccida i creativi

Tutti, anche i miei amici che fanno questo sciagurato lavoro.
Ora, dico, come vi salta in mente di fare il Dixan al profumo di Vernel?!?
Ma cosa vuol dire? O Dixan o Vernel!
Son cose diverse.
Ma perché dovete farmi un detersivo che profuma di ammorbidente? Ma quale ricerca di mercato avete fatto per proporre un prodotto così idiota?

Allora fatemi la Punto che romba come una Twingo.
Fatemi il Buondì al sapore di tegolino.
Fatemi lo sfogliavelo di Giovanni Rana ripieno di tortellini Fini.
Fatemi il maxicono Motta al sapore di cornetto Algida.

Ma cosa avete in testa?
E cos’hanno in testa i dirigenti che approvano le vostre cavolate?

D’estate poi è l’apoteosi dell’idiozia.
Già il fatto che la Tim si fosse affidata a Cristian De Sica e la Vodafone a Massimo Boldi era massimamente discutibile, l’intreccio però continua, come una mostruosa metastasi amalgamante che ricopre tutto il mondo della pubblicità telefonica con un unico indistinto velo di sudaticcio. Adesso pure la Tre tira dentro il vigile. Tutti incrociano con tutto, rubicchiandosi le idee vicendevolmente, giocando di rimandi, inseguendosi in un girogirotondo di scontata stupidità, tanto questi gonzi comprano comunque, penseranno.
Prendete la nuova papera che scappa col Muccino.
Avete presente?
Quella che molla il marito sull’altare e salta in moto.
Forse voi non ve lo ricorderete ma cominciava esattamente nello stesso modo una saga di spot di qualche anno fa, realizzata però – indovinate un po’ – dalla Tim. Sempre tipa papera che molla marito sull’altare, incredibile, vero?
Ma io non ho solo memoria, ho anche le prove.
Ecco cosa scrivevamo in quei giorni io (L per Luigi) e la caporedattrice (S per Sara) in merito alla saga Tim di allora:

13 febbraio 2003

S: – Ehi, ma questa qua di stare in groppa al prete bavoso e’ gia’ un balzo enorme di qualita’ per la mentecatta, pensa a quando si beava tra i mascalzoni latini.
(Mascalzone latino. Io voglio andare a vivere in Francia.)

L: – La peggiore è in assoluto la prima, diario di una smidollata che non ha mai avuto un pensiero proprio nella vita. Che ragazze hanno avuto i creativi della Tim?

S: – Potrebbero essere ragazze, no?
O sono troppo cretine le pubblicita’ e tu sei un sessista che imputa le schifezze del mondo ai soli uomini? ;)

L: – No, io sono una persona equilibrata (rotfl) che di solito divide equamente la cretinaggine fra entrambi i sessi però, come ho più volte esposto in passato, ho motivo di ritenere che il mondo dei creativi delle pubblicità sia composto da gente che ha un po’ di punti fermi forse appartenenti più all’immaginario collettivo degli uomini deficienti che non a quello delle donne deficienti:
1) I consumatori sono coglioncelli da raggirare.

S: – E fin qui appare chiaro a tutti.

L: – 2) Le donne, fra tutti i consumatori, sono quelle più sceme e si possono indurre a comprare di tutto soltanto dando ai prodotti nomi o colori carini da diario di quarta ginnasio.

S: – Oh, ieri nella mia edicola c’era una specie di fiera dell’abbigliamento allestita con i regali di gioia.
C’erano svariate sciure che sceglievano il colore giusto per la mantella-poncho e poi arrivo io e zac, l’edicolante, con colpo da vera
maestra mi dice “te, chesta chi la va bene dume’ per ti” (tieni, questa qua va bene solo a te) ed estrae una sottoveste nera… io ho preso gioia solo per l’inserto, c’era gioia-sposa :)

L: – 3) Gli uomini non ridano, magari si credono furbi ma con un paio di tette messe dove c’è bisogno gli vendi pure quello che è già loro. Ecco, la campagna telecom, dal primo spot fino ad oggi, segue perfettamente
il dogma.

Complimenti quindi alla Vodafone per la sua nuova campagna 00 summer: un’idea vecchia di tre anni, rubata alla concorrenza e già assolutamente irritante allora.
La sposina di allora dopo la fuga andava a rapire la nonna e a farsi guardare le mutande da un prete, quella di adesso promette bene, è già a mollo al terzo spot e fa già vedere il reggiseno candido da sposa.

Piccole differenze

In fondo tra un cessate il fuoco urgente ed uno immediato c’è poca differenza.
Quanto?
Pochi giorni?
Settimane?
Mesi?

Già.

Qual è il problema?

Il problema è che quando si spara, quando si tirano bombe, ogni istante può essere l’ultimo per qualcuno.

Queste foto sono tratte dal blog di Beppe Grillo, mi sembra giusto riproporle oggi alla fine della conferenza di Roma.

Ma non bastano a capire.
Guardate ancora, guardate tutto quello che riuscite a guardare.

E’ vero, non ci si poteva oggettivamente aspettare di più dalla conferenza, se qualcuno dei governanti del pianeta però, una volta soltanto, ci stupisse in positivo, non sarebbe cosa sgradita.

Noi vecchi ricchi parliamo ed i bambini poveri muoiono… qualcosa non funziona.

Signora vomito

Poco tempo fa su una copertina de L’espresso ho visto un po’ di volti legati allo scandalo dei fascisti magnaccia, dei reali morti di fame, delle vallette mignotte e dei videopoker… insomma avete capito quale scandalo, sì?
Eh, lo so, se ne parla già poco ormai, è sempre quello in guaio dell’Italia, tutti si indignano sempre ma solo per pochissimi istanti.
Insomma tra Vittorio Emanuele, il figlio, la Gregoraci ed il braccio destro di Fini chi è che ti vedo? Ma la Cesarona del tg5, ovvero l’anello di congiunzione tra la giornalista e la nasica.
Cercando cercando ecco cosa ti trovo in rete:

Quando Cesara apparecchiava per i Savoia
di Marco Lillo

Davvero una giornata da brivido per Cesara Buonamici quell’8 aprile del 2005. Il vicedirettore del Tg5 aveva organizzato una cena indimenticabile nella sua splendida casa romana. Tra gli invitati c’erano il prefetto Achille Serra, il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica Leonardo Tricarico e sua maestà il principe Vittorio Emanuele. Il cielo era azzurro e la serata si annunciava piena di stelle, ma tutto il resto congiurava contro. Tre giorni prima era morto il papa, le esequie erano fissate proprio quella mattina e, con 200 capi di Stato in giro per Roma, ci si era messo pure l’allarme aereo. Due caccia F16 si erano levati in volo e avevano scortato un aereo a destinazione. Il generale Tricarico aveva gestito l’emergenza mentre Serra coordinava 10 mila uomini sul terreno. In una giornata così dura Cesara Buonamici era riuscita a ‘metterli seduti’ entrambi alla sua tavola. Alle 19 e 40 però accade l’imprevisto: Vittorio Emanuele minaccia di dare forfait. A chiamare la giornalista è Achille De Luca, il collaboratore del principe che è stato arrestato su richiesta del pm di Potenza Henry Woodcock. Nell’ipotesi accusatoria De Luca pagava le mazzette ai Monopoli di Stato per fare ottenere i nulla osta alle slot machine dell’imprenditore siciliano Rocco Migliardi.
Cesara lo conosce come accompagnatore del principe e lo chiama un’ora prima della cena: “Ciao Achille, ti aspetto, eh”. Ma lui cerca di svicolare: i reali sono stanchi. La giornalista si inquieta: “Ho già organizzato tutto e soprattutto vengono il capo di Stato maggiore, il prefetto. Non mi fare spaventare, Achille. Vengono tutti per loro (i reali, ndr). E ho messo tutti a tavola”. De Luca la tiene un po’ in sospeso, ma poi la rassicura: “Ma adesso, se tu mi dici così…, io subito, sempre vicino a Cesara e risolvere il problema. A che ora li vuoi? Alle 9. Tanto Achille ci pensa. Baci”. Questo signore che fa da trait d’union tra l’erede Savoia e la conduttrice, secondo il pm Henry Woodcock, riveste “un ruolo di primo piano” nell’associazione a delinquere capeggiata dal principe. Gli inquirenti lo hanno fotografato mentre prendeva le bustarelle piene di euro in Sicilia e poi entrava con le 24 ore (piene di doni, secondo il pm) nella sede dei Monopoli. Per Woodcock, De Luca “è un personaggio inquietante e dal passato pieno di misteri: pluripregiudicato e già imputato per associazione a delinquere, truffa e bancarotta fraudolenta”. Cesara Buonamici invece è stata sentita a Potenza per questa vicenda solo come persona informata dei fatti. Ed è stata intercettata senza mai essere indagata, solo per acquisire notizie sui suoi amici poco attenti al codice penale. Nel verbale del vicedirettore del Tg5 (del quale ‘L’espresso’ ha dato notizia due settimane fa) la giornalista ammette di conoscere De Luca, ma riduce la sua figura a un mero autista: “Accompagnava in giro i Savoia. Ma non sapevo che è stato arrestato”. La giornalista sapeva però altre cose. Per esempio che i suoi amici avevano incassato 40 mila euro per sbloccare una pratica delle slot ai Monopoli. Non solo. Cesara li aveva sostituiti e pretendeva di applicare le stesse tariffe (ovviamente non con gli stessi sistemi ma contando sulle sue entrature politiche). Achille De Luca, dopo il colpo da 40 mila euro (divisi col principe) era sparito dalla circolazione. Rocco Migliardi però aveva bisogno di altri nulla osta che per le vie ordinarie non arrivavano. È a quel punto che Ugo Bonazza, altro collaboratore di Vittorio Emanuele, pensa alla giornalista.

Ora io sorvolo sullo squallore della cosa ma una domanda me la pongo: Perché di questa storia non si è saputo niente in tv?

Perché non ne ha parlato nessun tg? Nessuna Italia sul due, nessun Verissimo, nessun Lucignolo, nessun Del Debbio, niente.
Strano, no?

Sì ma sparisci sul serio però!

Chi segue questo blog sa che ho preso particolarmente a cuore la parabola di uno degli individui più inutili e falliti che la politica italiani ricordi: Maurizio Scelli.

C’è anche l’ex commissario della Croce Rossa Italiana Maurizio Scelli a partecipare alla seconda giornata dei lavori del convegno ‘d-Destra’ organizzato da Francesco Storace in un convento su una collina di Napoli.

Ne ho già parlato qui e qui, anticipandone le mosse, sgamandone i propositi, tallonandolo come una moglie marchigiana sospettosa.

Dunque, ricapitoliamo, Scelli in pochi anni è riuscito a:
- Farsi trombare alle elezioni quando Forza Italia riusciva a portare in parlamento cani e porci
- Rovinare la Croce Rossa e trasformarla in un covo di ragazzotti ebeti cattofascisti screditandola in Italia e all’estero
- Fallire la creazione di un nuovo movimento con tanto di terrorista nero invitato alla prima uscita ufficiale
- Presentare una lista alle politiche soltanto in una circoscrizione, con risultati assolutamente deludenti, dopo aver a stento creato una sorta di partitino con quattro o cinque dei ragazzotti ebeti cattofascisti suddetti
- Presentare una lista alle amministrative di Milano e prendere meno voti del barboncino della Moratti

Bene, finalmente, Scelli, ha deciso, pare, di levarsi di culo (in realtà accasandosi però nella nuova AN che Storace sta cercando di creare alle spalle di Fini):

Napoli, 16 lug. (Apcom) – “Io ho il terrore delle sindromi di appagamento e di chi per tanti anni fa la stessa cosa. La sconfitta è la sconfitta. Chi perde deve lasciare spazio agli altri, alle retrovie in cui c’è gente con tanta competenza e capacità”. E’ una vera e propria dichiarazione di fedeltà quella che l’ex commissario della Croce Rossa Maurizio Scelli fa a Francesco Storace e ai dirigenti riuniti a convegno a Napoli per ragionare sul futuro di Alleanza nazionale.

L’uscita di Scelli è stata anche l’occasione per l’ex dirigente della Cri di togliersi qualche sassolino dalla scarpa e rispondere a chi, come egli stesso ricorda, lo definì ‘un mistificatore’ e uno che si inventava le cose. Scelli si definisce ancora “stupefatto dall’atteggiamento – ricorda – di Ignazio La Russa che giustamente rivendicò una medaglia d’oro per Fabrizio Quattrocchi dimenticando di ringraziare chi consentì la restituzione delle spoglie alla famiglia. Posso dire che rischiammo molto più la vita per recuperare queste spoglie che per liberare le due Simone”.

Ma bravo, Scelli, mi fa un sacco piacere sapere che ti sei impegnato più per recuperare la salma di un fascista che non per salvare la vita di due ragazze.

Infine l’ultima promessa: “In politica sono stato un fallimento totale. Ci ho provato e non lo farò più”.

Scelli, detto fra noi, anche alla Croce Rossa hai fatto cagare vermi, eh.